17 - il fascismo - Materiali didattici del prof. Merola

IL FASCISMO
Il “biennio rosso” e l’ascesa di Mussolini
Crisi economica, squilibrio tra Nord e Sud,
Crisi politica, indebolimento dei partiti liberali,
misure protezionistiche che fanno salire i
rafforzamento del partito socialista e delle
prezzi, inflazione e perdita di valore del denaro.
organizzazioni sindacali.
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“Biennio rosso” (1919-1920)
Si moltiplicano le lotte di contadini, operai e lavoratori a causa dei continui aumenti dei prezzi. I
contadini occupano le terre e gli operai organizzano scioperi.
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Grazie ai sindacati, come la CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), i lavoratori
ottengono salari più alti e migliori condizioni di lavoro (ad esempio la giornata lavorativa di otto
ore).
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Nel 1921 nasce il PCI (Partito Comunista Italiano) guidato da Antonio Gramsci.
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Le proteste e gli scioperi del “biennio rosso” spaventano i proprietari terrieri e gli industriali, che
temono lo scoppio di una rivoluzione, come in Russia. In questa situazione entra in azione il
movimento fascista di Benito Mussolini, che era nato nel 1919 a Milano con il nome di “Fasci di
combattimento”.
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L’insoddisfazione per la “vittoria mutilata” è un altro motivo di tensione. Dopo la guerra l’Italia
aveva ottenuto il Trentino, Trieste, la Venezia Giulia e l’Istria, ma non la Dalmazia e la città di
Fiume, come previsto dal Patto di Londra. I nazionalisti continuano a protestare e a battersi per
ottenere questi territori. Nel 1919 il poeta Gabriele D’Annunzio occupa la città di Fiume. Il
governo italiano deve intervenire per far rispettare gli accordi internazionali e porre fine
all’impresa di D’Annunzio. Le idee dei nazionalisti contribuiscono alla nascita del fascismo.
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Il programma di Mussolini è confuso e unisce elementi contrastanti: un acceso nazionalismo, una
feroce polemica contro i socialisti, richieste di riforme sociali e un’attitudine alla violenza. Il
movimento fascista è composto soprattutto da membri dei ceti medi frustrati dalla crisi
economica e spaventati dalle lotte dei socialisti. Mussolini si presenta come difensore dell’ordine.
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Grazie ai finanziamenti dei proprietari terrieri e degli industriali Mussolini organizza spedizioni
punitive contro i socialisti. I fascisti in camicia nera danno vita a forme di squadrismo violento:
aggrediscono gli avversari con punizioni esemplari, distruggono le sedi dei sindacati, picchiano i
socialisti e li costringono a bere l’olio di ricino.
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Nelle elezioni del 1921 si forma uno schieramento di conservatori e liberali aperto ai fascisti: i
Blocchi nazionali. Vengono eletti 35 deputati fascisti e Mussolini aumenta il suo peso politico.
Alla fine del 1921 il movimento fascista si trasforma in Partito Nazionale Fascista (PNF).
La “marcia su Roma” e il delitto Matteotti
Nel 1922 circa 40.000 fascisti da tutta l’Italia si radunano a Napoli. Mussolini dichiara di voler prendere il governo,
anche con la forza: pretende di mettersi personalmente alla guida del Paese. In ottobre i fascisti si dirigono verso la
Capitale con la “marcia su Roma”. Il re Vittorio Emanuele III, invece di far intervenire l’esercito, dà a Mussolini
l’incarico di formare un nuovo governo.
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Subito si manifesta la natura autoritaria del fascismo. Mussolini si fa chiamare “duce” (dal latino “dux”,
capo), istituisce la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (un corpo armato direttamente ai suoi
ordini, nel quale confluiscono gli squadristi) e crea il Gran Consiglio del fascismo, che deve essere
interpellato su ogni questione costituzionale.
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Nel 1924 Mussolini gode di poteri straordinari. Fa approvare una nuova legge elettorale, la legge Acerbo,
in base alla quale il partito che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti avrebbe avuto diritto al 65% dei seggi
in Parlamento. Poi scioglie le Camere e indice nuove elezioni politiche. Le elezioni si svolgono in un clima di
violenza e di intimidazioni: grazie anche a una serie di brogli, il Partito Nazionale Fascista ottiene un’ampia
maggioranza.
