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18/11/15
Il DSM
“Raggruppamento
di segni e sintomi,
basato sulla loro frequente
concomitanza, che può suggerire una
sottostante patogenesi, un decorso, una
familiarità, e una indicazione di
trattamento comuni” (APA, 2000, p.875)
Il DSM: breve storia
La prima (DSM I, 1952) e la seconda (DSM II,
1968) edizione offrivano solo descrizioni dei
disturbi di personalità divisi in cinque
sottoclassi, ma le descrizioni fornite erano
talmente brevi e vaghi da non consentire la
formulazione di una diagnosi.
Tra gli anni ’50 e ’70 la cosiddetta ‘rivoluzione
psichiatrica’ influisce nella stesura del DSM-II
(1968) nel quale appaiono i primi segni di un
cambiamento di impostazione: la ricerca del fattore
biologico sotteso in ogni disturbo psichico viene
affiancato dalla ricerca di altre cause non organiche
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Il DSM: breve storia
Le categorie di disturbo di personalità vengono però
ancora utilizzate solo nei casi in cui il paziente non
rientra in altre categorie.
Vengono stabiliti 25 criteri nosografico-descrittivi di tipo
categoriale che permettono di identificare sindromi
omogenee ed il confine tra una categoria e le altre ad
essa limitrofe
Research Diagnostic Criteria che prevedono criteri
inclusione-esclusione riferiti a sintomi, segni, durata,
andamento della malattia e livelli di gravità.
Il DSM: breve storia
Il DSM III (1980) e il DSM III-R (1987) hanno
adottato il formato a 5 assi. Il numero di sindromi è
stato triplicato, e sono state fornite informazioni sulle
caratteristiche di ogni sindrome (età esordio, decorso,
complicazioni, ecc.)
I cambiamenti più significativi sono:
ü Nuovo paradigma: dal monotetico al politetico
ü Approccio ateorico: basato sui sintomi
ü Sistema multiassiale
ü Si prevedono criteri di inclusione ed esclusione
ü Maggiore validità ed attendibilità diagnostica
ü Omosessualità considerata ‘normale variazione dell’attività
sessuale’
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Il DSM: breve storia
Il DSM IV (1994) e il DSM IV-TR (2000) hanno
incluso una nuova sezione intitolata
“Caratteristiche collegate alla cultura, all’età e al
genere” rilevando l’accresciuta sensibilità per tali
caratteristiche.
Viene fornita una definizione generale di Disturbo
di Personalità e si sottolineano come elementi
distintivi l’insorgenza nella prima età adulta, la
stabilità nel tempo, il carattere inflessibile e
pervasivo nelle diverse aree della vita, nonché le
conseguenze in termini di sofferenza soggettiva e
di limitazioni nelle relazioni e nel lavoro.
Il DSM IV-TR
Asse I: disturbi clinici (disturbi d’ansia, dell’umore, dissociativi, correlati
a sostanze, psicotici, somatomorfi ecc);
Asse II: disturbi della personalità (Cluster A: individui strani ed
eccentrici, Cluster B: individui amplificati, emotivi o imprevedibili e Cluster C: individui
ansiosi o paurosi)
e disturbi a prima insorgenza in età
evolutiva;
Asse III: condizioni mediche generali;
Asse IV: fattori psico-sociali stressanti;
Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento
(VGF).
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Criteri diagnostici DSM-IV
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
A.  Un modello abituale di esperienza interiore e di
comportamento che devia marcatamente rispetto
alle aspettative della cultura dell’individuo. Questo
modello si manifesta in due (o più) delle aree
seguenti: Cognitività (cioè modi di percepire e
interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti); Affettività
(cioè la varietà, intensità, labilità e adeguatezza della
risposta emotiva); Funzionamento interpersonale;
Controllo degli impulsi.
B.  Il modello abituale risulta inflessibile e pervasivo
in una varietà di situazioni personali e sociali.
Criteri diagnostici DSM-IV
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
C.  Il modello abituale determina un disagio
clinicamente significativo e compromissione
del funzionamento sociale, lavorativo e di altre
aree importanti.
D. Il modello è stabile e di lunga durata, e l’esordio
può essere fatto risalire almeno all’adolescenza
o alla prima età adulta.
