Il Basilico-UTE-Tdm-2010

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Dr.ssa Teresa De Monte
Il BASILICO
Pianta erbacea, originaria dell'India e dell'Indonesia, dal caratteristico odore, si
usa in medicina Ayurvedica, in cucina, erboristeria e cosmesi
«Il basilico apre il cuore e dona energia per l’amore e la passione»
(Saggezza ayurvedica).
«Una foglia di tulsi al giorno fa sentire forti e sani»
(Saggezza ayurvedica)
Il basilico (Ocimum Basilicum), appartiene alla famiglia delle Lamiacee (labiate), le foglie presentano un
colore verde intenso sulla parte superiore e verde grigio in quella inferiore. Il termine “basilico” deriva dal
greco Basilikos che significa “erba degna di re”. È coltivato in tutte le parti del mondo, è ricco di oli volatili
che variano in composizione all'interno della stessa specie e in relazione alle condizioni di crescita. Le foglie
più profumate, dolci e fragranti, sono quelle che si raccolgono poco prima della fioritura, in quanto
contengono una maggior quantità di sostanze oleose che ne determinano l'aroma, mentre le foglie più
vecchie tendono ad avere un sapore decisamente più piccante.
L'Ocimum basilicum è sicuramente la specie più coltivata e diffusa della quale esistono diverse
varietà:
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Ocimum basilicum varietà Cinnamon, originaria del Messico con i fiori di colore
rosa-malva e gli steli di colore bruno. Le foglie di colore verde oliva - marrone, lucenti,
con un sapore ed aroma molto speziato che ricorda la cannella;
Ocimum basilicum varietà Dark Opal simile alla precedente e con un sapore
molto speziato;
Ocimum basilicum varietà Minimum che è il basilico greco, ha un portamento
cespuglioso compatto con foglie molto piccole, verdi ed ovali. L’aroma è di media
intensità. E' una varietà che si adatta meglio ai climi freddi;
Ocimum basilicum varietà Purple Ruffles con steli rosso scuro e foglie piegate
lungo la nervatura centrale. Molto aromatico;
Ocimum basilicum varietà Crispum con grandi foglie dalla superficie increspata e
dal profumo intenso. E' il basilico più classico che siamo abituati a vedere ed usare;
Ocimum basilicum varietà Anise che ha una delicata fragranza di anice.
Storia, Tradizioni, Miti, Leggende
Il Basilico era già noto al tempo degli egizi, che lo impiegavano, con altre essenze, durante le cerimonie
religiose. Sembra che fosse usato anche come ingrediente nella fabbricazione del balsamo per la
mummificazione. Nel Medio Evo, gli si attribuivano poteri magici, era utilizzato come difesa contro il
“basilisco”, creatura mostruosa dalle sembianze di serpente velenoso. Il Basilico - o Bassilico - trova le sue
origini nelle lontane India e Indonesia. Probabilmente fu introdotto in Europa prima dai greci e
successivamente dai romani, tramite le rotte commerciali che attraversavano il Medio Oriente.
Presso i romani era considerato il simbolo degli innamorati, ma veniva usato anche come erba aromatica
in cucina. Apicio lo nomina in una ricetta con i piselli, in Inghilterra lo incontriamo intorno al XVI secolo,
mentre in America si dovrà attendere il XVII secolo prima di poterlo trovare sulle tavole.
Nel suo paese d'origine - l'India - l'impiego del basilico
in cucina è piuttosto ridotto. Un tipo di basilico,
l'Ocimum Sanctum - il famoso “Tulsi” - è considerata
una pianta sacra dedicata a Vishnu e Krishna, e i suoi
semi sono utilizzati per la fabbricazione dei mala, sono
consumati dalle persone che praticano una dieta
vegetariana o aspirano a uno stile di vita più puro.
Tulsi o Tulasi è il nome indiano dell’OCIMUM
SANCTUM, assai venerato in India, al pari di verveine
presso i Romani. La Tulasi ha un significato
profondissimo, un culto devotissimo e un utilizzo senza
pari. Esiste un libro indiano, il “Tulasikavacam”,
composto di due parti: una di venti strofe il cui titolo è Tulasikavacam (l’amuleto tulasi), è estratto dal
Tulasimahatmya del Brahmanda purana, il secondo si compone di 15 strofe è l’inno in onore della tulasi,
che è attribuito a un certo Pundarika, nome dato a un figlio della dea Laksmi, che è sovente identificata
con questa erba, come donna di Shiva.
