Interferenti endocrini: valutazione e prevenzione dei possibili rischi per la salute umana Roma, ISS 15 ottobre 2008 Esposizione in utero a di-(2-etilesil) ftalato (DEHP) e marcatori di effetti epatici nel topo CD1 Stefano LORENZETTI 1 Roberta Tassinari 1, Gabriele Moracci 1, Vincenzo Lagatta 1, Antonella D’Ambrosio 1 Daniele Marcoccia 1, Marco Salvatore 2, Domenica Taruscio 2, Francesca MARANGHI 1 Istituto Superiore di Sanità Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria 1 Centro Nazionale Malattie Rare 2 Di-(2-etilesil) ftalato (DEHP) FTALATI DEHP - CAS no. 117-81- Esteri dell’acido ftalico usati come “plasticizzanti” 7 “makes plastic fantastic” (?) ¾ contaminante ubiquitario usato per rendere flessibili le plastiche a base di PVC, in cui è presente fino al 40% (in peso) ¾ utilizzato nella produzione di materiali di imballaggio (pellicole trasparenti incluse) e da costruzione (vernici incluse); nei giocattoli per l’infanzia; nei dispositivi medici (sacche per trasfusioni e dialisi; cateteri; tubi e sondini gastrici, respiratori, etc.); nei prodotti per la cura del corpo; etc… ¾ costituisce circa il 50% del totale degli ftalati prodotti e utilizzati (≈ 400.000 tons nel 2004) ¾ in via di sostituzione con altri composti meno tossici, quali il di-isononil ftalato (DINP) e il di-isodecil ftalato (DIDP) ¾ legato non covalentemente al PVC → rilasciato nei fluidi biologici e negli alimenti (p.es. latte e formaggi) con cui viene a contatto ¾ dal 1999 l’Unione Europea ne ha bandito l’uso nei giocattoli per i bambini DEHP: effetti biologici su animali adulti ¾ Interferente endocrino con effetti sul sistema riproduttivo (anti-androgeno ?) ¾ Embriotossico e teratogeno (a seguito di esposizione in gravidanza) ¾ Cancerogeno (fegato, rene) ¾ Induttore della proliferazione dei perossisomi (meccanismo proposto per la cancerogenesi, che però non èevidenziato nell’uomo) ¾ Interagisce con i recettori nucleari/fattori di trascrizione della famiglia dei PPAR (peroxisome proliferator- activated receptor : PPAR-α, PPAR-γ) ¾ Interagisce con altri recettori nucleari (p.es. Pregnane X Receptor, PXR) ¾ I recettori nucleari/fattori di trascrizione PPAR regolano il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati sia nel tessuto adiposo che nel fegato DEHP → attivazione PPAR-α → induzione della proliferazione dei perossisomi → cancerogenesi epatica OBIETTIVI DELLO STUDIO Studiare gli effetti a lungo termine del DEHP sul metabolismo energetico a seguito di esposizione in utero durante la fase di organogenesi ed istogenesi del fegato Verificare se l’esposizione in utero a DEHP rende i roditori suscettibili ad alterazioni metaboliche predisponenti l’insorgenza di tumori epatici IPOTESI: neonati da parti pre-termine – Reynolds, 2004 & McLaughlin, 2006 – ed esposizione a contaminanti ambientali in utero – Latini, 2006 – come (con)cause dei tumori epatici infantili Protocollo sperimentale esposizione in utero a DEHP ¾ Ceppo topo CD-1 ¾ Gruppi di trattamento • Controllo (CTRL) - solo veicolo (olio di oliva) • Di-etilesil-ftalato (DEHP) 25 - 25 mg/kg pc pro die [ LOEL per effetti endocrini a 3 generazioni sul ratto ] • Di-etilesil-ftalato (DEHP) 100 - 100 mg/kg pc die [ LOEL per