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Criteri diagnostici DSM-IV
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
E.  Il modello abituale non risulta meglio
giustificato come manifestazione o
conseguenza di un altro disturbo mentale.
F.  Il modello abituale non risulta collegato agli
effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es.
droga di abuso o farmaco) o di una condizione
medica generale (per es. trauma cranico).
Il modello DSM
Cluster A
individui che appaiono
strani ed eccentrici
Cluster B
individui che appaiono
amplificati, emotivi e
imprevedibili
Cluster C
individui che appaiono
ansiosi o paurosi
Disturbo paranoide di personalità
Disturbo schizoide di personalità
Disturbo schizotipico di personalità
Disturbo antisociale di personalità
Disturbo bordeline di personalità
Disturbo istrionico di personalità
Disturbo narcisitico di personalità
Disturbo evitante di personalità
Disturbo dipendente di personalità
Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Disturbo di personalità non altrimenti specific.
Categorie per
ulteriori studi
Disturbo depressivo di personalità
Disturbo passivo-aggressivo di personalità
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Il DSM: interviste strutturate
Nel DSM III (1980) compaiono anche le prime
interviste strutturate: Structured Interview for DSM-III
Axis I e Axis II
Nel DSM IV (1994) anche le interviste vengono
modificate in accordo al manuale: Structured Clinical
Interview for DSM-IV Axis I e Axis II (SCID-I e SCID-II).
La Structured Clinical Interview for DSM-IV
Dissociative Disorder (SCID-D) è un’intervista
aggiuntiva per la diagnosi dei 5 sintomi nucleari della
dissociazione (amnesia, depersonalizzazione, derealizzazione,
confusione dell’identità e disturbo dell’identità).
Il DSM: limiti
1.  Le diagnosi del DSM non permettono di
elaborare una formulazione clinica dei casi
diagnosticati.
2.  Si è preferito incrementare la coerenza interna a
discapito validità esterna.
3.  I tratti patologici di personalità sono entità stabili
e relativamente indipendenti dai contesti.
4.  Non tiene conto delle risorse, dei punti di forza e
delle dimensioni implicite del funzionamento della
personalità dei pazienti.
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Il DSM V
Il gruppo di lavoro dell’APA ha raccomandato una
riformulazione dell’approccio alla valutazione e alla
diagnosi dei disturbi di personalità, includendo una
revisione dei criteri generali (Changes to the Reformulation of
Personality Disorders for DSM-5 Updated June 21, 2011).
Le valutazioni essenziali di un disturbo di
personalità saranno effettuate in base alle
compromissioni del funzionamento (sé e
interpersonale) e alla presenza di tratti
patologici.
Dal DSM-IV al DSM-V
ü  Eliminazione di una serie di sottotipi di schizofrenia con
maggiore attenzione ai sintomi comuni, alla durata e
gravità di tali sintomi.
ü  Introduzione di una diagnosi di depressione ansiosa
mista.
ü  Introduzione della categoria di sindromi di rischio, per
identificare gli stadi precoci di gravi disturbi mentali,
come le demenze o le psicosi.
ü  Introduzione della singola categoria diagnostica dei
"disturbi autistici”
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Dal DSM-IV al DSM-V
ü  Introduzione della nuova categoria dei disturbi da
dipendenza e simili, in sostituzione della categoria di
dipendenza e abuso di sostante.
ü  Introduzione della categoria delle dipendenze
comportamentali, che al momento include solo il gioco
d'azzardo, ma dove alcuni vorrebbero includere la
dipendenza da internet.
ü  Aggiunta di una valutazione dimensionale della diagnosi,
rispetto al criterio basato solo sulla presenza o assenza
di un sintomo, per consentire agli psichiatri di valutare la
gravità dei sintomi.
Il DSM V
La definizione generale di disturbo di personalità,
applicabile a ciascuno dei 10 specifici disturbi, è:
Un disturbo di personalità è un pattern costante di
esperienza interiore e di comportamento che
devia marcatamente rispetto alle aspettative della
cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile,
esordisce nell’adolescenza o nella prima età
adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o
menomazione. (DSM-V pg.747)
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Criteri diagnostici DSM-V
(sezione II)
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
A.  Un modello abituale di esperienza interiore e di
comportamento che devia marcatamente rispetto
alle aspettative della cultura dell’individuo. Questo
modello si manifesta in due (o più) delle aree
seguenti: Cognitività (cioè modi di percepire e
interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti); Affettività
(cioè la varietà, intensità, labilità e adeguatezza della
risposta emotiva); Funzionamento interpersonale;
Controllo degli impulsi.