Si invoca la tulasi per proteggere tutte le parti del corpo, per la vita e per la morte, per i diversi atti e
momenti della vita, ma in particolare per la sua speciale qualità: putrada putrakankshinam ,ovvero che
dona i bambini a coloro i quali desiderano averli.
Tutte le deità si interessano a questa erba come fosse una specie di amrita riservata agli uomini pii.
È cara a Vishnu e a Lakshmi, da cui derivano i due nomi sanscriti di Vishnupriya o Haripriya e Lakshmipriya.
Narada, la saggezza divina, ha cantato le lodi di questa pianta immortale, che contiene in sé tutte le
perfezioni, che allontana tutti i mali, che purifica e guida verso il paradiso celeste coloro i quali la
coltivano. Sotto il mistero di questa erba, creata , si dice, con l’ambrosia, sembra si sia creato lo stesso dio.
Possiamo attribuirle qualità speciali come: subhaga, propizio, surabhi, profumato, bahupattri, dalle
numerose foglie, bhutaghni, che distrugge i demoni, Lakshmi, Gauri, Tridacamangari, Devatanduli…
Il culto di tulasi è così vivamente raccomandato nell’ultima parte del Padmapurana, consacrato a
Vishnu,ma non viene meno la sua adorazione da parte dei seguaci di Shiva; mentre Krishna, l’incarnazione
più popolare di Vishnu, ha adottato questa erba per il suo culto adottando il nome di Krishnatulasi.
Sita, le personificazione epica della dea Laksmi, si trasforma in tulasi prima di Ramayana, da cui il nome di
Sitahvaya donata proprio alla pianta.
Nel Bengala, il dio domestico è sia la pietra fallo Calagrama, sia la tulasi. In merito all’origine celeste
dell’amrita e al culto della durva chiamata amritanamà, M. Sernat, nella sua opera “ Verità sulla leggenda
del Buddha” osserva: “…perfino nel moderno induismo il culto della tulasi, consacrato a Vishnu, non ha
altra origine; le foglie guariscono tutte le sorti delle malattie e cacciano il veleno dei serpenti; il vaso
sospeso durante il mese di Vairakha sotto la pianta, e dove l’acqua cade goccia a goccia, appare ancora agli
occhi del suo figlio con la nuvola di amrita. Gli adoratori di Vishnu portano al collo una ghirlanda di tulasi, e
un rosario fatto con semi di tualsi o di loto. I Vishnu dutas o messaggeri di Visnu portano i rosari di
tulasimani o “perle di tulasi”.
Tulasi apre il cammino verso il cielo all’Uomo pio, ed è per questo che quando un indiano muore viene
posto sul suo petto una foglia di tulasi, gli si lava la testa con acqua nella quale sia stata immersa, mentre il
prete pregava, dei semi di lino e delle foglie di tulasi. Dopo le Kryayogasaras (XXIII), piantando e coltivando
religiosamente la tulasi, si ottiene il privilegio di salire al palazzo di Vishnu, al cospetto di dieci milioni di
antenati. Questo è ben augurale per una abitazione, se viene costruita in un luogo che sia idoneo anche
per la tulasi. Vishnu renderebbe disgraziati per tutta la loro vita e per l’eternità l’ateo che per cattiva
volontà, o addirittura peggio ancora l’imprudente che, per disattenzione, strapperebbe la tulasi, erba della
felicità, della salute, di figli.
Non si può che dire in una buona e devota intenzione, e sopra tutto per il culto di Vishnu, o di Krishna,
questa preghiera: “Madre tulasi, tu che apporti la gioia nel cuore di Govinda noi ti preghiamo per il culto
di Narayana.Senza di te, o beata, ogni opera è sterile, per questo noi ti preghiamo, o tulasi, sii propizia per
noi.
Come noi ti accudiamo con cura, sii misericordiosa con noi, o tulasi madre del mondo, noi ti preghiamo!”
