Dr.ssa Teresa De Monte Il BASILICO Pianta erbacea, originaria dell'India e dell'Indonesia, dal caratteristico odore, si usa in medicina Ayurvedica, in cucina, erboristeria e cosmesi «Il basilico apre il cuore e dona energia per l’amore e la passione» (Saggezza ayurvedica). «Una foglia di tulsi al giorno fa sentire forti e sani» (Saggezza ayurvedica) Il basilico (Ocimum Basilicum), appartiene alla famiglia delle Lamiacee (labiate), le foglie presentano un colore verde intenso sulla parte superiore e verde grigio in quella inferiore. Il termine “basilico” deriva dal greco Basilikos che significa “erba degna di re”. È coltivato in tutte le parti del mondo, è ricco di oli volatili che variano in composizione all'interno della stessa specie e in relazione alle condizioni di crescita. Le foglie più profumate, dolci e fragranti, sono quelle che si raccolgono poco prima della fioritura, in quanto contengono una maggior quantità di sostanze oleose che ne determinano l'aroma, mentre le foglie più vecchie tendono ad avere un sapore decisamente più piccante. L'Ocimum basilicum è sicuramente la specie più coltivata e diffusa della quale esistono diverse varietà: Ocimum basilicum varietà Cinnamon, originaria del Messico con i fiori di colore rosa-malva e gli steli di colore bruno. Le foglie di colore verde oliva - marrone, lucenti, con un sapore ed aroma molto speziato che ricorda la cannella; Ocimum basilicum varietà Dark Opal simile alla precedente e con un sapore molto speziato; Ocimum basilicum varietà Minimum che è il basilico greco, ha un portamento cespuglioso compatto con foglie molto piccole, verdi ed ovali. L’aroma è di media intensità. E' una varietà che si adatta meglio ai climi freddi; Ocimum basilicum varietà Purple Ruffles con steli rosso scuro e foglie piegate lungo la nervatura centrale. Molto aromatico; Ocimum basilicum varietà Crispum con grandi foglie dalla superficie increspata e dal profumo intenso. E' il basilico più classico che siamo abituati a vedere ed usare; Ocimum basilicum varietà Anise che ha una delicata fragranza di anice. Storia, Tradizioni, Miti, Leggende Il Basilico era già noto al tempo degli egizi, che lo impiegavano, con altre essenze, durante le cerimonie religiose. Sembra che fosse usato anche come ingrediente nella fabbricazione del balsamo per la mummificazione. Nel Medio Evo, gli si attribuivano poteri magici, era utilizzato come difesa contro il “basilisco”, creatura mostruosa dalle sembianze di serpente velenoso. Il Basilico - o Bassilico - trova le sue origini nelle lontane India e Indonesia. Probabilmente fu introdotto in Europa prima dai greci e successivamente dai romani, tramite le rotte commerciali che attraversavano il Medio Oriente. Presso i romani era considerato il simbolo degli innamorati, ma veniva usato anche come erba aromatica in cucina. Apicio lo nomina in una ricetta con i piselli, in Inghilterra lo incontriamo intorno al XVI secolo, mentre in America si dovrà attendere il XVII secolo prima di poterlo trovare sulle tavole. Nel suo paese d'origine - l'India - l'impiego del basilico in cucina è piuttosto ridotto. Un tipo di basilico, l'Ocimum Sanctum - il famoso “Tulsi” - è considerata una pianta sacra dedicata a Vishnu e Krishna, e i suoi semi sono utilizzati per la fabbricazione dei mala, sono consumati dalle persone che praticano una dieta vegetariana o aspirano a uno stile di vita più puro. Tulsi o Tulasi è il nome indiano dell’OCIMUM SANCTUM, assai venerato in India, al pari di verveine presso i Romani. La Tulasi ha un significato profondissimo, un culto devotissimo e un utilizzo senza pari. Esiste un libro indiano, il “Tulasikavacam”, composto di due parti: una di venti strofe il cui titolo è Tulasikavacam (l’amuleto tulasi), è estratto dal Tulasimahatmya del Brahmanda purana, il secondo si compone di 15 strofe è l’inno in onore della tulasi, che è