01. Lezioni Pedagogia Interculturale 2015

25/03/15 •  Due a scelta tra:
•  Dodman M., Linguaggio e plurilinguismo. Apprendimento, curricolo e competenza.
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Erickson, Trento 2013
Favaro G., A scuola nessuno è straniero, Giunti, Firenze 2011
Ghilardi, M., Filosofia dell’intercultura, Brescia, Morcelliana, 2012
Grosjean F., (2010), Bilinguismo. Miti e realtà, Mimemis, Milano, tr. It. 2015
Maggioni G., Vincenti A., Nella scuola multiculturale. Una ricerca sociologica in
ambito educativo. Donzelli Ed Roma, 2007
Mantovani G., L’elefante invisibile, Giunti, 2005
Ongini V., Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale, Laterza, Bari, 2011.
Pastori, G., Nello sguardo dell’altro. Pedagogia interculturale e identità, Milano,
Guerini Scientifica, 2010
Peano G., Bambini Roma. Alunni rom. Un’etnografia della scuola. Cisu Roma 2013
Reggio P., Santerini M. (a cura di), Le competenze interculturali nel lavoro educativo,
Carocci, 2014
Zoletto D., Straniero in classe. Una pedagogia dell’ospitalità, Cortina Milano 2007
Calendario lezioni e ricevimento
•  Il corso inizia il 3 marzo e termina il 20 maggio
•  NON ci sarà lezione nelle seguenti date:
• 
18, 30, 31 marzo •  1, 6, 7, 8 aprile
•  Ricevimento: 14.30-16.00 lunedì, U6 IV Piano Stanza 4109
•  Lunedì in cui NON ci sarà ricevimento sono:
•  9 marzo
•  13 aprile
•  1 giugno
•  15 giugno
1 25/03/15 Prova intermedia ed esame finale
•  13 maggio: prova intermedia per i frequentanti sui testi:
•  Rogoff B., La natura culturale dello sviluppo…
•  Tobin J, Hsueh Y., Karasawa M., Infanzia in tre culture. Vent'anni
dopo…
•  Corsaro W., Le culture dei bambini…
Due domande aperte:
-  1 sulla Rogoff
- 1 sul Tobin e 1 su Corsaro
Collaboratori in alcune lezioni
•  Valentina Pagani – Assegnista, Dottoranda, Università di Milano
Bicocca;
•  Elio Giberto Bettinelli – Ex Dirigente Scolastico, Supervisore di
Tirocinio e Collaboratore – Università di Milano-Bicocca;
•  Alessia Agliati – Dottore di Ricerca e psicolologa Università di Milano-
Bicocca;
•  Sophie Sarcinelli – Dottore di Ricerca e antropologa Università di
Milano-Bicocca.
•  Caterina Falcone – Collaboratrice Università di Milano-Bicocca
2 25/03/15 Testi del programma
•  Nigris E. (a cura di) Pedagogia e didattica interculturale. Culture, contesti e
linguaggi, Pearson Mondadori, Milano 2015 (dalla metà di marzo;
piattaforma dal 16 marzo).
•  Rogoff B., La natura culturale dello sviluppo. Cortina, Milano 2004
•  Uno a scelta a scelta tra:
•  Tobin J, Hsueh Y., Karasawa M., Infanzia in tre culture. Vent'anni dopo,
Cortina 2011
•  Corsaro W., Le culture dei bambini, Il Mulino, Bologna 2003.
•  Due a scelta tra:
•  Dodman M., Linguaggio e plurilinguismo. Apprendimento, curricolo e competenza.
Erickson, Trento 2013
•  Favaro G., A scuola nessuno è straniero, Giunti, Firenze 2011
•  Ghilardi, M., Filosofia dell’intercultura, Brescia, Morcelliana, 2012
•  Grosjean F., (2010), Bilinguismo. Miti e realtà, Mimemis, Milano, tr. It. 2015
•  Maggioni G., Vincenti A., Nella scuola multiculturale. Una ricerca sociologica in
ambito educativo. Donzelli Ed Roma, 2007
•  Mantovani G., L’elefante invisibile, Giunti, 2005
•  Ongini V., Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale, Laterza, Bari, 2011.
•  Pastori, G., Nello sguardo dell’altro. Pedagogia interculturale e identità, Milano,
Guerini Scientifica, 2010
•  Peano G., Bambini Roma. Alunni rom. Un’etnografia della scuola. CisuRoma 2013
•  Reggio P., Santerini M. (a cura di), Le competenze interculturali nel lavoro educativo,
Carocci, 2014
•  Zoletto D., Straniero in classe. Una pedagogia dell’ospitalità, Cortina Milano 2007
3 25/03/15 Organizzazione delle lezioni
•  3 parti tematiche fondamentali
•  I parte: La natura culturale dello sviluppo (e
dell’apprendimento)
•  concetto di cultura, costanti culturali e relatività culturali
•  il rapporto individuo-gruppo,
•  il concetto di identità culturale, etnica, razziale,
•  processi di inculturazione-acculturazione,
•  di agenda di sviluppo, di modello culturale di educazione…
Organizzazione delle lezioni
•  II Parte - L’esperienza migratoria in adulti e bambini
•  •  Opportunità e fatiche
•  Che cosa significa integrazione?
