Parte la 2a edizione del Concorso “Diffusione della Cultura scientifica - Federico II”. Il regolamento è pubblicato all’indirizzo www.concorsodcs.unina.it I temi scelti per la seconda edizione sono: x LE CELLULE STAMINALI x I NUMERI PRIMI Gli articoli degli incontri si trovano all’indirizzo www.comeallacorte.unina.it Se state leggendo queste poche righe, vuol dire che avete davanti agli occhi l’inserto speciale del Corriere del Mezzogiorno “Come alla corte”. Parte il quarto ciclo dell’iniziativa di divulgazione scientifica della Federico II. Iniziativa fino ad oggi baciata dalla fortuna, vista la straordinaria cornice di pubblico presente agli interventi di personaggi tutti di grande levatura. Quest’anno si parte con un mistero intrigante: la scomparsa di Ettore Majorana. Intorno alla vicenda del grande fisico siciliano ed alla sua misteriosa sparizione molto si è parlato. Molto si è scritto. Ricordiamo, ad esempio, il bellissimo volume di Erasmo Recani, fisico milanese, vero e proprio biografo di Ettore Majorana. Così come ricordiamo il bellissimo romanzo di Sciascia. Nonostante tanta attenzione e tante ricerche, il mistero è giunto fino ai giorni nostri. Ce ne parlerà Carlo Lucarelli, scrittore e giornalista molto noto per le sue qualità e per il suo acume. Di fianco a questo articolo, troverete il calendario degli altri incontri. Si tratta ancora una volta di un parterre straordinario per qualità dei relatori ed interesse delle tematiche trattate. Lasciatemi esprimere la grande soddisfazione per questa iniziativa così ben riuscita. A tutta l’équipe buon lavoro ed a tutto il pubblico, buon ascolto. Guido Trombetti Carlo Lucarelli Nato nel 1960 a Parma, vive tra Mordano (Bo) e San Marino. Affermato scrittore di letteratura gialla e noir, sa mescolare sapientemente i generi tra loro ottenendo risultati sorprendenti. Il suo percorso narrativo va dai racconti brevi sparsi nelle varie antologie del "Gruppo 13" (di cui fa parte) alla trilogia giallo-storica con il commissario De Luca pubblicata dalla Sellerio (Carta bianca, L'estate torbida e Via delle Oche); dai fumetti alle sceneggiature; e ancora, racconti saggistica e teatro. È membro di varie associazioni: l’AIEP (Associazion Internazional Escritor de Poliziaco, fondata a Cuba da Paco Ignatio Taibo II) e dell’Associazione Scrittori-Bologna. E' stato docente di scrittura creativa alla Scuola Holden di Alessandro Baricco a Torino e nel carcere "Due Palazzi" di Padova. Ha creato e curato la rivista telematica "Incubatoio 16". Ha vinto il "Premio Alberto Tedeschi" con il romanzo "Indagine non autorizzata" nel 1993, il "Premio Mistery" con "Via delle Oche" nel 1996, con il romanzo L'Isola dell'Angelo Caduto è stato finalista al "Premio Bancarella" nel 2000, e nello stesso anno ha vinto il "Premio Franco Fedeli". Collabora alla collana Stile libero Einaudi nella quale sono inseriti i suoi romanzi Il Giorno del Lupo, Almost Blue e Guernica. Ha condotto per la RAI il programma televisivo Mistero in Blu successivamente intitolato Blu notte: in ogni puntata narra un caso insoluto di omicidio come fosse un giallo e ricostruisce la storia dell'Italia attraverso i suoi misteri insoluti ed è ora giunta alla sesta serie. Ha sceneggiato il radiodramma Radio Bellablù per RadioTre. Ultimamente ha pubblicato Un Giorno dopo l'altro per Einaudi nel quale riprende il personaggio Grazia Negro apparso per la prima volta in Lupo Mannaro che in Almost Blue .Tra le sue numerose altre attività: scrive soggetti per videoclip (l’ultimo, per Vasco Rossi, ha avuto la regia di Roman Polansky). Da un suo racconto (La Tenda Nera in "Nero Italiano" Mondadori) è stato tratto uno sceneggiato televisivo con Luca Barbareschi e dal suo romanzo Almost Blue, Alex Infascelli ha tratto il film omonimo. Inoltre ha collaborato con Dario Argento per il suo ultimo film Nonhosonno. Il suo libro Lupo Mannaro è diventato un film di Antonio Tibaldi con sceneggiatura sua e di Laura Paolucci. Sono pronte le sceneggiature e sono stati acquistati