CAPITOLO 23 L’illuminismo Con il termine Illuminismo si intende oggi quel movimento di pensiero, sviluppatosi in Europa nella seconda metà del Settecento, che si propone di lottare contro tutti i residui irrazionali politici e sociali, contro l’ignoranza, i pregiudizi e le superstizioni. L’arma assunta per questa lotta è la ragione; gli illuministi sono convinti del fatto che basti diffondere dei principi razionali, i cosiddetti lumi, per eliminare via tutto il vecchio mondo materiale e spirituale che opprime gli uomini e li rende infelici. Il termine illuminismo deriva infatti da questa immagine di luce che doveva scacciare le tenebre dell’ignoranza e del pregiudizio. Secondo gli illuministi bisogna sottoporre all’esame libero e critico della ragione tutte le manifestazione della realtà e accettarle o respingerle a seconde che esse reggano o meno a tale esame. Ilpiù grande filosofo di questa età: Immanul Kant nella prima edizione della Critica della ragion pura dice che Tutto deve sottoporsi alla critica. La ragione comincia ad essere considerata come metro assoluto di giudizio, ma comincia anche ad essere concepita come la facoltà capace di raggiungere la verità in ogni campo con le sue sole forze, senza la guida di alcuna autorità. Infatti, alla domanda che cosa è l’illuminismo, lo stesso Kant risponde che esso è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità, ossia dell’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Gli illuministi guardano al passato, soprattutto al medioevo, come ad una lunga serie di errori e ne sottopongono a critica tutti gli istituti. Dall’altro lato sono convinti che la loro età segni una svolta fondamentale nella storia, perché darà inizio ad un mondo nuovo e migliore, conforme al modello della ragione. La loro è pertanto una visione ottimistica che porta ad un’orgogliosa coscienza delle proprie forze. Dalla convinzione che la ragione sia presente in tutti gli uomini, gli illuministi si aprono verso ogni civiltà e sono disposti ad accettare l’altro nella sua diversità. Questo atteggiamento prende il nome di cosmopolitismo: l’uomo razionale è cittadino del mondo e le barriere nazionali sono convenzioni, che vanno superate mediante la volontà di conoscere ciò che è diverso. A questo atteggiamento è legato il filantropismo, ossia la disponibilità ad amare e a soccorrere gli altri uomini. Da qui scaturisce anche lo spirito di tolleranza verso gli altri, verso le loro opinioni e posizioni. Deriva da qui, infine il rifiuto del dogmatismo e del fanatismo. Vi è anche lo sperimentalismo: la concezione che fonda la scienza esclusivamente sul metodo sperimentale. Si viene inoltre a sviluppare una concezione materialista: Il materialismo è la concezione filosofica per la quale l'unica cosa che può veramente essere è la materia; cioè che fondamentalmente, tutte le cose hanno una natura materiale. Tuttavia, per se il materialismo non dice niente su come la sostanza materiale dovrebbe essere caratterizzata. Inoltre il sensismo sostiene che la conoscenza sia la sensazione stessa e che la realtà sia costituita dall'oggetto della sensazione. Gli illuministi rifiutano ogni religione fondata solo sulla fede. La religiosità deve scaturire da un convincimento razionale: l’idea della divinità si manifesta alla ragione dell’uomo, non alla sua fede il Dio sarà inteso solo come un ordine supremo regolatore del mondo (deismo). L’obbiettivo degli illuministi è la felicità, mentre per gli uomini del medioevo è la salvezza. Cambia la visione della vita Il posto centrale occupato dalla ragione non dà luogo ad un razionalismo (tutto è sottoposto all’esame della ragione) arido e astratto. Il sentimento comincia ad essere privilegiato ed il razionalismo viene corretto dal sensismo che induce ad un’attenta considerazione di tutte le manifestazioni della sensibilità. Tra sentimenti e ragione gli illuministi non vedono conflitto, ma equilibrio. La vita sentimentale deve venire guidata e regolata dalla ragione. Le radici culturali del movimento sono da ricercare in Copernico, Galilei, Bacone, Newton, Cartesio e nel pensiero empirista inglese. L’illuminismo si sviluppa in un primo periodo soprattutto in Francia, ma gli stessi intellettuali francesi guardano con ammirazione all’Inghilterra borghese. Il movimento illuminista è infatti espressione della classe emergente che si viene sempre più affermando in Europa nel settecento, la borghesia, che aspira a divenire la classe dirigente. Ciò non vuol dire che tutti gli intellettuali del periodi siano borghesi, spesso anzi sono aristocratici di nascita, che si offrono comunque come portavoce della visione e delle esigenze di quella classe. La nuova classe emergente per affermarsi deve disgregare le vecchie strutture monarchiche e per trasformare il mondo deve porre la propria fiducia della ragione. In effetti la cultura illuministica è la premessa ideologica della Rivoluzione francese. Tuttavia gli illuministi non prevedevano che le proprie idee avrebbero portato ad uno sconvolgimento così violento: essi auspicavano il trionfo della ragione per via pacifica ed indolore. Per questo la Rivoluzione costituì un trauma per gli intellettuali dell’epoca. La rivoluzione francese infatti manda in crisi i principi dell’illuminismo La lotta condotta dagli illuministi in questo periodo incide molto sulla fisionomia della letteratura di questo periodo. Si rifiuta la letteratura oziosa e si afferma l’esigenza di una cultura utile che si offra come veicolo di diffusione dei lumi e come strumento di divulgazione, tutto deve essere utile alla gente e deve trattare una materia che possa constatare che il mondo che ci circonda è perfetto. Siccome l’essere umano è finito è imperfetto, non può aver creato la natura. Ciò ci induce a pensare che esista un entità superiore che però non viene identificato con il Dio cristiano.Per questo l’opera che meglio riassume in sé lo spirito illuministico è l’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert che si propone come summa del sapere razionale e scientifico moderno. Nella letteratura di questo periodo prevale dunque un linguaggio limpido, spigliato, immediato ed adatto a propagare i nuovi lumi anche presso un pubblico di non letterati. Si affermano anche generi letterari nuovi, come il saggio, l’articolo di giornale ed il romanzo. Anche il teatro diviene il veicolo delle nuove idee. In Francia vi è l’assolutismo, abbiamo quindi una monarchia per diritto divino. In Italia, la situazione è ben diversa, qui si sviluppa un dispotismo illuminato. I despoti illuminati erano monarchi che si distinguevano dai precedenti nel modo in cui governavano. I monarchi illuminati governavano in base ai principi dell'Illuminismo. Questo significa che i monarchi governavano con lo scopo di badare allo sviluppo di tutti i loro sudditi, non solo per compiacere la nobiltà. Ciò naturalmente veniva compiuto per impedire le rivoluzioni popolari. Il dispotismo ha portato avanti una politica anti clericale, svecchiava l’aristocrazia e faceva riforme. Ciò avvenne anche nei paesi europei come la Russia, la Prussia e l’Austria © Federico Ferranti www.quartof.com