B.  Il modello abituale risulta inflessibile e pervasivo
in una varietà di situazioni personali e sociali.
Criteri diagnostici DSM-V
(sezione II)
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
C.  Il modello abituale determina un disagio
clinicamente significativo e compromissione
del funzionamento sociale, lavorativo e di altre
aree importanti.
D. Il modello è stabile e di lunga durata, e l’esordio
può essere fatto risalire almeno all’adolescenza
o alla prima età adulta.
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Criteri diagnostici DSM-V
(sezione II)
Criteri generali per i Disturbi di Personalità
E.  Il modello abituale non risulta meglio
giustificato come manifestazione o
conseguenza di un altro disturbo mentale.
F.  Il modello abituale non risulta collegato agli
effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es.
droga di abuso o farmaco) o di una condizione
medica generale (per es. trauma cranico).
DSM-V (sezione II)
Cluster A
individui che appaiono
strani ed eccentrici
Cluster B
individui che appaiono
amplificati, emotivi e
imprevedibili
Cluster C
individui che appaiono
ansiosi o paurosi
Disturbo paranoide di personalità
Disturbo schizoide di personalità
Disturbo schizotipico di personalità
Disturbo antisociale di personalità
Disturbo bordeline di personalità
Disturbo istrionico di personalità
Disturbo narcisitico di personalità
Disturbo evitante di personalità
Disturbo dipendente di personalità
Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Modificazione della personalità dovuta ad altra
condizione medica
Disturbo di personalità con altra specificazione
o senza specificazione
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Il DSM V (sezione III)
Modello ibrido dimensionale-categoriale
per la personalità.
A tale scopo è stata ideata una scala, definita
“del Funzionamento della Personalità”, in cui si
valutano le compromissioni del dominio del sé,
(dimensioni dell’identità e della auto-direzionalità), e
quelle interpersonali (alterazioni nella capacità di
empatia e di intimità).
Il grado di disturbo è stato pensato lungo un
continuum che va da un livello 0 (assenza di deficit)
a un livello 4 (compromissione estrema).
Il DSM V (sezione III)
Per fare diagnosi di disturbo di personalità dovranno
essere soddisfatti i seguenti criteri generali:
ü  A: Moderata o più grave compromissione del funzionamento
(del sé e interpersonale) della personalità.
ü  B: Uno o più tratti di personalità patologici.
ü  C: Le compromissioni nel funzionamento della personalità e
l’espressione dei tratti della personalità dell’individuo sono
relativamente inflessibili e pervasive in una vasta gamma di
situazioni personali e sociali.
ü  D: Le compromissioni del funzionamento della personalità e
l’espressione dei tratti della personalità dell’individuo sono
relativamente stabili nel tempo e il loro esordio si può far risalire
almeno all’adolescenza o all’inizio dell’età adulta.
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Il DSM V (sezione III)
ü  E: Le compromissioni del funzionamento della personalità
e l’espressione dei tratti della personalità dell’individuo
non sono meglio spiegate da un altro disturbo mentale.
ü  F: Le compromissioni del funzionamento della personalità
e l’espressione dei tratti della personalità dell’individuo
non sono attribuibili esclusivamente agli effetti fisiologici di
una sostanza o di un’altra condizione medica (per esempio
grave trauma cranico).
ü  G: Le compromissioni del funzionamento della personalità
e l’espressione dei tratti della personalità dell’individuo
non possono essere considerate normali per la fase di
sviluppo o l’ambiente socioculturale del soggetto.
Il DSM V (sezione III)
Gli elementi chiave per i Livelli di Funzionamento della
Personalità, relativamente al criterio A, sono :
Dominio del Sé:
•  Identità: l’esperienza di sé come unico, con chiari confini tra sé e gli altri,
stabilità dell’autostima e correttezza di auto-valutazione; capacità e abilità
di regolare una gamma di esperienze emotive.
