IL SISTEMA VISIVO
( a cura della Prof.ssa Maria Lucia De Simone)
La vista è il senso più importante per l’uomo. La specie umana è considerata “visiva”, perché
esploriamo e conosciamo l’ambiente esterno attraverso gli occhi, e con gli occhi trasmettiamo
all’ambiente sensazioni, pensieri e varie forme della comunicazione non verbale.
Gli occhi sono un organo molto complesso, si usa il singolare perché, anche se gli occhi sono due,
la visione che essi determinano è unitaria ed è chiamata “visione binoculare singola”. Alcune
malattie, ad esempio lo strabismo, possono essere corrette, ma quando esso permane genera una
visione “doppia” che il cervello non riesce a tollerare, quindi in modo automatico il cervello
“corregge” la visione distorta sopprimendola (vale a dire che l’immagine proveniente da uno dei
due occhi “non è vista”, viene annullata).
La struttura dell’occhio è la seguente:
Il bulbo oculare è composto da diverse strutture, tra le più importanti ricordiamo la sclera, che è
la parte bianca dell’occhio, l’iride, la parte colorata, la pupilla, un foro che appare scuro posto al
centro dell’iride. La pupilla consente il passaggio della luce, quindi si restringe se c’è molta luce e
si allarga se la luce è scarsa; attraverso la pupilla è possibile osservare l’interno dell’occhio con
strumenti specifici, per valutare lo stato delle strutture interne e verificare l’insorgere di malattie.
La cornea ricopre la parte esterne dell’occhio, mentre il cristallino è una lente naturale, posta
sulla parte anteriore dell’occhio, ed ha la capacità dell’accomodamento, ovvero è flessibile e si
curva in base alla distanza delle immagini da mettere a fuoco. I difetti del cristallino si chiamano
disturbi di rifrazione. In particolare, la presbiopia insorge dopo i 40 anni di età, si caratterizza per la
difficoltà di mettere a fuoco immagini a distanza ravvicinata, ed è determinata da un irrigidimento
del cristallino che non riesce più a curvarsi correttamente. Per questa ragione, le persone adulte
sono costrette ad utilizzare gli occhiali per leggere i testi scritti, soprattutto se si presentano con
caratteri troppo piccoli. La presbiopia insorge più rapidamente nei soggetti emmetropi, ovvero nelle
persone che hanno sin da piccoli la vista pari a 10 diottrie (=unità di misura della capacità visiva,
comunemente chiamata con il termine “gradi”).
Il bulbo oculare è ricoperto da una particolare membrana chiamata retina, essa è la parte più
importante dell’occhio perché ci consente di ricevere tutte le immagini, le invia al nervo ottico che a
sua volta le trasmette al cervello laddove avviene l’elaborazione e la trasformazione
dell’informazione visiva. Quindi, l’occhio riceve solo delle immagini, mentre è il cervello che
“vede” la realtà in base alle sue specifiche capacità umane, nonché a leggi che si chiamano “leggi
della percezione”.
La retina è una struttura formata da
cellule
speciali
chiamate
fotorecettori
(foto=luce, quindi cellule specializzate a ricevere la luce). I fotorecettori si distinguono in coni e
bastoncelli. I coni (circa 8 milioni) sono sensibili al colore, alla luce diurna ed ai dettagli
dell’immagine, si attivano dunque in presenza di molta luce; esistono 3 tipi di coni, rispettivamente
sensibili al rosso, al verde ed al blu. Alcune malattie dei coni determinano la cecità ad un colore ed
ai suoi composti, ad es. è noto il daltonismo= cecità al rosso. Più rare sono le malattie degli altri due
colori.
I bastoncelli (100 milioni) sono adatti alla visione con scarsa luminosità, quindi ci consentono di
vedere quasi al buio, ed in tal caso non vediamo i colori, ma riusciamo a distinguere i contorni degli
oggetti e vediamo quasi in bianco e nero (es. della sala del cinema).
Sulla retina sono presenti 2 zone molto importanti: la fovea, laddove si concentrano il maggior
numero di fotorecettori, essa è quindi il punto di massima acutezza visiva sul quale l’occhio fa
convergere le immagini, affinché esse possano essere viste meglio. Poi c’è la macchia cieca, una
zona in cui i fotorecettori sono del tutto assenti, per cui su quel punto non vediamo nulla. E’ facile
trovare la propria macchia cieca attraverso dei semplici esperimenti!
Infine, il nervo ottico dei due occhi si incrocia in un punto chiamato chiasma ottico, e da lì si
dipartono i fasci nervosi verso gli emisferi opposti ad ogni occhio.
Quindi, le immagini provenienti dall’occhio
destro sono “viste” dall’emisfero sinistro, quelle dell’occhio sinistro dall’emisfero destro. La
visione è comunque “intera” (visione binoculare singola), e l’interezza delle nostre possibilità di
esplorazione dell’ambiente viene chiamata campo visivo. Alcune malattie possono determinare
l’agnosia, la perdita di parti del campo visivo.