•  Genitori ‘in esilio’
•  Tappe di fragilità maggiore
•  Questioni identitarie
•  Alterità: fra osservazione e costruzione dell’altro (stereotipie, ideologie,
razzismi…)
•  La scuola
4 25/03/15 Organizzazione delle lezioni
•  III Parte – Il progetto interculturale nella scuola
•  I percorsi scolastici degli alunni con background migratorio (dati dalle rilevazioni
nazionali)
•  Il ruolo dei contesti educativi e scolastici:
•  fra normativa, nazionale e internazionale,
•  riflessione teorica, ricerca ed esperienza: il progetto interculturale e d’integrazione,
linee di intervento e di cambiamento.
•  Temi e questioni educative-didattiche specifiche in prospettiva interculturale:
•  mediazione culturale e competenza interculturale ( i linguaggi, i comportamenti);
•  le relazioni nella classe e fuori (accoglienza, rappresentazioni sociali, stereotipie e
• 
• 
• 
• 
• 
• 
pregiudizi);
la relazione con le famiglie
scelte metodologico-didattiche
curriculum interculturale?
Repertori plurilingue e didattiche plurali
La valutazione
Strumenti osservativi
PEDAGOGIA INTERCULTURALE…:
Che domande mi pongo su questo tema?
L’osservazione nella scuola durante l’attività di tirocinio
che questioni (mi) pone su questo tema?
Dubbi, criticita’, interessi…
con degli ESEMPI
Lavoriamo in piccoli gruppi…
5 25/03/15 CULTURA È…
PROSPETTIVA TEORICA
COSTRUTTIVISTA-RELAZIONALE
•  La culture non sono ESSENZE (l’italianità, la senegalesità…),
ma COSTRUZIONI INTERSOGGETTIVE: non esistono
prima delle comunità, ma crescono, si consolidano e cambiano
nella dialettica comunità/gruppi-individui, nel tempo storico,
negli scambi…
6 25/03/15 PROSPETTIVA STORICO-CULTURALE
•  «la cultura non è un concetto statico, ma si forma, ma si forma
dall’incontro e dall’interazione tra le persone, che utilizzano e
adatano gli strumenti materiali e simbolici ereditati dal passato e
nel contempo ne creano di nuovi» (Rogoff, p.49)
•  «La cultura non è qualcosa che influenza gli individui. Piuttosto gli
individui contribuiscono a organizzare i processi culturali e i
processi culturali concorrono a formare .e persone. Individuo e
cultura si strutturano reciprocamente e non sono concepibili
separatamente» (p.49-50)
Universalismo-relativismo
•  Né universalismo estremoà siamo tutti uguali
•  Né relativismo estremo à siamo completamente diversi
•  Quali sono le derive, i rischi dell’universalismo estremo?
•  Ci vengono in mente degli esempi storici?
•  Quali sono le derive, i rischi del relativismo estremo?
•  Ci vengono in mente degli esempi storici?
Le COSTANTI CULTURALI
7 25/03/15 CULTURE “PURE”?
•  «ogni cultura si produce e si costituisce solo in quanto intercultura, ossia in
quanto risultante [...] di scambi culturali»
(Pasqualotto, East and west. Identità e dialogo interculturale, 2003p17 in Ghilardi M.,
Filosofia dell’interculturalità p31)
•  «Sfatare sciogliere quel radicato e diffuso pregiudizio secondo il quale, quanto
più a fondo si va alla ricerca delle proprie radici, tanto più si individuerebbe la
loro purezza identitaria. Al contrario: quanto più si approfondisce, sia in
senso spaziale che in senso storico, la ricerca delle identità, tanto più si fa fitto
l’intreccio che le costituisce e le alimenta: proprio come tanto più a fondo si
scava il terreno di un bosco tanto più inestricabile si fa l’intrico delle radici dei
singoli alberi»
(Pasqualotto, Filosofia e globalizzazione, p103, 2011)
•  Lo studio dell’uomo, di Ralph Linton 1936
•  «Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un
modello che ebbe origine nel vicino oriente, ma che venne poi
modificato nel Nord Europa prima di essere importato in America. Egli
scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta
originaria del vicino Oriente, o di lana di pecora, animale
originariamente addomesticato sempre in oriente; o di seta, il cui uso fu
scoperto in Cina.
•  Si infila i mocassini, inventati dagli indiani delle contrade boscose
dell’Est e va in bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni
europee e americane, entrambi di data recente.
•  Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone,
inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito
masochista che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egizi.
8 25/03/15 •  Andando a fare colazione, si ferma a comprare un giornale,
pagando con le monete, che sono un’antica invenzione della Lidia.
