TAVOLA ROTONDA “GIOVANI MIGRANTI: POTENZIALITÀ NEL COSTRUIRE PONTI DI COOPERAZIONE TRA LE SOCIETÀ VERSO LO SVILUPPO” (Traduzione non ufficiale) ev.do P. Maurizio PETTENÀ, CS Direttore Nazionale Ufficio Cattolico dei Migranti e Rifugiati Conferenza Episcopale Australiana Introduzione La Chiesa Cattolica in Australia è in prima linea nel fornire la cura pastorale ai migranti. Negli ultimi anni la pastorale per i migranti è diventata più specifica soprattutto in relazione ai minori non accompagnati richiedenti asilo in Australia e per gli studenti internazionali. La cura pastorale ai richiedenti asilo e rifugiati è in gran parte una pastorale che si concentra sui giovani. Sia l'insegnamento che la pratica della Chiesa Cattolica hanno sostenuto la causa in favore della condizione dei migranti e dei rifugiati, in particolare dei più vulnerabili tra di loro. Ora che la migrazione si è sviluppata raggiungendo l’attuale straordinaria dimensione, non tutte le persone in procinto di migrare rientrano nelle categorie previste dalle leggi e dalle politiche che regolamentano l’immigrazione. I bambini e i giovani sono i più vulnerabili tra gli immigranti in cerca di protezione dai paesi in guerra. Bambini e giovani migranti rappresentano un aspetto impegnativo della cura pastorale della Chiesa nonostante siano al centro della politica, del patrocinato e dei servizi. I giovani migranti hanno un enorme potenziale per contribuire alla costruzione di una società globale più prospera e fraterna. Infatti, la gioventù è di per sé un’eccellente risorsa. La seguente presentazione si concentrerà sui giovani immigrati di età compresa tra i 12 e i 24 anni ed analizzerà più da vicino la regione dell’Oceania in cui vivo in Australia. Spero di portare alla vostra attenzione alcune delle speranze e delle sfide che i giovani migranti sperimentano quando stabiliscono una nuova vita in un nuovo Paese spesso molto diverso da quello del loro Paese di nascita sotto tanti punti di vista. Aspetti importanti per la maggior parte dei giovani migranti, a causa della fase della loro vita, comprendono i rapporti con la loro famiglia e le speranze per il modo in cui contribuiranno al mondo. Per la maggior parte dei giovani migranti, il modo con cui essi contribuiscono è fortemente influenzato dalla loro istruzione e dalla partecipazione al mercato del lavoro. Sono queste le tre aree principali: le relazioni, l'istruzione, e la vita lavorativa nelle quali i giovani migranti costruiscono più brillantemente a costruire ponti tra le società, non appena si impegnano con le persone con le quali vivono e lavorano. La dottrina sociale cattolica per i Giovani Migranti La dottrina sociale cattolica fornisce qualche comprensione e risorsa sulla cura pastorale dei giovani migranti. Nella maggior parte dei contesti, la dottrina sociale cattolica in materia di migrazione si applica in generale ai giovani migranti tuttavia ci sono casi in cui i giovani migranti ne sono particolarmente al centro. Un primo esempio può essere trovato nella De Pastorali Migratorum Cura (DPMC). La Chiesa sottolinea che tra i diversi gruppi di migranti, gli studenti stranieri richiedono una particolare attenzione e cura in quanto sono lontani da casa, senza un'adeguata conoscenza della lingua, talora privi di amicizie e spesso con una borsa di studio che non è sufficiente per le loro esigenze. Aiutare gli studenti stranieri è stato storicamente e continua ad essere un importante campo di azione pastorale. 1 Un esempio più recente è costituito dal messaggio per la 96 a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si concentra sui migranti e rifugiati minorenni. Nel suo messaggio, Benedetto XVI, ha ricordato che da bambino, Gesù stesso ha sperimentato la migrazione, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14)2. Papa Benedetto ha affermato la necessità di riconoscere i diritti dei bambini, come pari ai diritti degli adulti. Papa Benedetto XVI esprime la sua speranza che sia data la giusta attenzione ai migranti minorenni, bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il loro sviluppo spirituale, morale, fisico e culturale. Egli riconosce come i giovani migranti che vivono in un paese straniero senza effettivi punti di riferimento generino innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà per loro, specialmente coloro che sono privi del sostegno della loro famiglia. Papa Benedetto ha anche operato una distinzione per i giovani migranti in cerca di rifugio che, per vari motivi, sono in fuga dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Ha affermato ancora una volta la necessità di un'attenta valutazione e di azioni coordinate, con misure di prevenzione, protezione e accoglienza. Papa Benedetto ci ricorda di garantire che eventuali interventi concreti siano primariamente nutriti dalla fede nell'azione della grazia e della Provvidenza divina. In questo modo l'ospitalità e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene annuncio del Vangelo della solidarietà. 