Bulgaria - Caritas Ambrosiana

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Bulgaria
La mensa dell’amicizia
Costruzione di una sala per la mensa e per le attività sociali
Luogo:
Malchica, parrocchia Di S. Anna – diocesi di Nicopole
Destinatari: Fasce deboli della popolazione locale
Obiettivi generali: Sviluppare attività sociali e culturali a favore di giovani e bambini abbandonati,
sostenere nei bisogni primari i poveri e gli anziani, Valorizzare il volontariato locale
Contesto:
Il Comune non ha rinnovato alla parrocchia la possibilità di uso dei locali per lo
svolgimento delle attività sociali e religiose a favore della popolazione bisognosa. Le poche stanze
attualmente agibili sono del tutto insufficienti per dare continuità al lavoro sino ad oggi svolto dalla
chiesa locale in collaborazione con la Caritas di Malchica. La povertà e la disoccupazione sono fenomeni
diffusi in tutto il paese. La parrocchia nello svolgimento delle sue attività in ambito sociale e religioso può
contare su scarse risorse locali e sulla collaborazione di volontari.
Interventi: Il progetto di ristrutturazione del garage parrocchiale prevede la costruzione di una cucina
per la mensa dei poveri e di una sala per i volontari da utilizzare per lo svolgimento delle attività sociali,
culturali e caritative destinate alla popolazione dell’intero paese, con attenzione soprattutto alle fasce più
deboli.
Importo progetto: 25.000 euro
PER INFORMAZIONI E DOCUMENTAZIONE
Caritas Ambrosiana - Area Internazionale
Via S. Bernardino, 4 - 20122 Milano
Tel. 02.76037.271/324
[email protected]
www.caritas.it
BULGARIA
DATI GENERALI
Bulgaria
Italia
Nome ufficiale
Narodna Republika Bulgarija
Repubblica Italiana
Ordinamento dello Stato
Democrazia parlamentare
Repubblica parlamentare
Superficie (kmq)
110.910
301.340
Popolazione
7.262.675
58.173.356
Capitale
Sofia
Roma
Moneta
Leva
Euro
Lingua
Bulgaro 84.5%, Turco 9.6%, Rom 4.1%,
altre 1.8%
Italiano
Religione
Ortodossi bulgari 82,6; Islamici 12,2%;
altre 5,2%
Cattolica 90%, altre 10%
Gruppi etnici
Bulgari 83,9%; Turchi 9,4%, Rom 4,7%;
altri 2,0%
Italiani 94%, altri 6%
INDICATORI SOCIO-ECONOMICI
Bulgaria
Italia
Indice di sviluppo umano
0,824
0,945
Classifica Indice di sviluppo umano
(su 177 paesi)
56
19
% di popolazione che vive al di sotto
della soglia di povertà
(meno di 1$ al giorno)
2,0
0
Aiuti ufficiali allo sviluppo ricevuti
($ pro capite)
80,0
0
PIL ($ pro capite)
8.078
28.529
Crescita annua del PIL (%)
0,7
0,7
Debito estero (% del RNL)
62,3
-
Tasso di inflazione (%)
7,8
3,6
Tasso di disoccupazione (%)
10,1
6,8
Importazioni (% del PIL)
85
30
Esportazioni (% del PIL)
63
29
Spesa educativa (% del PIL)
4,2
4,7
Iscritti scuola primaria (%)
95
99
Iscritti scuola secondaria (%)
88
92
Iscritti università (%)
41
59
Analfabetismo (%)
1,8
1,6
Spesa per la Sanità ($ pro capite)
671
2.414
Medici (per 100.000 abitanti)
344
606
Spesa militare (% del PIL)
2,4
1,9
Forze armate
102.000; 34.000 paramilitari
216.800; 111.800 paramilitari
Importazioni di armi convenzionali
(milioni di $)
158
697
Esportazioni di armi convenzionali
(milioni di $)
0
860
Energia (consumo pro-capite di kg
petrolio equivalente)
2,688
3,140
INDICATORI SOCIO CULTURALI
Bulgaria
Italia
Popolazione Urbana (%)
71
68
Crescita annua popolazione (%)
-0,8
0,2
Mortalità infantile (su 1.000 nati vivi)
18
5
Speranza di vita alla nascita (anni)
73
80,2
Quotidiani (copie ogni mille abitanti)
172
109
Radio (ogni mille abitanti)
543
878
Televisori (ogni mille abitanti)
453
494
Internet (accesso ogni mille abitanti)
206
478
Linee telefoniche (ogni mille abitanti)
321
427
Rifugiati (per paese d’origine)
4.000
62
Aeroporti con pista pavimentata
127
101
Ferrovie (km)
4.294
19.460
Totale rete stradale (km)
40.231
487.700
Rete stradale pavimentata (km)
39.587
487.700
Bulgaria (nome ufficiale Republika Bălgarija, Repubblica Bulgara), stato dell’Europa sudorientale
situato nella sezione orientale della penisola balcanica, confina a nord con la Romania, a ovest con la
Serbia e la Repubblica di Macedonia, a sud con la Turchia e la Grecia e si affaccia a est sul Mar Nero.