•  Autodirezionalità: perseguire obiettivi coerenti e significativi sia a breve
termine che di vita, utilizzo di standard di comportamenti interni costruttivi e
prosociali, capacità di auto-riflettere (self-reflect) in modo produttivo
(acquisire quindi il senso delle proprie capacità e anche dei propri limiti).
Funzionamento interpersonale:
§  Empatia: comprensione e apprezzamento delle esperienze e motivazioni
altrui, tolleranza di prospettive diverse, comprensione degli effetti del
proprio comportamento sugli altri.
§  Intimità: profondità e durata della relazione positiva con gli altri, desiderio e
capacità di vicinanza, comportamento improntato al rispetto reciproco.
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Scala del livello di funzionamento della
personalità
Livello di
comprom.
0Nessuna o
poca
compromi
ssione
Sè
Interpersonale
Identità
Autodirezi.
Empatia
Intimità
Ha una costante e
unitaria consapevolezza
del sé.
Mantiene confini
appropriati al ruolo.
Pianifica e persegue
obiettivi ragionevoli
basati su una
realistica valutazione
delle proprie
capacità.
Nella maggior parte
delle situazioni è in
grado di comprendere
con precisione le
esperienze e le
motivazioni degli altri
Intrattiene
numerose relazioni
soddisfacenti e
durature nella vita
privata e sociale
Ha un’autostima
positiva, coerente e
autoregolata, unita a
una corretta valutazione
di sé
Utilizza adeguati
standard
comportamentali,
relazionandosi in
diversi ambiti
Comprende e
considera il punto di
vista degli altri
Desidera e si
impegna in diverse
relazioni affettuose,
premurose e
reciproche
È capace di percepire,
tollerare e regolare una
gamma completa di
emozioni
Può riflettere,
attribuendovi un
significato
costruttivo, sulle
proprie esperienze
interiori
È consapevole
dell’effetto delle
proprie azioni sugli
altri
Si adopera per la
collaborazione e il
bene comune e
risponde in modo
flessibile alla
gamma di idee,
emozioni e
comportamenti
degli altri
Scala del livello di funzionamento della
personalità
Livello di
compro.
1Lieve
compromi
ssione
Sè
Interpersonale
Identità
Autodirezi.
Ha un senso di sé
relativamente integro,
con alcune cadute nella
nettezza dei confini
quando è sottoposto a
forti emozioni
È eccessivamente
orientato verso gli
obiettivi, in qualche
modo inibito rispetto a
essi o è ambivalente
nei loro confronti
La capacità empatica
è in qualche modo
compromessa, può
pensare che gli altri
abbiamo aspettative
irragion. (o controllo)
Empatia
In grado di stabilire
rapporti personali e
sociali duraturi, con
alcune limitazioni
nel grado di
profondità e soddisf
Intimità
A volte ha una ridotta
autostima, unita ad una
valutazione di sé
eccessivamente critica
o in qualche modo
distorta
Può avere standard
personali irrealistici o
socialmente
inadeguati, che
limitano alcuni aspetti
nella relaz.
Sebbene sia in grado
di comprendere e
considerare punti di
vista diversi, ha
resistenza nel farlo
Capace di
desiderare di
stringere relazioni
intime, a volte
impedito se
insorgono emoz
intense e conflitti
Può vivere con disagio
le emozioni forti e la
gamma delle (sue)
esperienze emotive è
ridotta
In grado di riflettere
sulle proprie
esperienze interiori,
ma può dare
eccessivo risalto a un
singolo aspetto della
conoscenza di sé
(intellettuale, emotivo)
Ha una
consapevolezza
incostante delle
conseguenze che il
proprio
comportamento ha
sugli altri
La collaborazione
può essere inibita
da standard
irrealistici, a volte
limitata capacità di
rispettare idee,
emoz e comp altri
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Scala del livello di funzionamento della
personalità
Scala del livello di funzionamento della
personalità
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Scala del livello di funzionamento della
personalità
Il DSM V
Per quanto riguarda il criterio B, sono stati individuati i
seguenti 5 domini della personalità:
o  Affettività negativa vs Stabilità emotiva
o  Distacco vs Estroversione
o  Antagonismo vs Disponibilità
o  Disinibizione vs Coscienziosità
o  Psicoticismo vs Lucidità mentale
All’interno dei 5 domini sono state individuate
25 sfaccettature del tratto
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Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Affettività negativa vs. stabilità emotiva: esperienze frequenti
e intense di alti livelli di una vasta gamma di emozioni
negative (per es. ansia, depressione senso di colpa/vergogna,
preoccupazione, rabbia) e delle relative manifestazioni
comportamentali (per es. autolesionismo) e interpersonali (per es.