i diritti anche di diverse sue opere quali Laura di Rimini. Ha scritto le sceneggiature di 4 film per la Tv andate in onda su RAI 2 con protagonista l’Ispettore Coliandro dirette da I Manetti Bros. E' sempre in movimento da un capo all'altro dell'Italia e anche all’estero. Partecipa volentieri a quante più manifestazioni e incontri letterari può (soprattutto se dedicati alla letteratura gialla e noir). Quasi tutti i suoi romanzi sono stati tradotti e pubblicati in Francia, Olanda, Grecia, Spagna, Germania, U.S.A., U.K., Islanda, Norvegia, Portogallo, Brasile, Giappone e Romania. Altri suoi libri sono: Compagni di Sangue (Le Lettere, Rizzoli), Medical Thriller (Einaudi 2002) con Eraldo Baldini e Giampiero Rigosi, Misteri d'Italia - i casi di Blu Notte (Einaudi 2003), Serial Killer - Storie di ossessione omicida, (Mondadori 2003), Il Lato Sinistro del Cuore Nuovi Misteri d'Italia - i casi di Blu Notte (Einaudi 2004), il dvd La Mattanza (Einaudi 2004), La scena del crimine (Mondadori 2005), Tracce Criminali (Mondadori, 2006) con Massimo Picozzi. Nel romanzo di Sciascia, Majorana diventa una figura simbolica dei rapporti tra scienza e storia, un anti-eroe della responsabilità dello scienziato. Crediamo che Majorana di questo tenesse conto, pur nell’assoluto e totale desiderio di essere “uomo solo” o di “non esserci più”; che insomma nella sua scomparsa prefigurasse, avesse coscienza di prefigurare un mito: il mito del rifiuto della scienza”. COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana IL MISTERO MAJORANA concorre a fare di questo mistero un Mistero con la emme maiuscola. Carlo Lucarelli Scrittore Ma soprattutto lui, Ettore Majorana, con la sua genialità ma anche con i suoi silenzi, le sue contraddizioni, le sue inquietudini, visibili fino dal suo aspetto saraceno, dal ciuffo che gli Ci sono alcuni misteri della nostra storia scende sugli occhi accigliati, dagli appunti scritti che noi scrittori di romanzi gialli vorremmo non in fretta su un pacchetto di sigarette, mentre fossero mai accaduti. In molti casi perché così si viaggia sul tram. sarebbero risparmiate reali sofferenze a reali personaggi, ma in altri anche perché avremmo voluto inventarli noi e scriverli in un romanzo invece di trovarceli già fatti in ricordi, testimonianze e saggi. Quello che gli è successo, dove sia finito e perché resta un mistero, e anche questo, naturalmente, contribuisce ad alimentare il mito. Di ipotesi ce ne sono tante, tutte affascinanti e suggestive, convento, Argentina, Germania, Il “caso Majorana” è uno di questi e non suicidio, follia, e credo che se alla fine saltasse per nulla ha suscitato, tra gli altri, l’interesse di fuori un documento o un atto giudiziario che ne un grande scrittore di mistero e inquietudine certificasse una qualunque il mistero resterebbe come Leonardo Sciascia che a quello dedicò uno ugualmente, dei suoi libri. personaggi Ettore Majorana scompare all’improvviso come è accaduto ugualmente geniali, per altri inquieti e misteriosi, Luigi Tenco, per esempio. il 26 marzo del 1938. In ogni scomparsa c’è A meno che la soluzione del mistero non sempre qualcosa di misterioso ma in questa ci arrivasse al nocciolo delle questione. Che è sono tutti gli elementi in grado di fare di un caso sempre lo stesso. Lo diceva il commissario De di cronaca, per quanto importante e doloroso, un Vincenzi, che proprio in quegli anni prendeva caso da romanzo, destinato a restare impresso vita nelle pagine di Augusto De Angelis, quello nell’immaginario. Già l’ultimo luogo in cui viene che ci interessa non è il nome dell’assassino, ma visto, il piroscafo che da Napoli porta a Palermo, il mistero del cuore umano. una nave, un viaggio, il mare, e poi il momento in cui questo accade, gli anni ’30, gli anni del fascismo e del nazismo, con la guerra in arrivo, i tempi più oscuri e sconvolgenti che il secolo abbia vissuto, ma anche l’ambiente di lavoro di Majorana, quello di scienziati come Enrico Fermi Perché non dobbiamo dimenticarci che Ettore