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Martedì 6 Maggio 2014
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Dal 2010 il regime collettivista ha autorizzato piccole attività economiche private
Il capitalismo bonsai cubano
La risposta c’è stata, ma non basta a far decollare il paese
DI
ETTORE BIANCHI
A
Cuba prende forma un capitalismo
in formato minore.
Non per qualità ma
per dimensioni. Dal 2010 il
regime dell’isola, guidato da
Raul Castro, ha autorizzato l’apertura di piccole attività economiche da parte di
imprenditori privati. L’interesse è stato notevole, anche
se questo non è bastato a far
uscire il paese dalle secche
in cui si trova.
Un esempio eloquente di
questa tendenza è personificato da un parrucchiere, Gilberto Valladares Reina, in
arte Papito, che ha aperto
il suo salone all’Avana, nella parte vecchia della città
dove si trovano molte altre
botteghe dedicate al taglio
e alla cura dei capelli. Egli
appartiene alla categoria
chiamata cuentapropistas,
un termine che equivale a
quello di imprenditore. Dopo
aver lavorato una decina
d’anni in un salone statale,
Papito è stato uno dei primi a
meno stipenbuttarsi nella
di da pagare,
mischia dopo
nuove enil via libera
trate fiscali
del governo
e l’esibizioall’iniziativa
ne al mondo
autonoma.
della propria
Inizialmenvolontà riforte il parrucmatrice.
chiere ha preA volte a
ferito tenere
trionfare è
un profilo
l’arte di arbasso facenrangiarsi: ci
do tutto da
sono venditosolo. Poi, col
ri di biscotti,
passare del
di cd e dvd pitempo, ha asGilberto Valladares Reina nel suo negozio
ratati, c’è chi
sunto alcuni
di parrucchiere all’Avana
affila le lame
collaboratori,
che ora sono cinque. Egli e addetti ai trasporti e al dei frullatori, chi ha un chioricorda che fu molto diffici- turismo, come ristoratori sco di bibite. I riparatori di
le: prima di tutto perché, da e affittacamere. Invece le computer o di telefoni cellusoli, bisogna imparare, e poi professioni ad alto valore lari, che fanno concorrenza
perché in quel periodo tut- aggiunto (medici, ingegneri, alle aziende pubbliche, sono
ti lo guardavano di traver- architetti, avvocati) restano molti richiesti. C’è chi ha
so. Nel 1998 soltanto il 5% sotto il controllo diretto del- aperto un piccolo ristorante
da una dozzina di posti nel
dei parrucchieri lavorava in lo Stato.
Del resto, il salario medio giardino della propria casa.
proprio; oggi, invece, quasi
Il governo vigila, senza
ammonta a 15 euro al mese
tutti.
Negli ultimi anni la pro- e in molti sono tentati di dare nell’occhio, affinché
gressione è stata rapida. esplorare terreni nuovi e, al- questi mestieri talvolta
Attualmente questi piccoli meno in apparenza, più pro- improvvisati non prospeimprenditori sono oltre 440 mettenti. Anche la macchina rino troppo, e non intende
mila: soprattutto artigiani pubblica ne trae benefi cio: inquadrare legalmente il
Per evitare che i suoi film vengano visti illegalmente
fenomeno dei soldi inviati
ai cubani dai parenti che
si trovano all’estero. Tutti i piccoli artigiani hanno
bisogno, per partire, di un
piccolo capitale, e questa
è una fonte essenziale che
viene tollerata. Ma in altri
casi lo Stato è infl essibile.
Una cooperativa di trasporti
dell’Avana aveva intentato
causa per ottenere il diritto
di possesso dei veicoli, ma
ha dovuto arrendersi. Inoltre agli stranieri, compresi
i cubano-americani, è concesso di investire a Cuba,
mentre questo è proibito ai
locali.
Come spiega un esponente politico dell’opposizione,
Manuel Cuesta Morua,
il governo considera queste
piccole attività un fattore di
fl essibilità ma non un elemento di crescita, trattandole come bonsai: taglia le
radici per evitare che si sviluppino. Infatti la diffusione
di questa iniziativa non ha
prodotto un adeguato sviluppo economico a Cuba.
