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Titolo rubrica: Parliamone...
L’economia bulgara va a gonfie vele
e gli investimenti continuano a crescere
L’economia bulgara rende felici gli imprenditori italiani che a suo tempo hanno deciso di
investire in attività in quel Paese. Per il settimo anno consecutivo, infatti, il Pil ha avuto un
incremento a dire poco positivo visto che comunque stiamo parlando di una nazione
europea. Nel 2004, infatti, il Pil della Bulgaria è cresciuto del 5,5%, l’aumento più elevato
da quando è iniziata la transizione. E’ un buon risultato dal Pil è atteso anche per il 2005,
in quanto sembra che registrerà un 4,5%, un rallentamento moderato, legato al lento
aumento della capacità di spesa e all’apprezzamento della moneta locale, il lev, che
frenerà un po’ l’export.
La crescita industriale nel 2004 è stata stimata nel 6,3% senza che gli aumenti salariali
abbiano danneggiato la competitività delle imprese. La disoccupazione è scesa dal 17,7%
del 2002 all’11,9% previsto per il 2005. E questo dato rappresenta un record per le
statistiche bulgare. Lo stipendio mensile di un operaio specializzato è di 250 euro e in due
zone del Paese i profitti delle imprese non hanno tassazione.
C’è da tener presente che l’Italia è il maggiore importatore dalla Bulgaria e il terzo
esportatore.
La produzione industriale e le vendite nel 2004 hanno segnato in Bulgaria un aumento
rispettivamente del 22,3% e del 33,2%. L’inflazione a dicembre ha toccato il 4% rispetto a
dicembre del 2003.
Insomma, l’economia bulgara “tira”, tanto che le banche italiane sono disposte a
concedere 500 milioni di euro di finanziamenti alle imprese che vogliono investire in quel
Paese.
Nel 1991 l’export della Bulgaria verso l’Europa era il 20% e il 50% delle merci erano
dirette in Unione Sovietica. Ora quasi l’80% riguarda l’esportazione verso i Paesi europei
e con la sola Unione Europea interessa bel il 50%.
In Bulgaria oggi ci sono 190 imprese italiane insediate, soprattutto nei settori
agroalimentare, energetico, tessile e meccanico. E nel 2005 la Bulgaria proseguirà il
programma di privatizzazione. Al riguardo, sono circa 50 le società italiane in lista
d’attesa. In primo piano ci sarà soprattutto il settore dei trasporti: costruzione e
mantenimento di autostrade, modernizzazione di porti e aeroporti, trasporti fluviali. La
Bulgaria cercherà di finanziare queste opere attraverso il budget statale, i fondi strutturali
europei e i prestiti di istituzioni finanziarie e internazionali come la Banca europea degli
investimenti (Bei).
Anche sul fronte energetico la Bulgaria è più che mai attiva, essendo diventata un vero e
proprio crocevia internazionale. Recentemente è stato firmato un memorandum tra
Russia, Grecia e Bulgaria per la costruzione di un mega oleodotto, il quale offrirà una
soluzione alternativa al trasporto del petrolio russo attraverso il Bosforo e collegherà il
porto bulgaro di Borgas, sul mar Nero, al porto greco di Alexandropolis.
Alessandro Boso
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