Si doveva stare attenti a non scuotere nessun ramo di questa erba mentre la si coglieva, per paura di
romperla; si dice che il cuore di Vishnu, lo sposo di tulasi, tremula, si tormenta e si irrita, quando si rompe
anche un piccolo ramo di tulasi, sua sposa.
Il libro indiano ricordato prima afferma la tulkasi come divinità: “Tulasi cri, Sakhi, Cubhe, Pàèahàrini,
Punyade, Namaste, Naradanute, Nàrayanamanahpriye!” ( Tulasi è la dea Cri, o mia amata, o bella, o
distruttrice degli incantesimi, o purificatrice, onore a te, o presa per Narada, o cara al cuore di Vishnu!.). e
ancora:” Tulasicrimahadevinamah pankagadharini”, (a Tulasi, alla dea Cri, alla grande dea, onore a te che
porti il fiore di loto).
Poi si prega affinchè la dea Tulasi protegga la testa (ciras), la fronte ( phalam), la vista ( dricas), il naso
(graham, nella sua qualità di sugandha o profumato), il volto ( mukham, nella sua qualità di sumukhi un bel
viso), la lingua, il collo, le spalle, la taglia del corp ( madhyam nella sua qualità di punyada),ecc.… ogni
parte del corpo è l’invocazione alla tulasi.
Nell'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il basilico è utilizzato per la cura di molti disturbi. In India si
usa piantare il basilico per vedere se verificare la salubrità di un terreno: la buona crescita della pianta
battezza un luogo o un terreno come decisamente salubre. Si ritiene, inoltre, che la presenza del basilico, o
meglio del Tulsi, può scacciare gli spiriti maligni e attirare le benedizioni divine. Le foglie vengono utilizzate
durante le cerimonie religiose in favore di Vishnu, specialmente quelle in favore del benessere della
famiglia.
In India una pianta di basilico coltivata davanti casa, tiene lontano gli insetti pericolosi, ma un profondo
conoscitore delle tradizioni indiane vi dirà che è sintomo della cultura e delle inclinazioni religiose della
famiglia. Il terreno circostante la pianta, viene concimato solo con sterco di vacca, animale considerato
sacro in India. Nelle case più ricche vengono coltivate diverse piante di tulsi, in modo da formare un
piccolo boschetto sacro denominato tulsi-van o vrindavan.
Le sacre scritture indù invitano a guardare il tulsi non come semplice pianta, ma come una
rappresentazione naturale del dio Vishnu o Krishna. Chiunque abbia avuto occasione di fare un viaggio in
India avrà certamente notato che moti fedeli utilizzano una serie di sferette di legno legate insieme da una
funicella (Mala), e che ricordano i rosari cattolici: le palline sono fatte con i semi di una pianta sacra, il
basilico indiano, i mala di tulsi. Per comprendere il rispetto che gli indù hanno per questa pianta, vale la
pena spendere qualche parola, per ricordare che gli inglesi, quando volevano obbligare un indiano a
giurare - e non avendo un equivalente alla Bibbia - lo facevano giurare sul tulsi.
Miti e Leggende legate al Basilico
Vrinda e il tulsi
L'origine del tulsi (basilico) nella mitologia indiana viene associata a Vrinda, la virtuosa moglie
del potente demone Jalamdhara che aveva ottenuto da Brama (il creatore del nostro
universo) l'invincibilità a patto che sua moglie gli restasse sempre fedele. La fedeltà di Vrinda
era nota a tutti e Jalamdhara, sentendosi sicuro di ciò e della sua conseguente invincibilità,
chiese per sé il gioiello di Indra il (Signore della folgore e dio del temporale).
Indra non voleva cedere il gioiello, e allora, chiese aiuto a Shiva ( uno degli aspetti di Dio,
nonché la terza Persona della Trinità indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, conosciuto
come il Distruttore) il quale apparve a Vrinda assumendo le sembianze di un giovane
dall'aspetto irresistibile, ma ella lo cacciò. Allora intervenne Vishnu (uno degli aspetti di Dio,
nonché la seconda Persona della Trinità indù, conosciuto come il Conservatore) che prese le
sembianze dello stesso Jalamdhara.
