Il disturbo d'ansia generalizzato
è incluso nella categoria diagnostica (secondo DSM-IV) dei disturbi
d'ansia, i quali rappresentano uno dei gruppi di disturbi
psichiatrici più comuni.
Tale disturbo è caratterizzato dalla presenza di sintomi d'ansia
difficili da controllare che esordiscono in maniera insidiosa
e si protraggono nel tempo. I pazienti affetti da disturbo d'ansia
generalizzato appaiono cronicamente ansiosi ed eccessivamente
preoccupati riguardo ai comuni eventi di vita.
Attendono apprensivamente il manifestarsi di un evento negativo
il quale avrebbe una possibilità, seppure remota, di presentarsi.
La preoccupazione si associa a manifestazioni somatiche,
tra le quali le maggiormente rappresentate sono quelle a carico
dell'apparato gastroenterico.
Il disturbo colpisce maggiormente le donne rispetto agli
uomini (rapporto 2:1), con un'età media di esordio collocata
tra i 16 e i 30 anni, anche se la maggior parte dei pazienti riferisce
di essere stata ansiosa sin dall'infanzia.
La modalità insidiosa dell'esordio e l'intensità moderata dei sintomi
fanno sì che i pazienti affetti da disturbo d'ansia generalizzato
si rechino in prima battuta dal medico di medicina generale
riportando lamentele fisiche, successivamente da un internista
e, solamente in seguito, da uno psichiatra.
Il clinico deve raccogliere una dettagliata anamnesi medica
ed effettuare un accurato esame obiettivo accompagnato da analisi
di laboratorio, elettrocardiogramma e ulteriori eventuali
accertamenti. La diagnosi di disturbo d'ansia generalizzato
viene presa in considerazione quando è stata esclusa la presenza
di una patologia medica.
Il trattamento del disturbo d'ansia generalizzato si avvale
dell'integrazione della terapia farmacologica e psicologica
(di indirizzo cognitivo-comportamentale).
L'utilizzo delle benzodiazepine va limitato a causa dell'alto rischio di
insorgenza di tolleranza e dipendenza.