Al ristorante viene a contatto con tutta una serie di elementi presi
da diverse culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia
inventata in Cina; il suo coltello è d’acciaio lega fatta per la prima
volta nell’India del sud, la sua forchetta ha origini medievali
italiane, il cucchiaio è un derivato dell’originale romano…
•  Quando il nostro amico ha finito di mangiare si appoggia alla
spalliera della sedia e fuma, secondo un’abitudine degli indiani
d’America.
•  Mentre fuma, legge le notizie del giorno stampate in un carattere
inventato dagli antichi semiti, su un materiale inventato in Cina
secondo un procedimento inventato in Germania.
•  Mentre legge il resoconto dei problemi che si agitano all’estero,
con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà Dio, di origine
ebraica, di averlo fatto al cento per cento americano»
LA NATURA CULTURALE
DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE
•  FiliazioneàInculturazioneàsé culturale, psiche-cultura
•  CULLA CULTURALE – NICCHIA EVOLUTIVA (Super, Harkness)
•  Cultura vissuta ß à cultura esterna
•  Costruzione culturale del bambino
êêêê
Teorie ontologiche sul bambino:
Il suo ruolo, natura, relazione con i genitori, autonomia…
Es. saluti: il video italiano e ‘La guerra dei fiori rossi’
9 25/03/15 Prospettiva sistemica, situata, distribuita dello sviluppo e
dell’apprendimento (Teorie dei Sistemi ed ecologica)
•  La prospettiva sistemica legge l’evoluzione del bambino dentro ai
sistemi-contesti di crescita: non è possibile separare il contesto
dalle acquisizioni che il bambino fa progressivamente.
•  L’adattamento che il bambino acquisisce è DISTRIBUITO nel
senso che i contesti offrono o meno sostegni e stimoli (cognitivi e
affettivi) alle sfide evolutive del bambino: le sfide evolutive e le
acquisizione del bambino sono distribuite tra il bambino, la/le
situazione/i in cui la sfida si realizza…
•  Le competenze del bambino
sono dentro a questa RETE.
•  La competenza del bambino
è incorporata nelle
relazioni, vale a dire le
relazioni creano una ZONA
DI SVILUPPO
PROSSIMALE
(Vygotsky), uno
SCAFFOLDING
(Bruner), che è fisica,
emotiva e cognitiva.
10 25/03/15 •  L’unità di analisi è la
RELAZIONE fra gli
elementi dei sistemi entro
cui si collocano; la lettura
del comportamento delle
PARTI in relazione al
TUTTO e delle proprietà
dinamiche del tutto in
relazione alle parti.
Livelli micro, meso, macro
(Bronfenbrenner,1979, tr.it.1986)
•  Livelli prossimali
•  Livelli distali
RELAZIONI DIADICHE
PICCOLI GRUPPI
CONTESTI ABITATI IN
PRIMA PERSONA DAL
BAMBINO
CONTESTO STORICOPOLITICO-CULTURALE
SISTEMA SCOLASTICO E
AMMINSTRATIVO
CONTESTO LAVORATIVO
AD OGNI LIVELLO: SISTEMI DI REGOLAZIONE DELLO
SVILUPPO
Metodico-organizzato vs casuale-disorganizzato-imprevedibile
11 25/03/15 IL BAMBINO è un SISTEMA
•  Sistema integrato di corpo-mente-cuore-relazioni (sviluppo
motorio, cognitivo, emotivo e sociale)
•  Le varie dimensioni vanno osservate in modo coordinato e
non isolato (es. l’aggressività è legata allo sviluppo linguistico
o alle reazioni che scatena nel contesto sociale locale della
classe …)
…anche l’INSEGNANTE è un SISTEMA
La relazione dell’insegnante con i bambini e il suo comportamento
in classe dipendono…
•  … dalla sua storia e formazione,
•  …dalla condizione lavorativa,
•  …dalle condizioni di vita,
•  …
12 25/03/15 Rischi da cui guardarsi…
-  ridurre al singolo
-  usare solo una variabile e pensare a un nesso
lineare causa-effetto
-  ‘essenzializzare’à «è fatto così» , «sono fatto così»
Relazioni diadiche
Genitore
Fratello
Bambino
Sistema biologico
Sistema
comportamentale
Amico
13 25/03/15 Relazioni in piccoli gruppi
Famiglia
Gruppo
sportivo
Relazioni diadiche
Classe
Amici
Relazioni distali
Ideologia
politica
Sistemi di
credenze
sull’educazi
one
Relazioni diadiche
e gruppali
Sistema
scolastico
Religione
14 25/03/15 NICCHIA EVOLUTIVA
I SISTEMI INTERAGISCONO IN MODO
INTEGRATO e va osservata l’intera
NICCHIA EVOLUTIVA
•  Per la spiegazione dei comportamenti nei livelli minori si
guarda a quelli maggiori
Es. Per capire l’approccio educativo disciplinare di un
insegnanteà si guarda alla scuola, alla cultura
educativa nella scuola e alla storia dell’insegnante…
15 25/03/15 MACRO-REGOLAZIONI
•  LIVELLO DI CULTURA E COMUNITA’ ALLARGATA:
•  AGENDA DI SVILUPPO che scandisce tempi e passaggi (autonomia,
igiene personale, passaggi scolastici, mete scolastiche…);
•  il sistema scolastico e la sua organizzazione (numero di alunni per classe e
numero di insegnanti, continuità vs discontinuità degli insegnanti…).
