IL LAVORATORE DIPENDENTE In un momento tanto delicato per l’universo occupazionale, la figura del lavoratore dipendente ha guadagnato la ribalta per diversi motivi: dalla difficoltà di trovare un impiego, alle nuove leggi che hanno la funzione di introdurre una nuova regolamentazione del mondo del lavoro, negli ultimi tempi si parla di frequente delle numerose novità riconducibili ai diritti e ai doveri di chi si destreggia per garantirsi un salario nell’attuale periodo di crisi. Innanzitutto è bene stabilire cosa si intende per lavoratore dipendente: questa definizione, spesso indicata anche con quella di lavoratore subordinato, si riferisce a coloro i quali si impegnano, per effetto di un contratto, a prestare il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze di un soggetto (il datore di lavoro), ottenendo in cambio una retribuzione; il datore di lavoro, che dal canto suo può anche non essere obbligatoriamente imprenditore commerciale, ha il compito di impartire al dipendente le istruzioni del caso, impegnandosi a fornirgli gli strumenti necessari allo svolgimento della prestazione lavorativa. Come si evince dalla definizione di lavoratore dipendente, il fulcro del rapporto lavorativo è il contratto di lavoro, vale a dire quel documento che contiene tutte le informazioni utili per inquadrare il rapporto tra le parti. Tale contratto di lavoro è previsto espressamente dal nostro ordinamento giuridico, per cui viene detto “tipico”, ed è inoltre oneroso e bilaterale: il contratto è individuale se stipulato tra un datore di lavoro (può essere tanto una persona fisica quanto una persona giuridica) e un lavoratore, mentre si parla di contratto collettivo nazionale di lavoro se esso è frutto di un accordo tra i sindacati e la associazioni dei datori di lavoro. Il lavoratore dipendente che svolge un’attività ha dunque diritto ad una retribuzione. Dal punto di vista fiscale le somme e i valori che i datori di lavoro erogano ai dipendenti vanno a costituire i redditi da lavoro dipendente che, secondo la legge, sono soggetti a tassazione sulla base di quanto stabilito dalla disciplina dell’IRPEF, cioè l’imposta sul reddito delle persone fisiche; in virtù di ciò, sulla retribuzione lorda vengono conteggiati i contributi previdenziali. Insieme alla retribuzione, il datore di lavoro deve consegnare, di norma con cadenza mensile, la busta paga, cioè il documento che fotografa i rapporti monetari del lavoratore con il datore di lavoro, lo Stato e gli enti previdenziali, rintracciabili rispettivamente con la paga, le imposte e i contributi. Il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta, operando cioè direttamente in busta paga attraverso delle trattenute ai dipendenti per l’importo corrispondente alle imposte ed alla contribuzione dovuta dal lavoratore dipendente. La contribuzione previdenziale è obbligatoria e non dipende da eventuali accordi tra le parti. Denis Domenico Nesci Segretario Nazionale SNAP-FNA