L’Hamiltoniana dell’oscillatore armonico dotato di carica e in un campo elettrico costante e uniforme E è: H= p2 mω 2 q 2 + + eEq 2m 2 (1) Se consideriamo solo la parte di potenziale1 W (q) = mω 2 q 2 + eEq 2 risulta chiaro che si tratta ancora di una parabola (e quindi di un oscillatore armonico), traslata orizzontalmente e verticalmente; possiamo determinare l’entità della traslazione cercando la posizione del minimo (che chiamiamo a): dW = mω 2 q + eE = 0 dq → q=− eE =a mω 2 Per l’entità della traslazione verticale valutiamo W (a): m eE e2 E 2 ω 2 e2 E 2 W (a) = − eE = − 2 m2 ω 4 mω 2 2mω 2 Dunque possiamo scrivere l’hamiltoniana nella forma H= p2 mω 2 e2 E 2 + (q − a)2 − 2m 2 2mω 2 (risultato a cui si poteva giungere peraltro semplicemente completando il quadrato in (1)) Se chiamiamo H̃ l’Hamiltoniana di un normale oscillatore armonico H̃ = p2 mω 2 q 2 + 2m 2 possiamo riscrivere H in termini di H̃ e dell’operatore di traslazione spaziale U (a): e2 E 2 H = U (a) H̃ − U −1 (a) (2) 2mω 2 Quello che vogliamo ora è determinare gli autovalori Hn in funzione degli H̃n , che conosciamo. Per fare questo, basta dimostrare al volo un teoremino2 . 1 Uso W perché V già balla in giro per l’operatore di traslazione della quantità di moto. Sembra una potenza ma chissene frega. 2 Che tra l’altro ho scoperto che c’è in forma super stringata sul Picasso, nel paragrafo degli operatori unitari. 1 Teorema 1. Sia U un operatore unitario, c ∈ C un numero e A e B operatori per cui vale la relazione: A = U BU −1 + c Allora, se |bi è un autovettore di B con autovalore b, |ai = U |bi è un autovettore di A con autovalore b + c. Dimostrazione. È sufficiente applicare A su |ai: infatti si ha A|ai = U BU −1 U |bi + cU |bi = U B|bi + cU |bi = U b|bi + cU |bi Raccogliendo, si ha A|ai = (b + c)U |bi = (b + c)|ai ossia la tesi. Applicando il teorema appena dimostrato alla (2) si ottiene dunque e2 E 2 1 e2 E 2 Hn = H̃n − = n + ~ω − 2mω 2 2 2mω 2 2