dipendenza).
o  Labilità emotiva: instabilità delle esperienze emotive e dell’umore; le
emozioni, che insorgono facilmente, sono intense e/o sproporzionate
rispetto a eventi e circostanze
o  Ansia: sensazioni di nervosismo, tensione o panico in reazione a
differenti situazioni; frequente preoccupazione per gli effetti negativi
delle passati esperienze spiacevoli e le eventualità negative future;
sensazioni di timore ed apprensione in situazioni di incertezza,
prospettando il peggio.
o  Angoscia di separazione: timore di rimanere soli a causa del rifiuto
da parte di –e/o della separazione da- figure significative, che nasce
da una mancanza di fiducia nelle proprie capacità di prendersi cura di
se stessi, sia fisicamente che emotivamente.
Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Affettività negativa vs. stabilità emotiva.
o  Sottomissione: adattamento del proprio comportamento a interessi e
desideri, reali o presunti, di altre persone, anche quando ciò è
antitetico ai propri interessi, bisogni o desideri.
o  Ostilità: sentimenti di rabbia persistenti o frequenti; rabbia o irritabilità
in risposta ad offese o insulti di poco conto; comportamento meschino,
malevolo o vendicativo. Si veda anche Antagonismo
o  Perseverazione: persistenza in un’attività o in un particolare modo di
fare le cose molto più a lungo di quanto risulti funzionale o efficace;
continuare nello stesso comportamento nonostante ripetuti fallimenti o
palesi motivi per interromperlo.
o  Depressività: si veda Distacco
o  Sospettosità: si veda Distacco
o  Affettività ridotta (mancanza di): la mancanza di questo aspetto
caratterizza i bassi livelli di Affettività negativa. Si veda Distacco per
la definizione di questo aspetto.
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Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Distacco vs Estroversione: evitamento dell’esperienza
socioemotiva, comprendente sia il ritiro dalle interazioni
interpersonali (che vanno da quelle casuali quotidiane ai rapporti di
amicizia, alle relazioni affettive) sia ridotta capacità di provare ad
esprimere gli affetti, in particolare capacità di provare piacere.
o  Ritiro: preferenza per il restare da soli piuttosto che con gli altri;
reticenza nelle situazioni sociali; evitamento di contatti e di attività
sociali; mancanza di inziativa nel contatto sociale
o  Evitamento dell’intimità: evitamento di relazioni intime o affettive, di
stretti legami interpersonali e di relazioni sessuali
o  Anedonia: incapacità di trarre godimento da/ impegnarsi in/ o trovare
l’energia per le esperienze della vita; deficit nella capacità di provare
piacere o interesse per le cose
o  Depressività: sentimenti di scoraggiamento, infelicità e/o mancanza di
speranza; difficoltà di riprendersi da tali stati d’animo; pessimismo
circa il futuro; vergono e/o senso di colpa pervasivi; sentimenti di
scarsa autostima; pensieri di suicidio e comportamento suicidario
Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Distacco vs Estroversione.
o  Affettività ridotta: scarsa reazione a situazioni emotivamente
eccitanti; ridotta capacità di provare ed esprimere le emozioni;
indifferenza e freddezza nelle situazioni comunemente coinvolgenti
o  Sospettosità: attesa di- e sensibilità ai- segni di malevolenza o
aggressività interpersonale; dubbi sulla lealtà e la fedeltà degli altri;
sensazione di essere maltrattati usati e/o perseguitati dagli altri
o  Antagonismo vs Disponibilità: comportamenti che mettono
l’individuo in contrasto con le altre persone, tra cui un
esagerato senso della propria importanza e una concomitante
aspettativa e essere trattati in modo speciale, così come una
insensibile mancanza di empatia verso gli altri, che
compromette sia la consapevolezza degli altrui bisogni sia la
tendenza ad usare gli altri in funzione del proprio vantaggio
o  Manipolatorietà: uso del sotterfugio per influenzare o controllare gli
altri; uso di seduzione, fascino, loquacità o piaggeria per raggiungere i
propri fini
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Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Antagonismo vs Disponibilità.