3 Il contesto Australiano Quando si parla di migrazione non è possibile generalizzare le esperienze individuali che ogni giovane migrante sperimenta e metterli tutti sotto lo stesso tetto. Tenendo ben presente ciò vorrei descrivere alcuni aspetti della migrazione che sono comuni per l'esperienza in Australia. L'Australia è un paese di migrazione. I nostri fratelli e sorelle indigeni sono arrivati su quella terra più di 40.000 anni fa. Le loro profonde tradizioni, la cultura e la connessione spirituale con la terra restano con noi oggi. In confronto, i flussi di migrazione moderna in Australia sono iniziati solo poco più di 200 anni fa, quando gli Inglesi perseguirono una colonia penale a Lane Cove, una zona che è oggi parte di Sydney. Dopo una migrazione prevalentemente britannica e irlandese, l'Australia ha iniziato a diversificarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando migliaia di profughi di guerra effettuarono un viaggio in nave per stabilire la propria dimora in Australia.4 Da allora, la guerra e la persecuzione hanno continuato a plasmare i modelli di migrazione in Australia con esempi notevoli dall’Asia, in particolare dal Vietnam, diverse nazioni del Sud America nel 1980 e più recentemente dalle zone dell'Asia come l'India, le Filippine e la Cina, l'Africa e il Medio Oriente. L'Australia, che vediamo oggi, conta oltre 6 milioni di migranti che FABIO BAGGIO, CS e MAURIZIO PETTENÀ, CS, Prendersi Cura dei Migranti, Una Collezione di Documenti Ecclesiastici sulla Cura Pastorale dei Migranti, 2009. 2 BENEDETTO XVI, Migranti e Rifugiati Minorenni, Messaggio per la 96° Giornata Mondiale della Migrazione, 2010. 3 Ibid, 4 Dipartimento di Immigrazione, Governo Locale e Affari Etnici, Australia e Immigrazione dal 1788 al 1988, Canberra 1988 1 2 rappresentano circa un quarto della nostra popolazione e circa il 45% degli australiani sono anche nati all'estero o hanno almeno un genitore nato all'estero. L'Australia è una storia di migrazioni e multiculturalismo. La nostra politica multiculturale è stata deliberatamente scelta e perseguita dagli anni ‘70 in poi. Prima di questo periodo la politica era di assimilare in una società australiana prevalentemente bianca. Politica Multiculturale Australiana Vorrei approfondire la politica multiculturale dell'Australia, perché è particolarmente diversa rispetto alla politica multiculturale che viene perseguita in molti paesi europei. Nel 1997 il governo australiano ha nominato un Consiglio Consultivo Multiculturale Nazionale (NMAC) per sviluppare un rapporto che raccomandi una politica e un quadro di attuazione per il prossimo decennio, volta a garantire che la diversità culturale costituisca una forza unificante per l'Australia. Questa relazione, Multiculturalismo Australiano per un nuovo secolo: verso l'inclusione, è stata presentata dal Primo Ministro, John Howard, il 5 maggio 1999. Ha formulato alcune raccomandazioni su come migliorare e riorientare la politica multiculturale. In risposta a tale rapporto, il Governo australiano ha presentato, in Parlamento nel dicembre del 1999, la sua dichiarazione di politica multiculturale, Una Nuova Agenda per l'Australia multiculturale. La Nuova Agenda ha sostenuto la maggior parte delle raccomandazioni del NMAC, evidenziando la necessità che la politica multiculturale australiana costituisca una forza unificante e sia rilevante per tutti gli australiani. Politica Multiculturale Corrente L’attuale rapporto sulla politica multiculturale del governo, Australia Multiculturale: Uniti nella Diversità è stato emesso il 13 maggio 2003. La politica riafferma i principi fondamentali della Nuova Agenda per l'Australia multiculturale, e definisce le indicazioni strategiche per il 2003-06. La visione politica multiculturale australiana si riflette nei quattro principi che sono alla base della politica multiculturale: • Responsabilità di tutti - tutti gli australiani hanno il dovere civico di sostenere quelle strutture