Bressanone, 21-24 Settembre 2015 XXXIV Scuola Annuale di Bioingegneria “Sviluppo di modelli 3D bioibridi del cancro per test in vitro avanzati” Ing. Serena Danti, PhD Dr. Claudio Ricci, PhD [email protected] Modelli in-vitro - 1 I modelli in vitro, qualsiasi sia il loro scopo, devono replicare il più possibile le caratteristiche, biochimiche fisiche morfologiche e fsiologiche, del sistema in studio per poter essere predittivi Mattei G., et al. 2014 24/09/2015 2 Modelli Tumorali Ricci C., et al. 2013 24/09/2015 3 Modelli Murini in-vivo Esistono diversi approcci per creare un modello tumorale murino 24/09/2015 4 Modelli Murini in-vivo Motivi etici: Motivi scientifici: Motivi economici: • 24/09/2015 Responsabilità morale nei confronti degli animali; Sperimentazione animale soggetta a variabilità ed a difficoltà di estrapolazione alla specie umana; Tempi e costi. Bisogna adottare ogni metodo scientifico che Rimpiazzi gli animali superiori (vertebrati senzienti) Riduca il numero degli animali Raffini le tecniche di sperimentazione per diminuire la sofferenza. 5 Modelli in vitro 3D – 1 (Classico) Sferoidi Umani Tumorali Gli sferoidi sono i modelli 3D più ampiamente utilizzati, un piccolo aggregato cellulare (20 μm – 1 mm) strettamente legato che tende a formarsi quando cellule trasformate sono mantenute in condizioni non aderenti. Esistono differenti metodi per la realizzazione, quello più utilizzato è lo spinner flask, in cui il fluido è messo in turbolenza in questo modo previene l’adesione e promuove l’aggregazione cellulare Questi modelli hanno vari problemi tra cui un pessimo gradiente di diffusione (i farmaci sono sono più grossi di molecole come O2) e la mancanza di mezzi accurati per test vitalità cellulare in coltura 3D 24/09/2015 6 Modelli in vitro 3D – 2 (Avanzato) Gel Embedding L’insuccesso degli sferoidi nel mimare ECM ha portato a nuovi modelli i quali prevedono l’uso di gel biologici come substrato per la crescita degli sferoidi COLLAGENE ALGINATO BD Matrigel™ Basement Membrane Matrix derived from mouse sarcoma that contains: Collagen type IV Laminin ECM molecules And various soluble signal 24/09/2015 In questi modelli abbiamo un’ architettura che simula ECM e su cui le cellule possono organizzarsi. Comunque rimangono i limiti degli sferoidi in quanto le cellule tendono ad aggregarsi lo stesso perche’ questi gel non hanno un rigido crosslinken networks e quindi soffrono della limitazione del trasporto 7 Modelli in vitro 3D – 3 (Avanzati) L’utilizzo di polimeri più complessi per formare una vera architettura e in cui è possibile variare le proprietà chimico-fisiche e meccaniche. Labhasetwar & Mooney separatamente studiano il tumore del seno (linee cellulari MCF-7) e del cavo orale all’interno di microparticelle porose composte da acido poli-lattico (PLA) o copolimeri di Acido Lattico e Glicolico (PLGA). 24/09/2015 Anche Fischbach utilizza PLGA ma questa volta con dimensione non di microparticelle ma un disco di diametro di ≈ 8mm e spessore 1 mm in cui a seminato una linea di carcinoma squamoso del cavo orale. Dhiman et al. studiano la crescita della MCF-7 all’interno di di uno scaffold con porosità differenti a seconda della deacetilazione della chitina. 