Dossier sulla vivisezione 2012 Centinaia di migliaia di animali, ogni anno, nella sola Italia, vengono usati come risorse o modelli di ricerca nelle università e nei laboratori. I numeri crescono, fino a raggiungere le centinaia di milioni se si volge lo sguardo alla situazione globale. Questi dati sono anche sottostimati poiché non includono invertebrati, forme fetali, parti anatomiche e quant’altro provenga da animali già soppressi. Topi, porcellini d’India, criceti, conigli, cani, gatti (sui quali, in Italia, non si sperimenta più dal 2010), furetti, cavalli, suini, ovini, bovini, scimmie, uccelli, anfibi, pesci si susseguono in un elenco che sembra non avere fine. Una parte dell’opinione pubblica pensa che la vivisezione sia una pratica obsoleta o comunque diffusa in qualche grande centro di ricerca, magari universitario, e magari lontano dal nostro paese. Lungi dall’essere una realtà superata, la sperimentazione animale, o sperimentazione ‘in vivo’, è, come mai prima d’ora, un tema di attualità. L’attenzione che si è rivolta verso i beagles di Green Hill, noto allevamento di cani destinati alla vivisezione, o i macachi di Harlan, cresce sempre di più e comincia ad assestare qualche scossa all’intero sistema che ha sostenuto la sperimentazione sugli animali fino ad oggi, permettendone l’esistenza e proteggendola da occhi indiscreti. In Italia, il punto di riferimento legislativo per chiunque intenda effettuare attività di ricerca con utilizzo di animali, è il Decreto Legislativo 116 del 27 gennaio 1992 che si propone di proteggere gli animali usati nelle procedure sperimentali e garantire loro il massimo benessere, limitare al minimo il dolore, la sofferenza, l’angoscia, i possibili danni derivanti dagli esperimenti, ridurre il più possibile il numero degli esperimenti e quello degli animali in essi utilizzati. La legge definisce per: esperimento, l’impiego di un animale a fini sperimentali o scientifici che può causarne dolore, sofferenza, angoscia o danni temporali durevoli, compresa qualsiasi azione che intenda o possa determinare la nascita di un animale in queste condizioni; animale, qualsiasi vertebrato vivo non umano, ivi comprese le forme larvali autonome capaci o non di riprodursi a esclusione di altre forme fetali o embrionali. Coloro che intendano intraprendere attività di ricerca con utilizzo di animali devono sottostare ad alcuni obblighi, come ad esempio dimostrare che non sia possibile utilizzare, ai fini dell’esperimento, altro metodo scientificamente valido che non implichi l’impiego di animali, o documentare la scelta del ricorso ad una determinata specie così come l’obbligo di mettere in atto procedure volte ad evitare sprechi, ripetizioni e sofferenze inutili. Al ricercatore è imposto di preferire, tra più metodiche sperimentali, quelle che richiedono un minor numero di animali o di più basso sviluppo neurologico, di effettuare esperimenti sotto anestesia generale o locale, di non utilizzare più di una volta lo stesso 1 animale, di sperimentare su cani, gatti, primati e specie in via di estinzione, è proibito eseguire esperimenti senza anestesia, generale o locale, o al solo scopo didattico, è vietato praticare procedure che inducano forti dolori e privazioni. Animali utilizzati nel triennio 2007/08/09 per la sperimentazione Specie 2007 2008 2009 Topi 556.497 553.000 553.817 Ratti 252.277 230.347 200.301 Uccelli 33.209 32.241 31.798 Pesci 30.968 13.955 14.958 Porcellini d’India 11.819 13.875 12.993 Conigli 11.002 9.706 8.657 Suini 3.401 3.607 2.485 Anfibi 2.996 2.432 2.304 Altri roditori 1.641 1.235 102 Criceti 1.089 717 526 Cani 1.021 943 607 Ovini 542 469 375 Bovini 391 462 453 Scimmie del vecchio mondo 386 344 460 Rettili 316 454 309 Altri mammiferi 244 151 173 Cavalli, asini e incroci 109 46 31 Caprini 56 41 19 Scimmie del nuovo mondo 30 18 42 Gatti 8 26 0 Quaglie 0 249 23 Furetti 0 0 20 Altri carnivori 0 0 0 Proscimmie 0 0 0 Altre scimmie 0 0 0 908.002 864.318 830.453 Tutti questi divieti possono essere superati, previa deroga a procedere rilasciata dal Ministero della Sanità, con il beneplacito dell’Istituto Superiore di Sanità. Gli ultimi dati certi in merito agli esperimenti condotti in deroga risalgono al biennio 2006/2007, in cui 2 risultano essere il 20% del totale, piuttosto che un’eccezione alla regola; nel 2006 sono state rilasciate 