Ricerca su aspirina: contrasta tumori gastrointestinali e al colon e retto

Ricerca su aspirina: contrasta tumori gastrointestinali e al colon e retto
di AGNESE FERRARA La Repubblica 4 marzo2016
Pubblicati su Jama Oncology i risultati di un gigantesco studio durato 32 anni su un
campione di 135 mila persone. L'assunzione costante per 6 anni di due pasticche di acido
acetilsalicilico riduce del 15% il rischio del cancro al tratto gastrointestinale e del 19% delle
forme colon rettali
Assumere regolarmente l'aspirina, almeno due volte alla settimana per sei anni,
sembra proteggere da diversi tumori, in particolare quelli che interessano il tratto
gastrointestinale e il colon retto. Lo afferma una ricerca del Massachusetts General Hospital
di Boston pubblicata oggi su JAMA Oncology.
I medici di Boston hanno infatti scoperto che assumere l'acido acetilsalicilico con
regolarità riduce del 15% il rischio del cancro al tratto gastrointestinale e del 19% il rischio
del tumore al colon e retto. Lo studio, durato ben 32 anni, ha osservato un campione di oltre
135.000 uomini e donne, malati e sani, ed ha incluso anche gli effetti su chi fa regolarmente
la colonscopia. "Il farmaco - sostengono i ricercatori - potrebbe prevenire il 17% dei tumori
colon rettali fra coloro che non si sottopongono all'endoscopia, ma anche l'8,5% degli stessi
tumori in chi invece vi si sottopone".
Gli studiosi ipotizzano che l'assunzione del farmaco potrebbe diventare uno
strumento valido di prevenzione a basso costo e quando lo screening rimane incerto.
Gli autori della ricerca precisano che il rischio di ammalarsi di cancro in generale si
abbassa del 3%, ad esclusione di alcuni fra i tumori più comuni, come quello al seno, alla
prostata ed ai polmoni. I medici ricordano però che l'assunzione dell'aspirina non è esente
da effetti collaterali, il più noto il calo della capacità di coagulazione del sangue: "
A questo punto potrebbe essere considerato ragionevole parlare col proprio medico
dell'ipotesi di assumere l'aspirina per prevenire i tumori gastrointestinali, in particolare se ci
sono fattori di rischio in famiglia, ma i pazienti devono anche essere correttamente
informati sugli effetti collaterali potenziali di questo farmaco e proseguire comunque i
test di screening", ha commentato in una nota Andrew Chan, professore associato di
medicina alla Harvard Medical School e coautore dello studio.