Alexis de Tocqueville
I pericoli della democrazia
e le strade per evitarli
Individualismo e trionfo del privato
• Nel movimento pendolare
tra grande e piccola
società, l’individuo rischia
di perdere interesse per
le grandi questioni
comuni.
• Nella società di
democratica c’è dunque il
rischio di assistere a crisi
di partecipazione
pubblica. Gli individui
sono portati a ritirarsi nel
proprio privato
Società competitiva
e privatizzazione
• “Non solo non hanno naturalmente il gusto di
occuparsi del pubblico, ma spesso manca loro
il tempo di farlo. La vita privata, nei tempi
democratici è così attiva, così agitata, così
piena di desideri, di lavori che per la vita
politica non resta loro energia e tempo» La
democrazia II, p. 752
Privatizzazione della società
e crisi del sistema politico
• Se gli individui si disinteressano alle questioni
comuni, rischiano di essere elette per le
cariche pubbliche le persone meno adatte.
• Le persone più corrotte e/o corruttibili, che
non esitano ad utilizzare strategie
demagogiche per garantirsi i posti di potere
I carrierisiti della politica
• Si tratta di carrieristi della
politica
• Carrieristi della politica:
persone che utilizzano le
cariche pubbliche come
strumenti per la propria
affermazione personale
(ovvero come mezzi per
acquisire potere, denaro,
prestigio, influenza, ecc.)
• Una volta al potere i carrieristi della politica
avranno tutto l’interesse a favorire le
tendenze individualistiche intrinseche alla
società democratica e ad assecondare il
disinteresse dei cittadini nella partecipazione
pubblica.
Dispotismo paterno
• il dispotismo paterno affonda
le sue radici proprio
nell’immaturità politica della
società civile
• È una forma di degenerazione
che porta il potere politico ad
assomigliare al «potere
paterno, se, come questo
avesse il fine di preparare gli
uomini all’età virile; ma, al
contrario, cerca di fissarli
irrevocabilmente nella loro
infanzia». La democrazia II, p.
776.
La degenerazione dispotica della
società democratica
• Se è vero che la società civile si fonda su
individui uguali che gareggiano ad armi pari
per acquisire status pregiati, potrò fidarmi del
mio concittadino?
• Assolutamente no, l’unico elemento degno di
fiducia non potrà che essere lo stato
La degenerazione dispotica della
società democratica
• Si chiederà di ergere, tra
un cittadino e l’altro,
barriere sempre più
spesse, fatte di minuziosi
regolamenti formali che,
con la scusa di
immunizzare ciascun
individuo dalle
aggressioni dell’altro,
restringeranno in spazi
sempre più angusti
l’autonomia di ciascuno.
La magia del dispotismo paterno
• L’accentramento e l’aumento del potere
saranno percepiti dai cittadini come funzionali
ai loro interessi privati.
• Il potere non si impone, non conquista, non si
espande attraverso il conflitto. La sua
presenza, al contrario, è richiesta a gran voce
dalla stessa società.
L’uguaglianza nella società dispotica
• L’uguaglianza delle condizioni non sarà
ottenuta attraverso la garanzia di diritti uguali
per tutti, bensì attraverso l’uniforme
sottrazione di tutti i diritti e la costituzione di
un ordinamento liberticida.
Democrazia e maggioranza
• In una democrazia la sovranità è esercitata dal popolo, che
la esprime attraverso la partecipazione politica attiva e
passiva
• Il criterio che si adotta per stabilire chi, tra i candidati, ha
vinto la competizione elettorale è, ovviamente, un criterio
maggioritario.
• In America, Tocqueville vede la gran parte delle istituzioni
funzionare attraverso questa logica. Il potere legislativo,
quello esecutivo e in qualche modo anche quello giudiziario
sono tutti sottomessi (direttamente o indirettamente) alla
legittimazione della maggioranza.