fondamentali e i principi della società australiana che garantiscono la nostra libertà e uguaglianza e consentono lo sviluppo della diversità nella nostra società. • Rispetto per ogni persona – per legge, tutti gli australiani hanno il diritto di esprimere la propria cultura e credenze e hanno un obbligo reciproco di rispettare il diritto degli altri a fare lo stesso • Equità per ogni persona - tutti gli australiani hanno diritto alla parità di trattamento e di opportunità. L'equità sociale permette a tutti noi di contribuire alla vita sociale, politica ed economica dell'Australia. • Benefici per tutti - tutti gli australiani beneficiano dei significativi dividendi culturali, sociali ed economici derivanti dalla diversità della nostra popolazione. La diversità lavora per tutti gli australiani. 3 La Nuova Dichiarazione politica comporta inoltre anche l’impegno a raggiungere l'obiettivo di comunicare la rilevanza della politica multiculturale a tutti gli australiani. Tuttavia, essa risponde ai tempi e alle necessità che cambiano attraverso alcune nuove direzioni e obiettivi strategici. Si dà particolare risalto a: • l'obiettivo dell’armonia della comunità e della coesione sociale; • la strategia del governo per l'accesso e l'equità, che mira a garantire che i servizi e programmi pubblici rispondano alle realtà della diversità dell'Australia; • promuovere i benefici della nostra diversità per tutti gli australiani. Nel 2011, Chris Bowen, poi Ministro per l'Immigrazione e la Cittadinanza pronunciò un discorso dal titolo Il Genio del Multiculturalismo Australiano. Nell’affrontare questo tema egli utilizzò come parte della sua argomentazione i commenti fatti dai leaders politici tedeschi e britannici che avevano descritto il multiculturalismo come una politica che aveva "totalmente fallito". 5 Molte persone vedono il multiculturalismo soltanto come un gruppo eterogeneo di persone che vivono in un paese in maniera relativamente armoniosa. Il multiculturalismo può essere spesso visto superficialmente in termini di differenti cibi e abiti tradizionali. Con questa visione limitata del multiculturalismo è facile pensare che esso sia un fenomeno che semplicemente si manifesta. Molte persone credono che via via che la migrazione continua e diviene più diversificata automaticamente ne consegua la nascita di una società multiculturale. Ovviamente, non è così semplice. In Australia, il multiculturalismo descrive una situazione sociale, mentre la politica multiculturale descrive una risposta ben definita, accuratamente pensata, e deliberata dal governo al fine di perseguire la coesione sociale in una società etnicamente diversificata. Nel suo nucleo, il multiculturalismo implica i rapporti tra le persone. Come tutti i buoni rapporti, essi hanno bisogno di essere lavorati e continuamente nutriti; richiedono un impegno per i valori chiave come la comprensione, la compassione, l’accettazione e il sostegno. I valori possono essere espressi e dimostrati in un numero illimitato di modi, che non si limitano ad una particolare cultura e non sono esclusivi di una particolare religione. Questo è forse l'elemento chiave della coesione sociale in una società multiculturale e qualcosa che l'Australia realizza con basando la nostra politica multiculturale sul rispetto dei valori australiani. Al suo esordio alla fine degli anni ‘70 la politica multiculturale dell'Australia è stata fondata sui seguenti principi fondamentali descritti dal Prof. Jan Pakulski nel 2013: 1. coesione sociale, intesa come integrazione nazionale, ovvero, operare le disposizioni strutturali all'interno delle nostre istituzioni nazionali per organizzare l'allocazione delle risorse e fornire una piattaforma per risolvere i conflitti; 2. parità di opportunità e di accesso; 3. La libertà di scegliere e mantenere la propria identità culturale, intesa come senso di appartenenza e di attaccamento a un particolare modo di vivere; 4. il dovere sociale di responsabilità condivisa per l’impegno e la partecipazione alla società. 5 CHRIS BOWEN, Il Genio del Multiculturalismo Australiano, Discorso dall’Istituto di Sydeny, Giovedì 17 Febbraio 2011. 4 L’Australia ha un approccio di principio al multiculturalismo. Questo amplia la scelta sullo stile di vita australiano per permettere agli immigrati di mantenere le loro tradizioni culturali originali, le connessioni sociali e l’identità, ma si aspetta in cambio che tutti i gruppi di minoranza (gruppi sia di migranti che di non migranti) saranno tolleranti gli uni verso gli altri, fedeli alle leggi dell’Australia e partecipi alla vita sociale. Queste condizioni proteggono il sistema comune di giustizia, il sistema politico condiviso, e l’unica lingua ufficiale. 