Paola Patrignani "Farmaci anti-piastrinici nella prevenzione dei tumori: meccanismo e prospettive future" Paola Patrignani , Ordinario di Farmacologia, Università di Chieti "G. d'Annunzio" "Farmaci anti-piastrinici nella prevenzione dei tumori: meccanismo e prospettive future" Il cancro è una malattia causata da mutazioni a carico di geni che regolano la proliferazione, il differenziamento cellulare, il danno del DNA e la sua riparazione. Comunque recenti evidenze sperimentali hanno aperto nuovi orizzonti e speranze per la prevenzione e cura del cancro. Questi risultati riguardano l’aver identificato dei cambiamenti detti “epigenetici” di natura reversibile che frequentemente precedono le mutazioni genetiche che causano il cancro. Se queste alterazioni epigenetiche venissero evidenziare negli individui il più presto possibile e se si potessero modificare farmacologicamente questo porterebbe alla prevenzione di alcuni tipi di cancro. L’epigenetica studia i cambiamenti della regolazione dell’attività ed espressione dei geni che non dipendono dalla sequenza dei geni stessi. In questo contesto, l’epigenetica si riferisce sia a cambiamenti ereditabili dell’attività genica ma anche ad alterazioni metastabili del potenziale trascrizionale di una cellula che non sono necessariamente ereditabili. Le modificazioni epigenetiche comprendono la metilazione del DNA, acetilazione e deacetilazione degli istoni ed infine, è importante ricordare il ruolo dei microRNA. Questi sono dei corti RNA, di circa 22 nucleotidi, non codificanti le proteine, che possono controllare negativamente l’espressione dei loro geni target. Un’ipotesi accreditata è che l’infiammazione cronica sia coinvolta nello sviluppo di diversi tipi di lesioni precancerose. In alcuni casi l’infiammazione rappresenta un vero fenomeno epigenetico che si pone tra l’ambiente (infezioni batteriche, quali l’Helicobacter pylori, e virali, quali il virus dell’epatite C) ed i cambiamenti genetici associati allo sviluppo del cancro. Un importante evento che si realizza nelle risposte infiammatorie è l’espressione aberrante dell’enzima ciclo-ossigenasi-2 che porta all’aumento della biosintesi di mediatori lipidici, come la prostaglandina E2. Questa causa l’induzione di una cascata di eventi biologici mediati da una miriade di diversi segnali molecolari che portano ad acquisire alle cellule un fenotipo pro-tumorale e poi alla loro progressione maligna. 1/2 Paola Patrignani "Farmaci anti-piastrinici nella prevenzione dei tumori: meccanismo e prospettive future" Le piastrine, cellule del sangue, prive di nucleo, intervengono immediatamente in risposta ad un danno tissutale e attraverso l’adesione diretta con altre cellule oppure tramite la liberazione nell’ambiente extracellulare di diversi mediatori solubili (sia lipidici, come il trombossano A2 che proteici) e di vescicole ricche di materiale genetico (come microRNA e mRNA) sono in grado di fornire tutti gli ingredient necessari alla realizzazione dell’infiammazione cronica che è associata a molte malattie, come l’aterotrombosi ed il cancro. Una recente ricerca svolta da Peter Rothwell (Università di Oxford, Inghilterra) ha analizzato i risultati di studi clinici effettuati con un farmaco anti-piastrinico, l’aspirina a basse dosi, utilizzato per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, e ha evidenziato che il trattamento cronico con il farmaco è in grado di ridurre l’incidenza e la mortalità per cancro del colon-retto e di altri tipi di cancro. L’aspirina sembra agire sia interferendo nella formazione di nuovi tumori che nella formazione di metastasi. Le metastasi sono cellule maligne che si staccano dal tumore originario e si diffondono in altri organi dove possono riprodursi e generare nuovi tumori. Numerosi evidenze sperimentali e di farmacologia clinica suggeriscono che l’effetto anti-tumorale dell’aspirina a basse-dosi si realizzi attraverso l’inibizione della funzione delle piastrine. Così, in aggiunta all’aspirina, altri farmaci anti-piastrinici potrebbero essere efficaci nella chemioprevenzione dei tumori. Il mio gruppo di ricerca ha recentemente identificato un nuovo farmaco antipiastrinico, il revacept, che inibisce l’interazione delle piastrine alle cellule tumorali, come strumento per prevenire lo sviluppo del fenotipo pro-metastatico tumorale. Numerosi studi sono in corso in modelli animali e nell’uomo per ottenere una definitiva dimostrazione dell’ipotesi piastrinica nello sviluppo e progressione del cancro. Se questo fosse confermato, ci sarà il razionale per raccomandare l’uso di basse-dosi di aspirina e possibilmente di altri farmaci anti-piastrinici per la prevenzione primaria (cioè in individui con basso rischio) di malattie cardiovascolari e del cancro. Infatti, il possibile aumento del rischio di tossicità gastrointestinale associata all’uso di basse-dosi di aspirina e di altri farmaci anti-piastrinici potrebbe essere controbilanciato dalla contemporanea riduzione del rischio di eventi vascolari e del cancro. 2/2