o  Inganno: disonestà e fraudolenza; fuorviante presentazione di sé;
esagerazione o invenzione di eventi nel racconto
o  Grandiosità: convinzione di essere superiori agli altri e di meritare un
trattamento speciale; egocentrismo; sentimenti di “tutto è dovuto”;
“degnazione” verso gli altri
o  Ricerca di attenzione: impegnarsi in comportamenti mirati a farsi
notare e mettersi al centro dell’attenzione e dell’ammirazione altrui
o  Insensibilità: mancanza di preoccupazione per i sentimenti o i
problemi altrui; mancanza di senso di colpa o di rimorso per gli effetti
negativi o dannosi delle proprie azioni sugli altri
o  Ostilità: Si veda Affetività negativa
o  Disinibizione vs coscienziosità: orientamento verso la
gratificazione immediata, che porta a comportamenti impulsivi
guidati da pensieri, sentimenti e stimoli esterni attuali, senza
riguardo per l’esperienza passato o considerazione delle
conseguenze future.
Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Disinibizione vs coscienziosità.
o  Irresponsabilità: disinteresse per- e mancanza nell’onorare- obblighi
ed impegni finanziari o di altro genere; inadeguatezza nel rispettare- e
nel portare a termine- accordi e promesse; incuria verso la proprietà
altrui
o  Impulsività: agire immediatamente in risposta a stimoli contingenti;
agire su base momentanea, senza un piano o un esame dei risultati;
difficoltà a formulare e seguire piani; senso di urgenza e
comportamento autolesivo se sottoposti a stress emotivo
o  Distraibilità: difficoltà di concentrazione e di focalizzazione sui
compiti; l’attenzione è facilmente deviata da stimoli estranei; difficoltà a
mantenere un comportamento finalizzato, che comprende sia la
pianificazione che l’esecuzione dei compiti
o  Tendenza a correre rischi: intraprendere attività pericolose, rischiose
e potenzialmente dannose per sé, senza necessità e senza
preoccuparsi per le conseguenze; non curanza dei propri limiti e
negazione del reale pericolo per la persona;
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Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Disinibizione vs coscienziosità.
o  Perfezionismo rigido (mancanza di): rigida ostinazione sul fatto che
qualsiasi cosa debba essere impeccabile, perfetta e senza errori o
difetti, incluse le prestazioni proprie e altrui; rinuncia alla tempestività
per garantire la correttezza in ogni dettaglio; convinzione dell’esistenza
di un’unica modalità corretta di fare le cose; difficoltà a cambiare idea
e/o punto di vista; preoccupazione per i dettagli, l’organizzazione e
l’ordine. La mancanza di questa sfaccettatura caratterizza bassi livelli
di Disinibizione
o  Psicotocismo vs Lucidità mentale: manifestazione di una
vasta gamma di comportamenti e pensieri culturalmente
incongruenti, bizzarri, eccentrici o insoliti, sia nei processi (per
es. percezione, dissociazione) che nei contenuti (per es. convinzioni
personali).
o  Convinzioni ed esperienze inusuali: convinzione di possedere
insolite capacità, come la lettura del pensiero, la telecinesi, la fusione
pensiero-azione; insolite esperienze di realtà, tra cui quelle di tipo
allucinatorio
Tabella 3: definizioni dei domini e delle sfaccettature
del tratto dei disturbi di personalità del DSM-V
o  Psicotocismo vs Lucidità mentale.
o  Eccentricità: comportamento, aspetto e/o eloquio strani, inusuali o
bizzarri; pensieri strani e imprevedibili; affermazioni insolite o
inappropriate
o  Disregolazione cognitiva e percettiva: processi di pensiero ed
esperienze strani o insoliti, tra cui depersonalizzazione,
derealizzazione ed esperienze dissociative; esperienze di stati misti
sonno-veglia, esperienze di controllo del pensiero
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Il DSM V (sezione III)
code: it/cpsz/20
Copyright Edizione Italiana DSM5 Test
Centro Psicologico dott. Silvio Zatelli - Milano (Italia)
DSM5 Inventario di Personalità - Forma Breve (PID-5-BF)
Nome:_______________________
Età:_____
Sesso:
Maschio
Femmina
Adulti
Data:__________
ISTRUZIONI. Questa è una lista delle cose che diverse persone potrebbero dire di loro stesse.