6 La politica multiculturale dell'Australia è anche basata sulla cittadinanza. Per partecipare pienamente alla società australiana, è necessario dare la garanzia di impegnarsi come cittadino. 7 Per molti migranti, la cittadinanza può essere ottenuta in un lasso di tempo relativamente breve, per esempio, a molti migranti qualificati che lavorano può essere concessa la cittadinanza in appena quattro anni. Inoltre, la politica multiculturale dell'Australia è stata sostenuta politicamente e storicamente da entrambi i principali partiti politici Australiani. La discussione finora potrebbe rivelarsi sorprendente per molti di voi qui oggi poiché l'Australia è ormai tristemente nota per una delle politiche di asilo più spregevoli e inospitali in tutto il mondo. Dirò di più su questo, tuttavia è importante notare che mentre il programma di immigrazione australiano ha raggiunto il numero elevato di circa 200.000 persone all'anno, il numero di persone che arrivano in barca in cerca di rifugio si è attestato sulle poche migliaia. È un peccato e davvero tragico che il nostro approccio al multiculturalismo basato sui valori di principio non sia stato esteso alla nostra politica in materia di asilo. Giovani Migranti in Australia Ho brevemente parlato della nostra politica multiculturale per descrivere il paesaggio sociale nel quale si trovano i giovani migranti. In Australia, il 25% (o uno su quattro) di tutti i giovani di età compresa tra i 12 ed i 24 anni hanno entrambi o almeno un genitore nato in un Paese Culturalmente e Linguisticamente Diverso (d'ora in poi PCLD) rispetto all'Australia 8. In Australia la popolazione giovanile PCLD è cresciuta a un ritmo più veloce negli ultimi cinque anni rispetto al totale e alla popolazione di origine australiana in età compresa tra i 12 e i 24 anni. La crescita riflette l'immigrazione dei giovani in Australia da paesi PCLD e comprende diversi tipi di migranti, come studenti, lavoratori, familiari di persone che già vivono in Australia e anche un numero relativamente modesto di persone che sono venute in Australia come migranti umanitari9. Istruzione Circa il 95% dei giovani PCLD di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono iscritti nell'istruzione a tempo pieno o part-time e questo tasso è più alto rispetto ad altri gruppi della popolazione, tra cui la popolazione giovanile di origine australiana (93,5%). Circa il 58% dei giovani PCLD di età compresa tra i 18 ed i 24 anni sono iscritti a scuola a tempo pieno o part-time rispetto ad appena JAN PAKULSKI, Confusioni sul Multiculturalismo, documento presentato nel corso della conferenza dell’AMCS sul Rafforzamento della Diversità a Melbourne il 2 Maggio 2013. 7 CHRIS BOWEN, Il Genio del Multiculturalismo Australiano, Discorso presso l’Istituto di Sidney, Giovedì, 17 Febbraio 2011. 8 Rete Australiana del Patrocinato per la Gioventù Multiculturale, Il Rapporto sul Censimento della Gioventù PCLD 2014. 9 Ibid. 6 5 il 39% della popolazione di origine australiana. I giovani PCLD di età compresa tra i 18 ed i 24 anni, hanno tassi più bassi di occupazione rispetto alla popolazione di origine australiana. La maggior parte delle persone in queste fasce di età sia di origine australiana che migranti vivono in un unico nucleo familiare, e di questi oltre il 90% di quelli di età compresa tra 12 e 17 anni. Sebbene la proporzione sia ridotta, i giovani PCLD hanno livelli di vita più elevati in più nuclei familiari rispetto a quelli di origine australiana10. La popolazione cattolica in Australia ha altresì contribuito alla migrazione a tal punto, che la Chiesa cattolica è la più grande comunità di fede in Australia. Come si può vedere nel grafico sottostante, la maggior parte dei giovani cattolici che migrano in Australia provengono da Asia ed Europa11. Occupazione I giovani immigrati, molti dei quali hanno avuto limitate opportunità di istruzione e di occupazione nel loro paese d'origine, possono perseguire queste possibilità in Australia. Un recente studio sui Contributi Economici, Sociali e Civili degli Immigrati Umanitari di Prima e Seconda Generazione del Prof Graeme Hugo, ha mostrato che i migranti che arrivano in Australia attraverso il programma umanitario hanno il profilo di età più giovane di tutti i gruppi di