attribuito a un certo Pundarika, nome dato a un figlio della dea Laksmi, che è sovente identificata con questa erba, come donna di Shiva. Si invoca la tulasi per proteggere tutte le parti del corpo, per la vita e per la morte, per i diversi atti e momenti della vita, ma in particolare per la sua speciale qualità: putrada putrakankshinam ,ovvero che dona i bambini a coloro i quali desiderano averli. Tutte le deità si interessano a questa erba come fosse una specie di amrita riservata agli uomini pii. È cara a Vishnu e a Lakshmi, da cui derivano i due nomi sanscriti di Vishnupriya o Haripriya e Lakshmipriya. Narada, la saggezza divina, ha cantato le lodi di questa pianta immortale, che contiene in sé tutte le perfezioni, che allontana tutti i mali, che purifica e guida verso il paradiso celeste coloro i quali la coltivano. Sotto il mistero di questa erba, creata , si dice, con l’ambrosia, sembra si sia creato lo stesso dio. Possiamo attribuirle qualità speciali come: subhaga, propizio, surabhi, profumato, bahupattri, dalle numerose foglie, bhutaghni, che distrugge i demoni, Lakshmi, Gauri, Tridacamangari, Devatanduli… Il culto di tulasi è così vivamente raccomandato nell’ultima parte del Padmapurana, consacrato a Vishnu,ma non viene meno la sua adorazione da parte dei seguaci di Shiva; mentre Krishna, l’incarnazione più popolare di Vishnu, ha adottato questa erba per il suo culto adottando il nome di Krishnatulasi. Sita, le personificazione epica della dea Laksmi, si trasforma in tulasi prima di Ramayana, da cui il nome di Sitahvaya donata proprio alla pianta. Nel Bengala, il dio domestico è sia la pietra fallo Calagrama, sia la tulasi. In merito all’origine celeste dell’amrita e al culto della durva chiamata amritanamà, M. Sernat, nella sua opera “ Verità sulla leggenda del Buddha” osserva: “…perfino nel moderno induismo il culto della tulasi, consacrato a Vishnu, non ha altra origine; le foglie guariscono tutte le sorti delle malattie e cacciano il veleno dei serpenti; il vaso sospeso durante il mese di Vairakha sotto la pianta, e dove l’acqua cade goccia a goccia, appare ancora agli occhi del suo figlio con la nuvola di amrita. Gli adoratori di Vishnu portano al collo una ghirlanda di tulasi, e un rosario fatto con semi di tualsi o di loto. I Vishnu dutas o messaggeri di Visnu portano i rosari di tulasimani o “perle di tulasi”. Tulasi apre il cammino verso il cielo all’Uomo pio, ed è per questo che quando un indiano muore viene posto sul suo petto una foglia di tulasi, gli si lava la testa con acqua nella quale sia stata immersa, mentre il prete pregava, dei semi di lino e delle foglie di tulasi. Dopo le Kryayogasaras (XXIII), piantando e coltivando religiosamente la tulasi, si ottiene il privilegio di salire al palazzo di Vishnu, al cospetto di dieci milioni di antenati. Questo è ben augurale per una abitazione, se viene costruita in un luogo che sia idoneo anche per la tulasi. Vishnu renderebbe disgraziati per tutta la loro vita e per l’eternità l’ateo che per cattiva volontà, o addirittura peggio ancora l’imprudente che, per disattenzione, strapperebbe la tulasi, erba della felicità, della salute, di figli. Non si può che dire in una buona e devota intenzione, e sopra tutto per il culto di Vishnu, o di Krishna, questa preghiera: “Madre tulasi, tu che apporti la gioia nel cuore di Govinda noi ti preghiamo per il culto di Narayana.Senza di te, o beata, ogni opera è sterile, per questo noi ti preghiamo, o tulasi, sii propizia per noi. Come noi ti accudiamo con cura, sii misericordiosa con noi, o tulasi madre del mondo, noi ti preghiamo!” Si doveva stare attenti a non scuotere nessun ramo di questa erba mentre la si coglieva, per paura di romperla; si dice che il cuore di Vishnu, lo sposo di tulasi, tremula, si tormenta e si irrita, quando si rompe anche un piccolo ramo di tulasi, sua sposa. Il libro