8 Modello 3D in vitro - 4 Modello 3D tumorale Gli elementi fondamentali per un modello tumorale: 1) Cellule (colture primarie o linee cellulari) 2) Stimoli Chimico/Fisici (fattori di crescita, stimoli meccanici) 3) Supporto 3D poroso (scaffold) 24/09/2015 9 Tecnologie di fabbricazione per scaffold 3D Visti i precedenti modelli lo scopo è quello di creare uno scaffold ad hoc in cui si possa ricreare un’architettura simile alla matrice extracellulare e dove le cellule tumorali possano organizzarsi. Tecnologie utilizzate 1) Elettrofilatura (Electrospinning) 3) Prototipazione rapida (Rapid Prototyping) 2) Stampaggio per compressione e lisciviazione di particolato (Compression Molding & Particle Leaching) 24/09/2015 4) Emulsione e Liofilizzazione (Emulsion & freezedrying) 10 Elettrofilatura – 1 L’electrospinning è un processo produttivo che consente di ottenere filamenti continui di materiale sintetico del diametro straordinariamente piccolo, inferiore al micron. Il getto polimerico viene stirato all’interno di un elevato campo elettrico. I filamenti così prodotti raggiungono diametri dell’ordine di 100 nm. 24/09/2015 11 Elettrofilatura – 2 Micrografie elettroniche (SEM) a vari ingrandimenti di uno scaffold ottenuto tramite elettrofilatura. E’ possibile vedere la struttura delle fibre ultrafini e le loro dimensioni. 24/09/2015 12 Rapid Prototyping - 1 La tecnica di Prototipazione Rapida è largamente utilizzata per fabbricare scaffold polimerici. E’ molto versatile e molto precisa in quanto è controllata tramite PC e quindi è possibile creare vari tipi di forme, grandezze e strati che si alternano dando luogo a strutture porose con un’ottima riproducibilità Pfister A. et al., 2004 24/09/2015 13 Rapid Prototyping - 2 Tra queste, la Modellazione per Deposizione dal Fuso (FDM) permette di avere fibrose 3D (3D Fiber Deposition). Esistono anche tecniche di deposizione di fibre da soluzione. Moroni L., et al. 2005 Gli scaffold vengono caratterizzati attraverso il diametro della fibra ottenuta (che può essere variato variando il diametro dell'ugello o la velocità di deposizione), la spaziatura tra le fibre nello stesso strato, la spessore dello strato, e la configurazione delle fibre depositate entro l'intera architettura. 24/09/2015 14 Compression Molding & Particle Leaching Dispersione Materiale (Polimero fuso, monomero o molecola da reticolare) Particelle idrosolubili (NaCl) Stabilizzazione (solidificazione o reticolazione) nell’apposito stampo Lavaggio delle particelle in acqua distillata per ottenere una struttura porosa 24/09/2015 15 Emulsione & Liofilizzazione Emulsione: è una dispersione, più o meno stabile, di un fluido sotto forma di minutissime goccioline o bollicine (fase dispersa) in un altro fluido non miscibile (fase continua o fase disperdente o veicolo). Alcol polivinilico (PVA) + Soluzione acquosa di gelatina Dopo il processo di congelamento il PVA reticola e l’acqua evaporata dà luogo ad un supporto spugnoso con molti pori interconnessi 24/09/2015 Emulsione: microbolle, si crea una schiuma Liofilizzazione: l’acqua viene sublimata 16 Modelli Tumorali Modello 3D tumorale Gli elementi fondamentali per un modello tumorale: 1) Cellule (colture primarie o linee cellulari) 2) Stimoli Chimico/Fisici (biochimici, meccanici) 3) Scaffold 24/09/2015 17 Colture Cellulari Le colture preparate direttamente da un tessuto si dicono colture primarie; le cellule isolate da un qualsiasi tessuto animale sono in grado di compiere un numero finito di divisioni cellulari in vitro, dopodiché vanno incontro a degenerazione e morte. Tale fenomeno avviene indipendentemente dalla presenza di metaboliti appropriati per la crescita e si indica come senescenza. In genere il numero di “cicli” che una cellula è in grado di effettuare in vitro dipende anche dall’età dell’animale. Le linee cellulari continue derivano da singole cellule in cui mutazioni spontanee o indotte hanno annullato il programma genetico della senescenza. Si dicono perciò immortali: proliferano in modo continuo in presenza degli opportuni metaboliti. Molte linee cellulari continue sono state ottenute a partire da tessuti tumorali (es. HeLa). Le cellule trasformate, invece, presentano caratteristiche simili alle cellule cancerose: sono immortali, proliferano in vitro fino a raggiungere una densità maggiore delle cellule normali e, spesso, crescono senza aderire ad alcuna superficie. Le colture si distinguono a seconda che le cellule siano in sospensione o aderenti. Le cellule di origine emopoietica, che normalmente crescono in mezzo fluido, crescono in sospensione e si moltiplicano in vitro senza aderire. Le cellule che, invece, fanno parte di tessuti solidi crescono in vitro aderendo alla superficie delle piastre da coltura. 24/09/201 18 Tumori I TUMORI o NEOPLASIE rappresentano l’insieme di una popolazione di cellule somatiche dell’organismo avente quasi sempre origine monoclonale, con capacità replicativa illimitata e indipendente. Crescita cellulare non regolata da stimoli esterni (autonoma), capacità di invadere i tessuti e di metastatizzare e colonizzare siti a distanza. Neoplasia Maligna Carcinoma Sarcoma Tessuto Epiteliale Tessuto Mesenchimale (Es. Adenocarcinoma Duttale del Pancreas, Carcinoma Mammella, Carcinoma Squamoso del Polmone o del testa\collo) (Es. Adiposo – Liposarcoma, Muscolare Striato – Rabdomiosarcoma , Osso – Osteosarcoma) 24/09/2015 19 Tumori - 2 I Tumori sono patologie a carattere genetico il cui livello di espressione è la singola cellula: sono ereditabili ma nella maggior parte avvengono mutazioni nelle cellule somatiche con errori intrisechi nella replicazione del DNA o esposizione ad agenti cancerogeni 24/09/2015 20 Tumori - 3 All’interno della cellula sono molti i punti in cui è possibile intervenire per inibire i percorsi biochimici (pathways) compromessi. 24/09/2015 21 Tumori - 4 Negli ultimi anni il ruolo del miroroambiente tumorale (TME) si è dimostrato essere fondamentale per capire come si sviluppa il tumore e per cercare nuovi target terapeutici e prognostici, infatti sono molti gli elementi cellulari (Sistema Immunitario, fibroblasti etc. ) e le proteine coinvolte nello sviluppo tumorale Joyce J., et al. 2013 24/09/2015 22 Tumori - 5 Fattori e processi importanti che portano dal tumore in-situ alla metastasi sono la transizione epitelialemesenchimale (epithelial-mesenchymal transition, EMT), gli esosomi (in cui all’interno si accumulano miRNA), le proteine di mobilità ed il rimodellamento della matrice extracellulare Quail DF., et al. 2013 24/09/2015 23 Adenocarcinoma Duttale del Pancreas (PDAC) Nel 75% dei pazienti il PDAC viene diagnosticato in una fase già molto avanzata per la mancanza di marker, quindi la sopravvivenza dal momento della diagnosi è molto bassa (5-18 mesi) La chemioterapia mostra un beneficio solo nel 20% dei pazienti ma non è risolutiva. 24/09/2015 24 Microambiente PDAC Il microambiente del PDAC è molto complesso: oltre alle cellule epiteliali sono presenti le cellule staminali tumorali e le cellule stellate, il cui ruolo è ancora non chiaro, i fibroblasti e tutto il pool di proteine implicate nel rimodellamento della matrice extracellulare 24/09/2015 25 Colture Primarie Micro-dissezione Laser Avere colture primarie di tumore può essere fondamentale per ricreare un sistema realistico del tumore in vitro Isolamento e coltura 24/09/2015 26 24/09/2015 27 24/09/2015 28 Colture Primarie Nelle colture primarie, rimane la morfologia del tessuto tumorale insieme a tutte le componenti cellulari. 