NB: Le macro-regolazioni sono opportunità ma anche fattori
condizionanti
MICRO-REGOLAZIONI
•  LIVELLO MICRO-GRUPPALE (famiglia, gruppi di pari, gruppi
associativi o religiosi…):
•  le regolazioni del comportamento sono finalizzate affinché i bambini si
adattino al contesto più ampio;
•  eccezione a volte nel gruppo dei pari (bande), regolazioni che non sono
necessariamente coerenti con il contesto comunitario, anzi a volte in antitesi.
•  nelle classi: codici di regolazione della relazione fra insegnanti e alunni (spazi
di relazione individuale e spazi di relazione in gruppo; modalità di intervento
disciplinare…)
16 25/03/15 CODICI INDIVIDUALI
•  LIVELLO RELAZIONI DIADICHE:
•  fattori biologici: genere, caratteristiche temperamentali e genetiche
•  caratteristiche di personalità, autostima, intelligenza…
•  storia evolutiva (eg. TEORIE DELL’ATTACCAMENTO)
•  Processi di feedback
Es. Due modelli culturali prototipici
(Markus, Kitayama 1994)
Sé interdipendente
Sé indipendente
(Più diffuso nelle società
industriali o post-ind,
Nordamerica, Europa,…)
(Più diffuso nelle società rurali,
Sudamerica, Africa, Asia…
confucianesimo, induismo)
•  Enfasi sull’indipendenza del
soggetto:
•  Indipendenza personale,
autostima, auto-realizzazione
•  Comunicazione diretta ed
esplicita
•  Decisioni individuali come
espressione di libertà e di
autonomia
•  Attribuzione di responsabilità
all’individuo
•  Enfasi sull’interdipendenza del
soggetto con il gruppo:
•  Armonia e preferenza per
rapporti famigliari
•  Prevenzione dei conflitti
•  Decisioni prese collettivamente
•  Attribuzione di responsabilità al
gruppo….
• 
17 25/03/15 Culture indipendenti:
Culture interdipendenti:
•  Prevalenza del contatto fisico
•  Prevalenza faccia a faccia e
•  Centratura sul caregiver
comunicazioni distali
•  Centratura sul bambino
•  autonomia
•  Apprendimento per
osservazione, partecipazione
Es. dormire da soli: opportuno o crudele?
Es. STILI DI PARENTING (Keller 2007)
•  Repertorio universale di 6 SISTEMI/FUNZIONI DI
PARENTING che si trovano in tutti i contesti ma in proporzioni
diverse:
² SISTEMA DI CURE PRIMARIE (nutrizione, protezione igiene)
² SISTEMA DI CONTATTO CORPOREO (in braccio, sulla schiena della
madre o altri, sul passeggino, di giorno, di notte)
² SISTEMA DI STIMOLOZIONE CORPOREA (massaggio,
stimolazione…)
² SISTEMA DI COMUNICAZIONE FACCIA A FACCIA (contatto
oculare, alternanza dei turni, scambio…)
² SISTEMA DI STIMOLAZIONE CON OGGETTI (promuovere
l’attenzione al mondo esterno e lo sviluppo cognitivo
² SISTEMA DI INVOLUCRO NARRATIVO (il linguaggio e le narrazioni
che la madre rivolge al bambino
18 25/03/15 L’INCONTRO CON L’ALTRO…
• Ri-conoscere
• Giudicare
• Costruire
• Posizionare
QUALI SONO ALCUNE IMMAGINI E
RAPPRESENTAZIONI ‘CHE
CONOSCIAMO SUGLI ‘STRANIERI’ E
SU GRUPPI CULTURALI SPECIFICI
19 25/03/15 Cinesi:
tutti uguali, non
muoiono mai,
mangiariso, gran
lavoratori,mangiano i
cani, Sono troppi, ci
rubano il lavoro,
vendono vestiti
cancerogeni, non
interessati a
imparare l’italiano
perché stanno solo
fra loro
Zingari-albanesi: risse,
vendita ambulante per
strada, elemosina,
rubare; tutti i irregolari,
non pagano i biglietti del
treno; Campi nomadi;
sono sporchi e rubano,
rapiscono i bambini;
hanno tanti figli
Musulmani religiosità solo
maschile, radicali chiusi e ottusi,
non rispettano le donne, sono
terroristi; Gli islamici sono
estremisti;Arabi: taglia gola,
integralisti, fanatici, religiosi;
Disparità uomo donna; Burka
(2),Tappeti; Preghiera fissa;
Ramadan digiuno; Ci vogliono
togliere il crocifisso
Italiani mafiosi:
•  Terroni: calorosi,
non hanno voglia
di lavorare, buon
cibo, evasione
fiscale…
•  Settentrionali:
bauscia, puzza
sotto il naso,
braccino corto,
sempre di fretta;
•  I genovesi tirchi
Inglesi:freddi
e sporchi
(3), thè delle
cinque,
precisi
Gli svizzeri precisi e
ordinati
Giapponesi:
fissati con le foto,
origami, sushi e
carote, mangiariso,
gran lavoratori,
rigorosi,
mantengono le
tradizioni anche se
sviluppati
Stranieri in
generale: Badanti,
Prostituzione e
delinquenza,
Alimentazione
differente, non
vogliono integrarsi
stereotipi
Spagnoli calorosi
Ebrei: ricchi,
benestanti,
geni
marocchini
sono violenti
Egiziani
sono violenti
I francesi sono snob
(Nord)Ameri
cani pieni di
sé, cibo
insano,
obesi,
divario
economico
Tedeschi severi rigidi e
lavoratori
Nordeuropei sono più democratici,
più educati, hanno rispetto per le
norme più di noi
Africani aperti, vu
cumpra’, Vu cumprà
di colore sono
simpatici;
Senegalesi
simpatici, allegri,
sono più bravi, neri
non hanno una
cultura intellettuale
elevato sono
ignoranti
Stereotipi
Latinoamericani:
balli, traffico
di organi,
Brasiliani
sono allegri;
ci sono più
transessuali
20 25/03/15 Scuola 1
•  Conduttore: cosa chiedono i genitori stranieri, quelli che voi avete incontrato come insegnanti di scuola
materna, cos’è che si aspettano (.) se si esprimono, se vi chiedono qualcosa.