indiano ricordato prima afferma la tulkasi come divinità: “Tulasi cri, Sakhi, Cubhe, Pàèahàrini, Punyade, Namaste, Naradanute, Nàrayanamanahpriye!” ( Tulasi è la dea Cri, o mia amata, o bella, o distruttrice degli incantesimi, o purificatrice, onore a te, o presa per Narada, o cara al cuore di Vishnu!.). e ancora:” Tulasicrimahadevinamah pankagadharini”, (a Tulasi, alla dea Cri, alla grande dea, onore a te che porti il fiore di loto). Poi si prega affinchè la dea Tulasi protegga la testa (ciras), la fronte ( phalam), la vista ( dricas), il naso (graham, nella sua qualità di sugandha o profumato), il volto ( mukham, nella sua qualità di sumukhi un bel viso), la lingua, il collo, le spalle, la taglia del corp ( madhyam nella sua qualità di punyada),ecc.… ogni parte del corpo è l’invocazione alla tulasi. Nell'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il basilico è utilizzato per la cura di molti disturbi. In India si usa piantare il basilico per vedere se verificare la salubrità di un terreno: la buona crescita della pianta battezza un luogo o un terreno come decisamente salubre. Si ritiene, inoltre, che la presenza del basilico, o meglio del Tulsi, può scacciare gli spiriti maligni e attirare le benedizioni divine. Le foglie vengono utilizzate durante le cerimonie religiose in favore di Vishnu, specialmente quelle in favore del benessere della famiglia. In India una pianta di basilico coltivata davanti casa, tiene lontano gli insetti pericolosi, ma un profondo conoscitore delle tradizioni indiane vi dirà che è sintomo della cultura e delle inclinazioni religiose della famiglia. Il terreno circostante la pianta, viene concimato solo con sterco di vacca, animale considerato sacro in India. Nelle case più ricche vengono coltivate diverse piante di tulsi, in modo da formare un piccolo boschetto sacro denominato tulsi-van o vrindavan. Le sacre scritture indù invitano a guardare il tulsi non come semplice pianta, ma come una rappresentazione naturale del dio Vishnu o Krishna. Chiunque abbia avuto occasione di fare un viaggio in India avrà certamente notato che moti fedeli utilizzano una serie di sferette di legno legate insieme da una funicella (Mala), e che ricordano i rosari cattolici: le palline sono fatte con i semi di una pianta sacra, il basilico indiano, i mala di tulsi. Per comprendere il rispetto che gli indù hanno per questa pianta, vale la pena spendere qualche parola, per ricordare che gli inglesi, quando volevano obbligare un indiano a giurare - e non avendo un equivalente alla Bibbia - lo facevano giurare sul tulsi. Miti e Leggende legate al Basilico Vrinda e il tulsi L'origine del tulsi (basilico) nella mitologia indiana viene associata a Vrinda, la virtuosa moglie del potente demone Jalamdhara che aveva ottenuto da Brama (il creatore del nostro universo) l'invincibilità a patto che sua moglie gli restasse sempre fedele. La fedeltà di Vrinda era nota a tutti e Jalamdhara, sentendosi sicuro di ciò e della sua conseguente invincibilità, chiese per sé il gioiello di Indra il (Signore della folgore e dio del temporale). Indra non voleva cedere il gioiello, e allora, chiese aiuto a Shiva ( uno degli aspetti di Dio, nonché la terza Persona della Trinità indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, conosciuto come il Distruttore) il quale apparve a Vrinda assumendo le sembianze di un giovane dall'aspetto irresistibile, ma ella lo cacciò. Allora intervenne Vishnu (uno degli aspetti di Dio, nonché la seconda Persona della Trinità indù, conosciuto come il Conservatore) che prese le sembianze dello stesso Jalamdhara. A questo punto, presa dall'inganno, Vrinda cedette e Jalamdhara perse la sua invincibilità. La donna disperata maledì Vishnu che fu trasformato in pietra di ammonite e Vishnu, a sua volta, maledì Vrinda che si tramutò nella pianta del basilico sacro. I tesori degli Dei