PER SAPERNE DI PIÙ @ www.nejm.org www.dana-farber.org www.my-personaltrainer.it COME STAR BENE IL CAFFÈ 11 novembre 2012 C3SOCIETÀ E COSTUME 35 I tumori più frequenti Pelle I tumori con la progressione più alta prevista sino al 2030 Seno • cancro colon rettale • cancro del seno • cancro della prostata COME AM ARE LINDA ROSSI, psicoterapeuta e sessuologa Posta: Linda Rossi – Il Caffè Via Luini 19 - 6600 Locarno E-mail: [email protected] La lettera Anche nei momenti passionali a lui “non piace” il bacio vero Polmone Stomaco Collo dell’utero Colon retto Ti-Press Prostata Piccolissime dosi dell’analgesico più conosciuto sarebbero efficaci nel ridurre la mortalità per alcuni tumore Vorrei chiederle un parere su una questione che non riesco a capire. Tempo fa ho conosciuto un giovane di 33 anni. Dopo un po’ tra di noi è cominciata una relazione sentimentale. Purtroppo però, con mia grande sorpresa, ho scoperto che non gli piace dare baci con la lingua. Non mi era mai successo con gli uomini frequentati in passato. Anzi, devo dire che nemmeno pensavo che questo potesse accadere visto la naturalità del gesto. Con il tempo e un po’ di pazienza ho cercato di abituarlo a questo tipo di bacio, ma lui, nemmeno nei momenti più passionali, si lascia andare. Sulla questione mi sono informata in Internet e ho letto che non è una cosa tanto rara come io credevo. Vorrei trovare una soluzione in quanto è una pratica che mi manca molto, specialmente quando ci sono di mezzo i sentimenti. Inoltre per me non esiste il non baciare! Che cosa posso fare, visto che alle mie domande sul tema lui risponde sempre con un “non mi piace”? L’aspirina è il killer del cancro L’acido acetilsalicilico un’arma in più nella terapia contro le neoplasie ANTONINO MICHIENZI E se bastasse prendere la comunissima aspirina per prevenire l’insorgenza dei tumori? È questa l’ipotesi che ricercatori in tutto il mondo stanno percorrendo da tempo. Soprattutto da quando, poco meno di due anni fa, uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet aveva mostrato che l’assunzione quotidiana di piccolissime dosi di acido acetilsalicilico è in grado di ridurre il rischio di morte per cancro del 20 per cento. Ora, un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine alza l’asticella. L’aspirina potrebbe essere efficace non solo come strategia preventiva, ma, associata alla terapia tradizionale, anche come trattamento per il cancro. Almeno per alcune forme tumorali e per alcuni specifici gruppi di pazienti. Decessi più bassi del 25%. Ma solo in presenza di una precisa mutazione genetica Lo studio, coordinato da un team di ricercatori del Dana– Farber Cancer Institute di Boston ha preso in considerazione circa 900 pazienti con cancro al colon estratti da due ampi studi americani: il Nurses’ Health Study e l’Health Professionals Follow-up Study. I pazienti sono stati poi classificati sulla base della presenza o meno di una specifica mutazione delle cellule tumorali (a carico del gene Pik3Ca) e dell’assunzione o meno di aspirina dopo la diagnosi di tumore. A cinque anni dalla diagnosi i ricercatori hanno analizzato la sopravvivenza nei diversi gruppi: era vivo il 97 per cento dei pazienti che assumevano aspirina, ma soltanto il 74 per cento di quanti non assumevano il farmaco. Ciò è risultato però vero COME MAN GIARE FABRIZIO VAGHI [email protected] soltanto nel gruppo con la mutazione Pik3Ca. Per i pazienti senza questa caratteristica genetica l’aspirina non ha mostrato alcun effetto protettivo. “I nostri risultati suggeriscono che l’aspirina può essere molto efficace nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con questo tumore che si siano dimostrati positivi al test per la mutazione del gene Pik3Ca”, ha commentato il coordinatore dello studio, Shuji Ogino. “Per la Lo studio Una crosta che fa male al cuore Quella gustosa crosticina su pane e bistecche alla griglia metterebbe il cuore di un diabetico ancora più in