UROLOGIA A cura di Filippo Portoghese * La calcolosi urinaria In costante aumento i casi di questa malattia che vede la Puglia tra le regioni italiane più colpite. Litotritore di ultima generazione in funzione presso l'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti a calcolosi urinaria è una delle malattie più diffuse nel mondo, pur con grandi differenze di distribuzione. La Puglia è una delle regioni più colpite e le zone industrializzate hanno fatto riscontrare un netto incremento di casi. La statistica ci dice che in Italia vengono diagnosticati ogni anno 170.000 casi di calcolosi urinaria, con una maggior incidenza nelle regioni più calde dove il clima, favorendo la diminuzione della diuresi per l’effetto della maggiore sudorazione, determina una maggiore concentrazione di sali di calcio. I maschi sono colpiti tre volte di più delle femmine ed è alta la percentuale di calcolosi oggi riscontrata anche in età pediatrica. E’ una malattia insidiosa che tende a recidivare nel 50-80% dei casi entro i 5 anni. I principali costituenti dei calcoli urinari sono i sali di calcio (ossalato e fosfato), l’acido urico, la cistina. In alcune famiglie è facile riscontrare diversi casi di calcolosi sia per la possibilità di comuni condizioni alimentari sia per la presenza di fattori genetici che predispongono alla malattia. La calcolosi calcica rappresenta la forma più diffusa (70%) , seguita da quella da acido urico. Sintomatologia Alcune volte la malattia è asintomatica e può rappresentare un reperto occasionale in corso di alcune indagini effettuate per altri motivi (es. ecografie addominali, radiografie della colonna ) . Nella maggior parte parte dei casi la calcolosi si manifesta con due sintomi fondamentali che sono il dolore (colica) e la presenza di sangue nelle urine. La colica renale è la più conosciuta situazione clinica in Urologia e i nostri Reparti accolgono annualmente diversi pazienti affetti da questa situazione acuta. Gli spasmi e l’aumentata pressione delle urine accentuano la liberazione di sostanze capaci di provocare pugliasalute - venti - infiammazioni (chinine, sostanze H, prostaglandine E2 e F2 alfa) che stimolano le terminazioni nervose e provocano intensi dolori. La clinica ci insegna che non c’è proporzionalità fra la grandezza dei calcoli e l’intensità del dolore, che può durare pochi minuti o anche diverse ore, richiedendo l’uso di farmaci antidolorifici e una riduzione del carico idrico. Diagnosi Gli esami diagnostici sono mirati a precisare la sede, il numero, la forma, la natura dei calcoli, la presenza di malattie renali concomitanti, la funzionalità renale e a far capire come sia stata possibile la formazione della calcolosi. I calcoli dei reni si posizionano nelle cavità (calici e bacinetto) , occupandole in parte o anche totalmente. I calcoli ureterali, provenienti dal rene, si localizzano nei vari tratti del canale che conduce l’urina dal rene alla vescica e la loro posizione, forma e dimensione è fondamentale per predisporre una successiva terapia. I calcoli vescicali sono quelli conosciuti più anticamente (è stato riscontrato un calcolo vescicale in una mummia di 7000 anni fa). Essi riconoscono nella ostruzione al deflusso delle urine dalla vescica la loro causa più comune, per cui la ipertrofia prostatica, i restringimenti dell’uretra, le disfunzioni vescicali e le infezioni sono i principali responsabili. Gli esami partono in maniera progressiva dal controllo delle urine e della urinocoltura, che svelano ematuria, leucocitaria e possibili infezioni e il grado di acidità. Si passa a studiare la funzionalità renale con esami di sangue mirati (azotemia, creatinina, elettroliti plasmatici, clearance) e quindi con indagini strumentali in grado di fare una prima diagnosi. aprile 2004 Si parte dalla radiografia senza contrasto dell’apparato urinario (rx diretta reno vescicale) che è in grado di dare una prima idea della presenza di eventuali concrezioni calcaree. L’ecografia reno vescicale è il presidio diagnostico in grado di far fare diagnosi accurata sulla presenza e posizione dei calcoli, sulla loro forma e dell’eventuale dilatazione prodotta al rene. L’ecografia è anche utilissima nel follow up, ovvero nei controlli periodici cui si consiglia di sottoporre tutti i pazienti affetti da calcolosi, vista l’alta possibilità di recidiva. L’urografia è ancora l’indagine più utile per prendere decisioni terapeutiche.Consiste nella effettuazione di varie radiografie dopo aver colorato le urine con un mezzo di contrasto iodato, oggi reso