A questo punto, presa dall'inganno, Vrinda cedette e Jalamdhara perse la sua invincibilità. La
donna disperata maledì Vishnu che fu trasformato in pietra di ammonite e Vishnu, a sua volta,
maledì Vrinda che si tramutò nella pianta del basilico sacro.
I tesori degli Dei
Un'altra notissima leggenda racconta come in seguito ad una terribile catastrofe, andarono
perduti negli abissi oceanici moltissimi tesori. Per recuperarli gli Dei e i Demoni decisero di
frullare l'oceano e, a tale scopo, utilizzarono il monte Mandare e il serpente Vasuki come
cintura per far roteare il monte.
Tirando il serpente Vasuki attorcigliato attorno al monte, incominciarono a frullare l'oceano da
quale sorsero i quattordici tesori tra cui l'amrita, il nettare dell'immortalità, Dhanvantari, il Dio
dell'ayurveda, custode del nettare, Airavata, l'elefante bianco di Indra, Surabhi, la vacca
dell'abbondanza, Kaustabha,un prezioso gioiello, Lakshmi, la Dea della prosperità e il tulsi che
è, dunque, tra i più grandi tesori di cui l'uomo possa disporre.
Secondo la tradizione cristiana, l'origine della pianta si riaggancia a due leggende.
La prima vuole che il basilico sia nato nel vaso dove Salomé aveva sotterrato la testa di
Giovanni Battista, mentre la seconda racconta che fu trovato dalla regina Elena, madre
dell'imperatore Costantino, sul luogo della crocifissione di Gesù e da lei diffuso in tutto il
mondo. Racconti leggendari descrivono la tomba di Cristo Risorto arricchita da numerose
piantine di Basilico, che ancora oggi vengono disposte ad ornare gli altari delle chiese
ortodosse
Si dice che..... La buona crescita del basilico determina se un luogo e' più o meno salubre.
Si ritiene inoltre che la sola presenza di questa pianta "magica" abbia il potere di scacciare gli
spiriti maligni e, per contro, attirare le benedizioni divine.
Le foglie di basilico vengono usate nei riti quotidiani dedicati a Visnú per il benessere della
famiglia. In India il basilico viene impiegato poco in cucina ma vi è un tipo di basilico,
chiamato ''tulsi'', per cui gli Indù hanno un tale rispetto che quando gli inglesi vollero trovare
qualcosa su cui costringerli a giurare, il "tulsi" fu una delle voci sacre prescelte. Gli Indù
recitano i mantra con un filo di grani fatti con il tulsi. Una mala ha 108 grani..
In Occidente il basilico è simbolo di fertilità. Plinio scrive che si usa per fecondare le cavalle, il prof.
Saraceni afferma che le giovani di Chieti usano raccogliere un mazzetto di basilico e metterlo sul petto o
nella cinta come segno di castità e verginità, mentre le donne sposate lo pongono tra i capelli.
L’odore del basilico si credeva aumentasse la simpatia, da cui bacia Nicola, baciami Nicola, e allora le
giovani portavano delle foglie di basilico tra le orecchie, o, come afferma il conte Gentile Sermini, la donna
metteva la piantina di basilico alla finestra come segno che era disposta ad accoppiarsi. Il basilico fa da
mezzano!.
Ma il basilico ha anche un significato negativo, nell’antica Grecia quando si seminava il basilico lo si doveva
fare imprecando, da qui il detto “seminare basilico” significa sparlare.A Creta la pianta di basilico si
mettono alle finestre delle case di campagna come segno di lutto. La Schwartz raccoglie un canto popolare
cretese Elpis Melaina :” Basilico!, erba del lutto, fiorisci su una piccola finestra, io tanto vado a coricarmi
nel dolore e mi addormento piangendo”.