migranti. L'età media di rifugiati che giungono in Australia era di 21,8 anni il che significa che la maggior parte della loro vita lavorativa si svolgerà in Australia. I rifugiati che arrivano in Australia sono fuggiti da straordinarie difficoltà e situazioni traumatiche e in cima a questo aspetto si confrontano con sfide aggiuntive per adattarsi a una nuova cultura, lingua, e molte carenze nell’istruzione e nella conoscenza del mercato del lavoro australiano. Per queste Rete Australiana del Patrocinato per la Gioventù Multiculturale, Il Rapporto sul Censimento della Gioventù PCLD 2014. Dati ottenuti come estratto del Progetto di Censimento Cattolico Nazionale (TableBuilder Pro) e prodotti dalla Conferenza Episcopale Cattolica Australiana – Ufficio della Ricerca Pastorale. 10 11 6 ragioni i migranti e gli immigrati umanitari sperimentano livelli più bassi di partecipazione alla forza lavoro nei primi anni dal loro arrivo in Australia. Tuttavia col passare del tempo il livello di partecipazione al mondo lavorativo degli immigrati umanitari converge verso la media australiana, e nella seconda generazione vi è un aumento del tasso di partecipazione e una diminuzione di quello di disoccupazione. È anche importante notare come molti immigrati umanitari otterranno l’opportunità di studiare. Gli arrivi di prima generazione che completano la loro istruzione in Australia tendono anche ad avere un livello più alto di partecipazione al mondo del lavoro, spesso superiore a quello ottenuto dalla popolazione autoctona. Giovani rifugiati e richiedenti asilo I giovani migranti non accompagnati affrontano sfide particolari. L'Australia ha ricevuto un numero crescente di giovani non accompagnati, in particolare ragazzi che migrano in Australia attraverso il programma umanitario. Quelli con età inferiore ai 18 anni, a cui ci riferiamo con la dicitura Minori Umanitari non Accompagnati (UHMs), ricevono un sostegno mirato a causa della loro condizione di minori. Tuttavia una volta che questi giovani compiono 18 anni, diventano conseguentemente non più ammissibili per tali servizi specialistici, nonostante il fatto che ancora abbiano spesso bisogno di supporto intensivo12. Un recente studio condotto dal Centro per la gioventù multiculturale rivela alcune delle sfide più acute e le difficoltà che i giovani migranti devono affrontare. Queste sfide comprendono la necessità di imparare l'inglese, il ricominciare la scuola o l'istruzione, la ricerca del lavoro, assicurarsi un alloggio stabile, adeguato e conveniente, l’adeguamento a sistemi sconosciuti e ad una nuova cultura, la separazione dalla famiglia allargata e dagli amici, e la ricostruzione di nuove reti sociali. I giovani che arrivano in Australia a 18 anni di età o più grandi senza parenti stretti non sono ammessi al sostegno di alto livello al quale hanno invece diritto i giovani UHMs, pur potendo essere ancora molto vulnerabili. I giovani migranti, che hanno più di 18 anni, richiedono servizi che tengano conto delle loro necessità sia di giovani, in un particolare stadio del loro sviluppo adolescenziale senza le loro famiglie, sia come rifugiati provenienti da diversi ambienti culturali e linguistici13. I bambini e i giovani attualmente comprendono poco meno di due terzi degli entranti umanitari in Australia; nel 2011-2012, il 64,5% degli entranti per motivi umanitari avevano meno di 30 anni di età. Oltre la metà (53%) dei giovani ai quali sono stati concessi visti umanitari nel 20112012 avevano un'età compresa tra i 18 ed i 25 anni14. L'accesso all'istruzione e alla formazione è di vitale importanza per i giovani rifugiati in quanto consente loro di costruire una vita migliore in Australia e diventare membri produttivi della società. Anche se può essere difficile per loro impegnarsi in questi percorsi, può essere ancora più difficile per coloro che sono arrivati in Australia in età più avanzata. C'è un tempo limitato per loro per raggiungere quelle capacità critiche di alfabetizzazione che i gruppi più giovani possono acquisire attraverso la scuola, prima di dover progredire in ulteriori percorsi formativi. Centro per la Gioventù Multiculturale, Stabilirsi o Sopravvivere? Giovani Adulti non Accompagnati di Età Compresa tra i 18 ed i 25 Anni, Documento Politico 2013. 