La superficie totale è di 110.910 km² ed il paese ha un’estensione costiera di 354 km. La capitale è
Sofia.
Il territorio può essere suddiviso in tre regioni fisiche: la pianura del Danubio, la catena montuosa
dei Balcani e il massiccio dei Rodopi.
Estesa nell’estremo nord del paese, la pianura danubiana, estremamente fertile, occupa circa un
terzo del territorio bulgaro. Fra il basso corso del Danubio e il Mar Nero si estende la pianura fertile
della Dobrugia. Gran parte della restante superficie territoriale è montuosa o collinare. Due sono le
catene montuose che attraversano il paese da ovest a est: nel nord la catena dei Balcani che si
estende dalla Serbia al Mar Nero e digrada verso la pianura del Danubio; nel sud i monti Rodopi,
vasto massiccio irregolare che segna il confine con la Grecia.
Il Danubio segna il confine con la Romania e raccoglie in Bulgaria le acque di numerosi affluenti.
Il clima è continentale; nella regione dei Balcani le estati sono più calde e gli inverni molto più rigidi
e ventosi rispetto agli altri paesi europei posti alla stessa latitudine. Solo nelle vallate a sud-ovest
del massiccio dei Rodopi prevale un clima di tipo mediterraneo, con estati calde e secche e inverni
miti e umidi.
La vegetazione di circa un terzo del territorio bulgaro è formata da foreste, perlopiù di conifere, in
particolar modo nella catena dei Balcani. Sul massiccio dei Rodopi crescono anche faggi e querce. La
fauna selvatica (orso, lupo, volpe, alce, gatto selvatico) popola le zone montuose del paese.
L’elevato livello di emissioni industriali e dei gas di scarico delle automobili è responsabile del forte
inquinamento atmosferico che è la principale causa del fenomeno delle piogge acide. Le foreste
subiscono un forte degrado anche a causa dell’eccessivo sfruttamento per la pastorizia. Di rilievo
anche l’inquinamento delle acque: gran parte dei principali fiumi sono inquinati e l’inquinamento
marino lungo le coste del Mar Nero rischia di diventare una seria minaccia per il turismo dell’area. A
partire dagli anni Novanta l’Unione Europea ha fornito alla Bulgaria aiuti finanziari volti a favorire la
conservazione ambientale. Il paese include nove World Heritage Site, tra cui il Monastero di Rila e il
Parco nazionale Pirin, il più grande del paese. Nel nord si trova il Parco nazionale Rusenski Lom.
Il governo bulgaro ha sottoscritto accordi internazionali sull’ambiente concernenti l’inquinamento
atmosferico, la biodiversità, i cambiamenti del clima, le specie a rischio di estinzione, le scorie
radioattive, l’abolizione dei test nucleari, la protezione dell’ozonosfera e le zone umide.
La popolazione della Bulgaria è di 7.262.675 abitanti con una densità media di 66 persone per
km². I bulgari costituiscono l’83,9% della popolazione, mentre i turchi rappresentano la principale
minoranza etnica presente nel paese (9,4%). Esistono inoltre minoranze di rom (4,7%), macedoni,
armeni, greci e russi (2,0%). Dal 1990 a oggi il paese ha registrato un incremento demografico
negativo (-0,8% nel 2008), dovuto sia ai recenti rivolgimenti politici, economici e sociali sia alla
massiccia emigrazione della minoranza turca, vittima dalla fine degli anni Ottanta di discriminazioni
da parte delle autorità bulgare.
