Disturbo d`ansia generalizzato: sintomi e terapia

Disturbo d’ansia generalizzato: sintomi e terapia
L’ansia generalizzata è una nevrosi, di origine psichiatrica, che si manifesta soprattutto negli individui
giovani. Si caratterizza con angosce ricorrenti e ossessioni e viene curata facendo ricorso alla psicoterapia
associata a dei medicinali.
1. Definizione
2. Ansia
3. Statistiche
4. Cause
5. Sintomi
6. Diagnosi
7. Trattamento
Definizione
I disturbi d’ansia generalizzata fanno parte della vecchia classificazione delle nevrosi di angoscia. Molto
spesso presenti nei giovani e nelle donne, si tratta di manifestazioni di angosce permanenti e di inquietudini
difficilmente controllabili. Generalmente, questo disturbo abbastanza diffuso colpisce circa il 2% della
popolazione.
Ansia
L’ansia è un disturbo dell’umore che si caratterizza con un’apprensione eccessiva e non motivata da parte
di un soggetto. Avere un temperamento ansioso tuttavia non rimanda direttamente ad una forma di
malattia, il fenomeno infatti è molto comune negli esseri umani e presenta talvolta perfino qualche
vantaggio. Prima di tutto, la persona ansiosa ha la costante preoccupazione di far bene le cose e ha paura
di determinate situazioni che possano condurre ad un insuccesso. Il secondo vantaggio riguarda la vita
sociale: l’ansia infatti gioca un ruolo inibitore delle nostre pulsazioni egoiste e ci obbliga a riflettere bene sui
nostri doveri, respingendo quindi la sensazione di gratificazione immediata. Il terzo vantaggio concerne il
rapporto con la novità: in una situazione sconosciuta o eccezionale (shock, conflitti, crisi, nuove decisioni) è
meglio pensare due volte prima di prendere una decisione. L’ansia permette di attivare l’attenzione e la
sorveglianza, quindi di adattarci al meglio alle situazioni pericolose e di incertezza. L’ansia diventa
patologica quando persiste malgrado la sparizione della situazione che l’ha innescata o quando si attiva un
sistema di allerta senza che vi sia alcun pericolo per il soggetto. Quando i disturbi d’ansia si mescolano alla
vita quotidiana, possono costituire un vero e proprio problema. I pazienti che ne soffrono hanno dei
ragionamenti tortuosi e travagliati che li conducono a credere che ogni cosa andrà per il verso storto.
Statistiche
Il disturbo d’ansia generalizzato non è raro: nell’arco di un anno la sua prevalenza si stima essere tra il 3 e
il 4% mentre su una vita essa aumenta tra il 5 ed il 7%. Alcune forme specifiche di ansia sono ancora molto
diffuse: le fobie specifiche sono presenti in circa l’11% della popolazione e la fobia sociale nel 13%. Le
donne sono complessivamente più colpite rispetto agli uomini: i dati ci dicono infatti che vi è un’incidenza
che va dal 55 al 65% a seconda dei paesi.
Cause
I specialisti non sono riusciti a determinare delle cause particolari legate a questo tipo di disturbo. Come
molte malattie psichiche, la sua apparizione sarebbe il risultato di un insieme di fattori: predisposizione
genetica, eventi familiari traumatici o shock sarebbero degli elementi che alimenterebbero l’ansia nel
paziente.
Sintomi
Il disturbo d’ansia generalizzato possiede numerose manifestazioni: ansia di fondo permanente;
apprensione esagerata; sensazione di non saper controllare le proprie preoccupazioni; stanchezza e
disturbi del sonno; muscoli tesi, talvolta dolorosi; concentrazione difficile; agitazione, sovraeccitazione;
tendenza ad innervosirsi facilmente; dolori e spasmi al ventre; dolori muscolari; palpitazioni, tremori; mani
sudate; vertigini, mal di testa; diarrea e costipazioni; sensazione di soffocamento; talvolta un’associazione
con altri disturbi ansiosi come l’esistenza di attacchi di panico (apparizione improvvisa di uno stato d’ansia
maggiore che sparische rapidamente). Paura di morire, di ammalarsi, di non riuscire o paura ingiustificata
di un attentato o di catastrofi naturali: l'ansioso è un eterno angosciato. Qui di seguito una lista di esempi di
ragionamenti legati all’ansia: pensare che accade sempre tutto a noi; tendenza a voler troppo controllare
tutto senza lasciare spazio agli imprevisti; tirare delle conclusioni senza alcuna prova; concentrarsi su un
dettaglio lasciando perdere il contesto generale; generalizzare a partire da un solo caso; esagerare le
conseguenze di un fatto; fare delle associazioni errate tra le cose.
Diagnosi
Per stabilire la diagnosi, il medico dovrà effettuare dei test che permettano di eliminare ogni causa fisica
reale. Bisogna che l’ansia sia permanente e raggiunga dei picchi d'angoscia per essere definita come una
malattia. La diagnosi si basa grazie ad un colloquio col paziente che presenti dei sintomi ansiosi. Nel caso
dei disturbi ansiosi generalizzati, questi disturbi impediscono alla persona di occuparsi normalmente delle
proprie faccende quotidiane e durano per qualche mese.
Trattamento
Gli elementi fonti di angoscia devono essere evitati al massimo. Possono essere presi in considerazione
alcuni consigli, come lo smettere di fumare, di bere alcol e di diminuire il consumo di caffè impegnandosi di
un’attività fisica regolare. Un tipo di terapia, detta cognitivo-comportamentale, riscontra dei buoni esiti. Essa
viene spesso accompagnata dall’assunzione di medicinali contro l’angoscia o ansiolitici, talvolta perfino
degli antidepressivi. Imparare a riconoscere le fonti di angoscia e calmare le loro manifestazioni, fa parte
della cura. Gli altri trattamenti che possono risultare molto efficaci sono il metodo di rilassamento, la
psicoterapia di sostegno (con l’ascolto e la sdrammatizzazione) e la psicoterapia, psicanalitica o di gruppo.
Qualche esercizio di rilassamento, di respirazione e la pratica regolare di un’attività fisica possono aiutare a
dissipare l’inquietudine permanente. Generalmente, il trattamento dell’ansia comporta una terapia
medicamentosa. Quest’ultima si realizza in due tempi: prescrizione degli ansiolitici in un primo momento
per ridurre le manifestazioni fisiche legate all’ansia, la cui efficacia si misura a breve termine; prescrizione
di antidepressivi in un trattamento di fondo, senza tuttavia che ciò sia obbligatorio. Da notare che
l’assunzione di medicinali deve essere assolutamente accompagnata da una psicoterapia, senza di essa
infatti l’efficacia di questi farmaci sarebbe solo relativa.
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