Vorremmo sapere come tu ti descriveresti. Non ci sono risposte giuste o sbagliate. Descrivi te stesso con totale franchezza, a noi
garantirti la massima riservatezza. Prenditi il tempo necessario, analizza attentamente le frasi, quindi seleziona la risposta che meglio
ti descrive.
Uso
Clinico
Proprio falso Qualche volta o Qualche volta o Proprio
PUNTI
o spesso
un po’ falso
un po’ vero
vero o
falso
spesso vero
1
2
3
Le persone mi potrebbero descrivere come sconsiderato.
Mi sento come uno che agisce totalmente d’impulso.
Nonostante lo sappia bene, non riesco a fermarmi nel prendere
decisioni avventate.
0
0
1
1
2
2
3
3
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Spesso mi sento come se niente di quello che faccio conti davvero.
Gli altri mi vedono come un irresponsabile.
Non sono bravo a far progetti per tempo.
Le mie idee spesso non hanno senso per gli altri.
0
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DEMO
20
21
22
23
24
25
Il DSM V (sezione III)
Totali/Parziali Punti Grezzi
Totali Punti Grezzi Distribuiti ( se 1-2 voci lasciate senza risposta )
Media Totale dei Punti
Krueger RF, Derringer J, Markon KE, Watson D, Skodol AE.
Copyright © 2013 American Psychiatric Association. All Rights Reserved.
This material can be reproduced without permission by researchers and by clinicians for use with their patients.
La Sezione III comprende i criteri diagnostici per il:
License by APA in progress.
Italian Editor Test DSM5: Dott. Silvio Zatelli Via Disciplini 4 - 20123 Milano (Italia)
Tel/Fax + 39 028057075 - cell. + 39 3925165680
[email protected] - www.psicologozatelli.it
1.  Disturbo di personalità antisociale
2.  Disturbo evitante di personalità
3.  Disturbo borderline di personalità
4.  Disturbo narcisistico di personalità
5.  Disturbo ossessivo compulsivo di personalità
6.  Disturbo schizotipico di personalità
Le attuali diagnosi dei disturbi di personalità paranoide, schizoide,
istrionico e dipendente rientrano nelle diagnosi di DP-TS (diagnosi
di disturbo di personalità tratto-specifico) che può essere
formulata quando un disturbo è considerato presente ma non
vengono soddisfatti i criteri per un disturbo specifico.
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Il DSM V (sezione III)
Ogni disturbo di personalità è definito da specifiche
compromissioni nel funzionamento della personalità
(criterio A) e caratteristici tratti di personalità (criterio B):
ü  Caratteristiche tipiche del disturbo antisociale di personalità
sono un’incapacità a conformarsi al comportamento sancito
dalla legge ed etico e un’egocentrica, insensibile mancanza di
preoccupazione per gli altri, accompagnate da falsità,
irresponsabilità, manipolatorietà e/o tendenza a correre dei
rischi. Difficoltà caratteristiche sono evidenti in: identità,
autodirezionalità, empatia e/o intimità, oltre a specifici tratti
disadattivi nelle aree dell’Antagonismo e della Disinibizione.
Il DSM V (sezione III)
Disturbo antisociale di personalità
A. Moderata o più grave compromissione del funzionamento della
personalità che si manifesta con caratteristiche difficoltà in due o
più delle seguenti 4 aree:
1.  Identità: egocentrismo, autostima derivante dal vantaggio
personale, dal potere o dal piacere.