La lingua ufficiale è il bulgaro. Dopo diversi anni di una controversia politico-linguistica tra la
Bulgaria e la Repubblica ex Iugoslava di Macedonia, la Bulgaria ha riconosciuto nel febbraio 1999 la
lingua macedone, precedentemente considerata una semplice variante del bulgaro.
La fine delle restrizioni imposte dal governo comunista ha permesso a gran parte della popolazione
di accostarsi alla religione. Attualmente l’82,6% della popolazione è seguace della Chiesa ortodossa
bulgara; sono inoltre presenti minoranze di musulmani (12,2%, prevalentemente turchi), cattolici
romani, protestanti ed ebrei.
L’istruzione primaria è gratuita e obbligatoria dai sette ai quindici anni di età. L’insegnamento
secondario privilegia gli istituti tecnici e professionali, che preparano prevalentemente personale
specializzato nei diversi comparti dell’industria. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è
pari al 98,2%. Il paese conta una trentina di istituti di istruzione superiore, tra i quali l’Università di
Sofia, l’Accademia bulgara di Scienze e l’Accademia di Medicina, sempre nella capitale.
La Bulgaria, dove significative furono le influenze bizantine, greche e russe, fu il centro principale
della cultura slava per tutto il X e l’XI secolo. L’espressione principale di questa ricchezza culturale è
rappresentata dalla letteratura bulgara.
Particolarmente rilevanti dal punto di vista architettonico sono i monasteri e le chiese: la più antica
fra queste è quella di San Giorgio, a Sofia, costruita sulle basi di un tempio pagano.
In campo musicale molto significative sono la tradizione popolare e quella religiosa, legata alla
Chiesa ortodossa, in particolare per quanto riguarda i canti, accompagnati da strumenti tipici come
la gaida (una sorta di zampogna), il kaval (flauto dritto di legno), la gadulka (simile al violino).
Paese essenzialmente agricolo fino al 1947, la Bulgaria fu rapidamente industrializzata durante il
regime comunista, che provvide a nazionalizzare tutti i mezzi di produzione. Solo dopo il crollo del
sistema pianificato sovietico il governo bulgaro ha emanato una serie di provvedimenti economici
riguardanti la privatizzazione delle industrie e la liberalizzazione dei prezzi, provvedimenti che dal
1992 hanno portato gradualmente il paese ad attuare un’economia di mercato.
Con la fine del sistema della collettivizzazione (1992) il governo bulgaro ha restituito agli agricoltori i
terreni coltivabili precedentemente appartenenti alle fattorie statali. Le principali colture sono
frumento, mais e tabacco. Discreti sono i quantitativi di segale, orzo, avena, cotone, uva, pomodori,
patate, barbabietole da zucchero e cavoli. Di antica tradizione è la coltivazione delle rose, esportate
in tutto l’Occidente. L’allevamento di ovini e caprini, diffuso anche grazie alla vasta estensione dei
pascoli, favorisce la produzione di generi lattiero-caseari.
Di un certo rilievo per l’economia sono inoltre lo sfruttamento delle risorse forestali e la pesca.
Modeste sono le risorse minerarie. La principale di queste è il carbone, di cui più della metà viene
utilizzato a scopi industriali; sono presenti giacimenti di petrolio e vengono inoltre estratti rame,
zinco, piombo, manganese, gas naturale e ferro.
Oltre ai tradizionali settori dell’industria della profumeria (la Bulgaria è uno dei primi produttori al
mondo di distillato di essenza di rose) e tessile, hanno conosciuto notevole sviluppo le industrie
chimica, alimentare, siderurgica, metallurgica, meccanica e calzaturiera, nonché la lavorazione del
tabacco. Per decenni asse portante dell’industria bulgara è stata l’industria pesante, ancora oggi
trainante. Attualmente in fase di sviluppo sono il settore della progettazione, costruzione e
assemblaggio di apparecchiature elettriche e quello della raffinazione dei minerali grezzi. In
sostanziale crescita anche la produzione di materiali da costruzione.
Nel commercio i principali partner sono i paesi in precedenza uniti nell’ex Unione Sovietica e quelli
dell’Unione Europea (con al primo posto la Germania), verso cui vengono esportati macchinari
agricoli, generi alimentari, tabacco, metalli non ferrosi, ferro, cuoio e tessuti. Le importazioni
riguardano soprattutto petrolio, gas naturale, mezzi di trasporto, acciaio, cellulosa e legname.