158 autorizzazioni, 128 nel 2007. A Roma, il solo Istituto Superiore di Sanità ne ha ottenute 24, con esperimenti praticati su topi, ratti, cavie, criceti, conigli, uccelli, cani, scimmie del vecchio e nuovo mondo, alcune delle quali rilasciate per la sperimentazione di vaccini per l’HIV sui primati all’interno del Centro nazionale AIDS per la patogenesi e vaccini 1. Il Ministero della sanità, come previsto dal D.lgs.vo 116/92 “raccoglie i dati statistici sull’utilizzazione di animali a fini sperimentali in base agli elementi contenuti nelle richieste di autorizzazione, nelle comunicazioni ricevute nonché nelle relazioni presentate e li pubblica almeno ogni tre anni nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana”. Gli ultimi dati disponibili sono quelli pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.53 del 5 marzo 2011, riferiti al triennio 2007/08/09. In questo arco temporale, in Italia sono stati utilizzati 2.602.773 animali di cui 1.663.314 topi, 682.925 ratti, 97.248 uccelli, 59.881 pesci, 2.571 cani, 1.190 scimmie del Vecchio Mondo, 90 Scimmie del Nuovo Mondo e ancora migliaia di animali appartenenti a numerose specie come criceti, conigli, suini, ovini, bovini, quaglie, rettili, anfibi e così via. Le specie che contano il maggior numero di vittime appartengono all’ordine dei roditori. Questo dato non dovrebbe sorprendere, la loro scelta è basata principalmente su ragioni economiche, pratiche e morali: costano poco, si riproducono facilmente, sono di piccole dimensioni quindi semplici da stabulare e gestire, e notoriamente l’essere umano ha difficoltà a stabilire con loro relazioni empatiche. Nei paesi dove i fondi destinati alla ricerca sono ‘importanti’ ci si può concedere il lusso di sperimentare maggiormente sui primati, la cui gestione ha dei costi elevati. Laddove i soldi stanziati sono pochi, questo non è possibile ed è necessario rivolgersi a specie più economiche. Il costo diventa quindi un criterio, per non dire il criterio, discriminante per scegliere su quale specie verrà effettuata una ricerca. La sperimentazione su questi animali avviene all’interno di centinaia di luoghi; nel biennio 2006-2007, in Italia, sono stati registrati 599 stabilimenti utilizzatori di animali a fini sperimentali tra ospedali, centri di ricerca universitaria e privata, istituti, aziende farmaceutiche, centri militari ecc... E’ naturale immaginare che questa cifra, sempre in crescita negli ultimi anni, sia destinata ad aumentare ancora di più. In cima alla lista compare la Lombardia con 133 siti, seguita dall’Emilia Romagna con 99, 62 nel Lazio, 55 in Toscana e così a scendere fino a raggiungere una sola unità nel Molise e Trentino 2 . Il 95% degli animali destinati alle sperimentazione è stato appositamente allevato nel territorio italiano. Molti laboratori possiedono al loro interno strutture destinate all’allevamento di animali, spesso confezionati ad hoc se l’esperimento lo richiede, come ad esempio nel caso dell’INRCA - Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani, che alleva “ceppi di topi e ratti convenzionali fino all’invecchiamento” e “modelli transegenici di invecchiamento oncologici, senescenza del sistema immunitario e neurologici”3. Esistono inoltre strutture 1 Dati LAV: La vivisezione in Italia regione per regione, Michela Kuan, 2008 2 Dati LAV: La vivisezione in Italia regione per regione, Michela Kuan, 2008 3 http://www.inrca.it/INRCA/Mod1_10_ce.asp?pag=sasa_mode.asp 3 specializzate nell’allevamento di animali per la sperimentazione, ed appartengono a multinazionali che operano in tutto il mondo. Le principali, presenti in Italia, sono: Charles River, a Calco (CO), fornisce animali mutanti, transgenici, ibridi e più di 55 • “alterazioni chirurgiche” sui roditori. Green Hill a Montichiari (BS), alleva cani Beagle destinati ai laboratori ed offre ai • propri clienti trattamenti chirurgici su richiesta, tra cui il taglio delle corde vocali o l’asportazione di alcune ghiandole. Harlan Italy a Corezzana (MI) e a S. Piero del Nattisone (UD), importa ed esporta • verso tutti i paesi del mondo animali di qualunque specie: maiali, criceti, conigli, Beagle, cani da caccia e incroci. Queste aziende vendono e sponsorizzano gli animali come se fossero semplici merci e prodotti, vantando prezzi competitivi, promozioni, consegne rapide e