Majorana non è soltanto il “caso Majorana”, ma un uomo, reale e concreto, che ha agito, pensato e sentito nella realtà della vita. Con buona pace di noi giallisti. e di Emilio Segrè, dell’istituto di via Panisperna, della fisica delle grandi scoperte in grado di rivoluzionare la storia stessa dell’umanità, tutto Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 7 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana MAJORANA E CAFFÈ. MISTERI NON RISOLTI protesta: verso un mondo che smentisce ogni Ermanno Rea egualitaria, speranza di giustizia, ogni ogni aspirazione previsione di sviluppo equilibrato della collettività per celebrare invece, Scrittore parossisticamente, gli “interessi” a danno delle “idee”. Anche la scienza economica può subire, Questa è una congettura. Da prendere, come del resto tutte le congetture, con le molle del dubbio e dello scetticismo. Ruota intorno al perché no?, il “mito del rifiuto”; può apparire improvvisamente mendace e illusoria; può scatenare una incontenibile voglia di oblio. nome di un convento – quello di Serra San Si definisca pure tutto ciò semplice Bruno, in Calabria – dove lo scrittore Leonardo suggestione. Questo non esclude, in ogni caso, Sciascia, in un libro dedicato a Ettore Majorana, che in tale tragedia collettiva, epocale, appaiono immaginò che fosse potuto andare a nascondersi immerse il più dotato dei “ragazzi” che si raccolsero nella Majorana che quella del suo tardo epigono Caffè. “scuola di Roma” intorno a Enrico Fermi (il libro affaccia il dubbio che nello stesso convento, come sospinto da un medesimo destino e da un non dissimile bisogno di espiazione, si rinchiuderà poi anche il pilota del B29 che sganciò la prima bomba atomica, quella su Hiroshima). completamente. sia la biografia di Una quindicina d’anni fa scrissi un libro sul caso dell’economista scomparso (da quel libro fu anche tratto un film di notevole efficacia), feci ricerche accurate su di lui e posso testimoniare come, soprattutto negli ultimi mesi della sua presenza tra i vivi , egli apparisse divorato da un’angoscia indicibile, catastrofica, Secondo Sciascia, Majorana intuì, grazie un uomo capace soltanto di sfoghi amari, alla sua forte sensibilità, quale destino tragico rampogne, denunce (anche per quella sinistra stessero spalancando al mondo le ricerche in nella quale aveva sempre creduto ma nella quale campo atomico in corso un po’ dappertutto e in ormai credeva sempre di meno). particolare in Italia. Anzi la “visione” lo sgomentò talmente da indurlo a una clamorosa protesta (contro la scienza). E perciò scomparve. Per forzata che possa apparire, è una Suggestionato dal libro di Sciascia, ricordo che andai a cercare Caffè perfino nel convento calabrese, accompagnato da un prete, a sua volta suggestionato dal mio stesso tesi suggestiva. Come appare suggestiva, per teorema: Serra San Bruno come simbolo di forzata che possa apparire a sua volta, la tesi di possibili fughe religiose (o semi-religiose) dal un Federico Caffè (altro famoso “desaparecido”, mondo. Senonché il canuto e candido Superiore titolare della cattedra di Politica economica che ci ricevette (l’abito dei certosini è di panno all’università la Sapienza di Roma, scomparso bianco) nel 1987 e mai più ritrovato) che si ritrae in se improvvisati investigatori. Fu veemente (troppo stesso e decide di inabissarsi nel nulla per veemente?): il convento non ospita e non aveva smentì tutte le nostre illazioni Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 8 di COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana mai ospitato estranei. Majorana? Caffè? Il pilota Forse lo scuotono (e lo provocano) le che sganciò la bomba su Hiroshima? Via, signori, parole di Enrico Fermi riportate dal libro: “… con cercate altrove. la sua intelligenza, una volta che avesse deciso Eppure, anche a tanta distanza di tempo, io continuo a pensare che qualcosa della mia ricostruzione degli avvenimenti, così come la formulai allora, continua a resistere. La di scomparire o di