Un'altra notissima leggenda racconta come in seguito ad una terribile catastrofe, andarono perduti negli abissi oceanici moltissimi tesori. Per recuperarli gli Dei e i Demoni decisero di frullare l'oceano e, a tale scopo, utilizzarono il monte Mandare e il serpente Vasuki come cintura per far roteare il monte. Tirando il serpente Vasuki attorcigliato attorno al monte, incominciarono a frullare l'oceano da quale sorsero i quattordici tesori tra cui l'amrita, il nettare dell'immortalità, Dhanvantari, il Dio dell'ayurveda, custode del nettare, Airavata, l'elefante bianco di Indra, Surabhi, la vacca dell'abbondanza, Kaustabha,un prezioso gioiello, Lakshmi, la Dea della prosperità e il tulsi che è, dunque, tra i più grandi tesori di cui l'uomo possa disporre. Secondo la tradizione cristiana, l'origine della pianta si riaggancia a due leggende. La prima vuole che il basilico sia nato nel vaso dove Salomé aveva sotterrato la testa di Giovanni Battista, mentre la seconda racconta che fu trovato dalla regina Elena, madre dell'imperatore Costantino, sul luogo della crocifissione di Gesù e da lei diffuso in tutto il mondo. Racconti leggendari descrivono la tomba di Cristo Risorto arricchita da numerose piantine di Basilico, che ancora oggi vengono disposte ad ornare gli altari delle chiese ortodosse Si dice che..... La buona crescita del basilico determina se un luogo e' più o meno salubre. Si ritiene inoltre che la sola presenza di questa pianta "magica" abbia il potere di scacciare gli spiriti maligni e, per contro, attirare le benedizioni divine. Le foglie di basilico vengono usate nei riti quotidiani dedicati a Visnú per il benessere della famiglia. In India il basilico viene impiegato poco in cucina ma vi è un tipo di basilico, chiamato ''tulsi'', per cui gli Indù hanno un tale rispetto che quando gli inglesi vollero trovare qualcosa su cui costringerli a giurare, il "tulsi" fu una delle voci sacre prescelte. Gli Indù recitano i mantra con un filo di grani fatti con il tulsi. Una mala ha 108 grani.. In Occidente il basilico è simbolo di fertilità. Plinio scrive che si usa per fecondare le cavalle, il prof. Saraceni afferma che le giovani di Chieti usano raccogliere un mazzetto di basilico e metterlo sul petto o nella cinta come segno di castità e verginità, mentre le donne sposate lo pongono tra i capelli. L’odore del basilico si credeva aumentasse la simpatia, da cui bacia Nicola, baciami Nicola, e allora le giovani portavano delle foglie di basilico tra le orecchie, o, come afferma il conte Gentile Sermini, la donna metteva la piantina di basilico alla finestra come segno che era disposta ad accoppiarsi. Il basilico fa da mezzano!. Ma il basilico ha anche un significato negativo, nell’antica Grecia quando si seminava il basilico lo si doveva fare imprecando, da qui il detto “seminare basilico” significa sparlare.A Creta la pianta di basilico si mettono alle finestre delle case di campagna come segno di lutto. La Schwartz raccoglie un canto popolare cretese Elpis Melaina :” Basilico!, erba del lutto, fiorisci su una piccola finestra, io tanto vado a coricarmi nel dolore e mi addormento piangendo”. Dopo le Apomasaris Apotelesmata (Francfort, 1577, pag. 269) il basilico è un augurio malvagio: “ Si quis visus fuerit ab alio accepisse ocimum, sive basilicum, sollicitadinem et aerumnam inveniet, pro accepti ocimi copia. Quod si notus est qui dedit, per ipsummet aut alium ei similem adfligetur; sin autem, per inimicum. Si ocimum sevisse visus sibi fuerit, idque succrevisse, sollicitudinem inveniet ac torturam cum miseria. Si videre visus fuerit in loco praediove suo magnam ocimi copiam succrivesse, hoc ad domestico rum ipsius ploratum et adflictionem referatur; quod si et ipse sumpsit ab eis ocimum, particeps doloris erit; sin autem , dolor ad ipsos dumtaxat pertinebit.” il Boccaccio narra la storia di Lisabetta