Dopo le Apomasaris Apotelesmata (Francfort, 1577, pag. 269) il basilico è un augurio malvagio:
“ Si quis visus fuerit ab alio accepisse ocimum, sive basilicum, sollicitadinem et aerumnam inveniet, pro
accepti ocimi copia. Quod si notus est qui dedit, per ipsummet aut alium ei similem adfligetur; sin autem,
per inimicum. Si ocimum sevisse visus sibi fuerit, idque succrevisse, sollicitudinem inveniet ac torturam cum
miseria. Si videre visus fuerit in loco praediove suo magnam ocimi copiam succrivesse, hoc ad domestico
rum ipsius ploratum et adflictionem referatur; quod si et ipse sumpsit ab eis ocimum, particeps doloris erit;
sin autem , dolor ad ipsos dumtaxat pertinebit.”
il Boccaccio narra la storia di Lisabetta che, dopo aver nascosto la testa del suo innamorato dentro il
terriccio di un vaso di basilico, lo innaffiava con le proprie lacrime. Su questa storia , nel XIV secolo, fu
composta una canzone popolare che fa parte di un manoscritto della biblioteca Laurenziana (Rubieri,
Storia della Poesia popolare italiana, Firenze 1877).
Questo fu lo malo cristiano
Che mi furò la resta
Del basilico mio selemontano…
Nel XVII secolo il missionario Sebastiani trova ,presso la popolazione del Malabar, un ocimum coltivato e
venerato chiamato “collò”. Questo è un basilico selvatico dedicato a Ganavedi (Ganesha) che viene messo
a dimora in piccole ciotole innanzi alle case. Nello stesso secolo padre Vincenzo Maria da Santa Caterina,
trova un basilico che definisce gentile, ovvero da giardino, presso la popolazione del Dekhan.
“…specialmente gli abitanti del Nord del Dekhan adorano una erba simile al nostro basilico gentile, ma
dall’odore più acuto. Lo chiamano collò. Viene posto all’ingresso delle case in una nicchia o al centro di un
fallo di pietra. Innanzi a questa erba si dicono preghiere, si prostrano, cantano e danzano e si bagnano con
acqua. Sulle rive dei fiumi si bagnano o fanno il bagno prima di entrare nei templi, credono che le deità
amino questa pianta e che così Ganesha rimanga continuamente li. Quando viaggiano la disegnano sul
terreno con la radice, sulla vela di una barca o sulla sabbia”.
Di tutt'altro avviso è Van Helmont (1577-1644), dottore fiammingo, il quale sosteneva che il basilico
lasciato tra due mattoni si trasformava in uno scorpione.
Il basilico non è venerato soltanto in India, nelle chiese ortodosse, gli altari sono profumati di
basilico e il Santo più venerato è San Basilio.
La credenza popolare dice che una pianta dell'erba aromatica davanti a casa tiene lontano gli
insetti pericolosi. Tiene lontane le zanzare: versate 5 gocce nell'acqua di uno spruzzatore;
nebulizzate contro tende, copriletti, vestiti; lenisce il prurito dopo le punture di insetti:
mettete una goccia su un polpastrello e frizionate la pelle dove prude. Pare sia efficace anche
contro il morso dei serpenti. Ma, forse è meglio non tentare il diavolo!
Si dice anche che migliori la resistenza psichica, sia utile in stati di ansia, depressione,
nervosismo ed aiuti lo studio e il richiamo mnemonico: provate a versarne una goccia su un
fazzoletto e usatelo durante lo studio e gli esami..
Per attenuare l'ansia basta una ciotola con acqua sulla scrivania in soggiorno o altrove, con 5
gocce di olio essenziale di basilico.
L’uso del Basilico
Il basilico è una pianta annuale adatta a climi temperati e non sopporta il gelo. Può raggiungere un'altezza
di 30-40 centimetri. Una caratteristica interessante e curiosa, è che il basilico, se coltivato in un ambiente
avverso, tende a perdere le sue caratteristiche principali, diventa grasso e duro, perde il suo caratteristico
profumo dolce e delicato per assumere toni forti e duri.
A Genova - dove il basilico viene coltivato su vasta scala, in serre con temperature ed umidità tropicali - la
raccolta viene fatta quando la pianta raggiunge un'altezza massima di dodici centimetri, in modo da
ottenere il meglio delle caratteristiche organolettiche. I genovesi sono molto esigenti in fatto di basilico.
In Liguria è tradizione coltivare il basilico in vasi di terracotta posti nei balconi delle case. Riassumendo: il
basilico migliore è quello coltivato in condizioni di agio e consumato giovane.
Non si possono fare paragoni tra l'aroma del basilico fresco e quello secco. Il basilico fresco può essere
conservato per un breve periodo in frigorifero, ma il modo migliore per conservarlo è senz'altro a bagno
nell'olio.