•  Sara: per loro l’importante è stare tranquilli, che il bambino viva tranquillamente e stia
• 
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bene, questo è l’importante. Poi si fidano, comunque si fidano molto; per esempio anche
i nostri stranieri si fidano, per cui se il bambino viene volentieri a scuola
Conduttore: da che cos’è che dici che si fidano, fammi un esempio
Sara: ma perché lo vedi a pelle che ti lasciano proprio il loro figlio (.) mentre con quelli
italiani dobbiamo seguire delle regole, dei timori, delle piccole ansie di lasciarlo; invece
con loro proprio non (.) loro te lo affidano completamente, te lo affidano e non,
diciamo che hanno un atteggiamento molto più umile rispetto agli altri genitori (.) cioè
non (.)
Elena: sono molto più umili rispetto agli altri genitori. A me capita, e anche forse più (.)
mi capita comunque il papà di questa bambina straniera che chiede, che se arriva un
minuto dopo chiede scusa, “Sono arrivata un pochino in ritardo”
Conduttore: sono più educati?
Tiziana: decisamente sì, non gli è tutto dovuto, come sembra agli italiani. Agli italiani
sembra che tutto sia dovuto, dove anche il ritardo è scontato, e dove anche il ritardo non
è capito come, nell’attività di una sezione, un continuo andirivieni, fa perdere ai bambini
anche quel momento di //
•  Tiziana: sono molto affettuosi e quasi sempre di buonumore e anche rispettosi dei tempi
dei bambini (.) sono molto rispettosi dei tempi dei bambini, perché comunque hanno la
pazienza (.) allora, be’ non tutte le culture, perché noi ad esempio stamattina avevamo
avuto invece il papà albanese che ha fatto tutta (.) invece la mamma e il papà di questo
bambino albanese, per cui non solo italiano, hanno reagito in un modo molto forte al
pianto del bambino, però va bè (.) però…
•  Conduttore: cos’è che è successo?
•  Sara: è successo che la prima volta questo bambino è arrivato tranquillo, ha pianto tipo
tre giorni dopo, cosa possibilissima, normale (.) la mamma sembrava che lo stesse
coccolando, consolando, che stesse parlando, quindi a cercare di convincerlo di rimanere.
Ad un certo punto io parlavo con questa mamma, mi giro, ad un certo punto io vedo
questa mamma che lo prende, lo sbatte per terra e gli dice: “Insomma, adesso basta”,
con un tono molto duro, e questo qui non vuole più venire (.) tanto che io sono
intervenuta, ho preso il bambino, gli ho detto “Signora, non si preoccupi”, ho preferito
mandarla via, piuttosto che lasciare (.) perché non riusciva assolutamente a gestire la
reazione di pianto del bambino. L’ho preso, l’ho consolato, la mamma è andata via ed è
durata cinque minuti, il bambino è stato benissimo.
21 25/03/15 Scuola 2
•  Giulia: Sì, comunque è chiaro che secondo me è una visione del bambino diversa (.) a me
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vengono in mente per esempio le mamme, (.) lasciamo perdere le mamme arabe, ma
pensiamo alle mamme (…) nigeriane, no?! Eh, cavolo, ragazze! Lì veramente una
percezione dell’infanzia completamente diversa.
Antonella: Diversa. Sì.
Conduttore: Può farmi un esempio?
