ANORESSIA E BULIMIA
LE NUOVE DIPENDENZE
Le adolescenti tra il vuoto
e la ricerca disperata di senso
Dott. Giorgio Odone
Psichiatra, Psicoterapeuta, Neuropsichiatra Infantile
Responsabile Centro Disturbi Alimentari A.O. Treviglio
GLI ADOLESCENTI E IL
VUOTO
GLI ADOLESCENTI E IL
VUOTO
Un punto di vista filosofico-esistenziale
Riferimenti bibliografici
• M.C.Gislon “Adolescenza e discontinuità”
Bollati Boringhieri
• U.Galimberti “L’ospite inquietante. Il
nichilismo e i giovani” Feltrinelli
• P.Carbone “Le ali di Icaro; capire e
prevenire gli incidenti dei giovani” Bollati
Boringhieri
• M.Recalcati “Clinica del vuoto. Anoressie,
dipendenze, psicosi” Franco Angeli
IL NICHILISMO E I GIOVANI
F. Nietzsche: “Il nichilismo è alle porte: da dove ci viene costui, il
più inquietante fra tutti gli ospiti?”.
I giovani stanno male perché un ospite inquietante, il nichilismo, si
aggira tra loro.
F. Nietzsche: “Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al
“perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori
supremi perdono ogni valore”.
Il presente diventa un assoluto da vivere
Il disagio non è esistenziale ma culturale
Dal futuro come promessa al futuro come minaccia
F.Nietsche: “Dio è morto”.
L'analfabetismo emotivo
Intelligenza e apprendimento non funzionano se non
li alimenta il cuore (Genesi: Lucifero era “il più intelligente degli
angeli”).
Il gesto, soprattutto quello violento, prende il posto di tutte le
parole che non abbiamo scambiato.
Il nichilismo e la droga
L'uso della droga non dipende da un disagio esistenziale ma
culturale
.
Platone:
“Il piacere è negativo e il desiderio insaziabile”
●
Il desiderio è mancanza, è vuoto
●
Il piacere è cessazione di questo dolore, anestesia, piacere negativo
●
La tossicomania sembra incarnare alla lettera la teoria platonica
GLI ADOLESCENTI E IL
VUOTO
Un punto di vista psicoanalitico
CLINICA DELLA MANCANZA E CLINICA
DEL VUOTO
Clinica della mancanza




Fa riferimento al conflitto edipico (Freud)
E' costituita dal desiderio inconscio dell'Altro, dalla “castrazione”
legata al Super-Io, dalla rimozione, e dal ritorno del rimosso nel
sintomo, che esprime il conflitto
Il centro è la passione del desiderio, che origina dalla “mancanza
ad essere” del soggetto. Tale mancanza non è vuoto, perché
rimanda sempre in modo simbolico all'Altro
Le manifestazioni cliniche corrispondono alla clinica classica delle
nevrosi (ansia, fobie, ossessioni)
Clinica del vuoto




Fa riferimento a problematiche narcisistiche del
soggetto
E' costituita dalla sconnessione del soggetto dall'Altro:
non vi è più il desiderio verso l'Altro e la mancanza, ma vi
è la ricerca di un godimento chiuso in se stesso, che
esclude l'inconscio, che è facilmente reperibile sul
mercato sociale, prodotto della tecnica e della chimica,
legato ad una pratica pulsionale determinata.
Il centro è l'esperienza del vuoto, come espressione di
una inconsistenza dell'essere che suscita un'angoscia
senza nome.
La clinica riguarda i cosiddetti “nuovi sintomi”: anoressia
DIPENDENZA SIMBOLICA E DIPENDENZA
PATOLOGICA
Dipendenza simbolica:


Il soggetto dipende costitutivamente dall'Altro:
la prima forma di dipendenza fondamentale è
quelle del soggetto dall'Altro.
Nelle nevrosi l'azione dell'Altro rende il soggetto
mancante, diviso, e. pertanto, desiderante.
Dipendenza patologica:

Il soggetto dipende dall'oggetto-sostanza: la
dipendenza promuove il divorzio tra il soggetto e
l'Altro, e l'elezione dell'oggetto al posto vuoto
lasciato dall'Altro.
LE NUOVE DIPENDENZE

Anoressia nervosa: l'oggetto della dipendenza è l'immagine
narcisistica del corpo magro; nelle forme gravi vi è la riduzione del
desiderio a niente e la nientificazione del corpo.