Il sistema dei trasporti si avvale di 4.294 km di rete ferroviaria e di 40.231 km di rete stradale
(dei quali il 99% è asfaltato). Fondamentale via di comunicazione è il Danubio, lungo il quale si
svolge gran parte del traffico merci e passeggeri. Il traffico è rilevante anche nel Mar Nero, i cui porti
principali sono Varna, Burgas e Nessebar. Le stazioni balneari del litorale bulgaro sono meta di un
numero sempre crescente di turisti. In espansione sono i servizi aerei, forniti dalla compagnia di
bandiera Balkan Bulgarian Airlines, che assicura i collegamenti interni e internazionali.
La storia
Indipendente dal 1908 dopo il lungo dominio ottomano, la Bulgaria è stata sottoposta in seguito a
vari regimi dittatoriali, di cui l’ultimo, quello comunista, è crollato nel 1989.
Nel 1991 è stata approvata la nuova Costituzione che ha dato vita a una repubblica parlamentare.
Con le elezioni del giugno 2001 si è affacciata sulla scena politica una nuova formazione politica
creata dall’ex re Simeone II, rientrato in patria dopo un lunghissimo esilio. Il Movimento nazionale
Simeone II, partito dallo spiccato carattere populista, riuscì a imporsi sulle due forze che avevano
retto il paese dalla caduta del regime comunista, mancando per un solo seggio la maggioranza
assoluta del Parlamento. La situazione politica del paese restò tuttavia instabile. Pochi mesi dopo
l’insediamento del governo, la protesta riempì le strade della capitale Sofia e, per la prima volta
dalla caduta del regime comunista, i socialisti conquistarono la presidenza con Georgi Parvanov.
Invitata a entrare nella NATO nel 2002, l’anno successivo la Bulgaria sostenne l’offensiva angloamericana in Iraq con un piccolo contingente di 400 uomini. Nel marzo 2004, con una cerimonia alla
Casa Bianca, il paese è entrato ufficialmente nell’Alleanza atlantica.
Nell’ottobre del 2006 Parvanov è riconfermato alla presidenza.
Il 1° gennaio 2007 la Bulgaria è entrata nell’Unione Europea.
FONTI:
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Guida del Mondo 2007/2008 Il mondo visto dal Sud, EMI
CIA= The world factbook https://www.cia.gov/cia/publications/factbook/index.html
HDR= Human Development Report 2007/2008 http://undp.bg
WB= World Bank-World Development Indicators 2009 http://www.worldbank.org
WHO = World Health Organization= http://who.int/countries/en
Bulgaria, Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2009 http://it.encarta.msn.com © 1997-2009 Microsoft Corporation.
Deistituzionalizzazione
a cura di Irene Baldissarri, Fabio Bonin e Sergio Malacrida – Area Internazionale Caritas Ambrosiana
1. Internat e deistituzionalizzazione
In ambito sociale, un aspetto molto importante della vita del paese in questo momento è la
deistituzionalizzazione, ovvero la riforma del sistema degli “internat” (orfanatrofi, scuole per persone
con bisogni particolari, centri per disabili …). Gli internat sono considerati come idea (isolare
l’individuo) e come ambiente (edifici cadenti, popolati oltre la capienza, con pochi operatori spesso
non qualificati e violenti) assolutamente contrari alla convenzione sul rispetto dei diritti umani. In
questo senso la sessione bulgara dell’Helsinki Comitee ha prodotto una consistente serie di libri e
articoli scaricabili on-line dal sito dell’organizzazione.
L’Unione europea, con il programma PHARE, sta mettendo a disposizione molti fondi per la
deistituzionalizzazione e conformemente con il corso privatistico preso dall’assistenza sociale bulgara
saranno le ONG, locali ed internazionali, a creare il nuovo sistema di integrazione e aiuto alle
persone con esigenze particolari.
