La Storia dello Scetticismo, da Erasmo a Spinoza - Richard Popkin Introduzione All’origine del pensiero della scienza moderna vi sarebbe un conflitto non tra fede e religione, bensì un conflitto di ordine epistemologico interno alla fede stessa p.ix “Buona parte della filosofia moderna può considerarsi il prodotto di un interscambio dialettico tra la rivisitazione dello scetticismo greco e gli innumerevoli tentativi di refutarlo o di superarlo.” introduzione dell’autore, p.xvi parallelismo scetticismo accademico (Carneade) con la teoria della conoscenza scientifica contemporanea parallelismo storico: reintroduzione degli scritti di Sesto Empirico e Riforma luterana “scettico” può anche essere “credente”: il fatto che lui sia scettico a proposito della capacità di pervenire a una formazione che possa supportare in maniera definitiva la verità o non-verità di un’affermazione non esclude che egli possa continuare ad accettare una credenza (p.7) il “fideista” in tal senso è colui che proclama la necessità di abbracciare una “fede” di qualche tipo per essere persuasi e credere in ciò che la ragione da sola non è in grado di dimostrare. Tesi: che i dogmatici poggino le proprie pretese su elementi fondamentalmente fideistici. Il problema per uno scettico, è che dimostrare una cosa simile porterebbe quest’ultimo ad abbracciare una posizione dogmatica. p.10 La crisi intellettuale della riforma Lutero e l’adozione di un nuovo criterio di verità religioso: la preminenza delle Scritture sull'autorità ecclesiastica problema: come giustificare tale criterio rispetto a quello tradizionale? Erasmo abbraccia lo scetticismo (che va a braccetto con l’anti-intellettualismo) per difendere il cattolicesimo: non tutto delle Scritture è chiaro (si vedano le posizioni contrastanti tra teologi) e quindi Lutero non può avanzare la pretesa di sapere qualche cosa meglio di altri egli sostiene la tradizione per questioni pratiche, supportando l’argomento con posizioni scettiche Lutero in risposta: lo scetticismo è in contrario del Cristianesimo, non è possibile credere in qualcosa e dubitarne allo stesso tempo p.17 Calvino: fede si fonda su esperienze auto-validantesi, nasce nel fedele una persuasione interiore della verità della Scrittura in virtù del fatto di essere stato scelto da Dio p.19 Castillione suggerisce che si ripieghi sulla ragionevolezza La riscoperta dello scetticismo greco e la sua fortuna nel Cinquecento Scritti perlopiù francesi che accolgono lo scetticismo pirroniano e accademico come forma di anti-intellettualismo spesso utilizzato per giustificare il fideismo, i quali peraltro dimostrano una scarsa o nulla conoscenza dei testi scettici antichi. Risposte altrettanto scarne filosoficamente contro gli scettici in nome del razionalismo. Prima opera filosofica degna di nota che tratti dello scetticismo antico è di Francisco Sanchez Popkin lo considera un precursore di Bacon e Descartes; un filosofo capace di combinare scetticismo e positivismo (uno scetticismo costruttivo) p.55 Michel de Montaigne e i “nouveaux pyrrhoniens” Montaigne - cattolicesimo pirroniano -> ideologia della Controriforma francese la ragione viene completamente messa in dubbio, pirronianamente, ma rimane la possibilità di conoscere per rivelazione divina scetticismo portato avanti col ragionamento, anziché con mezzi anti-intellettuali alla Erasmo L’influsso del nuovo pirronismo scetticismo usato come arma della Controriforma scetticismo fa strada al fideismo: distrugge le false opinioni e lascia spazio alla rivelazione divina, che non può essere che vera la roccia su cui fondare il fideismo è la tradizione e l’autorità della Chiesa Cattolica I libertini eruditi Il cattolicesimo pirroniano si avvale delle posizioni teologiche di S. Paolo e S. Agostino “Se non ci sono ragioni per credere, come si può stabilire se si deve credere oppure no? Hume e Voltaire, a quanto sembra, hanno deciso di non credere perché non disponevano di elementi di prova a favore della decisione di credere. Ma questa scelta costituisce un non sequitur né più né meno della scelta del credere. … il principio che bisogna credere soltanto le proposizioni per le quali si dispone di adeguati elementi di prova non discende da nessuna riflessione scettica. … Lo scetticismo radicale è una strada a doppio senso da cui si può uscire sia in direzione della “ragionevolezza" dell’Illuminismo che in direzione della fede cieca del fideista. L’argomento scettico è lo stesso in entrambi i casi.” p.133 “È perfettamente possibile che l’obiettivo del cosiddetto libertinage erudit fosse non già quello di distruggere o di minare il cristianesimo, ma invece quello di far valere un certo tipo di cattolicesimo liberale in opposizione sia a una religiosità superstiziosa che a un protestantesimo fanatico.” p.134 scetticismo cattolico come movimento antiriformista prima che antireligioso, e in cui persone di larghe vedute (liberali) potevano trovare il proprio posto con maggior facilità che non