effetti epatici nel topo, in studio di 2 anni ] ¾ Trattamento orale mediante gavaggio GD 11-19 (organogenesi del fegato nel topo dal GD 12-14 con differenziamento degli epatoblasti che continua fino al GD 18-20) ¾ Sacrifici: • PND21 [ svezzamento ] • PND35 [ fine della fase pre-puberale ] Generazione F0: Tossicità generale IN GRAVIDANZA Nessun segno di tossicità generale Riduzione del peso materno, non statisticamente significativa in entrambi i gruppi di trattamento (DEHP 25 e DEHP 100) Nessuna variazione nel consumo di mangime ALLATTAMENTO Nessun segno di tossicità generale e nessuna variazione del peso materno (PND 1-21) Nessuna variazione nel consumo di mangime Generazione F1: Tossicità generale ¾ Riduzione del peso medio della nidiata alla nascita senza variazioni nel peso dei singoli nati ¾ Riduzione della numerosità della nidiata con evidente incremento ponderale durante lo svezzamento 12 18,0 16,0 14,0 n° - grammi 12,0 CTRL C ONTROLLI 10,0 DEHP25 6 DEHP 25 8,0 DEHP100 DEHP 100 6,0 4,0 2,0 0 Velocità di crescita PND 1-21 1 0,0 numerosità della della nidiata Numerosità nidiata incremento ponderale Incremento ponderale 2 Generazione F1: Peso della progenie allo svezzamento (PND 21) Peso CD-1 maschi 16,00 14,00 10,00 C ONTROLLO 8,00 DEHP 25 DEHP 100 6,00 4,00 2,00 0,00 Pe so re lativ o fe gato CD-1 maschi 6,00 5,00 4,00 % GRAMMI 12,00 3,00 2,00 1,00 0,00 CONT ROLLO DHE P 25 DE HP 100 Generazione F1: Analisi istologica fegato topi CD-1 maschi (PND 21) Marcata vacuolizzazione citoplasmatica negli epatociti Nuclei picnotici epatocitari Infiltrazioni linfocitarie Zone di ematopoiesi Controlli 0/8 ----- 2/8 (25%) 0/8 ----- 2/8 (25%) DEHP 25 1/9 (11%) 7/9 (78%) 0/9 ----- 9/9 (100%) DEHP 100 4/9 (45%) 9/9 (100%) 2/9 (22%) 4/9 (45%) ¾ La vacuolizzazione citoplasmatica degli epatociti suggerisce un effetto di epatosteatosi ¾ L’aumento dei nuclei picnotici (DEHP 25 e 100) e delle infiltrazioni linfocitarie (DEHP100) rappresentano segni di tossicità epatica ¾ L’aumento dell’ematopoiesi (anche se in assenza di una chiara relazione dose-risposta) può essere riconducibile a: • Tossicità ematica e/o sul midollo osseo • Ritardo nella maturazione dell’organo (nei roditori, il fegato, mantiene la funzione ematopoietica nel periodo perinatale) Generazione F1: Analisi istologica fegato topi CD-1 maschi (PND 21) EPATOSTEATOSI Controllo (x100) (colorazione Ematossilina-Eosina) DEHP 100 (x100) EPATOSTEATOSI come indice di alterazioni metaboliche epatiche Steatosi epatica: indice di adipogenesi o anche di alterato metabolismo dei carboidrati ? Martinelli et al., 2006 Epatocita Epatocita Generazione F1: Analisi istologica fegato topi CD-1 maschi (PND 21) RIDUZIONE ACCUMULO DI GLICOGENO CTRL (x20) CTRL con diastasi CTRL (colorazione rosso magenta intensa) abbondanti accumuli di glicogeno nel citoplasma delle cellule epatiche DEHP 100 (colorazione rosso magenta poco intensa) solo poche cellule presentano accumuli di glicogeno colorazione P.A.S. (Periodic Acid Shiff) DEHP 100 Generazione F1: Analisi istologica fegato topi CD-1 maschi (PND 21) RIDUZIONE ACCUMULO DI GLICOGENO P.A.S. ++ P.A.S. + P.A.S. +/- P.A.S. − CTRL 4/8 (50%) 1/8 (12.5%) 2/8 (25%) 1/8 (12.5%) DEHP 25 1/7 (14%) 2/7 (29%) 1/7 (14%) 3/7 (43%) DEHP 100 0/10 2/10 (20%) 2/10 (20%) 6/10 (60%) ¾ Il mancato accumulo di glicogeno nei topi CD-1 trattati con DEHP ricorda quanto osservato nei topi igf2 KO (Lopez et al., 1999). ¾ Il metabolismo del glicogeno epatico è, nella fase embrionale, sotto il controllo di IGF2. Nei roditori l’accumulo IGF2dipendente di glicogeno avviene nei 5 giorni precedenti la nascita e serve per la sopravvivenza nei primi giorni di vita post-natale. I topi CD-1 maschi PND21 trattati in utero con DEHP ricordano i topi igf2 KO Epatocita ¾ Difetti nella sintesi e nell’accumulo di glicogeno possono essere associati ad un ritardo di crescita intrauterino X Serum ¾Malattie che riguardano il metabolismo del glicogeno sono state associate a casi di epatoblastoma Ito et al., 1987; Ucar et al., 2007 Epatocita Generazione F1: Analisi immunoistochimica fegato topi CD-1 maschi (PND 21) Localizzazione della proteina β-catenina CTRL: β-catenina (40x) DEHP 100 MASCHI PND21: LOCALIZZAZIONE beta-CATENINA Membrana Plasmatica 7 6 N° CAMPIONI Aumento della β-catenina citoplasmatica come indicatore indiretto di maggiore proliferazione cellulare ….. CITOPLASMA 5 4 3 2 1 0 CONTROLLO CTRL BENZOFURANO DEHP100 100 DEHP 25 DEHP DEHP: Risultati preliminari (1) I dati dell’analisi istologica a nostra disposizione suggeriscono che l’esposizione in utero a DEHP: ¾ alteri il metabolismo epatico dei carboidrati (riduzione accumulo del glicogeno) e dei lipidi (epatosteatosi) durante la fase di organogenesi del fegato ¾ ritardi la maturazione dell’organo (ematopoiesi attiva in fase perinatale) X DEHP → attivazione PPAR-α → induzione della proliferazione dei perossisomi → cancerogenesi epatica DEHP → attivazione PPAR-γ → alterazione metabolismo epatico → non maturazione del fegato → predisposizione eventi tumorali in caso di attivazione di βcatenina (Wnt signaling) DEHP: Risultati preliminari (2) Inoltre: 9 la similarità degli effetti indotti dal DEHP con quelli riportati nei topi igf2 KO sembrano suggerire un legame causale tra alterazioni del metabolismo epatico e funzionalità della proteina IGF2 in fase embrionale e peri-natale (velocità incremento ponderale durante lo svezzamento) 9 il mancato accumulo di glicogeno è tipico dei parti pre-termine, condizione che risulta significativamente associata all’insorgeri di tumori epatici infantili Quest’ultimo evento, infine, sembra essere associato alla alterata localizzazione della βcatenina (membrana plasmatica → citoplasma e nucleo) indotta da DEHP, un evento tipico dei tumori epatici. PPARs DEHP Wnt signalling EPATOSTEATOSI IGF-2 Glycogen storage IGF1R Glycogen Synthase GSK-3β degradazione β-catenin (proteasoma) accumulo β-catenin PROLIFERAZIONE RINGRAZIAMENTI e collaborazioni Roberta Tassinari, Gabriele Moracci, Vincenzo Lagatta, Antonella D’Ambrosio, Daniele Marcoccia, Francesca MARANGHI, Alberto Mantovani Dip. Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria Fabrizio Tosto, Mara Viganotti, Armando Magrelli, Marco Salvatore, Domenica TARUSCIO Centro Nazionale Malattie Rare Gianluca Azzalin, Giuseppe MACINO Università La Sapienza di Roma Antonio Antoccia, Alessandra Di Masi, Sara Nicolai, Caterina TANZARELLA Università Roma Tre di Roma