sottolineando la capacità di soddisfare qualsiasi richiesta grazie ad un servizio efficiente e di ottima qualità. Non tutti gli animali destinati alla sperimentazione vengono allevati appositamente per soddisfare questo scopo: molti di loro, specialmente i primati non umani, vengono catturati nei loro habitat naturali, strappati violentemente dai gruppi in cui vivono, costretti a viaggi lunghissimi, per poi terminare la loro vita sui tavoli della sperimentazione. Secondo le ultime statistiche CITES, nel 2008 più di 14.000 macachi sono stati spediti, dalla Cambogia, in Cina, Vietnam, Europa e America e questo dato è sottostimato perché non tiene conto del fatto che per catturare un piccolo bisogna uccidere tutto il gruppo sociale che cerca di difenderlo. Gli studi ‘in vivo’ vengono effettuati in varie aree di interesse. Dalle statistiche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 53 è possibile ottenere uno spaccato dei campi di attività e degli animali utilizzati in ognuno di essi. Nel triennio preso in esame, 1.275.433 individui, il 49% del totale, sono stati destinati agli studi biologici e alla ricerca di base ovvero agli studi volti ad aumentare le conoscenze della struttura, del funzionamento e del comportamento normale e anomalo degli esseri viventi. Rientrano in questo settore anche gli studi di base di tossicologia. I campi di maggior interesse sono quelli legati allo studio delle malattie cardiovascolari umane, dei disturbi nervosi e mentali umani, del cancro nell’uomo, di altre malattie umane e animali principalmente legate alla zootecnia; si inocula la patologia di interesse nell’animale, o lo si modifica dalla nascita in modo che soddisfi i requisiti richiesti, e se ne studiano le conseguenze, gli effetti ed eventuali cure. Non vi è alcun obbligo di legge che prescrive l’utilizzo di animali negli studi biologici di base; condurre o meno un esperimento in vivo rimane quindi una libera scelta del ricercatore. Un numero altissimo di animali, 681.746, quasi il 24% del totale, è stato destinato alla ricerca e allo sviluppo di prodotti ed apparecchi per medicina umana, odontoiatria e medicina veterinaria, ovvero alla ricerca applicata mirante allo sviluppo dei medicinali, vaccini, sieri e qualsiasi sostanza potenzialmente utilizzabile a scopi curativi e profilattici. E’ altresì inclusa la ricerca volta allo sviluppo di nuovi metodi chirurgici o al perfezionamento di quelli esistenti. Il 23%, 320.410 animali sono stati utilizzati per la produzione e il controllo di qualità di prodotti per la medicina umana ed odontoiatria, 63.478 per quella veterinaria. 4 Sono 197.595 gli individui destinati agli studi tossicologici e prove di innocuità di prodotti/ sostanze od apparecchi per medicina umana, odontoiatria e medicina veterinaria, prodotti/ sostanze utilizzati principalmente in agricoltura, nell’industria, per uso domestico, come cosmetici o prodotti per l’igiene personale, additivi alimentari per uso umano o per il consumo animale, per agenti contaminanti potenziali o reali dell’ambiente in generale. Questo dato si riferisce a tutti gli animali utilizzati negli studi condotti su qualsiasi prodotto o sostanza per determinare se essi provochino, in fase di fabbricazione o di uso corretto e errato, effetti pericolosi o indesiderati. Animali utilizzati nel triennio 2007/08/09 in esperimenti per fini selezionati Specie Studi biologici e di base Ricerca e Produzione Produzione e Studi sviluppo di controllo di controllo di tossicologici prodotti ed qualità di qualità di e prove di apparecchi prodotti ed prodotti ed innocuità per medicina apparecchi apparecchi umana, per medicina per medicina odontoiatria, umana ed veterinaria medicina odontoiatria veterinaria Diagnosi delle malattie Istruzione e formazione Altri fini Totale Topi 943.234 427.021 87.247 11.054 92.749 67.987 24 33.998 1.663.314 Ratti 243.494 168.931 208.455 437 55.436 3.072 894 2.206 682.925 6.001 6.269 11.030 1.615 13.065 74 0 633 38.687 1.155 550 0 30 391 206 0 0 2.332 478 610 0 0 0 1.890 0 0 2.978 3.925 3.359 13.388 1.556 6.728 48 0 361 29.365 Porcellini d’India Criceti Altri roditori Conigli Gatti 34 0 0 0 0 0 0 0 34 Cani 20 168 0 0 2.383 0 0 0 2.571 Furetti 20 20 0 0 0 0 0 0 0 Altri carnivori 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Cavalli, asini e incroci Suini 89 0 16 0 50 31 0 0 186 