NEOPLATONISMO PLOTINO (II sec. d.C.) Corrente più importante della tarda antichità che si ispirò soprattutto alla dottrina delle idee di Platone: per questo fu chiamata neoplatonismo, nonostante esso presenti elementi aristotelici, pitagorici e stoici. Segnò il passaggio dalla filosofia antica alla filosofia cristiana ⇨ Esito ultimo della filosofia classica: accoglimento dell'annuncio cristiano che spiega fino in fondo il senso dell'essere. Esponente più significativo fu PLOTINO. Problema: trovare per l'uomo la via di ricongiungimento con Dio (UNICA VIA DI SALVEZZA) Plotino (Licopoli 202 d.C. circa) portò a Roma la “dottrina di salvezza” (dell’anima) che entrò in concorrenza con quella cristiana che cominciava ad acquisire una certa importanza ⇨ senso dell'essere: rifugio in una trascendenza intesa naturalisticamente Nonostante ciò il platonismo eserciterà una forte influenza su tutta la teologia cristiana. Plotino derivò la sua filosofia dalla dottrina delle idee (mito della caverna) e dalla concezione dell’anima (anima immortale/corpo mortale) di Platone. Per Plotino il mondo è teso tra due poli: a un estremo la luce divina Dio l’ “UNO” all’altro il buio assoluto dove non giunge la luce dell’ “UNO” L'UNO plotiniano NON è né motore immobile, né Dio creatore, ma FONTE DI ORIGINE DELL'ESSERE OLTRE SE STESSO ⇨ è assoluta unità e potenza che sta al di là dell'essere. L'Uno è la radice della realtà, principio a cui l'uomo deve tendere a ricongiungersi. In Termini teologici l'Uno designa infine Dio. La definizione di Plotino dell'Uno rappresenta un esempio di TEOLOGIA NEGATIVA infatti egli delinea i caratteri dell'Uno (DIO) attraverso la definizione di ciò che l'UNO NON È è assolutamente “Altro”: “essere” in modo radicalmente diverso da ogni altro essere che da lui si origina (al di là di ogni essere e di ogni sostanza); è indeterminato: non ha determinazioni spazio-temporali (semplice: non assume nessuna figura); è informe; privo di qualunque forma; è infinito: privo di limiti: è Uno in sé, non Uno matematico L'Uno è, dunque, al di sopra del pensiero e delle idee, oltre la vita e l'anima; non può neanche venire descritto dal punto di vista spaziale o temporale o in base a categorie di qualità o quantità In realtà il buio non esiste è solo assenza di luce unica cosa esistente e Dio, l’“UNO” che come un FALÒ ILLUMINA TUTTO, ma, come ogni fonte luminosa, gradatamente si perde nel buio esiste, quindi, un limite al di là del quale i raggi divini non possono giungere C’è un riflesso dell’ “uno” in tutta la realtà: = “PROTOFORME” DELLE CREATURE sono le più vicine a Dio IDEE ETERNE ANIMA DELL’UOMO MATERIA = SCINTILLA DEL FALÒ (di cui son composti gli essere viventi) = BUIO CIRCOSTANTE posto più lontano dal falò (Dio): terra, acqua, pietra…, ma anche in essa è presente un bagliore di luce divina che noi vediamo riflesso negli esseri viventi Abbagnano, Fornero, Percorsi di filosofia 1, pag. 415, Paravia Le immagini di cui si serve Plotino ricordano il “mito della caverna” ma, a differenza di Platone, non coglie una netta bipartizione (mondo sensibile/mondo delle idee), ma un SENTIMENTO DEL TUTTO TUTTO È UNO PERCHÉ TUTTO È DIO Quindi è possibile riconoscere Dio in tutto, ma noi lo avvertiamo soprattutto nella nostra anima: soltanto lì possiamo, infatti, ricongiungerci al grande mistero della vita. Per Plotino il ritorno dell'uomo (anima) a Dio è quindi possibile; esso è mosso da un senso di NOSTALGIA per qualcosa che si è perduto ed è realizzabile attraverso un viaggio in se stessi che culmina nell'ESTASI. Il ritorno a Dio prevede, quindi, un percorso “all'insù” che passa attraverso quattro passaggi prima di giungere all'estasi: 1. VIRTÙ CIVILI: affinché l'anima possa intraprendere il percorso che la porta a ricongiungersi con Dio deve impegnarsi a seguire le virtù (sapienza, temperanza, coraggio, giustizia): Le virtù permettono all'anima di distaccarsi dalla dimensione materiale e di intraprendere le tre vie che ad essa si presentano: 2. ARTE: via estetica dell'arte (il Bello), consiste nell'intuizione del mondo intelligibile; 3. AMORE: via etica dell'amore (il Bene), si esprime nella contemplazione della bellezza morale, cioè del Bene; 4. FILOSOFIA: via intellettuale della filosofia (il Vero), l'Uno viene colto come oggetto pensato, distinto dal soggetto pensante. Al termine del percorso l'anima vive un'esperienza eccezionale, un individuale “amoroso contatto” (ESTASI) Nel corso della sua vita Plotino visse più volte un’ ESPERIENZA MISTICA: sentì cioè la sua anima fondersi con Dio. Solo attraverso l'esperienza totalizzante dell'unione mistica, l'anima umana può liberarsi dei legami che la incatenano al corpo e al mondo sensibile e riunirsi con l’Uno che realizza i desideri e appaga tutte le aspirazioni dei mortali. RIASSUMIAMO Abbagnano, Fornero, Percorsi di filosofia 1, pag. 420, Paravia