Secondo la tradizione italiana, si prendono le foglioline di basilico lavate e asciugate, si sistemano su un
vaso ricoperte da un pizzico di sale, quindi si procede, allo stesso modo, con uno strato successivo di
basilico, una spolverata di sale, un altro strato di basilico e così via fino a riempire il vaso. Quando il vaso è
pieno, lo si riempie con olio d'oliva fino a coprire il tutto, si chiude bene e si conserva in un luogo fresco o
in frigo al riparo dalla luce diretta. Con questo sistema si può conservare il basilico per un tempo molto
lungo senza perdere le sue qualità organolettiche, anche se con il passare del tempo le foglie tenderanno a
diventare nere. Inoltre, il basilico conservato secondo questo sistema è ideale per preparare il pesto alla
genovese.
Il basilico non è certamente un ingrediente caratteristico della cucina nord europea. Per trovarlo bisogna
andare verso sud, in Italia, in Grecia e nei paesi del Mediterraneo. L'impiego più affascinante del basilico in
cucina, forse si trova nella preparazione del pesto genovese, che in varie espressioni, è tipico di tutta la
riviera da Genova fin oltre confine, in Provenza, dove prende il nome di pistou.
La ricetta del pesto prevede l'utilizzo di basilico, aglio, sale, olio d'oliva, pecorino sardo e/o parmigiano,
pinoli o noci sbucciate, il tutto pestato in un mortaio fino a ottenere una salsa densa. Da notare che alcune
varianti del pesto non prevedono l'uso dell'aglio. In Italia - dove ormai è conosciuto in tutte le regioni -
viene utilizzato per condire la pasta, in particolare le “trenette”, ma anche sul riso e sui crostini. La
diffusione su larga scala ha portato l'industria a offrire confezioni di pesto già pronto, naturalmente non
comparabile al pesto fresco, ma forse è meglio accontentarsi piuttosto che rinunciarvi.
Un prodotto tipico della Puglia è l'olio di basilico. L'olio viene aromatizzato in maniera naturale: in fase di
spremitura, fatta rigorosamente con mezzi meccanici, insieme alle olive sono spremute anche delle foglie
di basilico, donando all'olio un aroma fresco e intenso. L'olio al basilico viene utilizzato per condire piatti di
pasta, pesce e insalate.
Nella Francia meridionale il pistou viene usato nelle minestre. Sulla riviera italiana, si usava fare uno
spuntino con un panino riempito con pomodoro, sale, olio d'oliva e qualche foglia di basilico: una
preparazione certamente gustosa, ormai sostituita da sandwich, panini e tramezzini. Un panino con
pomodoro, olio e basilico, è arricchito dai sapori e dai profumi degli ingredienti, sono diversi, sono essenze
della terra, ogni stagione diversi e in ogni regione diversi.
L'aroma del basilico si sposa bene con il pomodoro, e con qualunque piatto a base di pomodoro, con piatti
a base di uova, come le frittate o le uova strapazzate, con le melanzane, il pesce - in particolare triglie e
aragoste - e tante altre preparazioni. La fantasia e il gusto rappresentano, come sempre, il limite. In
commercio si trovano anche foglie di basilico essiccate utilizzate nella preparazione di sughi, stufati e
minestre.
È buona abitudine aggiungere il basilico alle pietanze all'ultimo momento, poiché tende a perdere il suo
caratteristico sapore.
Alcuni cuochi evitano di sminuzzare le foglie con il coltello, preferendo di romprerle con le mani in modo
da permettere agli oli essenziali di liberarsi più facilmente e sprigionare tutti i loro aromi.
Oltre i confini dell'Europa, il basilico è utilizzato in Malesia (selaseh) e in India (babuitulsi). Esiste anche
l'aceto di basilico, preparato lasciando macerare delle foglie di basilico in aceto di vino.
GLI EFFETTI MEDICINALI DEL BASILICO
L'utilizzo del basilico non si limita al campo culinario e religioso, ma anche in cosmesi, in erboristeria e in
aromaterapia. In erboristeria viene usato come rimedio contro l'alito cattivo, la cattiva digestione, la tosse,
il meteorismo, la cefalea nervosa e la cefalea da cattiva digestione. L'infuso delle foglie essiccate viene
utilizzato negli stati febbrili, nella nausea e nei crampi addominali.
