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Mod.AbstractAnonimo
Rev. 1 del 10/12/09
MANAGEMENT DELLA CALCOLOSI URATICA.
C. Micheli, A.Pietropaolo,E. Salvini, G. Manasse, M. Di Biase, H.Nikaj,
P.Guiggi
SCOPO DEL LAVORO
L’esame chimico-fisico è il presupposto fondamentale per la
diagnosi e il successivo iter terapeutico nella litiasi reno-ureterale.
Scopo di questo lavoro è quello di sottolineare l’importanza di una
corretta diagnosi al fine di impostare un’efficace terapia per il
trattamento della calcolosi urinaria.
MATERIALI E METODI
La valutazione dei fattori metabolici è importante per comprendere
se eventuali loro alterazioni possano correlarsi alla formazione dei
calcoli. In particolare, conoscere la composizione chimico-fisica è
mandatorio prima del trattamento. In questo studio osservazionale,
ci basiamo soprattutto sulla calcolosi uratica partendo dall’evidenza
che i pazienti con patologia gottosa hanno una frazione di
escrezione dell’urato bassa (che contribuisce all’iperuricemia) e
basso pH urinario. Il basso pH urinario aumenta la concentrazione
di acido urico solubile indissociato, aumentandone la precipitazione.
I tre maggiori determinanti della formazione di calcoli di acido urico
sono il basso pH, il basso volume urinario, l’iperuricosuria. Il goal
nel management dell’iperuricemia è basato sul razionale che
innalzando il valore del pH urinario ad un range adeguato (sopra pH
5.5, preferibilmente tra 6.5 e 7.0) e mantenendolo per un tempo
abbastanza protratto, si riesce ad ottenere la dissoluzione dei
calcoli di acido urico presenti e a prevenirne la formazione.
E’ sconsigliato invece un valore di PH sopra 7.0 perchè c’è il
pericolo della formazione di calcoli di fosfato di calcio e lo sviluppo
di infezioni urinarie. La terapia standard nella calcolosi uratica si
basa sulla somministrazione di Citrato di Potassio ad un dosaggio
variabile tra 30 e 60 mEq/die in 2 o 3 dosi divise. Il monitoraggio
del pH urinario è necessario ad intervalli regolari.
RISULTATI
Per dimostrare come sia importante una valutazione metabolica (e
radiologica) prima di qualsiasi decisione terapeutica, riportiamo il
caso di una paziente di anni 67, giunta alla nostra attenzione con
litiasi renale a stampo bilaterale. La paziente era stata sottoposta a
PCNL sx nel 2012 presso altra sede e, al follow-up annuale,
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presentava una recidiva (persistenza?) completa della litiasi (fig 1).
Giunta presso il nostro “stone center” è stata effettuata una RX
diretta dell’apparato urinario che ha dimostrato l’assenza di
formazioni litiasiche Rx-opache. E’ stata quindi impostata terapia
chemiolitica per 3 mesi con completa risoluzione della patologia,
confermata dalla assenza di residui litiasici visibili alla fine del
trattamento (fig 2).
DISCUSSIONE
La Chemiolisi è possibile solo per alcuni tipi di calcoli per cui la
conoscenza della composizione chimico-fisica è necessaria prima
del trattamento.
CONCLUSIONI
Eseguire una corretta diagnosi chimico-fisico-metabolica, quindi non
solo ci aiuta a scegliere il trattamento adeguato, ma ci impedisce
soprattutto di sottoporre il paziente ad inutili (e non scevre di
complicanze) procedure invasive.
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