24/09/2015 29 24/09/2015 30 Modelli Tumorali Modello 3D tumorale Gli elementi fondamentali per un modello tumorale: 1) Cellule (colture primarie o linee cellulari) 2) Stimoli Chimico/Fisici (biochimici, meccanici) 3) Scaffold 24/09/2015 31 Stimoli Chimico/Fisici 1) Fattori di Crescita: molecole solubili addizionate nel terreno di coltura, molecole del microambiente. 2) Bioreattori: sistemi che provocano una movimentazione del liquido di coltura ed agiscono sulle cellule tramite campi di forza. 3) Stimoli topografici: caratteristiche apportate sulle superfici di adesione delle cellule per stimolarne il differenziamento, l’orientazione o semplicemente l’adesione. 24/09/2015 32 Modelli Avanzati Investigare colture primarie di adenocarcinoma con vari tipi di scaffold per capire quale supporto e quale tecnologia sia la migliore per sviluppare un modello in vitro. 24/09/2015 33 Campagna Sperimentale 1) Elettrofilatura PEOT/PBT (poly(ethylene ossi) terephthalate – poly(butylene) terephthalate) Scaffold 2) Compression Molding & Particle Leaching PEOT/PBT (poly(ethylene ossi) terephthalate – poly(butylene) terephthalate) 3) Emulsione & Liofilizzazione Sterilizzazione Cellule Analisi PVA/Gelatina DISC CM PVA (polyvinilalcohol) Etanolo, lavaggi con antibiotici/antifungini Colture primarie di PDAC SEM (microscopia a scansione elettronica) Metabolismo cellulare (AlamarBlue) Istologia (ematossilina & eosina) ISSID- Immunoistochimica 2013 24/09/2015 34 Diagramma Sperimentale Resezione Chirurgica, DCP Duodenopancreasettomia totale. Ricci C., et al. 2013 24/09/2015 3 5 Morfologia degli Scaffold PVA 24/09/2015 CM DISC 36 Colonizzazione cellulare degli Scaffold Scaffold CM DISC Cellule 24/09/2015 37 Colonizzazione cellulare degli Scaffold Scaffold PVA Cellule 24/09/2015 38 Attività Metabolica DISC PVA CM 24/09/2015 39 Analisi Istologica • • • • • 24/09/2015 Fissazione Processazione Inclusione in paraffina Taglio Colorazione 40 Ematossilina & eosina 10X 20X 40X 15 giorni 8 giorni 5 giorni 2 giorni 4X 24/09/2015 41 Ematossilina & eosina 24/09/2015 42 Ematossilina & eosina Formazioni di dotti CM 24/09/2015 DISC 43 Ematossilina & eosina PVA 24/09/2015 44 Immunoistochimica EPIDERMAL CITOCHERATINA GROWTH TRANSFORMING FACTOR PANCREATICA METALLOPROTEINASI-9 GROWTH FACTOR ACTINA DESMINA RECEPTOR Marcatori molecolari (IHC) 24/09/2015 Tempo (giorni) EGF-R Pan-CK TGF-β MMP-9 ACTINA DESMINA 2 3 3 3 3 1 0 5 3 3 3 3 2 0 8 3 3 3 3 0/1 0 15 3 3 3 3 0 0 45 Immunoistochimica MMP-9 PVA Coltura 2D 24/09/2015 CM Tumore DISC controllo 46 Immunoistochimica MMP-2 PVA Coltura 2D 24/09/2015 CM DISC Tumore 47 CONCLUSIONI - 1 Il modello 3D avanzato per lo studio del PDAC in vitro ha permesso di identificare il tipo di scaffold più idoneo per queste cellule, cioè quello che dà luogo alla rigenerazione di strutture simil-tumorali (PVA). Infatti: 1) È risultato fattibile e riproducibile 2) Ha permesso di valutare la migrazione cellulare delle colture di PDAC 3) Ha permesso di osservare la transizione epiteliale/mesenchimale Lo studio di modelli 3D avanzati di tumore in vitro può generare nuova conoscenza indispensabile per sviluppare nuovi farmaci e sconfiggere queste patologie. 24/09/2015 48 Ringraziamenti University of Pisa Prof. Boggi Ugo Prof. Campani Daniela Dr. Funel Niccola Dr. Danti Serena Dr. Trombi Luisa Dr. D’Alessandro Delfo Cancer Center Amsterdam Dr. Giovannetti elisa University of Twente Prof. Moroni Lorenzo 24/09/2015 49 Bressanone, 21-24 Settembre 2015 XXXIV Scuola Annuale di Bioingegneria GRAZIE PER L’ATTENZIONE “Sviluppo di modelli 3D bioibridi del cancro per test in vitro avanzati” Ing. Serena Danti, PhD - Dr. Claudio Ricci, PhD [email protected]