Bulimia nervosa: l'oggetto è il cibo; la spirale delle crisi
bulimiche descrive nel soggetto un vuoto localizzato, suscettibile di
essere riempito e continuamente generato dall'oggetto di consumo.

Tossicomania: l'oggetto-sostanza promette al soggetto una
felicità assoluta, perchè si configura come una sostanza reale, da
consumare, reperibile sul mercato, che dà l'illusione di un farsi da
sé senza l'Altro.


Dipendenza dal gioco (gambling)
Sex-addiction
LE NUOVE DROGHE
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una trasformazione del
problema delle tossicodipendenze, caratterizzata soprattutto
dall'uso di più sostanze (poliabuso) di cui spesso l'alcool costituisce
il minimo comune denominatore.
E' il fenomeno delle cosiddette droghe “ad uso ricreativo”, diffuso
tra i gruppi di giovani, in genere socialmente integrati, nei luoghi di
divertimento.
L'associazione di alcool, sostanza già dotata di per sé di notevoli
effetti deprimenti il SNC, con ecstasy, che provoca alterazioni
della percezione spazio-temporale, e cocaina, forte stimolante,
oltre ad avere effetti tossici potenzialmente letali, determina
in acuto un notevole peggioramento della prontezza dei riflessi in
risposta a stimoli, ed episodi di confusione agitata,
nel lungo periodo risulta essere un grave fattore di rischio per lo
scatenamento di patologia psichiatrica.
GLI ADOLESCENTI E IL
RISCHIO
GLI ADOLESCENTI E IL RISCHIO
Il rischio è un costrutto complesso in cui si intrecciano aspetti
evolutivi ad altri distruttivi.
I due volti del rischio:
“Chi non risica non rosica”
“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”
Perchè i giovani rischiano ?
Il rischio appare collegato a più livelli all'adolescenza:

Neuropsicologico

Biologico-evolutivo

Antropologico

Psicologico
La propensione dei giovani al rischio
●
●
●
Affrontare dei rischi per gli adolescenti è una necessità
fase-specifica.
Il passaggio dall'infanzia alla maturità è oggi molto
protratto, e il permanere in uno stato di transizione
comporta una maggior esposizione ai rischi.
La finalità dei comportamenti rischiosi non sempre è
adattiva e finalizzata ad apprendere dall'esperienza,
ma è spesso compulsiva e autodistruttiva.
I DISTURBI
DEL COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
In Italia circa 3 milioni di persone, pari al 5% della
popolazione, soffre di disturbi del comportamento
alimentare: il 95% sono donne, anche se sempre più numerosi
sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono
a strutture specializzate
L'età d'insorgenza di queste patologie si colloca tra i 12 ed i
25 anni: l'8-10% delle ragazze e 0.5-1% dei ragazzi soffre
di anoressia-bulimia
I DCA sono Sindromi
cioè un insieme di sintomi e segni, caratterizzati da:
 Comportamento alimentare alterato
 Eccessiva preoccupazione per l’immagine
corporea
3 dimensioni nucleari:
1-
Il peso corporeo: dall’estrema emaciazione
al grave sovrappeso.
Magrezza
Obesità
2-
Il controllo:
dalla condotta restrittiva
(digiuno)
a quella bulimica
(abbuffate)
Ipercontrollo
(digiuno)
Perdita di controllo
(abbuffate)
25
26
ANORESSIA NERVOSA
BULIMIA NERVOSA
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
NAS (non altrimenti specificati)
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE
INCONTROLATA
28
 sensazione di forza e di valore
 essere al centro dell’attenzione
 avere “controllo sulla propria vita”
 avere potere sugli altri
 compensare le carenze affettive
 controllare l’ansia
 sfogare la rabbia repressa
 mantenere la facciata di efficienza
 soddisfazione sostitutiva di ogni bisogno
CAUSE DEI DCA
I disturbi del comportamento alimentare hanno una eziologia
multifattoriale.
Si possono individuare tre categorie di fattori causali:
●
●
Fattori predisponenti (di rischio)
Fattori scatenanti (eventi stressanti)
●
Fattori di mantenimento
FATTORI PREDISPONENTI
Sono fattori che aumentano il rischio di malattia; è necessaria la
presenza di due o più di questi fattori per creare una
predisposizione a sviluppare il disturbo. Si distinguono :
• fattori individuali (psicologici e fisici)
• fattori familiari
• fattori socio-culturali
 sesso femminile
 età (15-35 anni)
 gruppo etnico
 classe sociale
 sovrappeso
 abuso sessuale ed altre esperienze
traumatiche
 caratteristiche di personalità
Esistono dei tratti di personalità che si riscontrano
nei pazienti affetti da DCA, e che vengono quindi
considerati fattori di vulnerabilità individuale:
 Scarsa consapevolezza delle proprie emozioni
 Tendenza ad estremizzare le cose (tutto
bianco/tutto nero)
 Tratti di tipo ossessivo: rigidità, ipercontrollo,
perfezionismo, dubbiosità
 Tratti di tipo impulsivo: scarso controllo degli
impulsi, instabilità emotiva
 Scarsa autostima e sentimenti di colpa
1. molto critiche
2.Si considerano inadeguate (ambito sociale e
personale)
3.Peso e forme corporee per determinare il proprio
valore personale
4.Ci si valuta in termini di prestazioni e caratteristiche
esterne (commenti positivi degli altri)
 Perfezionismo: valutazione di sé dipendente dal
raggiungimento di standard esigenti
Scarso concetto di sé
contesto socio-culturale che enfatizza la magrezza
Preoccupazione estrema per peso e forme corporee
(peso come mezzo per aumentare la propria autostima)
Per molti anni i DCA sono stati considerati da molti
ricercatori come l’espressione di una patologia del
nucleo familiare; oggi si è diventati più prudenti
nell’attribuire le responsabilità alla famiglia.
Tuttavia si possono individuare alcune
caratteristiche familiari predisponenti:
 Difficoltà di riconoscere ed esprimere le
emozioni
 Difficoltà di comunicazione tra i membri
 Eccessiva preoccupazione per l’aspetto
corporeo
 Eccessive aspettative da parte dei genitori
 Atteggiamento ipercritico dei genitori
 Atteggiamento iperprotettivo e non
stimolante l’autonomia
 Familiarità per disturbi psichiatrici
I DCA sono patologie a forte determinante culturale
 Si sviluppano nei Paesi industrializzati occidentali,
mentre sono pressoché sconosciuti nei Paesi in via di
sviluppo
 La loro frequenza è in aumento dalla seconda metà del
Novecento ad oggi. Ciò è in parte dovuto alla cultura
dominante che enfatizza la magrezza come un fattore
socialmente importante e desiderabile: l’influenza dei
media nel proporre modelli ideali femminili/maschili è
sotto gli occhi di tutti !
 Cambiamento del ruolo femminile/maschile
 Mitizzazione dei disturbi dell’alimentazione
Si tratta di situazioni della vita che, se si presentano in
un individuo con determinate caratteristiche di
personalità, possono scatenare un DCA. Due
importanti fattori scatenanti sono.
 Gli eventi stressanti: la fine di una relazione
affettiva, un fallimento scolastico, una malattia, la
separazione della famiglia, la perdita di un familiare,
ecc.
 La dieta ferrea
La dieta ferrea è uno dei principali fattori di
mantenimento di un DCA; infatti tende a creare un
circolo vizioso che ne mantiene i sintomi
caratteristici.
 Dal punto di vista fisiologico: debolezza, senso di
freddo, disturbi gastrointestinali, alterazioni
sensoriali, disturbi del sonno, diminuzione
dell’interesse sessuale, rallentamento del
metabolismo, apatia, disturbi della concentrazione.
 Dal punto di vista psicologico: ansia, irritabilità,
depressione, labilità emotiva, isolamento sociale.
 Dal punto di vista comportamentale:
preoccupazione eccessiva per il cibo, abitudini
alimentari inusuali, aumento dell’uso di caffè,
occasionali abbuffate.
 Rischio di morte: denutrizione, malattie
cardiovascolari, disidratazione, ipopotassiemia
 Alterazioni elettrolitiche:ipopotassiemia,
ipocloremia (sete, vertigini, ritenzione idrica,
debolezza)
 Danni cardiopolmonari: ipotensione arteriosa
 Danni renali
 Alterazioni metaboliche
 Atrofia cerebrale
 Disturbi gastrointestinali
 Danni alla pelle
 Anomalie ossee e muscolari
 Edema
 Amenorrea e fertilità
 Condividere l’idea che al figlio/a serva un aiuto
specialistico
 Proporre un colloquio informativo per vagliare il da
farsi
 Astenersi dal controllare, rimproverare facendo leva
sul senso di colpa
 Evitare di assumere atteggiamento di
distacco/indifferenza
 Intervenire per correggere le cattive abitudini
 Atmosfera di supporto e incoraggiamento e non di
critica e di ostilità
 Aiutare il/la figlio/a nella “Pianificazione dei pasti”
per normalizzare l’alimentazione (quando,quanto, che
cosa, dove mangiare, tempo dedicato)
 Mangiare meccanicamente: cibo=medicina
 Incoraggiare la figlia a fare le porzioni da sola e
rinforzarla quando la quantità nel piatto è
corretta. Responsabilizzarla!
 Quando c’è recupero ponderale evitare frasi
relative al peso e alle forme corporee (“adesso
che mangi stai proprio bene”)
Consigli per i familiari (1)
Creare un ambiente rilassato (lo stress è uno dei fattori
che associa un’alimentazione in eccesso)
Rinforzare i comportamenti positivi non quelli negativi
(migliora l’autostima e il senso di autoefficacia)
Assumere un atteggiamento positivo e ottimista
Fare attività fisica insieme
Creare un ambiente con pochi stimoli
Accettare le trasgressioni (non colpevolizzare)
Non evitare le situazioni sociali
Consigli per i familiari (2)
Consapevolezza
di essere un modello (responsabilità del
genitore)
Comunicare in maniera aperta e diretta
Evitare critiche o prese in giro sull’aspetto fisico
Non criticare il corpo, non fare confronti e dare sempre
significato ai rimproveri
Non essere perfezionisti e scoraggiare il perfezionismo
(no obiettivi irraggiungibili)
Rinforzare
QUALE PREVENZIONE
IN ADOLESCENZA ?
PREVENZIONE PRIMARIA
PREVENZIONE SECONDARIA
Prevenzione primaria
(volta alla popolazione generale)