tra i riformatori dogmatici Inizia il contrattacco Tentativi di confutazione al pirronismo piuttosto inconcludenti, nelle prime battute Fanno spesso leva sulla logica aristotelica, non rendendosi conto che proprio quella era stata messa in discussione dai pirroniani Mill solleverà aporia scettica nei confronti del sillogismo aristotelico Gassendi: da scettico radicale, critico della possibilità di una scienza certa, aristotelica, a scettico "costruttivo": l'uomo possiede delle conoscenze, ma non può dire che siano necessarie, che possano cioè sfuggire in qualsiasi condizione a dubbio è illusione. -> nucleo della prospettiva scientifica, alla Hume Scetticismo costruttivo o mitigato Tentativi di fondare una via di mezzo tra lo scetticismo radicale e il dogmatismo danno il là a ciò che saranno pragmatismo e positivismo. p.177 Mersenne: gli argomenti scettici contro una conoscenza dogmatica e metafisica delle cose per come sono in sé sono validi; possiamo però dire di derivare conoscenza nell’ambito limitato delle apparenze, in particolare in quanto possiamo distinguere differenti effetti. Egli non confuta tuttavia gli argomenti pirroniani, piuttosto li evita. p.185 “Marsenne, anziché mirare a dissipare questi [pirroniani] dubbi, ha cercato di salvare le conoscenze umane mostrando che la loro affidabilità e la loro utilità non dipendono dalla scoperta dei fondamenti di tutte le certezze. Le conquiste scientifiche non dipendono da un incrollabile sistema metafisico e quindi non devono essere messe in dubbio o accantonate solo perché manca tale fondamento. … Si delinea un nuovo tipo di prospettiva scientifica, una scienza senza metafisica, una scienza in ultima analisi vittima del dubbio, ma ai fini pratici verificabile ed utile.” p.188 Gassendi attua la separazione tra scienza e metafisica. “Egli è giunto a fare [della scienza] un sistema di ipotesi basate esclusivamente sull’esperienza e verificate mediante l’esperienza, così elaborando una concezione della scienza per la quale essa cessa di essere una via verso la verità del reale per diventare una via verso la verità delle apparenze.” p.194 Via di mezzo - parola chiave “Marsenne e Gassendi … trovarono riconciliazione … nella scoperta del fatto che i dubbi proposti dai pirroniani non intaccavano minimamente la verità della scienza - ciò a condizione, com’è ovvio, che le scienze fossero concepite, non come descrizioni vere della realtà, ma come sistemi ipotetici concernenti le apparenze; non come informazioni supreme sulla reale natura delle cose, ma come guide pratiche dell’azione.” p.196 Galileo, Campanello e Cartesio tuttavia, furono scettici di facciata, in quanto ritennero che la conoscenza delle apparenze potesse essere estesa a vera conoscenza della realtà delle cose. p.197 -> realismo Lo scetticismo “costruttivo” dovette così affrontare un nuovo periodo di “decadenza” e attendere il superamento dell’ondata metafisica cartesiana e illuminista per riaffermarsi nel panorama filosofico (vedi pragmatismo e positivismo?) p.199 Cartesio trionfatore dello scetticismo risposta al probabilismo, alle opinioni e al pirronismo [interpretazione non-ortodossa di Popkin alle origini della filosofia cartesiana] Cartesio si rende conto delle implicazioni estreme dello scetticismo, superando per radicalismo anche lo scetticismo antico (cfr. Burnyeat) messa in discussione dell’esistenza stessa del mondo, condizione impossibile nell’era ellenica (cfr. Burnyeat) ipotesi del demone, del “genio maligno Descartes porta lo scetticismo fino a questo punto quasi fosse uno specchio da porre in fronte agli scettici e far vedere loro quali mostri sarebbero diventati nel perorare le proprie posizioni pirroniane metodologicamente, tale estremismo è necessario per la scoperta di un nuovo fondamento veritativo “Secondo Gouhier, rendendo più severo il metodo del dubbio con la conseguenza di considerare falsa qualsiasi conoscenza desse adito anche al benché minimo dubbio, Cartesio ha messo a punto un espediente per separare dalle conoscenze realmente evidenti e certe quelle che sono tali solo in apparenza. Rendendo più severo il proprio test e trasformando il comune dubbio scettico in una negazione netta, Cartesio ha posto le premesse per far emergere la forza unica e schiacciante del cogito - una verità a cui nessun atto di volontà potrà negare il riconoscimento della certezza. Solo costringendosi a dubitare e a negare fino a questo limite estremo, l’individuo può rendersi conto pienamente dell’indubitabilità del cogito.” p.241 L’obiettivo dell’applicazione del metodo scettico fa la differenza tra l’approdare alla certezza o alla sospensione del giudizio. p.241 [Intenzione? (Anscombe)] “Il dubbio costringe la persona a riconoscere la consapevolezza di sé, a rendersi conto di dubitare o di pensare, e di essere qui, nell’esistenza. … Così il metodo del dubbio, lung dal pervenire alla verità per le vie soprannaturali previste dai nuovi pirroniani, approda al cogito in modo