auXologico news Periodico di informazione sANITARIA a cura dell’Istituto Auxologico Italiano - Anno 2 - N2 www.auxologico.it L’istituto Auxologico Italiano ha scelto di potenziare le proprie dotazioni strutturali e tecnologiche per essere sempre più competitivo, con i propri ricercatori e medici, nelle sfide che la ricerca biomedica e la cura del malato sottopongono ogni giorno. Dal mese di settembre 2010 è attivo a Milano il nuovo Ospedale San Luca. A cura del Prof. Giovanni Ancarani, Presidente dell’Istituto Auxologico Italiano I lavori per la costruzione del nuovo edificio dell’Istituo Scientifico Ospedale San Luca, che si affaccia direttamente su piazzale Brescia lungo la circonvallazione esterna di Milano, hanno avuto inizio nel 2007 e sono stati ultimati ad agosto del 2010. La nuova struttura ospedaliera di 13 piani (4 interrati e 9 fuori terra) è dedicata sia all’attività clinica di cura dell’ammalato, sia all’attività di ricerca scientifica e formazione del personale sanitario, in linea con la natura di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico propria dell’Istituto Auxologico Italiano. Le aree di di degenza del nuovo ospedale sono dedicate alla Cardiologia, alla Neurologia e alla Medicina Generale, con un’attenzione particolare all’aspetto riabilitativo che queste discipline comportano. L’ospedale è dotato inoltre del Pronto Soccorso Cardiologico, della Stroke Unit per il pronto intervento nel trattamento dell’ictus cerebrale e dell’Unità Coronarica di terapia intensiva. Sono poi presenti il Centro per l’Ipertensione, il Centro per Lo Scompenso Cardiaco e il Centro dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Ampio spazio è riservato all’attività ambulatoriale con un poliambulatorio polispecialistico completo di tutte le principali specialità mediche. Il Servizio di Radiologia e Diagnostica per È uscito “Crescere sani. Consigli dei medici ai genitori.” Negli ultimi anni sono aumentate molto la sensibilità e l’attenzione per la crescita fisica, psichica e lo sviluppo dei bambini e, in misura ancora maggiore, degli adolescenti. Il libro di Alessandro Sartorio e Nicoletta Marazzi è frutto dell’ esperienza clinica ‘integrata’ e di ricerca di oltre 20 anni e si propone di offrire semplici risposte alle domande e ai dubbi più ovvi e comuni. Immagini, infine, è attrezzato con le piu’ moderne strumentazioni digitali, tra le quali una Risonanza Magnetica con potenza 3 Tesla: un’apparecchiatura sofisticata che permette non solo studi morfologici molto accurati degli organi, ma puo’ essere utilizzata anche per studi di tipo funzionali neuronali, che consentono di valutare anche il funzionamento dell’organo studiato e sono molto importanti nell’ambito della ricerca scientifica. Alle attività cliniche dell’Ospedale San Luca sono sempre affiancate le corrispettive attività di ricerca. Sono infatti Presenti i Laboratori Sperimentali di Ricerca di Cardiologia, di Neuroscienze, Endocrino Metaboliche, di Riabilitazione Neuromotoria, di Neuropsicologia Clinica, di Immunologia Clinica, di ricerche sull’Invecchiamento, di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare. Il nuovo Ospedale San Luca è solo il piu’ recente delle nuove strutture dell’Istituto Auxologico Italiano, che è presente da piu’ di cinquanta anni come protagonista nella ricerca endocrino-metabolica, cardiovascolare, neurologica, e ha visto negli ultimi anni una notevole crescita della propria attività sia clinica, sia di ricerca. Nel 2007 è stato aperto il Centro per la Ricerca e la Cura dell’Invecchiamento a Milano, nel quale l’attività di ricerca è affiancata da tutti i tipi di attività clinica necessari ad affrontare i problemi medici della vecchiaia: l’attività ambulatoriale e di day-hospital, quella della cura degli eventi acuti, quella riabilitativa e infine quella dell’assistenza residenziale per gli anziani. Nel gennaio 2008 poi è stato aperto il Centro Diagnostico Meda, un ampio poliambulatorio specialistico con un servizio di