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Il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia in Parlamento le illegalità compiute dai fascisti durante
le elezioni, chiedendo che siano annullate. Alcuni giorni dopo Matteotti viene rapito e ucciso. Le
responsabilità dei fascisti sono evidenti.
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Dopo il delitto Matteotti i deputati dei partiti di opposizione abbandonano l’aula del Parlamento per
protesta. Questo episodio viene chiamato “Secessione dell’Aventino” in ricordo di quanto avvenuto
nell’antica Roma quando i plebei, in lotta contro i patrizi, lasciarono la città per ritirarsi sul colle
dell’Aventino.
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Mussolini ignora la protesta dell’opposizione e inizia ad agire senza controlli: inizia la dittatura fascista.
Il regime fascista
Mussolini riforma lo Stato in senso autoritario e si attribuisce il potere
di emanare leggi senza l’approvazione del Parlamento.
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1926: “Leggi fascistissime”
Vengono sciolti tutti i partiti tranne il PNF.
Lo sciopero viene dichiarato illegale, come anche tutte le organizzazioni sindacali.
Le libertà di stampa, di riunione e di opinione sono soppresse. Gli oppositori sono controllati ed
eliminati da un tribunale speciale.
L’educazione della gioventù viene sottoposta alle cure del regime: nascono le organizzazioni
giovanili (Opera nazionale balilla e Gioventù italiana del Littorio).
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1929: Patti Lateranensi (il concordato tra Stato e Chiesa)
Il Cattolicesimo viene riconosciuto come religione di Stato.
Per ottenere l’appoggio dei cattolici Mussolini trova un accordo per mettere fine allo scontro tra
Stato e Chiesa che durava dalla presa di Porta Pia (1870): il papa riconosce ufficialmente il Regno
d’Italia e Mussolini concede alla Chiesa la sovranità sulla Città del Vaticano, un ricco risarcimento,
l’esenzione dal pagamento delle tasse e l’insegnamento della religione in tutte le scuole.
Politica economica e imperialismo durante il fascismo
Il regime fascista di Mussolini impone uno stretto controllo sull’economia
e rilancia una politica di espansionismo coloniale.
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Politica economica
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Nasce lo stato corporativo, basato sull’idea
della collaborazione di classe: operai e
imprenditori sono riuniti in corporazioni,
che sostituiscono i sindacati e consentono
al regime di tenere sotto controllo le
rivendicazioni dei lavoratori.
Mussolini punta sull’autarchia, una forma
estrema di protezionismo, secondo la quale
l’Italia deve essere autosufficiente e
produrre tutto quello che è necessario. Per
questo motivo la lira viene rivalutata e
viene aumentata la produzione di grano,
per soddisfare le richieste di tutto il Paese
(“Battaglia del grano”).
Per rispondere alla crisi economica del 1929
Mussolini crea l’IRI (Istituto per la
Ricostruzione Industriale) per salvare le
aziende dal fallimento e dà il via a
numerose opere pubbliche.
Politica internazionale
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L’imperialismo è
una caratteristica
dell’ideologia fascista. Mussolini adotta una
politica di espansionismo coloniale,
progettando la conquista dell’Etiopia.
L’Italia attacca l’Etiopia nel 1935 dalle sue
colonie della Somalia e dell’Eritrea. La
Società
delle
Nazioni
condanna
l’aggressione italiana e punisce il nostro
Paese con sanzioni economiche. La
propaganda fascista risponde con lo slogan:
“Un posto al sole”, convincendo il popolo
con il sogno della conquista di terre lontane
e distraendolo dai problemi della crisi e
della disoccupazione. La guerra viene vinta
da Mussolini, che proclama il ritorno
dell’Impero romano.
Nel 1938 vengono approvate le leggi
razziali, di contenuto antisemita, che
rafforzano l’alleanza con il regime nazista
di Adolf Hitler.