Non fornire informazioni ma favorire la consapevolezza
di sé e l'assunzione di responsabilità (riconoscere il
proprio corpo, riconoscersi soggetti delle proprie azioni)
E' inutile mirare ai singoli comportamenti, è
controproducente utilizzare modelli comunicativi mutuati
dalla pubblicità.
Gli interlocutori:


il gruppo dei pari (es. gruppo classe), perchè il rischio
che preoccupa di più i ragazzi non è l'incidente ma la
perdita del consenso dei coetanei.
gli adulti coinvolti (genitori, insegnanti, operatori).
LA PREVENZIONE CON IL
GRUPPO CLASSE
UN MODELLO DI INTERVENTO PER
LA PREVENZIONE DEI DISTURBI
DEL COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
ABITUDINI ALIMENTARI,
IMMAGINE CORPOREA,
RISCHIO PER D.C.A. INDAGATO
MEDIANTE EAT-12 IN UNA
SCUOLA MEDIA SUPERIORE
G.ODONE, A.FERRANTI, V.VERTUA *,
M.CARFAGNO**
*Centro per i Disturbi Alimentari Azienda Ospedaliera
Treviglio
**Istituto di istruzione secondaria “Don Lorenzo Milani”
Romano di Lombardia
INTRODUZIONE
• Dal 2001 al 2004
• Indirizzato alle classi prime
• In totale 541 soggetti (75% femmine)
• Finalità di sensibilizzazione e di raccolta dati
epidemiologici sui fattori di rischio
MATERIALI E METODI
• Scala EAT-12 : valutazione fattori di
rischio (basso e alto rischio).
• Questionario alimentare
abitudini alimentari .
:
valutazione
• Attività plenaria : informazioni su
alimentazione equilibrata, dist.alimentari
e C.D.A
• Attività di gruppo :
accoglienza,riflessione sui propri vissuti,
analisi di casi specifici, proposte.
RISULTATI EAT-12 (fattori di rischio)
- percentuale alto rischio
- percentuale basso rischio
- femmine > maschi
0-4%
6,1- 19 %
RISULTATI EAT-12 (categorie e item)
- Categoria più significativa : DIETA
- Categoria meno significativa : BULIMIA
Differenze di genere :
FEMMINE più preoccupate per la dieta
item 1 ossessione di essere magre
item 4 pensiero delle calorie bruciate
MASCHI più preoccupati del controllo orale
item 10 lentezza nel mangiare
item 11 giudizio degli altri sulla magrezza
RISULTATI QUESTIONARIO
ALIMENTARE
- Abitudini alimentari corrette
casi
2/3 dei
- Abitudini alimentari parzialmente corrette
1/3 dei casi
RISULTATI ATTIVITA’ DI
GRUPPO
– Tendenza a sopravalutare l’influenza dei mass
media sui modelli estetici
– Forte preoccupazione per il controllo del peso,
che nei 2/3 delle ragazze diventa un’ossessione
– Importanza fondamentale dell’immagine
corporea nell’autostima e nell’accettazione da
parte degli altri
– Difficoltà a prendere contatto con gli aspetti
emotivi interni
CONCLUSIONI
• La percentuale di rischio è significativa
(6-23%) ma non generalizzabile all’intera
popolazione scolastica esaminata.
• Si conferma la preoccupazione per i
modelli socioculturali di bellezza, che
interferisce
sull’autostima
e
sulle
relazioni.
• Buona conoscenza dell’alimentazione sana
non
nocere:
indirizzare
• Primum
l’intervento non sulla patologia, ma sui
fattori di rischio
• Interesse per il lavoro in gruppo.
LA PREVENZIONE CON GLI
ADULTI
CAPIRE I BISOGNI
DELL’ADOLESCENTE
IL BISOGNO DI SICUREZZA


