I giorni 4, 5 e 6 novembre partirà per Ceuta la carovana europea contro il muro della morte. Un’iniziativa comune tra diverse realtà di movimento europo per dire basta ai morti alla frontiera tra Spagna e Marocco. La proposta è quella di andare direttamente in quei luoghi per dire no al muro e documentare in maniera più ampia quello che sta succedendo. Vi proponiamo un’intervista a Toret di Indimedia Estrecho. Qual è la situazione attuale nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, qual è il clima che ci aspetterà come attivisti? La situazione è un po’ difficile perché si tratta di due vecchie città vincolate al governo di destra, sono due città abbastanza conservatrici che vivono una situazione permanente di immigrazione. Inoltre negli ultimi mesi la presenza massiccia dei media non fa che accrescere questo clima di tensione. Non ci sono movimenti sociali che lavorano con i migranti e con il governo zapatero è aumentata la presenza dell’esercito. Dopo quello che è successo sono iniziate le deportazioni di massa e molti migranti stanno facendo domande di asilo. Sappiamo che la situazione dei migranti è drammatica non solo alla frontiera ma anche per quanto riguarda le deportazioni, in quanto queste persone vengono abbandonate nel deserto senza nemmeno l’acqua da bere.. Gli accordi tra governo spagnolo e marocchino sul fronte delle emergenze sono abbastanza forti e paradossali e dimostrano che a nessuno è consentito di saltare le recinzioni. Il governo marocchino ha iniziato a monitorare il territorio per portare avanti le politiche di deportazione in diversi luoghi: una delle pratiche adottate dal governo è quella di abbandonare i migranti in zone vicine al deserto lasciandoli senza acqua nè cibo, abbandonati alla loro sorte. Questo ha provocato una serie di vittime che sono state denunciate da organizzazioni internazionali, e ci sono ancora numerose persone che risultano disperse. È una situazione incredibile: la necessità è quella di risvegliare la gente, anche perché l’unica risposta da parte dei governi è stata quella che ho appena descritto. Ci puoi dire qualcosa sulle iniziative della carovana della prossima settimana? La carovana è stata lanciata per dare visibilità a quanto sta accadendo, e per costruire su questa situazione di tensione un’alleanza con gli immigrati che si trovano ancora a Ceuta o che hanno valicato la frontiera ma che sono preoccupati e angosciati in quanto gran parte di loro verranno deportati dal centro di accoglienza che si trova a Ceuta al loro paese d’origine o nel deserto. Tenteremo quindi di unirci a loro nella lotta. Si sta organizzando un corteo verso le reti ma, appunto, non sappiamo fino a dove sarà possibile arrivare per la forte presenza dell’esercito.