pericolo. Secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Food Science and Nutrition, i cibi cucinati in modo che assumano una superficie bruna e croccante sarebbero troppo ricchi in “prodotti della glicazione avanzata”, composti associati alla formazione di placche che danneggiano le arterie e causano patologie cardiovascolari. I ricercatori hanno analizzato per dieci giorni la dieta di 65 diabetici e riscontrato che chi ingeriva maggiori quantità di questi composti aveva anche una più alta probabilità di sviluppare disturbi cardiovascolari. Gli esperti hanno sempre consigliato una dieta povera in grassi saturi e ricca in fibre, frutta e verdura fresca. Anche la cottura però sarebbe importante: più pietanze bollite, stufate o cotte al vapore e meno cibi fritti, abbrustoliti e grigliati. c.g. La ricerca Se dormi poco ti infortuni di più La mancanza di sonno non compromette solo i risultati scolastici dei ragazzi, ma facilita anche gli infortuni sportivi. Un gruppo di studiosi californiani ha raccolto informazioni su un centinaio di studenti che praticavano sport nella loro scuola. “Quelli che dichiaravano di dormire almeno otto ore per notte avevano quasi il 70 per cento di probabilità in meno di farsi male sui campi da gioco rispetto a quelli abituati a stare alzati fino a tardi”, ha spiegato Matthew Milewski, coordinatore dello studio. Il rischio di infortunio aumentava al crescere dell’età dei ragazzi. “Quando abbiamo iniziato questo studio credevamo che sui traumi influissero di più l’elevato grado di specializzazione in uno sport, il fatto di giocare tutto l’anno o comunque il numero di ore dedicate all’attività - ha commentato l’ortopedico -, ma abbiamo scoperto che nessuno di questi fattori conta quanto le ore di sonno, l’elemento che sembra più importante per prevenire gli incidenti”. r.v. prima volta abbiamo una firma genetica che può aiutare i medici a determinare quali pazienti hanno maggiori probabilità di rispondere a questa particolare terapia”, ha aggiunto, consigliando però prudenza: è necessario replicare i risultati della ricerca in studi più ampi. Intanto, cominciano a essere più chiari i meccanismi attraverso cui l’aspirina è in grado di contrastare i tumori agendo come una sorta di guastatore dei meccanismi di comunicazione che favoriscono la crescita delle cellule tumorali. Nel dettaglio, spiegano i ricercatori, “l’aspirina può sopprimere la crescita delle cellule tumorali e indurre la morte cellulare bloccando la via metabolica Pik3Ca”. È questa la cascata di reazioni chimiche in cui è coinvolto il gene Pik3Ca e che influisce sulla capacità delle cellule tumorali di Gli incoraggianti risultati di un test scientifico che necessita però di altre verifiche rimanere “immortali”. L’aspirina sarebbe in grado di spezzare proprio questa reazione a catena e quindi di indurre la morte delle cellule tumorali. I ricercatori sono cauti. È vero che l’approccio dello studio che ha combinato l’analisi genetica a quella epidemiologica dà risultati piuttosto solidi. “Può aiutarci a mettere insieme le informazioni di due frontiere della ricerca sul campo - a livello molecolare e di popolazione - in modi che possono offrire grandi benefici ai pazienti”, ha commentato Shuji Ogino. Tuttavia, è necessario che i risultati conseguiti vengano confermati in altri studi. Inoltre - avvertono - la mutazione identificata dai ricercatori come sensibile all’aspirina è presente soltanto nel 15-20 per cento dei tumori del colon-retto. La risposta Insista e vedrà che col tempo riuscirà a farglielo apprezzare Grazie per aver portato un tema finora mai giunto alla rubrica. L’ho sentito menzionare nel mio studio da pazienti scontenti e le confermo quindi quanto lei ha scoperto in Internet e cioè che non si tratta di un fenomeno raro. Distinguerei coloro che non lo fanno sin dall’inizio della storia da quelli che non lo fanno più dopo un certo tempo. Nel secondo caso non è molto positivo per la coppia, poiché