13 Ibid. 14 Ibid. 12 7 Il tutoraggio domestico potrebbe potenzialmente fornire parte della soluzione per migliorare l’alfabetizzazione per questo gruppo15. Ai giovani non accompagnati che hanno 18 anni di età o più manca la struttura di sostegno della famiglia, e quindi fronteggiano una mancanza di sostegno finanziario per continuare gli studi. Non solo devono coprire i costi della vita e dell’istruzione, ma sono anche chiamati ad inviare denaro a casa alle loro famiglie, oppure a pagare i debiti contratti per il loro viaggio in Australia. Questo si traduce spesso nel loro ritiro dal fondamentale studio della lingua inglese, che impatta negativamente sul loro insediamento generale e sulle loro future opportunità16. Partecipare alla vita della comunità attraverso lo sport, la ricreazione e le attività sociali è un elemento chiave per un buon insediamento. Non solo migliora il benessere fisico e mentale, ma può promuovere la fiducia, agevolare l’inserimento e il sostegno transitorio, e contribuisce a costruire reti sociali. Inoltre, questo genere di attività fornisce ai giovani la possibilità di sviluppare competenze che li possano aiutare in altri aspetti della loro vita. Tuttavia, il costo finanziario, e, a volte, la cultura del gruppo in questione impediscono a questi giovani di essere in grado di partecipare17. Ottenere un impiego in Australia può essere molto impegnativo per i giovani adulti non accompagnati, a causa di una combinazione di conoscenza limitata della lingua inglese, dell’interruzione dell’istruzione, del mancato possesso di patente di guida, e della mancanza di qualifiche formali, reti sociali e esperienza di lavoro in Australia. Nonostante questi ostacoli, l'occupazione è particolarmente importante per questo gruppo di giovani non accompagnati, poiché molti di loro rappresentano l’unico sostegno economico per la loro famiglia in Patria o nei paesi di transito18. Sta diventando sempre più difficile per i giovani migranti non accompagnati trovare un alloggio adeguato. I giovani migranti o rifugiati hanno dalle sei alle dieci volte più probabilità di essere a rischio di diventare senzatetto rispetto ai giovani autoctoni australiani. A causa della difficoltà di reperire alloggi a prezzi accessibili, nonché al problema diffuso dei vincoli finanziari, vi è un'alta prevalenza di sovraffollamento. Un giovane responsabile che lavora nei servizi per l’insediamento ha riferito che: "Possono esserci 12, 13, o 15 giovani che vivono insieme in un appartamento con 3 camere da letto. Dicono che 'È l'unico modo per sopravvivere e avere qualche soldo in più da mandare a casa'". - Giovane Responsabile, Servizi per l’Insediamento, Regione Settentrionale19. Giovani Studenti Internazionali L'Australia ha un gran numero di studenti stranieri che vengono a studiare a livello universitario e terziario. Essi sperimentano sfide significative nella loro formazione e vita personale. Nel 2011 l'Università Cattolica Australiana ha condotto una ricerca intervistando e Centro per la Gioventù Multiculturale, Stabilirsi o Sopravvivere? Giovani Adulti non Accompagnati di Età Compresa tra i 18 ed i 25 Anni, Documento Politico 2013. 15 Ibid. Ibid. 18 Ibid. 19 Centro per la Gioventù Multiculturale, Stabilirsi o Sopravvivere? Giovani Adulti non Accompagnati di Età Compresa tra i 18 ed i 25 Anni, Documento Politico 2013. 16 17 8 registrando le esperienze di alcuni studenti internazionali per ottenere una migliore comprensione delle sfide che devono affrontare. Molti dei partecipanti hanno sperimentato ansietà, depressione, problemi familiari e relazionali, preoccupazioni finanziarie, dolore, problemi medici e di salute, responsabilità come genitori o badanti, la pressione per avere successo, lo stress e le difficoltà nel raggiungimento di un buon equilibrio tra lavoro, studio e vita20. Lo stress finanziario ha costituito la sfida più frequentemente registrata. Ciò è in parte dovuto alle tasse più alte d'iscrizione che devono essere pagate in anticipo, all’elevato costo della vita nelle città dove si trovano le università, come Sydney e Melbourne, alle restrizioni dei visti che consentono agli studenti internazionali di lavorare solamente 20 ore alla settimana e, naturalmente, alla necessità di studiare per la maggior parte del tempo ogni settimana che limita ulteriormente la quantità di tempo nel quale possono lavorare gli studenti, molti dei quali colgono soltanto le opportunità di lavoro nei giorni festivi e nei fine settimana. Relazioni Molti giovani migranti stabiliscono relazioni particolarmente forti con altre persone che provengono da contesti culturali simili e con esperienze di migrazione in Australia. Queste relazioni possono rivelarsi