far scomparire il suo cadavere, Majorana ci sarebbe certo riuscito” (sono all’incirca le stesse parole che pronuncerà Alfonso Caffè parlando del fratello). Forse riassumo. Quando Caffè decise di uscire di si sofferma con particolare scena, si ricordò del libro di Sciascia contenuto interesse (o addirittura affascinato?) sulle pagine nella libreria di casa e si impossessò del volume in cui Sciascia racconta la sua breve visita al che infatti il fratello Alfonso non troverà più. convento calabrese: lunghi e deserti corridoi, Lo portò via con sé? celle vuote, ingiallite e tarlate acqueforti, insomma tante “visioni” che procurano allo Sono costretto a citare me stesso: «Della vicenda lo affascina soprattutto la scelta di scrittore “un senso di dissolvimento e di irrealtà, come di un sogno quando si sa di sognare”». Majorana di scomparire in un grande buio. Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 9 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana Majorana sia nato, come Pirandello (e come SCIASCIA E MAJORANA Sciascia), in una terra, la Sicilia, in cui Antonio Saccone «l’assenza se non il rifiuto della scienza» si Professore di Letteratura Italiana moderna e contemporanea Università degli Studi di Napoli Federico II configura come misura di vita, ma sia nel contempo uno scienziato, costretto ad assumere la scienza come funzione esistenziale, non può non stridere come angosciosa dissonanza. Se «Prediligeva Shakespeare e Pirandello»: l’informazione, divulgata da Edoardo Amaldi, uno dei «ragazzi» raccolti negli anni Trenta intorno ad Enrico Fermi nel mitico laboratorio di via Panisperna, la si legge come epigrafe al volumetto, sospeso tra pamphlet e fiction, che a metà degli anni Settanta Leonardo Sciascia dedica al caso Majorana. Mettere in evidenza, sulla soglia paratestuale, quelle opzioni letterarie è il modo più suggestivo e inquietante per rinvenire nell’amletica, presaga estraneità al suo tempo le ragioni profonde della volontà di Ettore Majorana di non intricarsi più con gli altri, di preparare, organizzare con esattezza matematica l’enigma della propria scomparsa. Del trentunenne scienziato si smarriscono le tracce nel marzo del 1938, tra la partenza e l’arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli: l’investigazione narrativa allestita da Sciascia, escludendo le banalizzanti ipotesi ufficiali della follia e del suicidio, accredita l’immagine di un uomo che, intenzionato a sottrarsi ai grandi interrogativi posti dalla per Fermi e il suo gruppo romano la scienza è un segreto che sta fuori di loro, da raggiungere, da colpire e possedere, insomma «un fatto di volontà», per Majorana è un segreto che sta dentro di lui, «al centro del suo essere; un segreto la cui fuga sarebbe stata fuga dalla vita, fuga della vita». Ne è un segno esteriore, ma non per questo superficiale, la nonchalance con cui il giovane fisico, fumatore accanito, trascrive formule, calcoli e teorie sui pacchetti di «Macedonia», che poi butta nel cestino, appena fumata l’ultima sigaretta. A subire questo esito è anche la Heisenberg, teoria, che prende il nome del nucleo fatto di protoni da e neutroni, ideata ed elaborata da Majorana prima che sia resa nota dal professore di Lipsia. Il rifiuto di rivendicarne la legittima paternità si accompagna ad un sentimento di gratitudine per Heisenberg che appare come un amico sconosciuto: «uno che senza saperlo, senza conoscerlo, l’ha salvato da un pericolo, gli ha come evitato un sacrificio». All’annuncio della pubblicazione della scienza, sceglie il ritiro assoluto in un convento teoria di Heisenberg il commento di Majorana è di frati certosini, per mettere in atto, al pari dei che con essa è stato detto tutto sull’argomento e pirandelliani Mattia Pascal e Vitangelo Moscarda, «probabilmente anche troppo». il totale desiderio di essere «uomo solo» o di trappola della continuità e regolarità accademica «non «una a sgomentare Majorana, ma quella, micidiale e condizione in cui dimenticare, dimenticarsi ed