più sicuro dal diminuito peso molecolare. Con queste radiografie si ottengono tutte le informazioni necessarie per la terapia. La novità in campo diagnostico oggi è la TAC spirale, una metodica poco invasiva capace di fornire tutte le informazioni utili sui calcoli e quindi sulla possibile terapia. Questo esame è ancora appannaggio di pochi Centri ma la sua diffusione è iniziata e presto la diagnosi di calcolo sarà rapida e non invasiva. La terapia La prima cosa da fare è la sedazione del dolore in caso di colica. Meglio sconsigliare in questa fase le grandi ingestioni di liquidi e raccomandare riposo, dieta leggera, uso di antidolorifici per via parenterale. Una volta fatta la diagnosi di calcolosi oggi il medico urologo ha a disposizione numerosi strumenti che possono riuscire a risolvere la malattia nella quasi totalità dei casi. Se il calcolo è unico, di piccole dimensioni (inferiori a 5 mm) puo’ anche uscire spontaneamente.Questo atteggiamento di attesa è giustificato qualora non vi sia sintomatologia, se il deflusso urinario è libero e se non è presente infezione. Esiste la possibilità di far sciogliere i calcoli con alcuni farmaci (chemiolitolisi orale). Tale possibilità è limitata ai calcoli di acido urico (radiotrasparenti) con l’uso dell’allopurinolo e con la alcalinizzazione delle urine. Anche i calcoli di cistina (trasmessi geneticamente) sono in grado di essere trattati con terapia medica mediante l’alcalinizzazione delle urine e l’uso di alfa mercaptopropionilglicina. La migliore terapia è la possibilità di risolvere la calcolosi senza intervento. Dal 1985 sono in uso le macchine di Litotrissia per la frantumazione dei calcoli reno ureterali e per favorire la loro fuoriuscita, anche se accompagnata da colica (nel 30% dei casi) . Questa metodica non invasiva può essere eseguita nell’80% dei casi di calcolosi reno ureterale e il successo è garantito nella stessa percentuale di casi. Uno dei primi Centri in Italia dotati di questa attrezzatura è stata la Divisione di Urologia dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, dove dal 1987 oltre 15.000 pazienti sono stati sottoposti a questa pratica. Attualmente presso il nostro Centro sono in dotazione due macchine di Litotrissia (Dornier e Wolf) che vengono usate in relazione al tipo di calcolo da trattare. Il trattamento consiste nel raggiungere il calcolo con onde d’urto , diversamente generate, capaci di rompere in pezzetti di minime dimensioni il calcolo presente nella via urinaria e attendere la fuoriuscita dei frammenti. Il trattamento avviene in forma di ricovero breve o in Day Hospital, è indolore, non richiede alcuna anestesia e puo’ essere effettuato anche nei bambini.Non vi sono controindicazioni assolute se non l’ostruzione delle vie urinarie e le gravi coagulopatie. La litotrissia Extracorporea è oggi la “prima scelta “ nella terapia della calcolosi urinaria. I moderni Litotritori dispongono della possibilità di localizzare i calcoli con sistema ecografico e radiologico, e questa doppia possibilità aumenta la sicurezza del puntamento e la riuscita della terapia incruenta. I pazienti sono sempre più propensi a sottoporsi a tale procedura per il pronto recupero fisico e per la non invasività. Tuttavia in alcuni casi non è possibile eseguire la terapia extracorporea per calcoli situati in posizioni particolari o per l’insuccesso dei altre terapie precedenti. Nelle immagini vi sono calcoli estratti con intervento di percutanea pugliasalute - ventuno - aprile 2004 Per risolvere questi casi l’urologo dispone di altre soluzioni. L’ureteroscopia e la distruzione dei calcoli ureterali direttamente in uretere è una metodica sicura e mininvasiva, utilizzabile in anestesia selettiva e in day surgery, capace di frantumare i calcoli ureterali in piccoli residui grazie all’utilizzo di particolari fonti di energia (laser ad olmio, energia balistica, elettroidraulica, ultrasuoni) trasmesse nelle sonde di piccole dimensioni che riescono a risalire nell’uretere sotto il controllo della vista. Per calcoli di grosse dimensioni situati nel rene si usa invece di preferenza la Litolapassi Percutanea (PUL o PCN) .Con tale tecnica si entra direttamente nel rene del paziente grazie a particolari strumenti e a frantumare ed asportare con pinze speciali anche calcoli di grosse dimensioni. I pazienti sono di necessità ricoverati e sottoposti ad anestesia generale o peridurale. La degenza è breve (3gg. in media) e il successo terapeutico del 90%. L’accesso avviene dalla parte posteriore ma di recente nel nostro