critiche nel fornire l’un l'altro il supporto sociale ed emozionale, formando basi per una condivisione comune e fornendo informazioni tra di loro sul collegamento ai servizi o alle risorse utili. Tuttavia, la forte dipendenza dai coetanei, senza l'impalcatura di protezione della famiglia, può essere essa stessa motivo di pressione. Il fatto stesso che questi giovani possano identificarsi così fortemente tra loro a causa delle loro esperienze condivise è anche potenzialmente una fonte di difficoltà relazionali, dato il loro livello di vulnerabilità comuni e le sfide diverse che devono affrontare. È evidente che, sebbene le loro relazioni con i coetanei siano in grado di fornire una vera e propria fonte di forza e sostegno, queste da sole non sono sufficienti, e può a volte essere necessario il supporto di professionisti o di mentori adulti che possano aiutarli a condurre questi rapporti. Il ruolo importante che gli adulti possono giocare è supportato dalla ricerca sulla resilienza adolescenziale, che evidenzia come la cura di un adulto non genitore costituisca il fattore di protezione più comune per la resilienza adolescenziale21. Collegamento alla Comunità Avere un senso di appartenenza alla comunità più ampia in Australia è fondamentale per i giovani provenienti da esperienze di rifugiati e migranti, in termini di senso generale di identità, di benessere e di essere in grado di accedere alle opportunità e di contribuire alla comunità che li circonda. Purtroppo, però, molti giovani migranti non sempre sperimentano questo senso di accoglienza e di appartenenza nella loro vita quotidiana. Per esempio, molti giovani migranti sperimenteranno il razzismo generale che può esistere nei confronti di chi proviene da diversi ambienti culturali e linguistici22. In aggiunta a questo, il dibattito in merito 20 Università Cattolica Australiana, Determinati al Successo, Storie di Resilienza degli Studenti, Novembre 2011, Sydney Australia. Centro per la Gioventù Multiculturale, Stabilirsi o Sopravvivere? Giovani Adulti non Accompagnati di Età Compresa tra i 18 ed i 25 Anni, Documento Politico 2013. 22 Ibid 21 9 ai richiedenti asilo in Australia ha ulteriormente creato ostilità negli atteggiamenti pubblici verso certi gruppi etnici e questo mina qualsiasi senso di appartenenza che i giovani migranti possano sentire verso la comunità australiana. Una manifestazione frequente per i giovani migranti provenienti da contesti di rifugiati quando osservano il trattamento riservato ad altre persone del medesimo ambito culturale è rappresentata da un senso di paura e di ansia per il proprio futuro. Rimane un urgente bisogno di una maggiore istruzione nella comunità australiana per aumentare la comprensione in merito ai flussi di richiedenti asilo, alla migrazione in generale, e alla consapevolezza sull’esperienza che i giovani migranti devono affrontare e sui modi in cui le persone possano ridurre la discriminazione e promuovere l'apprendimento e il reciproco rispetto. Tuttavia ci sono anche molti rapporti positivi dei membri della comunità che dimostrano veri e propri atti di gentilezza e generosità verso i giovani migranti. Sostenere le connessioni con la comunità più ampia è fondamentale per aiutare i giovani migranti a sviluppare un senso di appartenenza e ad accedere al capitale sociale che esiste all'interno della comunità e alle molte opportunità che sono disponibili attraverso i gruppi della comunità, gli sport, i programmi di tutoraggio, e le relazioni con i volontari o gli assistenti. Le varie relazioni che i giovani migranti intessono con le persone nella comunità più allargata riducono notevolmente il loro senso di isolamento sociale e aiutano i giovani migranti a sviluppare nuove reti ed aprire future opportunità e accesso alle risorse 23. Conclusione La Chiesa cattolica in Australia si batte per una migliore risposta del governo ai giovani migranti. Alcune ricerche individuano delle linee guida e sforzi mirati sui giovani migranti. Cosa aiuta i giovani migranti a diventare essi stessi ponti di cooperazione e di sviluppo? La pratica pastorale riconosce quattro aree che sembrano ripetersi nell'esperienza dei giovani e delle loro famiglie verso lo sviluppo. Le quattro aree sono: Famiglia: per i giovani migranti, la famiglia rappresenta la massima importanza, anche se non fisicamente vicina. I giovani immigrati ritengono di essere più motivati ad avere successo, se c'è una famiglia che li sostiene. Comunità: sentirsi accolti