pericolosa, predisposta dalla stessa scienza e dai essere suoi imprevedibili sviluppi. Sciascia ricorda che esserci più», dimenticato». di Il attingere fatto a stesso che Non è solo la Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 10 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana Fermi e i suoi collaboratori ottengono senza vedere: «“In una manciata di polvere ti mostrerò avvedersene la fissione (allora scissione) del lo spavento” dice il poeta. E questo spavento nucleo di uranio nel 1934. È probabile che crediamo abbia visto Majorana in una manciata Majorana riesca a vedere quello che i fisici di atomi». dell’Istituto romano non sono ancora in grado di Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 11 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana questi MAJORANA A NAPOLI a in base alla Amaldi a Carrelli, possiamo dire che tali appunti, Professore di Struttura della materia Università degli Studi di Napoli Federico II incompleti, furono da Carrelli dati ad Amaldi il 13 Maggio Majorana arrivò a Napoli verso il 10 Gennaio 1938 e concordò col preside di tenere la lezione inaugurale il 13 gennaio. Ad essa gli presenti, oltre a qualche 1950 e, dopo varie depositati da quest’ultimo Galilaeana. Nel 1987, Congresso Nazionale in di vicissitudini, alla Domus occasione Fisica, tali di un appunti furono pubblicati anastaticamente, insieme a vari commenti, in un libro edito da Bibliopolis. Sulla scomparsa di Majorana riporterò studenti iscritti al corso non furono invitati, furono Ancora testimonianza di Tartaglione ed al carteggio fra Bruno Preziosi mentre Carrelli. solo una testimonianza, Facoltà; fra questi era sicuramente presente assistente di Carrelli, secondo cui quest'ultimo, Renato Caccioppoli durante una visita al Chiostro di S. Gregorio studenti presenti a tutte le lezioni furono Nella Altieri, Gilda Senatore, Laura Mercogliano, Nada Minghetti, Sebastiano Sciuti e Savino Coronato, allievo di Caccioppoli che si laureerà in vederne il restauro, della fontana del Bottiglieri a un tratto puntò il dito verso alcune finestre e disse: ''in una di quelle celle Ettore Majorana praticò gli esercizi spirituali''. Qualche giorno informazione, mi Sciuti, assisté alle lezioni di Chiostro rendermi Le lezioni proseguirono regolarmente, salvo una lunga interruzione, dal 18-2 al 9-3, una sospensione delle attività didattiche per la visita del Re, di Hitler e di Mussolini. Il per recai dopo con conto questa Tartaglione de visu al della situazione; in quella occasione incontrammo sporadicamente, Mario Cutolo. ad quaranta mentre erano nei pressi testimoniatomi da Gilda Senatore e Sebastiano dovuta anni Armeno (convento di clausura per suore) per matematica proprio nel ’38. Nessun altro, come Majorana, salvo, degli Elio Tartaglione, tenuta il 15 gennaio, l'ultima il 24 marzo. Gli fine da familiare, fra cui la madre, alcuni professori della La prima lezione tenuta agli studenti fu dalla fattami nella Chiesa un francescano abbastanza maturo, sicuramente appartenente al vicino Convento di San Lorenzo Maggiore, convento di clausura per frati. Gli chiedemmo notizie sulle procedure che si praticavano cinquant'anni prima per gli esercizi spirituali; ci rispose con gentilezza, giorno prima della partenza per facendoci una lezione sugli stessi e, quando gli Palermo, Majorana consegnò una cartella alla dicemmo allieva Gilda Senatore contenente tra l’altro gli fatto che un fisico aveva ritenuto di fare in appunti delle sue lezioni. Tali appunti furono, quegli anni questa esperienza, molti mesi dopo, consegnati dalla Senatore a permeò di quella ''diffidenza e ironia'' di cui parla Francesco Cennamo, suo futuro marito, e da Sciascia nelle ultime pagine del suo libro e si che il nostro interesse derivava dal il suo tono si Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 12 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana allontanò verso S. Lorenzo Maggiore. Pregai Elio futura memoria' al Rettore Fulvio Tessitore, cosa di rendere la