Giulia: Nel senso che, per esempio sono bambini che spesso vengono portati in classe,
mollati in malo modo, e che (.) a cui non si dà neanche il tempo non so di, di capire dove
sono, no? Bambini che vengono proprio portati a scuola e mollati, no? Nel senso che
arrivano quando vogliono, non hanno il senso dell’orario, non hanno il senso della
ritualità in una giornata scolastica, che è importante che un bambino arrivi quando deve
arrivare, perché dopo c’è il cerchio, perché dopo c’è l’assemblea, perché dopo ci sono i
riti di inizio di una giornata scolastica. Eh, c’è proprio (.) cioè io penso negli anni
proprio.// Cioè una percezione dell’infanzia completamente diversa.
Antonella: E comunque c’è (.) una gestione quasi comunitaria, secondo me.
Gina: No, e poi hanno anche //
Giulia: // E quindi logicamente non c’è a chi chiedere. “Com’è andata, cos’ha fatto,
cos’è successo?”. No, va be’, prende e va, non //
IN CHE MODO ABBIAMO APPRESO
QUESTE IDEE/RAPPRESENTAZIONI…?
22 25/03/15 Componenti del pregiudizio e atteggiamento
discriminatorio
•  Componente cognitiva: stereotipo
•  Componente emotivo-motivazionale: valore e giudizio
•  Componente comportamentale: verbale e non
ORIGINE PSICOLOGICA DEL PREGIUDIZIO
DISCRIMINATORIO
•  Psicologia della personalità
•  Tratti di personalità e stili educativi famigliari
•  Psicologia cognitiva:
•  Categorizzazione/generalizzazione
•  Psicologia del profondo:
•  ‘Lo straniero dentro di sé’
•  Psicologia sociale
•  Identificazione sociale, categorizzazione (ingroup/outgroup), comparazione
(Tajfel Turner)
23 25/03/15 ORIGINI STORICO-CULTURALI
e POLITICHE DEL PREGIUDIZIO DISCRIMINATORIO
•  Attuale senso di instabilità:
•  crisi economicaà paura di invasione dei confini nazionali
•  caduta delle ideologie
•  Influenze storico-politiche (es. la schiavitù, la colonizzazione)
•  Costruzione ideologico-politica: attraverso i mass-media
•  costruzione dell’Altro come…delinquente, invasore, forza-lavoro,
‘esubero’
•  Il linguaggio quotidiano: il race talk
Ideologie identitarie
•  L’ideologia colonialista delle RAZZE
•  L’ideologia nazionalista di IDENTITA’ NAZIONALE
OMOGENEA
24 25/03/15 LE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI
CHE CONTESTO OFFRONO?
•  4 principali ideologie (Bourhis 2007)
•  Pluralista
•  Civista
•  Assimilazionista
•  Etnocentrica
L’Italia che modello ha?
IN/OUT
•  Possono stare qui …a che patto?
Forme discriminatorie istituzionali (es.leggi sulla cittadinanza,
sistema macchinoso e arbitrario di assegnazione dei permessi di
soggiorno)
•  DaL Lago (2004),Non-persone
Maggioranza di cittadini regolari, minoranze di esclusi
•  Sayad (1999/2002): La doppia assenza
‘Né cittadino, né straniero, né dalla parte dello stesso, né dalla parte dell’Altro,
l’immigrato esiste solo per difetto nella comunità d’origine e per eccesso nella società
ricevente. Fuori posto nei due sistemi sociali che definiscono la sua non esistenza’.
25 25/03/15 RAZZISMI
•  Razzismo istituzionale (regimi dittatoriali \
•  Razzismo dispiegato
•  Infrarazzismo
(Wieviorka,1998/2000)
⇓
•  RAZZISMO DEMOCRATICO
•  Non sono razzista, ma…
•  Non ho nulla contro i neri, ma preferisco i bianchi
•  Teorie simboliche e materiali della minacciosità degli stranieri:
•  Simboliche: ‘fanno scomparire la nostra cultura’
•  Materiali: ‘ci portano via il lavoro’
E i bambini cosa ne pensano?
•  Molte domande aperte relative a quando i bambini …:
1. 
acquisiscano una consapevolezza relativa alle identità sociali, in particolare
a quella etnica, e utilizzino forme di categorizzazione;
2. 
identifichino loro stessi con categorie sociali ed etniche;
3. 
inizino a formulare pregiudizi di tipo etnico e che cosa significhino nella
loro prospettiva, a livello di idee generali e a livello di relazioni
interpersonali coi pari, di scelta delle amicizie.
26 25/03/15 1.  Consapevolezza relativa alle identità sociali-etniche
•  In più culture dalla psicologia sociale è stato rilevato che i bambini
utilizzino precocemente forme semplici di categorizzazione
sociale, in primo luogo quelle della differenza di genere, molto
precocemente anche quelle etniche, soprattutto ricondotte a
caratteristiche fisiche.
•  A due anni e mezzo/tre è stato rilevato che i bambini hanno consapevolezza
di alcune categorie sociali e le utilizzano.
•  Test classico 1947 A. Clark e M.P. Clark (1947/1955): due bambole, 7
domande quali: quale bambola è buona o cattiva? Con quale bambola
giocheresti? Quale bambola ha il colore più bello?