Diagnostica per Immagini all’avanguardia tecnologica e un Centro Clinico e di Ricerca delle malattie cardio-cerebro-vascolari. A giugno del 2008 è anche stato inaugurato il Centro Diagnostico Pioltello, poliambulatorio specialistico che vedrà nei prossimi anni un ulteriore sviluppo in quanto entrerà a far parte del Polo Sanitario che nascerà, nel Comune di Pioltello, in collaborazione con la Asl Milano 2 e l’Azienda Ospedaliera Melegnano. Da gennaio 2010 infine anche la Casa di Cura San Carlo di Milano è entrata a far parte dell’Istituto Auxologico Italiano, ampliando l’offerta sanitaria con l’attività chirurgica, che verrà ulteriormente potenziata nei prossimi sviluppi dell’Istituto. L’Istituto Auxologico Italiano sta crescendo per far fronte alle principali sfide che i prossimi anni offriranno alla ricerca e alla clinica nelle proprie aree di attività, ben consapevole che la ricerca contribuisce a curare meglio e che l’Istituto si prende cura della persona dall’infanzia all’età avanzata, avendo al centro dei propri interessi la scienza dello sviluppo umano. I numeri dell’Auxologico 50 anni di ricerca e cura 24 850 10 sedi in Lombardia e Piemonte laboratori di ricerca mila pazienti ogni anno 2.000 3,5 milioni di prestazioni sanitarie ogni anno collaboratori 200 pubblicazioni scientifiche ogni anno attività clinica La sindrome del diagnosi e cura A cura del Dott. Marcello Nava, Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia, Istituto Auxologico Italiano e del Dott. Luca Maderna, Servizio di Neurofisiopatologia, Istituto Auxologico Italiano. tunnel carpale: I er tunnel carpale è un’entità anatomica (un canale) a livello del polso, all’interno della quale passa il nervo mediano. La sindrome del tunnel carpale si verifica in presenza della sofferenza del nervo mediano. La comparsa della sofferenza e dei sintomi sono dovuti a una compressione sul nervo; le cause possono essere un’infiammazione, la perdita di elasticità del legamento carpale, alcuni tipi di frattura del polso e alcune malattie metaboliche (quali il diabete per esempio) che provocano neuropatie. Le infiammazioni più frequenti sono dovute a microtraumi ripetuti, che possono verificarsi in situazioni lavorative (per l’utilizzo del mouse e del telefono, per esempio), sportive (tennis) o di vita quotidiana. La sindrome ha uno sviluppo progressivo e si possono distinguere tre fasi di sofferenza del nervo mediano. Nella prima, chiamata irritativa, si avvertono i primi sintomi che generalmente allertano sulla necessità di approfondimenti diagnostici: l’alterazione della sensibilità a livello delle prime tre dita e disturbi sempre alle dita, simili a formicolii, durante le ore notturne. La malattia, se non diagnosticata e curata prontamente, evolve poi verso una seconda fase chiamata compressiva: i sintomi cambiano e può anche esservi una remissione parziale che viene avvertita come un miglioramento dei disturbi, ma di fatto è dovuta alla morte dello strato più esterno del nervo (che quindi non percepisce più la compressione). Con il tempo però la sofferenza passa agli strati più interni del nervo e si arriva alla vera e propria fase della paralisi, in cui il nervo è compromesso in modo irreparabile: si ha la perdita del tatto, della sensibilità e della forza. Dato il progressivo peggioramento della sindrome del tunnel carpale, la diagnosi tempestiva è molto importante e avviene attraverso l’elettromiografia: un esame che permette di studiare le strutture neuro-muscolari di tutto il corpo e in questo caso viene usato per studiare la zona del polso. L’esame si articola in due momenti: inizialmente si svolge un test non Capire gli strumenti diagnostici l’Ecocardiogramma invasivo che, attraverso l’impiego di stimoli elettrici, permette di studiare la corretta funzionalità delle fibre nervose motorie e sensitive. Successivamente, attraverso l’uso di elettrodi ad ago monouso, viene registrata l’attività elettrica generata nel muscolo, sia in condizioni di riposo che durante la