2.  Autodirezionalità: definizione degli obiettivi sulla base della
gratificazione personale; assenza di standard prosociali interni,
associati ad una incapacità di conformarsi alle norme, legalmente e
culturalmente stabilite, di comportamento etico
3.  Empatia: mancanza di preoccupazione per i sentimenti, i bisogni o
la sofferenza degli altri; mancanza di rimorso dopo aver ferito o
maltrattato un’altra persona
4.  Intimità: incapacità di stabilire relazioni di mutua reciprocità, dal
momento che lo sfruttamento è la principale modalità di entrare in
relazione con gli altri, servendosi anche di inganno e coercizione;
predominio o intimidazione per controllare gli altri
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Il DSM V (sezione III)
Disturbo antisociale di personalità
B. Almeno sei dei seguenti tratti di personalità patologici:
Manipolatorietà: uso frequente del sotterfugio per influenzare o controllare gli altri;
uso di seduzione, fascino, loquacità o piaggeria per raggiungere i propri fini.
Insensibilità: mancanza di preoccupazione per i sentimenti o i problemi altrui;
mancanza di senso di colpa o di rimorso per gli effetti negativi o dannosi delle proprie
azioni sugli altri; aggressività; sadismo
Inganno: disonestà e fraudolenza; fuorviante presentazione di sé; esagerazione o
invenzione di eventi nel racconto
Ostilità: Sentimenti di rabbia duraturi o frequenti; rabbia o irritabilità in risposta a
offese o insulti di poco conto, comportamento meschino, maligno o vendicativo
Tendenza a correre rischi: intraprendere attività pericolose, rischiose e potenzialmente
dannose per sé, senza necessità e senza preoccuparsi per le conseguenze; tendenza ad
annoiarsi e a iniziare sconsideratamente tali attività per contrastare la noia…..
Impulsività: agire immediatamente in risposta a stimoli contingenti; agire su base
momentanea, senza un piano o un esame dei risultati; difficoltà a formulare e seguire
piani; senso di urgenza e comportamento autolesivo se sottoposti a stress emotivo
Irresponsabilità: disinteresse per- e mancanza nell’onorare- obblighi ed impegni
finanziari o di altro genere; inadeguatezza nel rispettare- e nel portare a termineaccordi e promesse; incuria verso la proprietà altrui
Il DSM V (sezione III)
Disturbo antisociale di personalità
Nota: l’individuo ha almeno 18 anni
Specificare se:
Con caratteristiche psicopatiche.
Specificatori. ... caratterizzata da mancanza di ansia o
paura e da uno stile interpersonale sfrontato, che
possono mascherare comportamenti disadattivi…..
caratterizzata da bassi livelli di ansia e di distacco e da
alti livelli di ricerca dell’attenzione
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Il DSM V
Per porre diagnosi di disturbo di personalità il clinico
dovrebbe seguire una sorta di percorso guidato.
1)  È presente una compromissione del funzionamento della
personalità?
2)  Se è presente, valutare il livello di compromissione del
soggetto nell’ambito del sé e in quello interpersonale sulla
Scala dei Livelli del Funzionamento di Personalità.
3)  È presente uno dei sei tipi di disturbi di personalità
contemplati dal DSM-5?
4)  Se è presente, valutare il tipo e la gravità di
compromissione e disturbo.
Il DSM V
5)  In caso contrario, è presente un disturbo di
personalità tratto specifico (PDTS)?
6)  Se è presente un PDTS, identificare e elencare i tratti/
domini che caratterizzano il soggetto e valutare la
gravità della compromissione.
7)  Se, in presenza di un PDTS, si desidera stilare un
profilo di personalità dettagliato e utile per la
formulazione del caso clinico e si proceda con la
valutazione dei sottodomini.
8)  In assenza sia di un tipo specifico disturbo di
personalità sia di un disturbo di personalità tratto
specifico (PDTS), valutare la presenza dei tratti/domini
specifici e dei relativi sottodomini qualora fossero utili
nella formulazione del caso clinico.
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Il DSM V
Scala di valutazione dei sintomi trasversali di Livello 1
(adultià 23 domande su 13 domini; bambinià 25 domande su 12 domini)
Scala di valutazione dei sintomi trasversali di Livello 2
Personality Inventory
L’intervista per l’inquadramento culturale (IIC)
World Health Organization Disability Assessment
Schedule 2.0 (WHODAS 2.0)
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