2. Deistituzionalizzazione e situazione dell’infanzia
Il sistema degli internat, per quanto riguarda l’infanzia, ha portato la Bulgaria ad avere uno o più
istituti per orfani in ogni comune. Attualmente i bambini “istituzionalizzati” sono circa 15.000, il
fenomeno registra un trend discendente, ma alla diminuzione dei bambini istituzionalizzati non
corrisponde una soluzione reale del problema dal momento che non si registra un movimento
altrettanto crescente di adozioni e affidi. Uno dei problemi è che solo una parte modesta dei bambini
in istituto sono adottabili perché per la maggior parte dei casi i genitori biologici non rinunciano alla
patria potestà e rivendicano figli, una volta inseriti in una nuova famiglia, per poi riabbandonarli o
restituirli all’istituto cosa che è un ostacolo giuridico insormontabile per l’adozione e un grosso
problema per l’affido. Un altro ostacolo è l’appartenenza dei bambini a minoranze etniche (turchi e
rom), che non sono accettate dalle potenziali famiglie adottive bulgare oltre che le complicazioni
burocratiche dell’adozione internazionale che prevede percorsi molto difficili per le aspiranti famiglie.
Il problema dell’abbandono infantile si rivela ancora di difficile soluzione e gli istituti sono per il
momento l’unico tetto in grado di ospitare molti minori bulgari.
Le condizioni variano molto a seconda della sensibilità personale di direttori ed operatori: alcuni
istituti hanno avviato percorsi di riforma e modernizzazione, altri rimangono legati a vecchi schemi e
aspettano solo una decisione ministeriale per chiudere i battenti dei vecchi e cadenti edifici. La
società civile inizia inoltre ad organizzarsi per prevenire il problema attraverso strutture che
garantiscano sostegno alle famiglie e ai bambini in situazioni di difficoltà, assicurando assistenza
psicologica e sociale, soccorso in caso di violenze famigliari, prevenzione dell’abbandono scolastico.
3. Deistituzionalizzazione e disabilità
Il sistema degli internat ha riguardato e riguarda anche il mondo dei disabili. I disabili, fisici o
mentali, sono stati a lungo segregati e allontanati dalla collettività in istituti di cura spesso situati in
zone inaccessibili e isolate del paese e costretti a vivere in condizioni che hanno causato
peggioramenti delle loro condizioni cliniche. Con l’integrazione europea pare che anche per i disabili
è giunto il momento di essere reintegrati nella società dei sani. Ma anni di segregazione non si
cancellano facilmente, la maggior parte degli edifici pubblici presenta barriere architettoniche che
impediscono l’accesso a scuole, ospedali, servizi pubblici.
E forse ancor più difficili da valicare sono i muri del pregiudizio e la paura che le comunità dei sani e
dei diversamente abili hanno l’una verso l’altra. Gli interventi al momento riguardano la creazione di
nuovi centri, non residenziali, più moderni e più rispettosi dei diritti umani, dove il contatto con la
società dei normali rimane comunque scarso. Fortunatamente esistono anche esperienze virtuose di
tentativo di integrazione, nelle scuole e nei luoghi di lavoro dove la risoluzione del problema
dell’accessibilità fisica degli edifici è accompagnato da un lavoro di educazione dei nuovi colleghi o
compagni di classe all’accoglienza del nuovo arrivato e all’abbattimento del pregiudizio.