sua testimonianza per iscritto 'a che avvenne qualche giorno dopo. Chiesa di San Lorenzo Maggiore, Napoli Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 13 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana Il neutrino è una particella elusiva I NEUTRINI. MAJORANA AVEVA RAGIONE? impone pazienti attese, perché che interagisce pochissimo, solo mediante la forza debole e Renato Musto quella gravitazionale. Postulato da Wolfang Pauli nel 1930, fu osservato solo nel 1958. Già nel Professore di Fisica Teorica Università degli Studi di Napoli Federico II 1957 Bruno Pontecorvo aveva previsto che diversi tipi di neutrini, dotati di massa, potessero trasformarsi l’uno nell’altro. Queste oscillazioni dei neutrini, osservate direttamente solo di Nei periodi gloriosi della fisica fenomeni inattesi vengono previsti da teorie molto recente, vengono intensamente studiate. Oggi sappiamo che vi sono tre tipi di neutrini. Uno che generali e poi ben presto confermati. Un magico interagisce accordo sembra allora regnare tra natura e rispettivamente con il mu ragione. Nel 1928 Paul Dirac, descrivendo le simili all’elettrone tranne che per la massa. Tutti particelle di spin ½ in modo consistente con la e tre appaiono sempre con lo spin antiparallelo- relatività speciale e la meccanica quantistica, e mai parallelo- alla direzione del moto. E, predisse l’antimateria. Oltre all’elettrone deve infine, i neutrini hanno stati di massa molto più esistere una particella di massa e spin eguali, piccola di quella delle altre particelle. ma di carica opposta, il positrone, scoperto da Carl Anderson nel 1932. Da allora l’antimateria è una presenza costante nella scienza e nella fantascienza. con Majorana ancora una l’elettrone aveva risposta e gli altri e il tau, particelle ragione? univoca. Non Ma il vi è futuro scommette sui neutrini di Majorana, presenti in modo naturale nelle teorie più recenti. E,, Non sempre la corrispondenza tra teoria soprattutto, l’esistenza di neutrini di Majorana ed esperimenti è così rapida e felice. Nel 1937 potrebbe spiegare la loro massa molto piccola, Ettore Majorana che sarebbe indotta, mediante un divertente introdusse per le particelle neutre di spin ½ “una descrizione teorica, in meccanismo ad altalena, da un neutrino di armonia con i metodi generali della meccanica massa molto elevata, presente alle altissime e quantistica,” non accessibili energie dove le interazioni forte, necessità per cui “non vi è più nessuna di presumere l’esistenza di debole ed elettromagnetica si unificano. antineutroni o antineutrini”. La previsione si è rivelata errata per il neutrone, che una carica, detta barionica, legata all’interazioni forte, distingue dall’antineutrone. Ma per il neutrino la questione è aperta: è una particella di Dirac, con una nuova carica, la leptonica, ed una sua antiparticella, o di Majorana, coincidente con l’antiparticella? Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 14 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana attribuendo valori seminteri ad una quantità fino SPINORI DI MAJORANA ED OTTICA QUANTISTICA allora assunta come intera. La storia si è ripetuta decenni più tardi con l’assegnazione di cariche Salvatore Solimeno frazionarie, colori e sapori ai quarks (Gell-Man si Professore di Struttura della materia Università degli Studi di Napoli Federico II ispirò ai Finnegan Wakes di Joyce per il termine "quarks"). Qualcosa di analogo lo si ritrova in Majorana col suo ampio spettro di interessi Ettore Majorana ha attraversato la fisica scientifici ed umanistici. L’oggetto degli anni 30 come una meteora producendo nato come una trottola è lavori caratterizzati da grande attenzione alle divenuto nei decenni successivi il modello di novità sperimentali dell’epoca e dall’eleganza molti sistemi, tra i quali i laser sono i più della formulazione matematica. L’importanza di rappresentativi: giocando opportunamente con molte sue idee è andata crescendo nel tempo. atomi ridotti a due soli livelli si è riusciti