L'intrigo aromatico questa volta si chiama basilico, non solamente quello "dolce" ma anche, e in
particolare, quello "santo", apprezzato rimedio del Sistema Medico Ayurverdico che i botanici , come
abbiamo già visto, chiamano Ocimum Sanctum. Quasi come il nostro basilico (Ocimum basilicum,
anch'esso appartenente alla famiglia delle Labiate) al basilico santo, chiamato anche tulasi o tulsi in lingua
Hindi, sono state attribuite importanti virtù medicinali, magiche e religiose.
Diversi studi scientifici, condotti sperimentalmente, hanno confermato alcune capacità mediche attribuite
al basilico santo e, tra queste, quelle analgesiche, antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti.
Quest'ultima proprietà è stata al centro dell'attenzione in un convegno (British Pharmaceutical
Conference) tenutosi recentemente a Manchester, nel Regno Unito. I ricercatori hanno notato che
l'estratto di basilico santo era efficace sia nell'eliminare tutte quelle molecole dannose per il nostro
organismo, sia nel proteggere dai danni causati da alcuni radicali liberi in diversi organi, quali fegato, cuore
e cervello. Sotto la guida del dottor Vaibhav Shinde, del Poona College of Pharmacy di Maharashtra, in
India, hanno dunque valutato le proprietà antiossidanti, anti-aging del basilico santo. Questo studio ha,
ancora una volta, contribuito a dare sostegno alla medicina Ayurvedica che indica, e adopera anche,
questa pianta come "ringiovanente", come rasayana. Ma anche il basilico nostrano non scherza, né per le
proprietà terapeutiche attribuitegli, né come antiossidante. "Giova alle passioni e alla malinconia e genera
allegrezza", scriveva nel 1500 il medico e botanico Castore Durante. Qualche secolo più tardi, in un testo di
medicina naturale del 1886, sul basilico veniva scritto: "Questa pianta ha goduto, da tempi remoti, di
grande reputazione in molte specie di malattie, come nella pazzia incoerente, puerperale e nelle demenze
senili". Val bene spendere una parola sul contenuto in polifenoli di entrambe le varietà di basilico, nonché
della presenza preziosa dell'acido rosmarinico che la sa lunga sulla capacità antiossidante; da non
sottovalutare inoltre il contenuto di olio essenziale in ambedue le varietà. Ampiamente utilizzato (con
accortezza) per le proprietà aromatiche, in medicina l'olio essenziale di basilico (dolce) ha dimostrato
sperimentalmente un notevole potenziale antigenotossico (che potrebbe essere anche attribuito alle
proprietà antiossidanti).
L'olio di basilico è sconsigliato in caso di gravidanza, ai bambini sotto i sei anni, sulla cute particolarmente
sensibile. Assunta a dosi elevate, per via interna, l'essenza di basilico può provocare effetti narcotici, per
via esterna può avere un effetto irritante per le mucose.
L'olio essenziale è consigliato nei seguenti casi:
Affezioni dell'apparato respiratorio. L'olio essenziale di basilico è un ottimo espettorante. Giova nelle
affezioni dei seni paranasali, pertosse, enfisema polmonare e nell'asma.
Si dimostra efficace anche nelle malattie da raffreddamento (raffreddore, influenza, bronchite, ecc.).
Si può provare ad aspirare un po' di foglie secche tritate. Causano numerosi starnuti che aiutano a
respirare.
Insonnia, isterismo, e nervosismo. L'essenza di basilico possiede pregevoli proprietà sedative e può
rivelarsi un valido aiuto nei disturbi emotivi causati da stress.
Febbre. Il basilico è un eccellente sudorifero ed antipiretico, utile anche in caso di febbre alta.
Come insetto repellente. L'olio essenziale allontana gli insetti ed è efficace contro le punture di zanzare o
le morsicature di scorpioni. In caso di punture di insetto di può mettere una goccia (non di più o si rovina
la pelle) di olio essenziale sulla puntura. In alternativa,strofinare alcune foglie ben strizzate per ridurre il
dolore da puntura di insetto.