Centro abbiamo ottenuto ottimi risultati anche posizionando il paziente in posizione supina, superando in tal modo problemi anestesiologici. Una novità disponibile oggi è l’utilizzo della Laparoscopia retroperitoneale e transperitoneale per risolvere particolari tipi di calcoli , accompagnati da anomalie delle vie urinarie. Con tale procedura chirurgica poco invasiva è possibile risolvere con piccolissimi accessi patologie anche complesse (stenosi del giunto pieloureterico, megauretere, anomalie dei calici) che si accompagnano e sono causa di calcoli. Con tale metodica, in uso dal 1995 presso il nostro Centro, siamo riusciti a risolvere numerosi casi di calcolosi complessa senza ricorrere all’intervento chirurgico a cielo aperto, che rappresenta l’ultima e più drastica soluzione. La migliore terapia della calcolosi resta comunque la profilassi, che riesce a risolvere i casi di litiasi urinaria sul nascere, con minor danno clinico ed economico.Esistono attualmente numerosi farmaci capaci di migliorare la saturazione delle urine e di fornire i costituenti che inibiscono la formazione dei calcoli nei casi in cui essi siano carenti. A tal proposito si raccomanda l’attento studio clinico metabolico per favorire l’inquadramento completo del paziente dal punto di vista medico. Un apposito ambulatorio è in funzione presso l’Ospedale Miulli (tel.080 2301323) ove è possibile, con l’utilizzo del SSN, sottoporsi a vari screening mirati. In Puglia si è di recente ricostituita la Società Apulo Lucana di Urologia (Presidente Prof. V. Disanto) che ha fra i suoi scopi quello di un raccordo epidemiologico e terapeutico delle più diffuse patologie (fra cui anche la calcolosi urinaria) per ottimizzare i trattamenti. * Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli Dirigente Medico I Livello Direttore UOS Calcolosi Urinaria Unità Operativa Complessa di Urologia e Chirurgia Laparoscopica Mininvasiva pugliasalute - ventidue - A proposito di ... A cura di Aurelio Larocca Ematuria L'Ematuria è l'emissione di sangue con le urine; si dice macroscopica quando il sangue presente nelle urine fa assumere a questa un colore rosso vivo o rosato o violaceo; si dice microscopica quando il sangue è presente in piccole quantità, non colora l’urina e può essere rivelato solo con particolari procedure di laboratorio o all’esame microscopico del sedimento urinario. Il colore rossastro o violaceo delle urine può anche essere conseguenza dell'assunzione di alcuni alimenti ( es. barbabietola rossa) o di alcuni medicinali (es. alcuni lassativi). Il sangue nelle urine può presentarsi per contaminazione in donne mestruale. In questi casi si parla di falsa ematuria. L’Ematuria vera, macroscopica o microscopica può generarsi: • Dal rene: in caso di traumi a carico della regione renale e conseguente contusione dell’organo; nel passato la localizzazione renale della tubercolosi era frequente causa di ematuria; l’ematuria senza dolori è la regola in corso di tumore renale; altro motivo di ematuria di origine renale è quella che si verifica durante il decorso di nefropatie acute o croniche come le glomerulonefriti o le nefrosi. • Dall’uretere: è quel canalicolo che, partendo dal bacinetto renale, congiunge il rene alla vescica) quando un calcolo, partendo dal bacinetto si incunea nell’uretere provocando la dolorosa colica renale. • Dalla vescica: a carico di quest’organo si incontrano molte affezioni che possono provocare o accompagnare l’ematuria: in corso di infiammazione (cistite emorragica) l’ematuria è accompagnata da frequente bisogno di urinare, minzione dolorosa e difficoltosa (stranguria); la presenza di diverticoli (il diverticolo è un piccolo rigonfiamento all’esterno della parete vescicale) è spesso segnalata da ematuria; nei tumori benigni (papilloma) o maligni (carcinoma) l’ematuria è un sintomo obbligato e può essere più o meno abbondante, improvvisa, con episodi più o meno distanziati fino a divenire costante, senza dolore, almeno nelle prime fasi della malattia; anche la vescica può essere sede di calcoli, specie quando persiste un residuo di urine (come, ad esempio, nell’ingrossamento della prostata: la calcolosi vescicale si accompagna spesso ad ematuria. Da quanto è stato esposto, si consiglia, in caso di presenza di sangue nelle urine, di consultare immediatamente il medico che predisporrà gli accertamenti più opportuni di laboratorio o strumentali (ecografia, cistografia, cistoscopia) per giungere a conclusione diagnostica certa ed attuare tempestivamente la cura più idonea. aprile 2004