a Solo negli anni 50-60 si cominciò ad apprezzare governare la materia fornendo al quesito posto la sua rappresentazione di campi spinoriali. Lo da Rutherford a Bohr “Come fa un elettrone a stesso dicasi per la sfera di Riemann-Majorana- sapere in quale orbita saltare?” una risposta Bloch, che sta fornendo una rappresentazione forse tardiva: "Salta dove la pompa lo manda”. efficace La descrizione in termini di spin abbraccia della evoluzione dei qubit in un’ampia gamma di sistemi che vanno dai mezzi computazione quantistica. Un’idea di cosa siano gli spinori di Majorana ce la si può fare immaginando una particella puntiforme capace di ruotare su se stessa, nonostante l’estensione spaziale nulla. Il lettore non diffidi della propria difficoltà ad accettarla, se a Goudsmith ed Uhlenbeck che chiedevano di ritirare la propria nota sullo "spin" pompati otticamente, ai sistemi superradianti scoperti in ammassi stellari e, ultimi nati, i registri formati costituiscono da gli ioni intrappolati elementi e che fondamentali dei computer quantistici. Ebbene tutti questi sistemi, oggetto di studio dell’ottica quantistica, sono descritti da spinori di Majorana. Quel dell’elettrone, Ehrenfest ebbe a replicare che che rende affascinante il “non c’era troppo da preoccuparsi essendo gli comportamento di questi "spin" è che possono autori molto giovani e della cui stupidità non esistere come sovrapposizione di due stati. Per c’era tanto da vergognarsi”. Questi dottorandi farsene un’idea si può pensare al gatto di s’erano posti il problema della discrepanza tra le Schrödinger, 6 righe osservate da Paschen nello spettro immagini di avere un gatto in una scatola il cui un esperimento mentale. Si e le 5 previste dalla teoria di destino è legato all’esito di un certo evento Sommerfeld, adottando lo stesso metodo di chi quantistico, un output 0 o 1. Se è 0 allora il cerca di decrittare qualche lingua sconosciuta gatto muore, mentre se è 1 il gatto rimane vivo. (Goudsmit Ora, + dell’elio He geroglifici). era Ed esperto alla in fine decifrazione c’erano di riusciti l’unico modo per conoscere il valore dell’output è aprire la scatola e vedere se il gatto Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 15 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Un mistero ancora non risolto: la scomparsa di Ettore Majorana è vivo o morto. Una volta aperta la scatola, tutto già esistono in natura. Gli enzimi ne sono un si svolge secondo il senso comune: vi troviamo esempio. Mentre in un computer tradizionale dentro un gatto vivo o morto, a seconda dei ogni dato è codificato in lunghissime stringhe di casi. componenti bistabili, in un computer quantistico Ma prima che aprissimo la scatola, il gatto era vivo e morto contemporaneamente? Siamo stati noi, aprendo la scatola, a far precipitare la situazione e a determinare il suo fato? Anche se questa storiella non deve essere presa alla lettera, mette in guardia sugli effetti della decoerenza in ottica quantistica, che modifica profondamente l’evoluzione dei sistemi reali producendo la ben nota irreversibilità della nuovo, detti qubit, rappresentati dai due livelli di energia di uno ione opportunamente intrappolato. Inviando impulsi laser di opportune frequenze si riesce a pilotare l’evoluzione di queste stringhe di qubits. Associando poi questi oggetti a punti della sfera di Riemann-MajoranaBloch un computer quantistico diventa una sorta di planetario con qubit che descrivono complesse traiettorie. termodinamica. Chi pensa con pessimismo alla crisi di Internet e della new economy, non si accorge che si è già entrati nella nuova era della "Quantum Information". i dati vengono immagazzinati in elementi di tipo Computer quantistici Si spera che questa breve nota aiuti ad integrare la curiosità per la fine di un docente del nostro Ateneo con l’interesse per gli oggetti fisico-matematici da lui inventati, studiati e proposti. Erwin Schrödinger, Nobel per la fisica 1933 Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 16