Elemento dominante l’adolescenza è la discontinuità.
L’aver sperimentato in età precoce un’esperienza di
accudimento gratificante o meno, può portare
l’adolescente a riconoscere i suoi nuovi bisogni pulsionali
(sessuali, aggressivi o legati agli scopi) con
un’aspettativa di soddisfacimento e con la capacità di
controllo e adattamento, oppure a viverli come
disorganizzanti.
LA PROPRIETA’ EMOTIVA



La consapevolezza che questa nuova sfera appartiene
al Sé.
La strutturazione della proprietà emotiva si intreccia
con lo sviluppo di un processo di individuazione
separazione dalle figure di dipendenza.
Segno della proprietà emotiva è la presenza di oggetti e
situazioni accomunate da un senso di possesso e difese
contro qualsiasi interferenza (per es. l’appartenenza ad
un gruppo in cui condividere esperienze).
LA DIMENSIONE SEGRETA



La segretezza appartiene alle esperienze cruciali del
Sé tipiche di questo periodo.
L’oggetto transizionale permette l’iniziale separazione
dalla madre, in quanto dà la possibilità di conservarla in
oggetti che simbolicamente la contengono.
Il segreto è quindi l’espressione emotiva di un primo
distacco dalle figure di dipendenza e della ripresa di un
processo di separazione-individuazione.
LA RESIDENZA EMOTIVA