Questione etnica
La retorica ufficiale bulgara, come anche i cittadini della Bulgaria, considerano il paese un modello di
tolleranza etnica. Tolleranza è la parola più adatta in quanto si tratta quasi di sopportazione, per lo
meno questa è la percezione. Il modello bulgaro di convivenza multietnica è basato sul
riconoscimento generalizzato dei diritti di cittadinanza bulgara a prescindere dalla provenienza
etnica, e questo è visto da molti non come riconoscimento di un diritto ma come concessione che i
Bulgari etnici fanno a chi non è etnicamente bulgaro. Le principali minoranze in Bulgaria sono quella
turca e quella rom, esistono le minoranze ebraica e armena ma non sono problematiche come le due
precedenti. Inoltre esiste una presunta minoranza macedone. La minoranza turca è la più
organizzata, ha un proprio partito politico il DSP (partito della democrazia e delle libertà - che
raccoglie i voti della maggior parte delle minoranze etniche), delle attività economiche e delle aree
in cui è maggioranza. Le tensioni con questa comunità stanno aumentando nell’ultimo periodo
soprattutto per effetto di ONG turche che si stanno impegnando in un ritorno all’ortodossia
musulmana dei turchi bulgari ormai laicizzati. La popolazione turca soprattutto in città è molto laica,
ma nei villaggi dei Rodopi fioriscono centri islamici e forti chiusure comunitarie. Anche nelle zone
dove i turchi sono maggioranza non è previsto l’insegnamento del turco neppure come lingua
straniera come nessun altro programma speciale di storia o cultura della Turchia o dei turchi in
Bulgaria. Le scuole coraniche hanno invece recentemente abbandonato la doppia lingua: chi vuole
essere educato alla fede islamica potrà farlo solo in turco, cosa che è stata poco apprezzata dai
bulgaro-musulmani, i pomatsi, bulgari-etnici che si sono convertiti all’epoca dell’occupazione
ottomana. Nelle aree abitate in maggioranza da turchi, dalla caduta del regime in poi la popolazione
bulgara è diminuita sia perché durante il regime molti erano costretti a vivere in queste zone a
causa di improbabili programmi di integrazione o “in punizione”, sia perché pare sia difficile per un
non-turco, anche con istruzione universitaria, trovare un buon posto di lavoro. Anche in città con
percentuali inferiori di popolazione turca pare, stando al vociferare del popolo, che il DSP sappia
piazzare i suoi in posti di lavoro importanti e ben pagati. Il forte senso di comunità e di
identificazione con il partito dei turchi non nasce nel nulla, l’ultimo tentativo di pulizia etnica nei loro
confronti, con scambi di popolazione programmati trai governi, risale agli anni ‘70. La comunità
turca in quel caso è stata molto danneggiata e ancora, per quanto la situazione sia al momento
stabile da molti anni, il senso di comunità e del doversi difendere è forte.
I rom sono la comunità da integrare e anche il capro espiatorio. Stando all’opinione comune, “sono
quelli a cui basta dare pochi leva per farli votare per chi si pare”; sono quelli “che vivono sulle spalle
dei servizi sociali”; “la causa del sottosviluppo e del tardivo ingresso della Bulgaria in Ue”; sono
quelli che danno una pessima immagine della Bulgaria all’estero. Sono anche la comunità da
integrare perché quelli con lo stile di vita più diverso e meno accettabile, oggetto di numerosi
programmi per l’integrazione, per la scolarizzazione, addetti alla nettezza urbana in numerose città
perché “anche loro devono lavorare”. Una comunità comunque parallela, di cui si sa poco, sempre
ospiti e mai cittadini, a volte protagonisti di qualche manifestazione culturale o multiculturale.
L’impressione è che siano semi sconosciuti, mal visti, politicamente utili per scaricare le colpe. Alcuni
rom sono comunque nel parlamento bulgaro e questo credo sia un segno positivo di consapevolezza
di appartenere ad un’unica comunità politica.
La presunta minoranza macedone è da qualche tempo al centro dell’attenzione, soprattutto dopo che
il riconoscimento di tale comunità è stato sottoposto alla votazione del parlamento europeo come
condizione di accesso all’UE. Il parlamento europeo ha votato contro il riconoscimento della
minoranza: solo 4 i voti fuori dal coro, i voti dei 4 europarlamentari verdi che hanno proposto
l’emendamento. Riconoscere la minoranza macedone è per i bulgari come negare la propria identità
etnica. La Macedonia è uno stato che esiste dal 1945, riconosciuto dal Maresciallo Tito allora
presidente della Jugoslavia, fino a prima della seconda guerra mondiale la Bulgaria o ha compreso la
Macedonia tra i suoi confini o l’ha considerata terra irredenta. Se in 50 anni di vita indipendente la
Macedonia ha sviluppato una propria specificità non si può dire che anche i Macedoni di Bulgaria,
solo per il fatto di parlare un dialetto simile al macedone abbiano acquistato il diritto a costituirsi
come minoranza.