può rappresentare il segnale di un innamoramento sbiadito per non dire sparito. Il suo compagno rientra nel primo caso poiché, sin dai vostri primi contatti corporei, sembra proprio non apprezzare questo gesto. Il “non mi piace” può mascherare svariate ragioni. Se oltre al bacio non gli va nemmeno di occuparsi del suo corpo prima di passare alla zona genitale, allora si può pensare che non ha ancora capito che una donna, prima del coito, necessita e gradisce i cosiddetti preliminari. Se invece questa fase non la trascura e sa far cantare tutto il corpo della sua partner per il piacere di entrambi (la donna per quanto prova grazie al tocco di lui, l’uomo per la fierezza che gli procura il fatto di saper dare godimento all’amata), allora ha solo un problema con il bacio profondo. Ha forse avuto esperienze sgradevoli o negative in merito? E se in passato non sia stato apprezzato nel suo modo di baciare e se ne sia fatto un complesso? Magari ha paura di prendere o di trasmetterle qualche malattia perché crede che da quella via questo sia possibile. Spero non sia come quel signore che mi aveva consultato per mancanza di desiderio sessuale nei confronti dell’amica e che finalmente è riuscito a capire e a esprimere il suo forte disagio nel sentire lo sgradevole alito della sua compagna, grande fumatrice. Visto che il suo uomo non è alle prime armi, si può anche pensare che non è un gesto da lui praticato nelle precedenti relazioni. Non l’ha erotizzato e quindi non l’ha inserito nella sua pratica amatoria. Lei ha già trovato una buona via invitandolo a inserirlo nei vostri incontri erotici e sperando che piano piano lo faccia suo. Per ora sembra farlo solo per far piacere a lei, gli lasci il tempo di appropriarsene e magari un giorno riuscirà a prendervi gusto anche lui. Quel mix da dieci e lode tra legumi e cereali Una chiara distinzione tra legume e cereale, può mettere in difficoltà anche le persone più ferrate in alimentazione. Da un lato, già la parola stessa, legume, viene confusa con verdura o vegetale specialmente da chi linguisticamente è influenzato dal francese. Invece, non possiamo annoverare tra i legumi le zucchine, i broccoli o i peperoni, che sono pur sempre ottimi alimenti, ma che non fanno parte di questa categoria. Infatti, eccovi i veri legumi: fagioli, lenticchie, piselli, fave, ceci, lupini, cicerchie e soia. Stop, niente altro. Storicamente sono sempre stati definiti carne dei poveri in quanto, a differenza delle verdure, capaci di apportare proteine di buona qualità, danno il meglio di sè se abbinati come vedremo in seguito. Questo elemento dovrebbe inoltre portare a modificare la visione che abbiamo di questi cibi. Infatti, nella maggior parte dei casi, essi vengono considerati come un contorno, ma in realtà sono loro il piatto principale, con un ruolo importantissimo nel pasto. E passiamo ai cereali. Oltre ai noti derivati del frumento, ci sono l’orzo, l’avena, il farro, il mais, il riso, la segale, il grano saraceno, il miglio, l’amaranto, la quinoa… Il consumo adeguato di questi prodotti va in sostituzione dei classici pane o pasta, in quanto apportano principalmente carboidrati. L’uso di cereali poveri o meno conosciuti è vantaggioso in quanto solitamente meno raffinati. Per questo motivo risultano essere più sazianti e tendenzialmente se ne consumano meno. Senza contare l’enorme apporto di qualità nutritive. E allora, come avrete ben capito tra legumi e cereali passa un abisso nutrizionale. Ecco perché è fondamentale sapere ciò che mettiamo nei nostri piatti, visto che il nostro corpo reagisce diversamente se mangiamo un carboidrato o una proteina. Infine, se combinati nella giusta proporzione (3/4 di legumi ed 1/4 di cereali, meglio se non raffinati) otterremo i famosi piatti poveri, vera e propria base nutrizionale che andrebbe riscoperta da tutti noi in una stagione, quella fredda, che facilità l’approccio con questi cibi. Provate e non resterete delusi.