3.194 1.830 15 1.046 694 20 1.007 1.687 9.493 74 24 0 2 0 0 0 16 116 Ovini 515 554 87 91 91 12 0 36 1.386 Bovini 651 226 0 149 59 3 0 218 1.306 0 0 0 0 0 0 0 0 0 19 71 0 0 0 0 0 0 90 45 152 148 0 843 0 0 2 1.190 Caprini Proscimmie Scimmie del nuovo mondo Scimmie del vecchio mondo Altre scimmie 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Altri mammiferi Quaglie 474 0 0 94 0 0 0 0 568 7 20 0 0 0 0 0 245 272 Altri uccelli 23.171 5.836 24 41.096 18.890 1.757 0 6.474 97.248 1.079 Rettili 1.079 0 0 0 0 0 0 0 Anfibi 7.075 70 0 0 88 499 0 0 7.732 Pesci 40.679 3.055 0 6.308 6.128 41 0 3.670 59.881 1.275.433 618.746 320.410 63.478 197.595 75.640 1.925 49.546 2.602.773 Tra questi numeri troviamo anche gli animali sui quali vengono sperimentati i farmaci, appartenenti alla categoria delle sostanze chimiche che richiedono, per legge, test sugli animali e sull’uomo, prima di poter essere introdotti sul mercato. La direttiva che regola l’iter della commercializzazione di un farmaco è la 83/570 del 1983, che prevede una fase 5 pre-clinica basata su modelli animali e una fase clinica che testa l’efficacia del principio su campioni di persone sane e malate. La formulazione di nuovi composti farmaceutici inizia con studi computazionali che analizzano il potenziale in campo medico delle nuove molecole, quelle ritenute interessanti passano ai test in vitro per osservare le interazioni con cellule e tessuti umani. Tutte le molecole che danno risposte positive saranno testate in vivo secondo le normative legiferanti, ovvero su almeno due specie differenti di mammiferi, e in alcuni casi specifici si fa espressa richiesta che una delle due sia nonroditrice. I test di tossicità comunemente effettuati comportano la somministrazione forzata per via orale (tramite un lungo tubo che si estende fino allo stomaco) o per iniezione diretta, della sostanza in esame, spesso con test di tossicità acuta (ovvero alti dosaggi). Alcuni dei sintomi riscontrabili in questa fase sono nausea, emorragie interne, convulsioni, diarrea, ipersalivazione, coma, tremori, difficoltà respiratorie, perdita di pelo, secrezioni nasali e morte. La durata dei test di tossicità varia in base allo studio che si effettua, dall’ordine dei mesi a quello degli anni; in questo periodo si esamina la tossicità cronica o ripetuta, la mutagenicità ovvero la capacità della molecola di modificare il DNA, la cancerogenesi, la capacità di indurre malformazioni fetali e problemi nella riproduzione. Altri esami hanno il fine di studiare come la nuova molecola venga assorbita, accumulata, metabolizzata ed escreta; tali test comportano prelievi frequenti e terminano con la morte dell’animale, per permettere lo studio dei tessuti e ulteriori approfondimenti. Per osservare l’efficacia di un farmaco, l’animale può essere fisiologicamente o chimicamente modificato, al fine di simulare la malattia umana che si vuole curare. Ad esempio, nello studio dell’arteriosclerosi, si induce la patologia nei cani, che in natura non ne soffrirebbero, tramite una strozzatura o ostruzione della coronaria. In altri casi, gli animali vengono modificati geneticamente in modo da portare, fin dalla nascita, l’informazione legata alla malattia umana in esame. Solo se i test sugli animali sono andati a buon fine, l’azienda farmaceutica che vuole commercializzare il farmaco, può sottoporre lo studio effettuato sulla molecola alle istituzioni governative, in modo da ottenere l’approvazione per cominciare i trials clinici sull’essere umano. Le vittime delle ricerche di diagnosi delle malattie umane o animali sono 75.640, 1.925 individui vengono utilizzati per l’istruzione e la formazione del personale di laboratorio e per lo sviluppo ed il mantenimento dell’abilità chirurgica, 49.546 gli animali su cui si sperimenta per altri fini. Gli ultimi dati ufficiali pubblicati risalgono al triennio 2007/2009, solo nel 2013 potremmo avere informazioni sulle cifre riguardanti gli ultimi tre anni. Da un rapido studio dei dati precedenti possiamo però facilmente immaginare quale sarà il trend: gli animali utilizzati per la sperimentazione sono in aumento, sia in termini di singoli individui che di specie utilizzate. Rispetto al triennio 2001/2003 in Italia è sensibilmente aumentato l’utilizzo a fini sperimentali di cavalli, asini, bovini, suini, uccelli e pesci. Topi, ratti, altri roditori e conigli continuano ad essere preferiti agli altri animali, principalmente per le ragioni esposte in precedenza. L’unica nota positiva che differenzierà le cifre del futuro da quelle del passato, consiste nella fine della sperimentazione, in Italia, sui gatti, risultato comunicato da I-Care Italia nel 2010, in seguito alla chiusura dell’ultimo esperimento condotto nell’università di Pisa sui felini per testare l’efficacia dei vaccini contro la FIV (sindrome da immunodeficienza felina). 