La Bulgaria potrebbe tornare
sotto l’influenza russa
ANSA - BRUXELLES, 21 LUGLIO 2009
La corruzione e gli illeciti finanziari stanno piagando la Bulgaria in modo tale da farle rischiare
un'uscita dall'orbita europea e un ritorno sotto la sfera d'influenza della Russia: e' l'avvertimento
lanciato da un rapporto della Commissione Ue, che sarà presentato domani. Già lo scorso anno,
l'esecutivo europeo aveva sospeso circa 500 milioni di euro di aiuti alla Bulgaria, uno dei paesi più
poveri tra i 27, a causa della corruzione che infetta in particolare il sistema pubblico e l'apparato
statale. Da allora, 115 milioni di euro sono stati 'scongelati'. Nel rapporto di quest'anno, condotto da
un gruppo di esperti guidati dall'ex premier francese Dominique de Villepin, non si propongono
nuove sanzioni, ma si confermano le critiche per gli sforzi insufficienti delle autorità di Sofia e si
raccomanda di estendere il monitoraggio speciale della Ue anche oltre il 2009. Lo stesso giudizio
critico e' espresso per la Romania, ma le maggiori preoccupazioni maggiori sono per le prospettive
della Bulgaria. ''Gli sforzi assunti per costruire un apparato statale più forte, più moderno ed
efficiente potrebbero indebolirsi, e così pure la fiducia dei cittadini nello Stato'', avverte il rapporto.
''Alla fine, questa situazione potrebbe disfare i legami tra la Ue e la Bulgaria, causando una svolta
della Bulgaria verso la politica e gli interessi economici russi''. La Bulgaria e' entrata a fare parte
della Ue il primo gennaio del 2007. Il Pil pro capite bulgaro e' pari solo al 30% della media dell'UE e
la Bulgaria e' il paese europeo con i redditi più bassi tra i 27. Il via libera all'ingresso nella Ue e'
stato accompagnato alla decisione di Bruxelles di monitorare severamente il paese per quanto
riguarda le riforme della giustizia, la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, la
sicurezza dei generi alimentari e dei trasporti aerei. (ANSA).
Rapporto 2009
Amnesty International
Repubblica di Bulgaria
Capo di Stato: Georgi Parvanov
Capo di governo: Sergey Stanishev
Pena di morte: abolizionista per i reati ordinari
Sviluppi politici
Il rapporto della Commissione Europea sull'avanzamento pubblicato a luglio ha chiesto alla Bulgaria
di aumentare gli sforzi per combattere la corruzione e la criminalità, in seguito all'annessione della
stessa all'Ue. Facendo seguito a un precedente rapporto da parte dell'agenzia anti-frode dell'Ue,
l'OLAF, la Commissione ha condannato il cattivo uso di fondi dell'Ue e ha adottato sanzioni contro la
Bulgaria.
Richiedenti asilo e migranti
Rifugiati, richiedenti asilo e migranti hanno continuato a essere detenuti per mesi e persino anni in
attesa dell'espulsione. ONG nazionali hanno reiterato le loro preoccupazioni per il fatto che tali
detenzioni erano divenute prassi abituale, in violazione delle leggi secondo cui tali misure
dovrebbero essere adottate soltanto come ultima risorsa.
Ad aprile, richiedenti asilo iracheni hanno appiccato il fuoco al mobilio del Centro speciale si
sistemazione temporanea per gli stranieri (SCTAF) di Busmantsi, nei pressi della capitale Sofia,
come protesta contro il mutamento della politica di diminuzione del livello di protezione in Bulgaria
per i richiedenti asilo iracheni. L'UNHCR, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, aveva in
precedenza sollevato timori per questo mutamento, che le autorità hanno difeso, asserendo la
mancanza di spazio nei centri ricettivi. L'ONG Comitato Helsinki bulgaro (BHC) ha presentato ricorsi
in tribunale contro 40 decisioni di rigetto delle domande tra dicembre 2007 e marzo 2008.
Discriminazione - minoranze
- Minoranza rom
La comunità rom ha continuato a subire discriminazioni per mano di pubblici ufficiali e privati
cittadini. Il BHC ha denunciato casi di discriminazione nell'accesso agli alloggi, sgomberi forzati
compresi, e nell'accesso ai servizi pubblici.
A giugno, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia ha osservato che nonostante gli sforzi
del governo per assicurare parità di diritti per i bambini rom come il Piano d'azione nazionale sul
Decennio di inserimento dei rom, persistevano timori riguardo agli atteggiamenti negativi e i
pregiudizi dimostrati nei confronti dei rom da parte della popolazione generale, così come riguardo
alla situazione complessiva dei bambini delle minoranze, soprattutto rom. Il Comitato ha sottolineato
in special modo la discriminazione e le disparità come la segregazione nell'ambito dell'istruzione e la
disparità di accesso alle cure sanitarie, agli alloggi, all'occupazione e a uno standard di vita
adeguato.