che, dopo aver nascosto la testa del suo innamorato dentro il terriccio di un vaso di basilico, lo innaffiava con le proprie lacrime. Su questa storia , nel XIV secolo, fu composta una canzone popolare che fa parte di un manoscritto della biblioteca Laurenziana (Rubieri, Storia della Poesia popolare italiana, Firenze 1877). Questo fu lo malo cristiano Che mi furò la resta Del basilico mio selemontano… Nel XVII secolo il missionario Sebastiani trova ,presso la popolazione del Malabar, un ocimum coltivato e venerato chiamato “collò”. Questo è un basilico selvatico dedicato a Ganavedi (Ganesha) che viene messo a dimora in piccole ciotole innanzi alle case. Nello stesso secolo padre Vincenzo Maria da Santa Caterina, trova un basilico che definisce gentile, ovvero da giardino, presso la popolazione del Dekhan. “…specialmente gli abitanti del Nord del Dekhan adorano una erba simile al nostro basilico gentile, ma dall’odore più acuto. Lo chiamano collò. Viene posto all’ingresso delle case in una nicchia o al centro di un fallo di pietra. Innanzi a questa erba si dicono preghiere, si prostrano, cantano e danzano e si bagnano con acqua. Sulle rive dei fiumi si bagnano o fanno il bagno prima di entrare nei templi, credono che le deità amino questa pianta e che così Ganesha rimanga continuamente li. Quando viaggiano la disegnano sul terreno con la radice, sulla vela di una barca o sulla sabbia”. Di tutt'altro avviso è Van Helmont (1577-1644), dottore fiammingo, il quale sosteneva che il basilico lasciato tra due mattoni si trasformava in uno scorpione. Il basilico non è venerato soltanto in India, nelle chiese ortodosse, gli altari sono profumati di basilico e il Santo più venerato è San Basilio. La credenza popolare dice che una pianta dell'erba aromatica davanti a casa tiene lontano gli insetti pericolosi. Tiene lontane le zanzare: versate 5 gocce nell'acqua di uno spruzzatore; nebulizzate contro tende, copriletti, vestiti; lenisce il prurito dopo le punture di insetti: mettete una goccia su un polpastrello e frizionate la pelle dove prude. Pare sia efficace anche contro il morso dei serpenti. Ma, forse è meglio non tentare il diavolo! Si dice anche che migliori la resistenza psichica, sia utile in stati di ansia, depressione, nervosismo ed aiuti lo studio e il richiamo mnemonico: provate a versarne una goccia su un fazzoletto e usatelo durante lo studio e gli esami.. Per attenuare l'ansia basta una ciotola con acqua sulla scrivania in soggiorno o altrove, con 5 gocce di olio essenziale di basilico. L’uso del Basilico Il basilico è una pianta annuale adatta a climi temperati e non sopporta il gelo. Può raggiungere un'altezza di 30-40 centimetri. Una caratteristica interessante e curiosa, è che il basilico, se coltivato in un ambiente avverso, tende a perdere le sue caratteristiche principali, diventa grasso e duro, perde il suo caratteristico profumo dolce e delicato per assumere toni forti e duri. A Genova - dove il basilico viene coltivato su vasta scala, in serre con temperature ed umidità tropicali - la raccolta viene fatta quando la pianta raggiunge un'altezza massima di dodici centimetri, in modo da ottenere il meglio delle caratteristiche organolettiche. I genovesi sono molto esigenti in fatto di basilico. In Liguria è tradizione coltivare il basilico in vasi di terracotta posti nei balconi delle case. Riassumendo: il basilico migliore è quello coltivato in condizioni di agio e consumato giovane. Non si possono fare paragoni tra l'aroma del basilico fresco e quello secco. Il basilico fresco può essere conservato per un breve periodo in frigorifero, ma il modo migliore per conservarlo è senz'altro a bagno nell'olio. Secondo la tradizione italiana, si prendono le foglioline di basilico lavate e asciugate, si sistemano su un vaso ricoperte da un pizzico di sale, quindi si procede, allo stesso modo, con uno strato