2. Identificazione sociale -etnica:
•  Dai tre/quattro anni i bambini si identificano con categorie sociali ed
esprimono dei giudizi.
•  Questo punto è stato molto dibattuto e gli studi si sono
concentrati soprattutto nel confrontare i processi d’identificazione
e preferenza di gruppi di bambini bianchi e gruppi di bambini
neri, avvalendosi sempre di immagini o bambole di diverso colore
àanni 50, 60: errata identificazione nei bambini neri; mimetismo e del
camuffamento
•  Oggi si parla di:
•  identificazione bivalente, minor favoritismoà es. i bambini afro-americani
esprimono una preferenza per la pelle più chiara rispetto a quella più scura e
attribuiscono caratteristiche più positive a soggetti afro-americani dalla
carnagione più chiara rispetto a quelli che hanno una pelle più scura
•  superata la teoria univoca del mimetismo à pluralità di fattori
27 25/03/15 2. Identificazione sociale -etnica:
•  Fattori protettivi:
•  Movimenti e lotta sociale: movimento americano Black is
beautiful o il Black Power negli Stati Uniti o il Brown Power della
Nuova Zelanda,
•  Teorie universalistiche: «siamo tutti esseri umani»
•  Teorie di difesa del proprio gruppo: «noi siamo solidali, loro no»
•  Fattori nocivi:
•  Interiorizzazione dello stereotipo
•  Stigma recente
•  Stigma riguarda il corpo
3. I bambini hanno pregiudizi?
•  È fuorviante pensare che i comportamenti messi in atto di esclusione e di
discriminazione abbiano lo stesso significato che viene implicato nel mondo adulto.
•  Dibattito:
•  Teoria della categorizzazione sociale: i bambini acquisiscono categorie sociali etnocentriche e
pregiudiziali perchè il contesto sociale in cui vivono le fornisce loro quali strumenti di
costruzione della realtà.
ü  La categorizzazione avviene su tre livelli concentrici: il gruppo umano, i gruppi sociali,
l’individuo. Il secondo livello è quello che maggiormente accentua la stereotipizzazione delle
caratteristiche dei gruppi (Noi/Voi);
ü  i bambini non avrebbero le competenze cognitive in età evolutiva almeno fino ai nove anni;
ü  l’utilizzo di queste categorie risulterebbe non dipendente dallo sviluppo cognitivo del bambino,
quanto dall’assunzione nel contesto di vita di queste categorie.
à Aspetto trasmissivo di contenuti discriminatori dal mondo adulto a quello dei bambiniàrazzismo
inconsapevole, secondo la quale i pregiudizi vengono appresi fin dalla prima infanzia dalle fonti di
socializzazione (famiglia, scuola, mass media).
Razzisti si diventa e dipende da come si viene educati.
28 25/03/15 3. I bambini hanno pregiudizi?
•  Studi cognitivisti sul pregiudizio (Aboud, 1988; Brown,
1991/1995): non un indottrinamento passivo da parte del
mondo adulto, ma un’interazione fra quel mondo adulto e i
processi di categorizzazione, identificazione e confronto che
avvengono attivamente nelle menti dei bambinià
I bambini utilizzano le ideologie razziste all’interno della loro
cultura dei pari nei processi di negoziazione dei rapporti di
predominio e di uguaglianza, per organizzare il proprio mondo
sociale.
3. I bambini hanno pregiudizi?
•  Es. Aboud:
- prima fase: periodo senso-motorio e di egocentrismo, il pensiero è
dominato dal livello relazionale-affettivo à preferenza per il proprio gruppo/
famiglia, di chi si prende cura del bambino/a e lo/la rende felice;
- seconda fase (cinque- sette anni): periodo del pensiero operatorio
concreto, che consente al bambino di attribuire connotati anche astratti e
psicologici al concetto di gruppo, e di riconoscere che l’appartenenza
categoriale è stabile (es. non si smette di essere maschi o femmine)à passaggio
dall’egocentrismo a una maggiore attenzione per il gruppoà alto livello di
preferenza per il proprio gruppo di appartenenza.
- terza fase ((8-12 anni): periodo operatorio astratto, il bambino riconosce
maggiormente le variabilità individuali e gli stereotipi si fanno più flessibili,
sviluppo del senso morale, della cooperazione, la sofisticazione della capacità
di cogliere la prospettiva dell’altro, promuoverebbero negli ultimi anni della
scuola elementare un clima di attenuazione di modalità esclusive e
discriminatorie fra pari (Troyna, Hatcher, 1993).
29 25/03/15 3. I bambini hanno pregiudizi?
•  I bambini sembrano sensibili più che ai comportamenti diretti
(verbalizzazioni e contenuti razzisti) ai comportamenti indiretti,
ossia i comportamenti non verbali e le risposte affettive dei
genitori (Castelli, Tomelleri, 2004).
•  Il quadro teorico della teoria dell’attaccamento correla tratti
riconducibili ai diversi stili di attaccamento genitore-bambino a
modalità comportamentali nei bambini di diffidenza vs apertura
nel rapporto con bambini di diversa provenienza culturale, a
utilizzare generalizzazioni e categorizzazioni etniche vs processi di
conoscenza e valutazione individualizzate (Di Pentima, 2006)
Attenzione!