• In questo modo, ciascuna componente della
sfera politica ricade sotto la giurisdizione
dell’opinione pubblica senza che via sia nessun
freno in grado di limitarla. Il quadro, rispetto
alla società aristocratica, risulta
completamente capovolto. Se prima la fonte
del potere stava in cielo (la tradizione, lo ius,
Dio) qui la troviamo in terra (la maggioranza
degli individui che la pensano in un certo
modo).
La dittatura della maggioranza
• Contrariamente a quanti credevano che la
repubblica americana corresse il rischio di
sfaldarsi per la debolezza del potere della
maggioranza, Tocqueville vede in essa un
potere fortissimo, che rischia, più che di
disciogliersi, di cristallizzarsi nella più terribile
forma mai realizzatasi di tirannide
La cortigianeria democratica
• L’adulazione
dell’opinione della
maggioranza è una
forma di cortigianeria
più pervasiva di quella
presente nella società
aristocratica. Infatti
affligge tutte le classi
sociali: i ricchi e i poveri;
i potenti e gli umili.
Dittatura della maggioranza:
massificazione cognitiva
• Tale forma di cortigianeria è destinata a trasformarsi in
conformismo. La tirannide della maggioranza costruisce una società
dove ad un’unica classe media risponde la grigia, anonima
uniformità delle coscienze.
• L’abitudine a sottoscrivere le posizioni comuni finisce con il
costituirsi in una forma di pensiero unico, irriflessa, che avvolge
tutta la società e da cui faticano ad uscirne anche le intelligenze più
vivaci.
• La maggioranza, attraverso l’esercizio assoluto della sovranità
politica, arriva ad esercitare una sovranità cognitiva assoluta, che
risulta invece sconosciuta ai tiranni del passato.
• «Il padrone non dice più “pensate come me o morirete”,
ma dice “siete liberi di non pensare come me; la vostra vita,
i vostri beni, tutto resta a voi; ma d’ora in poi sarete
stranieri fra noi. Manterrete i vostri diritti civili, ma essi vi
saranno inutili, perché se solleciterete il voto dei vostri
concittadini, non ve lo concederanno, e se chiederete
soltanto la loro stima, ve la rifiuteranno. Resterete fra gli
uomini, ma perderete i vostri diritti all’umanità. Quando vi
accosterete ai vostri simili, vi eviteranno come esseri
impuri, e perfino coloro che credono alla vostra innocenza
vi abbandoneranno per timore di essere a loro volta evitati.
Andate in pace, vi lascio la vita, ma sarà una vita peggiore
della morte”». La democrazia in America I, pp. 272-273.
Che fare?
1) Arte dell’associazionismo
L’associazionismo
costituisce la modalità
d’esercizio della libertà
positiva nell’orizzonte della
democrazia
Che fare?
2) Costituzionalizzazione
dello stato
Sono per sempre fuori dalla
discussione le libertà
religiose, politiche e civili
dei cittadini
Che fare?
3) Architettura
istituzionale
Divisione dei poteri e
decentralizzazione delle
strutture istituzionali
Perché decentrare le istituzioni?
• Un decentramento efficace delle strutture di
potere permette infatti una partecipazione più
agile dei cittadini e contemporaneamente una
loro migliore socializzazione ai meccanismi
della politica
Che fare?
• “la maggior parte
dell’America inglese è stata
popolata da uomini che,
dopo essersi sottratti
dall’autorità del papa, non si
erano sottomessi ad alcuna
supremazia religiosa;
portavano quindi nel nuovo
mondo un cristianesimo che
non saprei definire in altro
modo se non chiamandolo
democratico o
repubblicano” La
democrazia in America I, p.
307.
In che modo Tocqueville pensa che possa darsi
un cristianesimo repubblicano?
Cristianesimo democratico
significa che…
• …quello che abbiamo definito ius democratico
(vale a dire l’inviolabilità dei diritti civili e dei
diritti politici) , deve sfumare nel religioso,
deve cioè evidenziare una matrice di tipo
sacro.