Digestioni difficili. Le proprietà digestive dell'essenza di basilico sono di giovamento in caso di dispepsia,
atonia gastrica, nausea e attacchi di vomito. Il basilico è un buon antisettico utile contro le infezioni e tutti
i disturbi intestinali.
Depressione. L'olio essenziale di basilico possiede buone proprietà antidepressive.
Cura della pelle. Quest'essenza può essere utile nella cura della pelle edematosa e congesta.
Gli aromatoterapeuti consigliano acqua al Basilico per rinfrescare il viso e le mani e per bagni tonificanti e
deodoranti.
Epilessia. Il basilico pare essere un buon rimedio per chi soffre d'epilessia o crisi di tipo epilettico.
Si utilizza sotto forma si infuso per l'alitosi o per le infiammazioni del cavo orale. Alcune foglie di basilico
messe in infusione nel vino e lasciate macerare per alcune ore forniscono un eccellente tonico. In caso di
ulcere in bocca, una foglia posta sulla ferita e lasciata quanto più a lungo possibile riduce il dolore.
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Alcune foglie e fiori (o meglio ancora gocce d'essenza) nel bagno hanno un potere rinfrescante. Il basilico è
in grado di lucidare i capelli: per le brune se ne consiglia l'uso insieme ad un risciacquo di rosmarino, per le
bionde con un risciacquo alla camomilla.
Con olio aromatizzato al Basilico si massaggiano i muscoli contratti ed indolenziti; inalazioni del suo
profumo alleviano l’affaticamento mentale e sollevano lo spirito.
Note:
• Il basilico è difficile da abbinare ad altre erbe aromatiche, tra cui il prezzemolo, il timo e il rosmarino.
• In frigorifero si può conservare al massimo per due giorni, bene avvolto in un canovaccio da cucina.
• Secco perde completamente il suo profumo, conviene piuttosto congelarlo.
• Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l'olio essenziale e per liberare
meglio l'aroma.
• Il basilico si trova commercializzato in mazzetti, che all'acquisto devono essere turgidi e verdi; può essere
anche acquistato in vaso, cosa che ne permette l'utilizzo fino all'autunno. Il suo olio essenziale è utilizzato
per la preparazione di profumi e liquori; dalla distillazione della pianta fresca si ottiene un'essenza
contenente eucaliptolo ed eugenolo.
La pianta contiene un olio essenziale ricco di estragolo ed eugenolo, oltre che linalolo e terpeni. In cosmesi
si usa come tonificante e deodorante: è sufficiente mettere 15 foglie di basilico in un sacchetto di cotone e
aggiungerlo all'acqua del bagno. Come tonico per la pelle, alcune foglie di basilico e salvia macerate
nell'alcol, successivamente diluito con acqua. Per i capelli, un infuso a base di basilico usato come lozione
dopo lo shampoo. In aromaterapia è utilizzato come stimolante.
«Una foglia di tulsi al giorno fa sentire forti e sani»
(Saggezza ayurvedica)
Chi acquista forza e vitalità grazie alla pianta del tulsi, riesce sicuramente a trovare l’energia e
l’amore per vivere una vita piena.
Anche nella fitomedicina occidentale, il basilico, come del resto altre erbe aromatiche molto apprezzate, è
una pianta medicinale di provata efficacia. Coadiuva la digestione, rafforza lo stomaco e aiuta a
combattere le flatulenze. Inoltre stimola l’appetito, allontana la malinconia e favorisce un sonno
ristoratore. L’erba reale dovrebbe favorire anche il flusso latteo e aumentare la libido. In generale il
basilico ha una funzione rivitalizzante, stimolante e tonificante. Utilizzato in forma di tisana, combatte
l’emicrania e la debolezza di memoria.
L’olio eterico della pianta agisce positivamente sulla stanchezza mentale e svolge un’azione rivitalizzante.
Nella cosmetica il basilico viene utilizzato come tonico per il viso. Tonifica la pelle stanca e ha
un leggero effetto antisettico. Aggiunto nell’acqua del bagno, l’estratto di basilico è corroborante e
favorisce il relax fisico e mentale.
Gli effetti terapeutici del basilico sono originati essenzialmente dagli oli eterici, dai tannini e dai
flavonoidi.
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