•  La convivenza e/o lo sviluppo di amicizie tra bambini di etnie
diverse possono contribuire a prevenire lo sviluppo di
comportamenti discriminatori nel periodo scolastico, ma non
portano a una naturale riduzione del razzismo in età adulta
(Brown, 1991/1995).
•  Nei percorsi di crescita dei figli di migranti si rileva come dopo
anni di scuola primaria nella quale la convivenza interetnica è
occasione quotidiana, nell’adolescenza i processi di affiliazione nei
gruppi di pari tendono a connotarsi etnicamente (ci si sceglie fra
persone delle stessa etnia).
•  https://www.youtube.com/watch?v=vdE0hmPDjvQ
30 25/03/15 Culture dei pari
•  I bambini non sono come meri riproduttori di dinamiche sociali
trasmesso dal mondo adulto, ma come individui creativi e
costruttori di una realtà sociale interrelata a quella degli adulti in
modi molteplici, anche oppositivi.
•  êêêêê
•  RIPRODUZIONE INTERPRETATIVA
•  conservazione e cambiamento
Riproduzione interpretativa
•  1. I bambini sono attori sociali attivi, producono una cultura loro
propria e contribuiscono alla costituzione della società adulta;
•  2. l’infanzia è una componente strutturale permanente della
società, mentre di solito viene pensata come fase di introduzione
alla società;
•  3. come tale essa è interconnessa ad altre forme strutturali e quindi è
influenzata da esse (es. il cambiamento del lavoro, l’aumento dei divorzi,
l’abbassamento della mortalità ma la diminuzione della fertilità;
cambiamenti dei ruoli maschile e femminile ecc.)
•  .
31 25/03/15 Esempi di cambiamento dell’infanzia
•  Il cambiamento sociale ed economico della società ha modificato
la distribuzione delle attività che impegnano il tempo dei bambini:
nelle società industrializzate…
•  aumento del tempo di scolarizzazione
•  diminuzione del tempo di impiego in lavoro extradomestico ,
•  aumento rilevante delle attività strutturate e di luoghi strutturati
deputati al divertimento, mentre sempre meno è lo spazio/
tempo di organizzazione e gestione autonoma del tempo libero.
Ma…I BAMBINI INFLUENZANO A LORO VOLTA LE
ALTRE STRUTTURE SOCIALI E L’INFANZIA
Riproduzione interpretativa
•  La socializzazione non è solo una interiorizzazione e adattamento
alle abilità/conoscenze dell’adulto, ma appropriazione, libera
interpretazione e riproduzione della realtà socialeà un ruolo
fondamentale hanno le attività collettive dei bambini, nelle quali
negoziano, condividono, creano cultura fra di loro e con gli adulti.
•  êêêêê
•  LINGUAGGIO E
•  ROUTINE CULTURALI
•  Luoghi di conservazione, luoghi di creazione
•  Occasioni per rifinire ed estendere le proprie abilità e conoscenze
culturali.
32 25/03/15 Riproduzione interpretativa
•  All’interno di ciascuno spazio istituzionale (famiglia,
scuola, religione…) si formano culture dei pari
innovative e creative (prescolastiche,
preadolescenziali, adolescenziali, adulte).
•  êêêêê
•  Nell’interazione con i pari i bambini estendono,
reinterpretano, trasformano la cultura simbolica e
materiale acquisita inizialmente in famiglia.
Le prime mediazioni culturali in famiglia
•  I genitori…
•  - predispongono e strutturano le prime esperienze interattive dei
figli con i pari, li sostengono emotivamente, li orientano e
rafforzano negli stili comportamentali
•  e li introducono agli aspetti simbolici e materiali della cultura
infantile
•  media,
•  fiabe e letteratura,
•  miti e leggende,
•  Aspetti materiali (giochi, oggetti…)
33 25/03/15 3 passaggi concatenati
•  APPROPRIAZIONE creativa di informazioni,
•  PRODUZIONE e PARTECIPAZIONE a culture di pari,
•  RIPRODUZIONE ed ESTENSIONE della cultura degli adulti.
•  Possono essere contemporanei e conseguenti
Strategie dei bambini
Per acquisire maggiore controllo sulla propria vita e per condividere
questo controllo:
•  presenza di routine di gioco dalla struttura costante, sebbene con
varianti diverse, nelle quali i bambini sperimentano la condivisione, la
spontanea partecipazione ad attività autonomamente scelte;
•  protezione dello spazio interattivo,
•  opposizione e rifiuto di regole (es. il riordino: far finta di non sentire,
cambiare zona, accampare scuse, coinvolgere terzi...)àadattamenti
secondari, che generano una ‘vita sotterranea’ condivisa tra i pari;
•  drammatizzazione inconscia in giochi di immaginazione di incertezze
paure dubbi che il rapporto col mondo adulto può generare: agiochi
ffpproccio e fuga (strega comanda color, giochi di finzione)
• 
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