contrazione volontaria. In questo modo può essere verificata la sofferenza del nervo e valutata la tipologia di compromissione del nervo per valutare come intervenire. Durante la prima fase infiammatoria, la terapia consiste nel riposo, nell’assunzione di farmaci antinfiammatori e nella somministrazione di trattamenti elettromedicali. In presenza della fase compressiva è invece necessario l’intervento chirurgico: un intervento breve che viene svolto in regime ambulatoriale o di Day Surgery, con anestesia locale o loco-regionale. L’intervento consiste nell’apertura del legamento carpale sotto al quale c’è il nervo mediano sofferente, creando un aumento di spazio per lo scorrimento del nervo. Non esistono particolari controindicazioni all’intervento, se non che in presenza di alcune patologie dismetaboliche, quali il diabete, è molto importante saper valutare quando e se eseguire l’operazione. Il beneficio dell’intervento è rapido e immediato quando la sindrome viene diagnosticata tempestivamente e il nervo mediano non ha sofferto per lungo tempo. Se invece la diagnosi avviene tardivamente e la sofferenza si è protratta a lungo, il recupero della funzionalità è più lento, richiede maggior tempo, sono necessarie una ginnastica riabilitativa o una fisioterapia delicata e non sempre si può arrivare a un recupero totale della sensibilità e della forza. Questo ribadisce l’importanza di una corretta e precoce diagnosi attraverso l’elettromiografia. Le tecniche diagnostiche e la cura di questa sindrome sono in continuo miglioramento: strumenti sempre più sofisticati vengono utilizzate per diagnosi sempre più precise e le nuove tecniche chirurgiche permettono incisioni sempre più piccole che lasciano cicatrici poco visibili. La sindrome dell’ovaio policistico: dall’endocrinopatia alla malattia metabolica A cura della Dott.ssa Giovanna Branzi, Unità Operativa di Cardiologia Istituto Auxologico Italiano L’ ecocardiogramma è un esame di diagnostica per immagini che utilizza gli ultrasuoni per studiare il cuore. Gli ultrasuoni sono onde sonore con frequenze diverse, non nocive (nemmeno per le donne in gravidanza) e non percepibili dall’orecchio umano. Queste onde “rimbalzano” contro le pareti del cuore e forniscono delle immagini che permettono di valutare l’anatomia cardiaca e di vedere il cuore in movimento, consentendo quindi uno studio di tipo sia morfologico sia funzionale. Si tratta di un esame privo di controindicazioni, che può essere ripetuto anche frequentemente per il monitoraggio delle cardiopatie. L’ecocardiogramma può essere effettuato per via transtoracica o per via transesofagea. L’approccio transtoracico viene eseguito con il paziente in decubito laterale sinistro e la sonda viene appoggiata in alcuni punti del torace per osservare il cuore da diverse prospettive. Permette di valutare le dimensioni del cuore, lo spessore delle pareti, la capacità contrattile (globale e dei singoli segmenti), la morfologia e il funzionamento delle valvole cardiache. Associato alla metodica Doppler consente di misurare anche la velocità del flusso sanguigno. L’ecocardiogramma transesofageo viene eseguito in caso di particolari patologie e consente di visualizzare le strutture posteriori del cuore, scarsamente accessibili allo studio transtoracico. La sonda viene introdotta nell’esofago, previa lieve sedazione, e viene posizionata a ridosso della zona posteriore del cuore. L’ecocardiogramma costituisce uno degli esami di primo livello qualora vi sia il sospetto di una cardiopatia. La metodica esiste da più di 20 anni, ma è in continua evoluzione grazie al miglioramento della strumentazione: con le apparecchiature più recenti è oggi possibile ottenere anche immagini tridimensionali. A cura del Prof. Antonio Liuzzi, Unità Operativa di Medicina Generale, Istituto Auxologico Italiano. I n un recente convegno tenutosi a Verbania, si è parlato della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). Si tratta di una sindrome diffusa che presenta