Seminario Migrantes-Caritas – Augusta 6 giugno 2014 La comunità cristiana di fronte al fenomeno migratorio: dalla conoscenza e dall’indagine sociologica alla lettura ed alla risposta di fede. Premessa La fede ha qualcosa da dire nell’attuale congiuntura storica e, in particolare, nella attuale storia della nostra isola? Per rispondere a questa domanda occorre procedere iniziando dalla comprensione della realtà di cui parliamo. 1. GLOBALIZZAZIONE E MIGRAZIONI NELLA STORIA DELL’UMANITÀ Le migrazioni sono sempre state un intreccio di cambiamenti politici ed economici positivi e negativi sia per i gruppi di migranti sia per le popolazioni coinvolte nella emigrazione e nell’immigrazione. Nel contesto attuale il fenomeno si inserisce in quello più ampio della globalizzazione e interroga in modo nuovo anche le chiese, se vogliono leggere la storia alla luce della Parola di Dio e non solo con gli occhi della sociologia e della politica. 1.1. All’inizio dell’epoca moderna La relazione tra migrazioni e globalizzazione si può far risalire al XVI secolo con l’espansione coloniale dell’Europa che causa un vasto movimento di popolazioni. 1.2. Migrazioni e guerre mondiali Dopo il collasso dell’impero coloniale europeo, nel diciannovesimo secolo, si facilitarono gli spostamenti tra i paesi ex coloniali e quelli europei. Lo sconvolgimento sociale causato dalle due guerre mondiali portò pure a significativi flussi migratori di un nuovo genere di migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Un gran numero di persone migrarono e furono utilizzati dai paesi colonizzatori prima come soldati per la truppa e poi come manodopera per la ricostruzione delle economie devastate dalla guerra. 1.3. La migrazione odierna Oggi la migrazione continua come un dato strutturale della storia dell’umanità e comporta tutti i problemi dell’integrazione. L’integrazione internazionale ha creato un differente tipo di migrante: “operai specializzati temporanei”, “migranti transnazionali”; diminuisce il numero dei rifugiati politici e aumenta quello dei “rifugiati ambientali” a causa delle dissennate politiche di sfruttamento della terra che sottrae risorse a popolazioni intere. Paradossalmente l’incremento dei flussi migratori ha prodotto politiche restrittive la mobilità, particolarmente quando si tratta di migrazioni per motivi economici. Diversamente dalla relativa facilità di flussi di informazioni e di merci, il movimento dei migranti per motivi economici subisce forti restrizioni. In alcuni paesi, ai motivi più tradizionali per giustificare le restrizioni si è aggiunto quello del rischio terrorismo. 1 2. RELIGIONE E FENOMENO MIGRATORIO Una conseguenza delle migrazioni è il pluralismo culturale e religioso che tanto spaventa alcuni settori della nostra società. Vi sono poi implicazioni teologiche e pastorali. 2.1. Implicazioni teologiche In un certo senso la migrazione può servire come criterio e ipotesi di lavoro e di metodo per una teologia della redenzione. I viaggi molteplici e multidirezionali dei migranti che trasformano la realtà ci ricordano il carattere della vita cristiana come un pellegrinaggio e un esodo, come un costante andare e venire. Come popolo che viaggia attraverso i mari e i deserti in cerca della loro terra promessa, i migranti sono come i pellegrini. Il fenomeno mmigratorio può aprire alla esperienza dell’accoglienza e della fraternità con la possibilità della costruzione di un nuovo corpo sociale. 2.2. I confini come frontiere teologiche Emigrare è attraversare confini. Questi possono essere luoghi dove si resta come “sospesi” o luoghi di incontro. I confini sono indicatori della nostra esistenza, identità e appartenenza. Quando si attraversa il confine, si attraversa l’abisso tra l’essere cittadino e l’essere straniero o un forestiero, un visitatore, un ospite, in breve un estraneo Dove si colloca la teologia nella sfida dei “confini” e degli “estranei”? Come comprendere il comando del Signore: “ama il prossimo tuo come te stesso”, quando il prossimo è un emigrato, un estraneo? I confini autentici sono oggi luoghi di incontro. Esistono non per separare, ma per collegare e rivelare. Per concludere, in una prospettiva storica e teologica il fenomeno migratorio può essere una chiave interpretativa per comprendere l’identità cristiana nella sua radice cristologica: “non c’è più differenza …”. Maurizio Aliotta 2