- Minoranza macedone
A maggio, rappresentanti del partito OMO Ilinden PIRIN, che rappresenta la minoranza macedone in
Bulgaria, hanno denunciato una campagna di vessazioni e intimidazioni da parte di agenti di polizia
contro i sostenitori di una nuova domanda di registrazione del partito. Secondo le accuse avanzate
da quest'ultimo, i poliziotti hanno convocato i sostenitori per interrogarli presso le stazioni di polizia
senza un mandato scritto e hanno posto loro domande sul partito. La registrazione era stata negata
tre volte nel 2007 nonostante una sentenza della Corte europea dei diritti umani del 2005 e diversi
richiami da parte dell'UE.
- Minoranza turca
Ad aprile, il Tribunale della città di Sofia ha sentenziato che Volen Siderov, leader del partito di
estrema destra Ataka (Attacco), era colpevole per aver usato un linguaggio ostile e discriminatorio
contro la minoranza turca e per aver creato un'atmosfera di animosità nei loro confronti. Egli è stato
minacciato di essere multato ma ha ignorato la sentenza secondo cui avrebbe dovuto smetter di
usare quel tipo di linguaggio.
Diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender
A giugno si è tenuto il primo LGBT Pride in Bulgaria, organizzato a Sofia da Gemini,
un'organizzazione bulgara impegnata a favore dei diritti delle persone LGBT. Nel periodo che ha
preceduto l'evento, che è stato osteggiato da alcune autorità religiose e da gruppi di estrema destra,
è stato segnalato un aumento dei casi di intimidazione di persone LGBT in Bulgaria. Circa 150
manifestanti pacifici, uomini e donne, hanno marciato rischiando violenze da parte di contromanifestanti i quali hanno gettato pietre, bottiglie e ordigni Molotov. Più di 60 persone sono state
arrestate dalla polizia. Il primo ministro, pur riconoscendo il diritto di manifestare pacificamente, ha
espresso la sua personale opposizione alla marcia.
Tortura e altri maltrattamenti
A febbraio, il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa (CPT) ha pubblicato un
rapporto su una sua visita in Bulgaria nel settembre 2006 affermando che erano necessari maggiori
forzi per combattere il maltrattamento dei detenuti e per migliorare le strutture di detenzione.
http://www.amnesty.it/Rapporto-Annuale-2009/Bulgaria.html
BULGARIA
Riferimenti
Bibliografia
AA.VV., Storia religiosa di Serbia e Bulgari, Centro Ambrosiano, Milano 2008
Aslanian Dimitrina, Storia della Bulgaria dall'antichità ai giorni nostri, La Casa di Matriona, Milano
2007
R.J. Crampton, A Concise History of Bulgaria, Cambridge University Press, 1997
Piccardo Lara, L'Europa del nuovo millennio. Storia del quinto ampliamento (1989-2007), Clueb,
Bologna 2007
Articoli da periodici
Padrini a Sofia, Internazionale, n. 763, 26 settembre-2 ottobre 2008, pp. 42-45
Tanya Mangalakova. Francesco Martino, Dossier Bulgaria. La resa dei conti, Narcomafie, n. 5,
maggio 2008, pp. 20-36
Francesco Martino, Europei minori, Left, n. 3, 19 gennaio 2007, pp. 30-31
Sitografia
http://www.tavolinrete.net/tavolobulgaria/bulgaria.htm
http://www.unicef.org/infobycountry/bulgaria_background.html
http://www.who.int/countries/bgr/en/
http://www.osservatoriobalcani.org/area/bulgaria
http://www.bulgaria-italia.com/bg/news/frontpage.asp
http://www.bghelsinki.org
Filmografia
Hashove”(Esuli) di Aleksandar Morfov, 2009 - dramma storico; eroi della storia e dell’epoca
moderna, protagonisti della lotta per la libertà dei tempi passati o di oggi
Il mondo è grande e la salvezza sta in agguato dietro l’angolo di Stefan Komandarev , 2009 racconto autobiografico della vita di Troyanov che all’età di sei anni insieme ai suoi genitori fugge
dalla Bulgaria comunista e soffre le atrocità dei campi dei rifugiati per ritrovare se stesso lungo la
strada verso casa
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