successivo di basilico, una spolverata di sale, un altro strato di basilico e così via fino a riempire il vaso. Quando il vaso è pieno, lo si riempie con olio d'oliva fino a coprire il tutto, si chiude bene e si conserva in un luogo fresco o in frigo al riparo dalla luce diretta. Con questo sistema si può conservare il basilico per un tempo molto lungo senza perdere le sue qualità organolettiche, anche se con il passare del tempo le foglie tenderanno a diventare nere. Inoltre, il basilico conservato secondo questo sistema è ideale per preparare il pesto alla genovese. Il basilico non è certamente un ingrediente caratteristico della cucina nord europea. Per trovarlo bisogna andare verso sud, in Italia, in Grecia e nei paesi del Mediterraneo. L'impiego più affascinante del basilico in cucina, forse si trova nella preparazione del pesto genovese, che in varie espressioni, è tipico di tutta la riviera da Genova fin oltre confine, in Provenza, dove prende il nome di pistou. La ricetta del pesto prevede l'utilizzo di basilico, aglio, sale, olio d'oliva, pecorino sardo e/o parmigiano, pinoli o noci sbucciate, il tutto pestato in un mortaio fino a ottenere una salsa densa. Da notare che alcune varianti del pesto non prevedono l'uso dell'aglio. In Italia - dove ormai è conosciuto in tutte le regioni - viene utilizzato per condire la pasta, in particolare le “trenette”, ma anche sul riso e sui crostini. La diffusione su larga scala ha portato l'industria a offrire confezioni di pesto già pronto, naturalmente non comparabile al pesto fresco, ma forse è meglio accontentarsi piuttosto che rinunciarvi. Un prodotto tipico della Puglia è l'olio di basilico. L'olio viene aromatizzato in maniera naturale: in fase di spremitura, fatta rigorosamente con mezzi meccanici, insieme alle olive sono spremute anche delle foglie di basilico, donando all'olio un aroma fresco e intenso. L'olio al basilico viene utilizzato per condire piatti di pasta, pesce e insalate. Nella Francia meridionale il pistou viene usato nelle minestre. Sulla riviera italiana, si usava fare uno spuntino con un panino riempito con pomodoro, sale, olio d'oliva e qualche foglia di basilico: una preparazione certamente gustosa, ormai sostituita da sandwich, panini e tramezzini. Un panino con pomodoro, olio e basilico, è arricchito dai sapori e dai profumi degli ingredienti, sono diversi, sono essenze della terra, ogni stagione diversi e in ogni regione diversi. L'aroma del basilico si sposa bene con il pomodoro, e con qualunque piatto a base di pomodoro, con piatti a base di uova, come le frittate o le uova strapazzate, con le melanzane, il pesce - in particolare triglie e aragoste - e tante altre preparazioni. La fantasia e il gusto rappresentano, come sempre, il limite. In commercio si trovano anche foglie di basilico essiccate utilizzate nella preparazione di sughi, stufati e minestre. È buona abitudine aggiungere il basilico alle pietanze all'ultimo momento, poiché tende a perdere il suo caratteristico sapore. Alcuni cuochi evitano di sminuzzare le foglie con il coltello, preferendo di romprerle con le mani in modo da permettere agli oli essenziali di liberarsi più facilmente e sprigionare tutti i loro aromi. Oltre i confini dell'Europa, il basilico è utilizzato in Malesia (selaseh) e in India (babuitulsi). Esiste anche l'aceto di basilico, preparato lasciando macerare delle foglie di basilico in aceto di vino. GLI EFFETTI MEDICINALI DEL BASILICO L'utilizzo del basilico non si limita al campo culinario e religioso, ma anche in cosmesi, in erboristeria e in aromaterapia. In erboristeria viene usato come rimedio contro l'alito cattivo, la cattiva digestione, la tosse, il meteorismo, la cefalea nervosa e la cefalea da cattiva digestione. L'infuso delle foglie essiccate viene utilizzato negli stati febbrili, nella nausea e nei crampi addominali. L'intrigo