La polarità dipendenza/indipendenza determina da una
parte l’attaccamento alle antiche forme di protezione e
dall’altra il passaggio verso acquisizioni più autonome.
Bisogni contrastanti, molto spesso in conflitto e in
rapida alternanza.
E’ importante poter accettare la necessità
dell’adolescente di vivere entrambe le sue esigenze in
uno spazio di rapporto affettivo stabile, dove possa
sentirsi “ a casa sua “.
LA RECIPROCITA’ NELLA
RELAZIONE
Ricerca di uno stato di parità, reciprocità e
complementarietà.
Alcune condizioni per il passaggio dalla relazione
egocentrica e narcisistica alla relazione oggettuale:
• formazione dell’identità personale
• senso di sicurezza legato alla conoscenza dei propri
bisogni
• senso di integrazione legato al controllo dell’ambivalenza
• capacità di tollerare la frustrazione e il rinvio della
gratificazione
• capacità di identificarsi con i sentimenti degli altri con
empatia
• sviluppo di responsabilità e di una dimensione etica.
IL SENSO DEL TEMPO
• Il futuro: per la prima volta l’individuo considera il futuro
come un’epoca importante, e intraprende nella realtà
azioni atte a permettere la realizzazioni future
• Il processo di temporalizzazione: si ridimensionano le
idealizzazioni primitive e le illusioni di onnipotenza
dell'infanzia, si inizia a considerare con realismo il
problema dei propri limiti e l’esistenza della morte.
• Il passato: vi è una nuova valutazione del passato
personale, favorita anche dalla ricerca di nuove figure di
coetanei o adulti che divengono oggetti di
identificazione.
LA PREVENZIONE CON GLI
ADULTI
CAPIRE LE NOSTRE
EMOZIONI
NEL RAPPORTO CON
L’ADOLESCENTE
L’adolescenza mette in crisi
E’ caratteristico dell’adolescenza suscitare forti
emozioni e creare problemi nel rapporto con gli
altri.
Le nostre reazioni possono assumere un valore di
comunicazione e un ruolo di guida alla comprensione
di ciò che sta accadendo nell’adolescente.
Spesso infatti egli usa come mezzo di espressione
le azioni più che le parole e gli affetti, inducendo
negli altri reazioni intense e contraddittorie,
oppure tiene per sé molte cose, specie nel
rapporto con gli adulti.
COME UTILIZZARE LE NOSTRE
EMOZIONI
L’empatia: condividere e sperimentare i sentimenti di
un’altra persona.
L’adolescente, suscitando in noi emozioni molto intense,
rende difficile l’instaurarsi di un rapporto empatico.
Spesso c’è un eccesso di comprensione, oppure,
all'opposto, un rapporto dove il conflitto e
l’opposizione portano a situazioni di stallo.
E’ necessario ridimensionare il proprio coinvolgimento
emotivo, realizzare una atmosfera di attesa che
conceda all’adolescente lo spazio emotivo per
mobilitare le proprie risorse in modo attivo.
LA RABBIA E IL SENSO DI
IMPOTENZA
Seguono il rifiuto esplicito o gli atteggiamenti
inconcludenti dell'adolescente rispetto a quello che gli
viene proposto, e stimolano negli adulti gli “agiti”.
Indicano che l’adolescente si sta difendendo da un
atteggiamento intrusivo dell’adulto.
Bisogna cercare di controllare l’irritazione, aiutare il
ragazzo a capire i propri bisogni, tollerare i tempi di
attesa e anche la possibilità di errori, pur nel giusto
equilibrio tra ciò che è costruttivo e distruttivo.
Questo atteggiamento non va confuso con la permissività
e la troppa comprensione, esempi di non empatia verso
i bisogni dell’altro.
LA PAURA
L'adolescente, sentendosi impreparato all’autonomia,
cerca di realizzarla con urgenza, attraverso
un’azione di rottura che sfida le sue incertezze e
che gli evita di percepire il suo conflitto interiore
proiettandolo nell'altro.
La sensazione di paura dell’ambiente che circonda
l’adolescente diviene quindi utile a discriminare se ci
troviamo di fronte a una situazione di rischio
”normale”, o a una modalità sfidante, che invece è
una soluzione non adeguata ad un conflitto negato.
LA LIBERTA’
Le richieste di libertà dell’adolescente sono collegate con il
problema del raggiungimento dell’autonomia attraverso il
processo di separazione dai genitori reali o interni.
Modello ideale di separazione è la capacità di conciliare
valori dei genitori con quelli delle altre figure
significative e dei coetanei.
Modelli patologici di separazione:

centripeta (la famiglia esercita un’attrazione eccessiva)

centrifuga (le fonti di sicurezza sono solo al di fuori della
famiglia).
Nell’adolescenza la ribellione è spesso un modo per
rassicurarsi, negando il proprio bisogno di protezione
attraverso atteggiamenti di rifiuto del limite.
Solo la consapevolezza delle proprie reazioni emotive può
portare l’adulto a capire il reale bisogno del ragazzo,
evitando reazioni inadeguate di autoritarismo o
permissivismo.
REAZIONI ANTISOCIALI
Quando esiste una tendenza antisociale c’è stata una
vera privazione, cioè la perdita di qualcosa di positivo
per un periodo lungo dell’infanzia.
Il rischio è di compromettere qualsiasi possibilità di
alleanza assumendo un atteggiamento reattivo di
imposizione e punitivo.
Il fatto di sentirsi in difficoltà, con il conseguente
corredo di emozioni aggressive, è la prima situazione
da analizzare in noi stessi per poter uscire da questo
vicolo cieco.