• Se vuole essere libero, l’ordine sociale
democratico deve avere un fondamento
religioso. Una totale secolarizzazione
renderebbe impossibile la sopravvivenza della
repubblica. La società democratica non può
essere una cultura completamente
indipendente, conchiusa in sé, ma deve
comunque mantenere aperta la relazione con
la dimensione trascendente
“Per parte mia dubito che l’uomo
possa sopportare al tempo stesso
una completa indipendenza religiosa
e un’intera libertà politica, e sono
portato a pensare che, se non ha
fede è necessario che serva, e che se
è libero occorre che creda” La
democrazia in America II, p. 481.
• Ma com’è possibile garantire un
fondamento religioso alla sfera politica
senza per questo limitare la libertà
confessionale dei cittadini?
• Se il primo principio che la costituzione
deve garantire è l’indipendenza e la
libertà della religione, porre il
sentimento religioso alla base della
politica non rappresenta forse una
contraddizione?
“We observe today not a victory of party but a
celebration of freedom – symbolizing an end as well as
a beginning – signifying renewal as well as change. For I
have sworn before you and Almighty God the same
solemn oath our forebears prescribed nearly a century
and three quarters ago. The world is very different now.
For man holds in his mortal hand the power to abolish
all forms of human poverty and to abolish all forms of
human life. And yet the same revolutionary belief for
which our forebears fought are still at issue around
the globe- The belief that the rights of the man come
not from the generosity of the state but from the hand
of God” J. F. Kennedy Inaugural Address, 20 Gennaio
1961
• Il patto è stretto dal presidente di fronte ai
cittadini e di fronte a Dio onnipotente. Un Dio
che non è quello dei cattolici, né quello dei
protestanti o dei mussulmani o degli induisti.
Poiché tali declinazioni della deità sono un
affare del tutto privato che riguarda la
specifica fede di ciascun cittadino e delle
comunità religiose cui appartiene.
“Tuttavia la separazione tra Stato e Chiesa
sembra non aver negato alla politica una
dimensione religiosa. Sebbene le questioni
religiose sono da considerarsi strettamente
private, ci sono allo stesso tempo certi elementi
di orientamento religioso che gli americani
condividono. Elementi che hanno giocato un
ruolo cruciale nello sviluppo istituzionale
americano e tuttora costituiscono una
dimensione religiosa che include tutta la vita
americana, inclusa quella politica” R. Bellah, Civil
religion in America, p. 228
Religione civile, sovranità
e ius democratico
• Da notare la parte finale del discorso: i diritti
dell’uomo (libertà civili e politiche, ovvero lo ius
democratico) non derivano dalla benevolenza
dello Stato ma direttamente dalla mano di Dio.
• Sebbene il criterio della maggioranza della
cittadinanza è pienamente istituzionalizzato come
la fonte operativa della sovranità (la sovranità sta
nel popolo), tuttavia esiste una seconda fonte di
sovranità, superiore alla maggioranza.
• Io rappresento un
criterio di giudizio più
elevato rispetto a quello
espresso dall’opinione
della maggioranza. La
maggioranza potrebbe
essere in errore. I doveri
del presidente si
estendono sino al mio
criterio.
• I diritti dell’uomo rappresentano IL criterio
basilare al quale si devono uniformare tutte le
manifestazioni istituzionali della politica.
Contro il quale nemmeno la maggioranza può
qualcosa, proprio perché sono tutelati dal
volere divino.
• Società aristocratica e società democratica condividono
almeno un elemento, quello di trovare nel sacro il
fondamento dell’ordine sociale.
• Per quanto attiene la democrazia, il mantenimento della
dimensione religiosa come radice dell’ordine sociale, consta
naturalmente un ridimensionamento della presa pubblica
delle singole, specifiche confessioni.
• Ciò non toglie che la dimensione profonda dei valori su cui
si fonda l’ordine sociale democratico deve essere religiosa.
• È a questa condizione che è appesa la possibilità di una
democrazia compiuta: o l’ordine sociale mantiene un
fondamento religioso, oppure la libertà democratica è
destinata ad essere sopraffatta dalla crisi del moderno.