all'interno di una comunità, offre un senso di appartenenza. Molti testimoniano il fatto che l'appartenenza a una comunità, come un gruppo di giovani all'interno di una cappellania di migranti, li ha aiutati a diventare più sicuri in se stessi e assertivi verso la comunità più ampia. È un dato di fatto che alcuni leaders con varie responsabilità all'interno della più ampia società australiana abbiano iniziato il loro viaggio all'interno di un gruppo di giovani immigrati. Risorse umane e talenti: la società che accoglie ha la responsabilità di rafforzare e valorizzare i doni e i talenti che i giovani migranti possono offrire alla società. Chiesa: la comunità di fede ha la responsabilità di individuare i giovani migranti e di raggiungerli. Abbiamo bisogno di convertire una semplice offerta di assistenza e di sostegno, anche se necessaria, in un atteggiamento in cui il giovane migrante trovi all'interno delle nostre strutture ecclesiastiche il luogo in cui esprimere la propria fede e condividere la propria esperienza. Moltissimi dei giovani nelle nostre parrocchie provengono da importanti esperienze 23 Ibid 10 di fede e di impegno nella Chiesa del luogo di origine. Alcuni hanno sofferto umiliazioni e persecuzioni a causa della loro fede. Molto spesso, questi giovani cristiani sono lasciati ai margini, inibendo così la possibilità di diventare potenziali ponti di fede anche per i loro giovani compagni la cui pratica di fede è diminuita ed è diventata irrilevante. D’altra parte, la pratica pastorale suggerisce che dove non c'è famiglia, in particolare a causa della disgregazione della famiglia e dove non vi è alcuna possibilità di diventare parte di una comunità, i giovani migranti sono inibiti nel realizzare la connessione che offra loro un ponte efficace sul quale camminare da un capo all'altro. Negli ultimi anni, in Australia, abbiamo assistito ad un crescente atteggiamento di accoglienza sempre meno generoso che ha un grande impatto sui giovani migranti. Il rafforzamento di una detenzione a tempo indeterminato e obbligatoria per i richiedenti asilo che sono arrivati sulle coste via mare ne è un tragico esempio. Innumerevoli studi e relazioni insistono sui danni psicologici spesso irreparabili che la prolungata detenzione a tempo indeterminato sta causando ai giovani migranti. Molti di coloro che hanno lasciato la patria sotto minacce, ma con la speranza di trovare una terra di opportunità e di sviluppo in Australia, sono ora detenuti e non sono in grado di raggiungere uno status di immigrazione legale in Australia, trovandosi così impossibilitati nel contribuire alla società. Per fare dei giovani migranti "un potenziale nel costruire ponti di cooperazione tra le società verso lo sviluppo" sono richiesti dialogo e collaborazione in vari settori, tra cui la società, il governo e la chiesa. La formazione e l’informazione sono essenziali, ma i vari settori devono anche implementare pratiche efficaci. Cooperazione e sviluppo sono forze dinamiche che necessitano di un monitoraggio costante, condivisione e scambio di informazioni volti a pratiche che potrebbero essere effettivamente offerte ai nostri giovani migranti per favorire la possibilità di diventare ponti di cooperazione e di sviluppo. Fonti BENEDETTO XVI, I migranti ed i rifugiati minorenni, Messaggio per la 96a Giornata Mondiale delle Migrazioni, 2010. Rete Australiana del Patrocinato per la Gioventù Multiculturale, Il Rapporto sul Censimento della Gioventù PCLD, 2014. Centro per la Gioventù Multiculturale, Stabilirsi o Sopravvivere? Giovani Adulti non Accompagnati di Età Compresa tra i 18 ed i 25 Anni, Documento Politico 2013. Università Cattolica Australiana, Determinati al Successo, Storie di Resilienza degli Studenti, Novembre 2011, Sydney Australia. FABIO BAGGIO, CS e MAURIZIO PETTENÀ, CS, Prendersi Cura dei Migranti, Una Collezione di Documenti Ecclesiastici sulla Cura Pastorale dei Migranti, 2009. STEPHEN CASTLES, HEIN DE HAAS e MARK J. MILLER, L’Era della Migrazione, Movimenti Internazionali di Popolazione nel Mondo Moderno, quinta edizione 2014. 11 CHRIS BOWEN, Il Genio del Multiculturalismo Australiano, Discorso dall’Istituto di Sydeny, Giovedì 17 Febbraio 2011. JAN PAKULSKI, Confusioni sul Multiculturalismo, documento presentato nel corso della conferenza dell’AMCS sul Rafforzamento della Diversità a Melbourne il 2 Maggio 2013. Dipartimento di Immigrazione, Governo Locale e Affari Etnici, Australia e Immigrazione dal 1788 al 1988, Canberra 1988. 12