aromatico questa volta si chiama basilico, non solamente quello "dolce" ma anche, e in particolare, quello "santo", apprezzato rimedio del Sistema Medico Ayurverdico che i botanici , come abbiamo già visto, chiamano Ocimum Sanctum. Quasi come il nostro basilico (Ocimum basilicum, anch'esso appartenente alla famiglia delle Labiate) al basilico santo, chiamato anche tulasi o tulsi in lingua Hindi, sono state attribuite importanti virtù medicinali, magiche e religiose. Diversi studi scientifici, condotti sperimentalmente, hanno confermato alcune capacità mediche attribuite al basilico santo e, tra queste, quelle analgesiche, antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti. Quest'ultima proprietà è stata al centro dell'attenzione in un convegno (British Pharmaceutical Conference) tenutosi recentemente a Manchester, nel Regno Unito. I ricercatori hanno notato che l'estratto di basilico santo era efficace sia nell'eliminare tutte quelle molecole dannose per il nostro organismo, sia nel proteggere dai danni causati da alcuni radicali liberi in diversi organi, quali fegato, cuore e cervello. Sotto la guida del dottor Vaibhav Shinde, del Poona College of Pharmacy di Maharashtra, in India, hanno dunque valutato le proprietà antiossidanti, anti-aging del basilico santo. Questo studio ha, ancora una volta, contribuito a dare sostegno alla medicina Ayurvedica che indica, e adopera anche, questa pianta come "ringiovanente", come rasayana. Ma anche il basilico nostrano non scherza, né per le proprietà terapeutiche attribuitegli, né come antiossidante. "Giova alle passioni e alla malinconia e genera allegrezza", scriveva nel 1500 il medico e botanico Castore Durante. Qualche secolo più tardi, in un testo di medicina naturale del 1886, sul basilico veniva scritto: "Questa pianta ha goduto, da tempi remoti, di grande reputazione in molte specie di malattie, come nella pazzia incoerente, puerperale e nelle demenze senili". Val bene spendere una parola sul contenuto in polifenoli di entrambe le varietà di basilico, nonché della presenza preziosa dell'acido rosmarinico che la sa lunga sulla capacità antiossidante; da non sottovalutare inoltre il contenuto di olio essenziale in ambedue le varietà. Ampiamente utilizzato (con accortezza) per le proprietà aromatiche, in medicina l'olio essenziale di basilico (dolce) ha dimostrato sperimentalmente un notevole potenziale antigenotossico (che potrebbe essere anche attribuito alle proprietà antiossidanti). L'olio di basilico è sconsigliato in caso di gravidanza, ai bambini sotto i sei anni, sulla cute particolarmente sensibile. Assunta a dosi elevate, per via interna, l'essenza di basilico può provocare effetti narcotici, per via esterna può avere un effetto irritante per le mucose. L'olio essenziale è consigliato nei seguenti casi: Affezioni dell'apparato respiratorio. L'olio essenziale di basilico è un ottimo espettorante. Giova nelle affezioni dei seni paranasali, pertosse, enfisema polmonare e nell'asma. Si dimostra efficace anche nelle malattie da raffreddamento (raffreddore, influenza, bronchite, ecc.). Si può provare ad aspirare un po' di foglie secche tritate. Causano numerosi starnuti che aiutano a respirare. Insonnia, isterismo, e nervosismo. L'essenza di basilico possiede pregevoli proprietà sedative e può rivelarsi un valido aiuto nei disturbi emotivi causati da stress. Febbre. Il basilico è un eccellente sudorifero ed antipiretico, utile anche in caso di febbre alta. Come insetto repellente. L'olio essenziale allontana gli insetti ed è efficace contro le punture di zanzare o le morsicature di scorpioni. In caso di punture di insetto di può mettere una goccia (non di più o si rovina la pelle) di olio essenziale sulla puntura. In alternativa,strofinare alcune foglie ben strizzate per ridurre il dolore da puntura di insetto. Digestioni difficili. Le proprietà