naturale.” p.243 cogito chiaro e distinto, ergo “presente e manifesto a una mente attenta” e chiaramente distinto dalle altre forme di consapevolezza. p,244 tutto ciò che è chiaro e distinto è vero rinforzato dalla garanzia divina: l’idea chiara e distinta ha un oggetto della stessa natura -> la nostra idea di Dio come chiara e distinta deriva da Dio -> Dio non è un demone maligno “Poiché ogni conoscenza che può essere messa in dubbio, non dev’essere chiamata scienza.” (Cartesio) p.247 concezione moderna della scienza muta in età contemporanea nella -> falsifiability popperiana, in cui proprio perché qualcosa può essere messa in dubbio, può essere oggetto di indagine scientifica L’ateo non potrebbe quindi essere certo di nulla, poiché manca del criterio fondamentale di verità che esclude l’inganno da parte di una forza maligna, cosa che il credente esclude categoricamente in virtù dell’esistenza di Dio. cogito ci conduce alla regola di verità, la regola di verità a Dio, e Dio ci dà la garanzia oggettiva della nostra certezza soggettiva [cogito].” p.250 “Il si chiude il cerchio da verità soggettiva a verità necessariamente oggettiva per mezzo di Dio Cartesio scettico suo malgrado Doppio contrattacco a Cartesio: i dogmatici lo accusano di eccessivo scetticismo, e che Dio non possa essere dimostrato attraverso argomenti razionali, quanto debba piuttosto essere derivato dalle percezioni sensoriali di maggior chiarezza; gli scettici lo accusano di non sequitur per quanto concerne la posizione scettica della Prima Meditazione al dogmatismo delle seguenti. “Erigendo la coazione all’assenso a garanzia della verità delle proporzioni, Cartesio sembra sottolineare ulteriormente che a fondamento della certezza c’è la soggettiva esperienza psicologica e non un ao più caratteristiche oggettive delle idee o di ciò a cui esse i riferiscono. Nella misura in cui il criterio dell’idea chiara e distinta poggia prioritariamente sulla consapevolezza intuitiva e sull’esperienza di trovarsi di fronte a qualcosa di cui si è incapaci di dubitare, l’obiezione di Gassendi, al pari dell’attacco dei controriformatori, ha ragion d’essere e getta l’ombra del dubbio sulle fondamenta della filosofia cartesiana. Di ogni principio importante introdotto da Cartesio come chiaro e distinto si potrà chiedersi: è realmente vero o è soltanto ciò che Cartesio reputa tale?” p.267 “La nostra certezza soggettiva è così forte che noi siamo costituzionalmente incapaci di contemplare la possibilità che ciò che sappiamo sia oggettivamente o assolutamente falso.” (Cartesio) p.270 Allo stesso modo, ciò presta fianco al fatto che Cartesio non poté neppure affermare alcunché di definitivamente certo. Viene sollevata “l’obiezione delle obiezioni” - che nulla possa essere conosciuto del reale, di ciò che si impone, per quanto in maniera chiara e distinta, alla nostra mente. Cartesio risponde che ciò sarebbe assurdo e priverebbe l’uomo di ragione. Nell’armamentario scettico rientra il famigerato “circolo di Arnould” - come è possibile fondare il criterio di una verità chiara e distinta attraverso l’esistenza di Dio, quando questa stessa esistenza viene riconosciuta per mezzo dell’intuizione chiara e distinta? Inizio dello scetticismo europeo con La Peyrére -> Spinoza Scetticismo e antiscetticismo in Spinoza Spinoza e le Scritture: Allo stesso modo in cui i dogmatici adattano il significato letterale dei testi sacri per collimare con la ragione - assenza del quale procedimento si giungerebbe ad avere frasi senza senso - gli scettici adattano la ragione alla Scrittura, facendo partire le proprie argomentazioni da materiali fallaci alla base, da testi basati sull’immaginazione. Spinoza, chiaramente, respinge entrambi gli approcci (p.311) filosofia e teologia devono diventare indipendenti, dove la prima deve procedere per processi razionali, e la seconda deve mirare a promuovere pietà e obbedienza. (p.311) la teologia e la religione non possono essere né vere né false, esulano dalla sfera cognitiva (ciò che affermerà il positivismo in seguito a riguardo di etica ed estetica) Quanto al rapporto tra scetticismo e pensiero spinoziano, la soluzione risiede nel fatto che Dio, il fatto stesso di concepire l’idea di Dio, non lascia spazio alla possibilità di essere ingannati, e che quindi ogni percezione che abbia le caratteristiche cartesiane della chiarezza e distinzione (adeguatezza, in termini spinoziani) sia necessariamente vera, discendendo da Dio. E la chiarezza illuminata della percezione divina si impone in una maniera che non può essere messa in dubbio Scetticismo = ignoranza “Un’idea … è un modo di pensare la cui verità o falsità si mostra. Non occorre nessun regresso all’infinito di metodi, perché avere un’idea vera è lo stesso che conoscere perfettamente una cosa e questa conoscenza perfetta si mostra dalle facoltà naturali dell’intelletto. Qui sussistere nessun problema scettico: o si conosce e si sa di conoscere o si è nell’ignoranza.” p.321 non può