Dollywood Prima fu Hollywood, poi Bollywood, poi Nollywood ma alla fine, finalmente, arrivò Dollywood. In effetti, ogni luogo del mondo può diventare un teatro di produzione cinematografica. Quel che conta è volerlo. E avere qualcosa da dire. A Fosdondo non è stato tanto il desiderio di generare business cinematografico bensì una questione di “chiamata”. La chiamata è arrivata attraverso la voce potente della Nadia Pozzi che un giorno, durante un pranzo distratto, appellò la celebre Dorina Catellani come “Dollywood” (un nome che ben esprime il desiderio di ribalta che si impossessa della Dolly a ora di pranzo). A forza di raccontarci gli uni gli altri di quella sparata simpatica, pian piano i nostri neuroni iniziarono a fumare…”Dollywood” non sembrava più un concetto così assurdo… “Dollywood” poteva essere una realtà. “Dollywood” poteva essere il mondo dei Piccoli che si manifesta, che si rende palese, evidente, semplice da vedere. Un po’ come quando entri alla casa, un po’ come quando Robby inizia a raccontarti il suo mondo e questo diventa una realtà anche per te. Tra tutti questi pensieri stavamo vivendo in casa un momento un po’ di pesantezza e fatica. Ci è sembrato che questa idea di Dollywood ci potesse aiutare a rialzare un po’ gli occhi. Dollywood poteva aiutarci a rielaborare la vita di casa, per mostrare innanzitutto a noi e poi agli altri che la casa è il luogo dove il Magnificat prende forma sulla terra, il luogo dove il mondo dei Piccoli assume un senso alla luce del regno dei Cieli. Allora abbiamo pensato a come dare spazio a questa idea di “Dollywood”: alla rappresentazione dei mondi dei nostri Piccoli e di come siamo chiamati a entrare e misurarci con questi mondi, così importanti agli occhi del Padre. Così è nata la storia di Marcello, ragazzo che per la prima volta arriva alla Casa della Carità e che da subito è obbligato ad entrare nel fantastico mondo di Robby Fiorini, un mondo fatto di multiproprietà, di amici, di professionisti, di una moglie e tanti impegni e preoccupazioni. Come Robby cambierà la vita di Marcello lo vedrete nel film, così come vedrete tanti altri personaggi a cui la casa ha “cambiato il nome”, perché dalla fantasia (e dal passato rielaborato) della Nadia Pozzi la Dolly è stata ribattezzata in “Dollywood”, la Titti in “Lisetta del Soldato”, Davide in “Niccolò Tridente fisioterapista”… Si, la Casa può davvero rivelarsi il luogo in cui, piegandoci e accostandoci ai sogni e alle sofferenze dei Piccoli veniamo invitati a scoprire la nostra identità e in un certo senso veniamo “ri-battezzati” dalla logica del Regno dei Cieli. Paola