ancora aspetti controversi. È una condizione caratterizzata da iperandrogenismo, anovulatorietà e obesità. Quest’ultimo segno è stato per lungo tempo poco considerato nell’’ambito di questa sindrome: l’attenzione dei ricercatori era focalizzata sulle alterazioni della produzione degli ormoni dell’ovaio e delle ghiandole surrenali. In questa sindrome infatti la sintesi ed il metabolismo periferico di ormoni quali gli estrogeni, gli ormoni maschili e il cortisolo è profondamente alterata; questo si riflette in alterazione della secrezione di Gonadotropine da parte dll’ipofisi e quindi in irregolarità del ciclo mestruale. Il rinnovato interesse per le attività metaboliche e di produzione ormonale del tessuto adiposo ha profondamente modificato il punto di vista sulla fisiopatologia di questa sindrome che oggi viene considerata piuttosto una patologia di origine metabolica o addirittura internistica con aspetti endocrini. Infatti la resistenza insulinica riscontrata in queste pazienti viene oggi vista come il momento determinante sia la fisiopatologia che la terapia. attività di ricerca La farmacogenomica: il farmaco giusto al paziente giusto M entre la medicina tradizionalmente considerava il singolo paziente, negli ultimi due secoli la farmacologia si è per lo più basata sul principio che un singolo farmaco possa essere utile per molti o tutti i pazienti. Questo approccio sta attualmente cambiando grazie alle nuove ricerche scientifiche che confermano che l’assetto genetico dell’individuo può influenzare in maniera profonda sia il rischio di sviluppare una determinata patologia, che la risposta al farmaco e l’eventuale comparsa di reazioni avverse. È infatti esperienza oramai diffusa che i medicinali non hanno lo stesso effetto su tutti i pazienti. In questo contesto, la farmacogenomica è la nuova frontiera della medicina per la personalizzazione della terapia, per individuare al meglio i soggetti che possono essere più responsivi a un dato farmaco al fine di ottimizzare i benefici terapeutici e minimizzare gli effetti collaterali. Le ricerche di farmacogenetica si propongono infatti di identificare le varianti del DNA che sono associate a differenze nella risposta che l’organismo ha del farmaco. Porre in relazione l’assetto genetico di un individuo con le risposte a un determinato farmaco permette quindi di predire con maggiore precisione l’effetto del medicinale e studiare la terapia ad hoc sul soggetto, sia scegliendo il tipo di farmaco più efficace e con meno rischi di effetti collaterali, sia somministrando la dosi più adatte. Nel caso di malati oncologici, abbiamo la possibilità di studiare le modifiche del codice genetico o delle caratteristiche molecolari che sono proprie del tessuto tumorale, e potere così scegliere il farmaco più adatto per combatterlo. Un’esempio dell’applicazione di questa metodica è il caso del tumore della mammella, patologia che in se’ è molto eterogenea con numerose varianti che differiscono fra loro per il coinvolgimento di meccanismi patogenetici diversi. Il 30% di questi tumori presenta un’anomalia genetica legata a una proteina che stimola la crescita della massa tumorale. Per bloccare questo specifico tipo di tumore, si possono utilizzare attualmente delle proteine, chiamate anticorpi che sono in grado di neutralizzare la attività di questa proteina “oncogenica”, cioè che stimola la crescita tumorale. Attualmente, le applicazioni della farmacogenomica in campo oncologico sono estese anche ad altri tumori, come quelli del colon, della tiroide e dell’ipofisi. Come detto prima un altro campo applicativo molto importante della farmacogenomica è quello che permette di studiare l’assetto genetico dell’individuo per verificare il rischio di eventuali effetti indesiderati secondari a una certa terapia. Oltre all’efficacia e agli effetti collaterali, la genetica è in grado di predire anche il metabolismo del medicinale in un dato individuo, ossia il modo e il tempo di eliminazione del medicinale da