digestive dell'essenza di basilico sono di giovamento in caso di dispepsia, atonia gastrica, nausea e attacchi di vomito. Il basilico è un buon antisettico utile contro le infezioni e tutti i disturbi intestinali. Depressione. L'olio essenziale di basilico possiede buone proprietà antidepressive. Cura della pelle. Quest'essenza può essere utile nella cura della pelle edematosa e congesta. Gli aromatoterapeuti consigliano acqua al Basilico per rinfrescare il viso e le mani e per bagni tonificanti e deodoranti. Epilessia. Il basilico pare essere un buon rimedio per chi soffre d'epilessia o crisi di tipo epilettico. Si utilizza sotto forma si infuso per l'alitosi o per le infiammazioni del cavo orale. Alcune foglie di basilico messe in infusione nel vino e lasciate macerare per alcune ore forniscono un eccellente tonico. In caso di ulcere in bocca, una foglia posta sulla ferita e lasciata quanto più a lungo possibile riduce il dolore. 11 Alcune foglie e fiori (o meglio ancora gocce d'essenza) nel bagno hanno un potere rinfrescante. Il basilico è in grado di lucidare i capelli: per le brune se ne consiglia l'uso insieme ad un risciacquo di rosmarino, per le bionde con un risciacquo alla camomilla. Con olio aromatizzato al Basilico si massaggiano i muscoli contratti ed indolenziti; inalazioni del suo profumo alleviano l’affaticamento mentale e sollevano lo spirito. Note: • Il basilico è difficile da abbinare ad altre erbe aromatiche, tra cui il prezzemolo, il timo e il rosmarino. • In frigorifero si può conservare al massimo per due giorni, bene avvolto in un canovaccio da cucina. • Secco perde completamente il suo profumo, conviene piuttosto congelarlo. • Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l'olio essenziale e per liberare meglio l'aroma. • Il basilico si trova commercializzato in mazzetti, che all'acquisto devono essere turgidi e verdi; può essere anche acquistato in vaso, cosa che ne permette l'utilizzo fino all'autunno. Il suo olio essenziale è utilizzato per la preparazione di profumi e liquori; dalla distillazione della pianta fresca si ottiene un'essenza contenente eucaliptolo ed eugenolo. La pianta contiene un olio essenziale ricco di estragolo ed eugenolo, oltre che linalolo e terpeni. In cosmesi si usa come tonificante e deodorante: è sufficiente mettere 15 foglie di basilico in un sacchetto di cotone e aggiungerlo all'acqua del bagno. Come tonico per la pelle, alcune foglie di basilico e salvia macerate nell'alcol, successivamente diluito con acqua. Per i capelli, un infuso a base di basilico usato come lozione dopo lo shampoo. In aromaterapia è utilizzato come stimolante. «Una foglia di tulsi al giorno fa sentire forti e sani» (Saggezza ayurvedica) Chi acquista forza e vitalità grazie alla pianta del tulsi, riesce sicuramente a trovare l’energia e l’amore per vivere una vita piena. Anche nella fitomedicina occidentale, il basilico, come del resto altre erbe aromatiche molto apprezzate, è una pianta medicinale di provata efficacia. Coadiuva la digestione, rafforza lo stomaco e aiuta a combattere le flatulenze. Inoltre stimola l’appetito, allontana la malinconia e favorisce un sonno ristoratore. L’erba reale dovrebbe favorire anche il flusso latteo e aumentare la libido. In generale il basilico ha una funzione rivitalizzante, stimolante e tonificante. Utilizzato in forma di tisana, combatte l’emicrania e la debolezza di memoria. L’olio eterico della pianta agisce positivamente sulla stanchezza mentale e svolge un’azione rivitalizzante. Nella cosmetica il basilico viene utilizzato come tonico per il viso. Tonifica la pelle stanca e ha un leggero effetto antisettico. Aggiunto nell’acqua del bagno, l’estratto di basilico è corroborante e favorisce il relax fisico e mentale. Gli effetti terapeutici del basilico sono originati essenzialmente dagli oli eterici, dai tannini e dai flavonoidi.