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In chiave preventiva. Ma non per tutti
Hollywood si è alleata Cancro al colon,
col gigante cinese online ora c’è l’aspirina
blicitari: sempre meglio, si ragionava, della
pirateria. Nel settembre 2012 il servizio è
er evitare che i suoi film vengano pi- stato sospeso a causa dei risultati deludenti.
ratati su internet, Hollywood si sta Tuttavia, a distanza di tempo, i numeri sono
alleando con Tencent, il colosso cinese cambiati: a navigare su Internet in Cina sono
delle reti sociali. L’obiettivo sarebbe attualmente più di 600 milioni di persone, è
quello di proporre online alcuni film prodotti arrivata internet mobile e ad alta velocità
negli Stati Uniti, anche meno di due settima- nelle aree più remote della nazione.
Altre iniziative si sono susseguite negli ulna dopo l’uscita nelle sale.
La Warnes Bros possiede già una partecipa- timi tempi. Come quella di Alibaba, leader
zione di minoranza in questo servizio di strea- nel commercio elettronico, che ha annunciato
ming, che ha un costo relativamente basso per l’acquisizione di una quota in ChinaVision,
gli utenti: 15 yuan, cioè 1,70 euro al mese per i che detiene i diritti del campionato di calcio inglese, molto
primi tre mesi, che
seguito nell’ex
poi salgono a 20
Celeste impero.
yuan (2,30 euro).
Resta da vedere
Per esempio, il
come evolverà
grande film storil’atteggiamento
co 300 - L’alba di
del governo cineun impero, uscito
se, che controlla
al cinema a inizio
il numero di film
marzo, è già dispostranieri presennibile su questa
tati nelle sale e
piattaforma.
Le
case
cinematografi
che
Usa
ha imposto quote
I grandi produtcercano
sbocchi
legali
in
Cina
da non superare.
tori cinematografiL’attuale limite è
ci devono far fronte a un dilemma riguardo al paese asiatico: di 34 produzioni all’anno, anche se poi i cinesi
perché essere operativi dove la popolazione trovano tutti i film su Internet in maniera
non è disponibile a pagare? E, d’altro canto, illegale o nei negozi di dvd piratati.
Per ora non è stato deciso se le nuove piatperché non andarci, visto che gli internauti
non esiteranno ad accedere illegalmente ai taforme distributive rientreranno nell’ambito
delle quote fissate da Pechino. Non va neppure
contenuti?
A provarci era stata già Google, che cinque sottovalutato l’aspetto della censura: pornoanni fa aveva avviato una piattaforma per grafia a parte, recentemente è stata sospesa
scaricare legalmente e gratuitamente la mu- la diffusione in streaming di quattro serie
sica, grazie ad accordi con le case discografi- americane senza che sia stata fornita alcuna
che Warner, Emi, Universal e Sony. Tutto si spiegazione.
basava sul fatto di appoggiarsi ai ricavi pub© Riproduzione riservata
DI
MASSIMO GALLI
P
Il farmaco può inibire lo sviluppo di tumori intestinali
C
ontro il cancro al colon ora si sperimenta
l’aspirina in chiave
preventiva. Secondo
alcune analisi retrospettive di
studi condotti negli ultimi due
decenni, l’assunzione regolare
di una dose moderata di questo
farmaco contribuisce a diminuire il rischio di ammalarsi.
A giustificare questa conclusione è il fatto che l’aspirina
inibisce un enzima chiamato
Ptgs2: esso accelera la conversione di un acido grasso in prostaglandine, fra cui la E2, che
provoca lo sviluppo di tumori
all’intestino. Però non tutti i
soggetti sembrano beneficiare di questo trattamento. Ciò
potrebbe essere spiegato con
un altro enzima, il 15-Hpgd,
che in sostanza remerebbe
contro. Un gruppo di scienziati americani, guidati da Sanford Markowitz e Andrew
Chan, ipotizza che l’effetto
preventivo dell’aspirina possa
variare a seconda dell’aspetto
di quest’ultimo enzima nel colon. È emerso che, su 270 casi
di cancro colon-rettale utilizzabili a scopo statistico, i pazienti che avevano un’elevata
concentrazione dell’enzima in
una mucosa normale presentavano una riduzione del 51%
del rischio di tumore.
Questo lavoro è considerato molto interessante, perché
finora i medici discutevano
se fosse opportuno o meno
raccomandare l’assunzione
continua e a lungo termine
dell’aspirina. In realtà, considerando gli effetti collaterali
del medicinale, soprattutto il
rischio di emorragie, il dosaggio del 15-Hpgd nel colon può
far capire in quali circostanze
il rapporto costi-benefici faccia
propendere per la terapia preventiva antitumorale.
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