parte dell’organismo: tutti dati che nell’insieme aiutano a capire quale sia il dosaggio più appropriato del farmaco per ogni malato. E’ questo per esempio il caso delle terapie con antidepressivi, con anestetici, con anticoagulanti e con immunosoppressori: tutti farmaci che vengono metabolizzati in modo molto diverso a seconda del patrimonio genetico del paziente, nello specifico dei geni che codificano enzimi coinvolti nel metabolismo delle sostanze farmacologiche a livello epatico,. Gli studi di farmacogenomica rappresentano quindi un grande vantaggio per il singolo paziente, che trarrà maggior beneficio dalle cure e avrà minor probabilità di effetti collaterali, ma potranno avere fondamentali ricadute anche per il Servizio Sanitario Nazionale in termini di costi per le cure. Molti dei farmaci di nuova generazione sono estremamente costosi: individuare da subito quale sarà la sottopopolazione di pazienti più suscettibile di avere una risposta positiva ad un determinato farmaco permetterà di mirare nella maniera più appropriata le risorse terapeutiche. Le ricerche di farmacogenomica sono attualmente già applicate in centri di grande specializzazione. Nell’Istituto Auxologico, presso il Laboratorio Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche e presso il Laboratorio di Ricerche di Biologia Molecolare vengono condotte ricerche di farmacogenomica in relazione a diverse patologie. Attualmente sono in corso alcuni progetti di ricerca corrente specifici sulla terapia anticoagulante negli anziani (per valutare l’influenza dell’assetto genetico sulla terapia) o anche sulla predizione quantitativa della risposta alla stimolazione ovarica. A cura del Prof. Luca Persani, Unità Operativa di Medicina Generale ad Indirizzo Endocrino Metabolico dell’Istituto Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche dell’Istituto Auxologico Italiano, Dipartimento di Scienze Mediche, Università degli Studi di Milano e a cura della Dott.ssa Anna Maria Di Blasio, Laboratorio di Ricerche di Biologia Molecolare, Istituto Auxologico Italiano. Il Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica A cura del Prof. Alessandro Mauro, Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica, Unità Operativa di Neurologia e Riabilitazione delle Malattie Neurologiche, Istituto Auxologico Italiano. Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino. Situato presso l’Istituto Scientifico Ospedale San Giuseppe a Piancavallo (VCO), il Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica si avvale di diverse figure professionali: Neurologi, Biologi, Biotecnologi e Tecnici di Laboratorio. La collaborazione di questi professionisti è dedicata all’applicazione di tutte le tecniche di tipo biologico e biologico-molecolare utili per la diagnostica delle malattie neurologiche. La ricerca scientifica volta all’individuazione di metodologie e tecniche diagnostiche delle malattie neurologiche è decisamente il momento piu’ importante dell’attività del Laboratorio, in quanto una diagnosi precisa e precoce delle malattie neurologiche è in genere complessa e spesso molto importante per l’efficacia della terapia che ne segue. Il Laboratorio si occupa inoltre di studi sperimentali che riguardano anche l’aspetto patogenetico e terapeutico. Vengono affrontati principalmente ricerche di Neuropatologia, ossia analisi di tipo biologico direttamente sui tessuti in presenza di malattie neurologiche del sistema nervoso centrale (cervello) o periferico (nervi); in questo ambito vengono affrontati anche studi di miopatologia, ossia di diagnostica di biopsie muscolari. Nell’ambito della Neurogenetica, analisi del patrimonio genetico di individui affetti da patologie neurologiche, vengono poi affrontate malattie molto rare, quali il CADASIL (una vasculopatia cerebrale ereditaria) e la Neuropatia Amiloidotica Familiare. Le ricerche genetiche servono per la diagnosi delle malattie e per comprendere la patogenesi delle stesse, ossia le cause e le modalità d’insorgenza