6 Il 9 novembre 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la nuova direttiva 2010/63/UE sulla “protezione degli animali per fini sperimentali o altri fini scientifici”, che fissa gli standard minimi sulle modalità di impiego e detenzione di tutti gli animali destinati alla sperimentazione negli Stati dell’Unione Europea, una direttiva che ha ricevuto aspre critiche per la mancanza di un benché minimo passo in avanti per gli animali. Ogni stato membro ha due anni per recepirla, con le dovute modifiche; la discussione sul recepimento in Italia, è in corso proprio in questo periodo ed è un tema di grande attualità. Il 1 febbraio la Camera dei Deputati ha votato delle norme restrittive, che pur non portando alcuna modifica al quadro generale, contengono dei punti di interesse; tra questi il divieto di allevamento di cani, gatti e primati per la vivisezione, divieto che, se fosse esteso, ne impedirebbe anche la vendita e potrebbe portare alla chiusura di lager come Green Hill, il noto allevamento di cani Beagle nel bresciano. La discussione è passata al Senato che si esprimerà sull’emendamento a maggio di quest’anno. Fino a quando la direttiva non sarà recepita, e quindi trasformata in legge, resterà in vigore l’attuale legislazione. Animali utilizzati nel triennio 2007/08/09 in esperimenti per fini selezionati 49% 24% 0% 2% 3% 12% 8% 2% Studi biologici e di base Ricerca e sviluppo di prodotti ed apparecchi per medecina umana, odontoiatria, medicina veterinaria Produzione controllo di qualità di prodotti ed apparecchi per medicina umana ed odontoiatria Produzione e controllo di qualità di prodotti ed apparecchi per medicina veterinaria Studi tossicologici e prove di innocuità Diagnosi delle malattie Istruzione e formazione Altri fini 7 Tutte le statistiche prese in esame ci danno un’idea della vastità della strage quotidiana che avviene nel nostro paese, lontano dagli occhi di molti di noi. Queste cifre non sono semplicemente numeri ma vite spezzate nel nome di un ‘progresso scientifico’, senza intenti e senza scrupoli. La conoscenza è uno dei fondamenti della nostra cultura, ma questo ovviamente entro certi limiti. Gli esperimenti che con tanta leggerezza vengono effettuati sugli animali, non sarebbero accettati se condotti sugli esseri umani, e questo a prescindere dai benefici a cui potrebbero portare in termini di cure o vaccini. Lo stesso rifiuto dovrebbe essere forte e categorico anche laddove la sperimentazione avvenisse su specie diverse dalla nostra; anche gli animali sono esseri senzienti, provano gioia, dolore e tutte le sensazioni che troppo spesso consideriamo essere un sentire esclusivo degli esseri umani. Anche loro, come noi, desiderano vivere ed essere liberi. Le ragioni scientifiche delle vivisezione sono oggetto di critica; l’efficacia di questa pratica è messa in discussione, a partire dalle differenza genetiche esistenti tra individui che non appartengono alla stessa specie. Proprio queste diversità, infatti, impediscono di estendere con naturalezza e consequenzialità i risultati ottenuti su una particola specie, a quella umana. Tuttavia il vero problema della sperimentazione sugli animali non è nella validità scientifica dei suoi metodi, bensì nella questione etica che viene troppo spesso nascosta e che non può essere ignorata. La ricerca della conoscenza non è uno scopo che permette di giustificare qualsiasi azione ma anzi, deve essere sottoposta alle ragioni etiche, libera dalla discriminazione arbitraria che permette a chi detiene il potere di dominare i più deboli. Gli animali non sono mere risorse a nostra disposizione, ma individui e come tali devono essere considerati. Animal Equality • Organizzazione Internazionale per i Diritti Animali www.AnimalEquality.it | [email protected] | www.facebook.it/AnimalEqualityItalia | tel. 370 71 22 316 8