delle patologie. Le analisi molecolari vengono effettuate sia su tessuti di persone malate, sia su modelli cellulari che presentano le stesse alterazioni delle cellule malate. Il Laboratorio si occupa da tempo anche di terapie sperimentali in neurologia, utilizzando le nanosfere lipidiche solide come veicolo di farmaci: particelle lipidiche di dimensioni molto piccole che contengono farmaci sono usate per trasportare più efficacemente il medicinale nel tessuto nervoso. Questi veicoli farmacologici presentano dei potenziali vantaggi in quanto i farmaci veicolati dalle nanosfere lipidiche passano piu’ facilmente la barriera ematoencefalica (barriera protettiva del cervello) e mantengono concentrazioni più costanti e durature nel sangue. Questi studi sono applicati a farmaci usati per la cura dei tumori cerebrali, per la Malattia di Parkinson, per i disturbi del sonno e per il trattamento della spasticità. I risultati in questo ambito sono molto promettenti e le ricerche vengono svolte in collaborazione con il Laboratorio di Neurofisiopatologia. Tutti gli studi vengono condotti tenendo saldo il legame tra la ricerca scientifica e il momento clinico (diagnostico e terapeutico), in perfetta linea con il concetto di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico proprio dell’Istituto Auxologico. Ristrutturazione della sede storica dell’Istituto Auxologico. S ono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’Istituto Scientifico Ospedale San Giuseppe a Piancavallo (VCO). Il lavori, che dureranno circa 5 anni, interessano il padiglione ovest, che verrà ampliato e completamente ristrutturato. Le opere di rinnovamento coinvolgeranno le camere di degenza, le palestre e gli ambulatori medici. Verranno infatti ristrutturati gli esterni, gli interni e anche l’impiantistica. L’attività sanitaria non verrà influenzata da questi lavori e continuerà regolarmente. Il progetto del padiglione in ristrutturazione. ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE via Cadorna, 90 - Piancavallo (Oggebbio-VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE VILLA CARAMORA corso Mameli, 199 - Verbania (VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN MICHELE ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA via Ariosto, 13 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 via Spagnoletto, 3 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCHE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA POLO DI NEURORIABILITAZIONE via Zucchi, 18 - Cusano Milanino (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 via Mercalli, 32 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCA E CURA DELL’INVECCHIAMENTO CENTRO DIAGNOSTICO - MEDA L’Odontoiatria a Meda N ei primi mesi del 2011 aprirà il Servizio di Odontoiatria presso il Centro Diagnostico-Meda. Il servizio, in convenzione con Il Sistema Sanitario Nazionale, trova spazio nell’ampliamento della Centro in Corso della Resistenza 23 a Meda e completa la già ampia offerta sanitaria del Centro. La ricerca aiuta a curarti meglio via Mosè Bianchi, 90 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 corso della Resistenza, 23 - Meda (MI) Linea ASL 03627724001 Linea Privati 0362 7724000 Dai un contributo all’attività di ricerca dell’Istituto Auxologico Italiano: BANCA INTESASANPAOLO, Filiale 2103 Corso Vercelli, 25 - Milano IBAN: IT 35 I 03069 09448 000002661142 c/c:26611-42 CAUSALE: DONAZIONE Per donazioni e informazioni Istituto Auxologico Italiano 02-61911.2985 [email protected] CENTRO DIAGNOSTICO PIOLTELLO CASA DI CURA SAN CARLO via Masaccio, 4B - Pioltello (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 via Pier Lombardo, 22 - Milano Linea ASL e Privati 02 550001 Le sedi di Ricerca e Cura lavori in corso Prenotazioni on line: [email protected] Auxologico News - notiziario di informazione sanitaria Istituto Auxologico Italiano. Via Ariosto, 13 – 20145 Milano. Direttore Responsabile: Giovanni Ancarani. 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