M E ZZOG IORNO EC ON OMIA LUNEDÌ 4 APRILE 2011 IX AGRICOLTURA & PRODOTTI Primario L’analisi Parla il numero uno del gruppo Megamark che conta 360 punti vendita Iperfamila, Famila, Dok e A&O Alimentari Il Sud consuma meno Pomarico: «Pesa la crisi, salgono i costi: così crescono le marche private più economiche» DI MICHELANGELO BORRILLO L a crisi colpisce anche i beni alimentari. Al Sud più che nel resto del Paese. A certificarlo sono i dati Ismea secondo cui, nel 2010, a fronte di un incremento dello 0,4% dei consumi alimentari nel Nord-Ovest e a un calo dello 0,3% nel Nord-Est e dello 0,6% nel Centro Italia, il Sud ha fatto registrare un passo indietro dell’1,8%. E il Mezzogiorno è l’area di riferimento del gruppo Megamark, 860 milioni di euro di fatturato con oltre 360 punti vendita di proprietà e affiliati presenti in Puglia, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Lazio a insegna Iperfamila, Famila, Dok e A&O. Per questo il numero uno del gruppo pugliese Giovanni Pomarico — che mercoledì 6 aprile incontrerà a Bari i 360 direttori dei supermercati per la convention annuale del gruppo che nel 2010 si è arricchito di 60 supermercati acquistati da Carrefour — è la persona più adatta per analizzare i motivi alla base delle difficoltà che stanno affrontando le aziende della distribuzione moderna, in particolare al Sud. «È in corso un cambiamento epocale — spiega il cavaliere del lavoro di base a Trani — che sta incidendo sulla ridistribuzione delle disponibilità economiche della famiglia. Il consumatore, infatti, sta modificando la scaletta delle proprie priorità ripensando l’alimentazione a vantaggio di altre esigenze più strettamente legate alla qualità della vita come il benessere fisico, le telecomunicazioni, la cultura, il divertimento, e perché no anche i concorsi gratta e vinci». Non solo. Le crescenti difficoltà economiche causate da disoccupazione e taglio dei redditi spingono la famiglia italiana a fare una spesa alimentare frequente ma sempre più essenziale per ridurre gli sprechi. Su questa scia «il nostro gruppo — aggiunge Pomarico - continua la ricerca di prodotti di qualità da inserire nell’assortimento, consapevole che una parte significativa dei consumatori è sempre più attenta alla qualità dell’alimentazione. Inoltre il gruppo è impegnato a sostenere la formazione del personale, l’innovazione e la riduzione delle aree di inefficienza». Al cambiamento dei consumi, inoltre, si affianca — così come evidenziato da Cavaliere del lavoro Giovanni Pomarico guida il gruppo Megamark, 860 milioni di euro di fatturato in Puglia, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Lazio Pomarico che dal 2009 è anche presidente di Selex, terzo gruppo italiano della grande distribuzione con 8,7 miliardi di fatturato e con una quota di mercato del 9,7% — l’incremento dei costi. «La crescita della domanda di generi alimentari di qualità e tipici della dieta mediterranea da parte di Paesi emergenti dell’Est asiatico aggiunge Pomarico — ha Il calo -1,8% provocato un aumento dei prezzi di molte materie prime, dal grano allo zucchero per citarne alcune. Se a questo aggiungiamo l’aumento del prezzo del petrolio causato dalle recenti tensioni geopolitiche nell’area mediterranea con la conseguente crescita dei costi di trasposto ed energia, tutto ciò non può che tradursi in prezzi più alti». In questo scenario il prodotto a marca commerciale sta diventando un’importante alternativa ai prodotti di marca. «La private label rappresenta un rifugio per le famiglie in quanto, oltre a garantire affidabilità e sicurezza, offre anche un buon rapporto qualità/prezzo. Le vendite della nostra private label è cresciuta del 15% nel primo bimestre dell’anno e Sul territorio Vendita alimentare Nel 2010, secondo i dati Ismea, le vendite alimentari sono diminuite al Sud dell’1,8%. 360 Gli store Gli esercizi Megamark in Puglia, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Lazio. i trend di crescita in Europa lasciano intravedere spazi ulteriori di sviluppo». Infine c’è un altro aspetto da mettere in evidenza, quello della «territorialità»: nei punti vendita del gruppo c’è sempre più spazio per i prodotti a «chilometro zero», provenienti da agricoltori e produttori locali piuttosto che da altre regioni o provenienti dall’estero. Preferenza che permette in primis un risparmio delle emissioni di anidride carbonica dovute al trasporto su gomma e poi un aiuto all’economia locale. «In questo modo — spiega Pomarico — contribuiamo ad aiutare le imprese dei nostri territori favorendo una sorta di federalismo dei consumi». Ovviamente questa accortezza non basta a far ripartire velocemente i consumi. Pomarico pone l’accento sulla necessità di politiche fiscali che restituiscano potere d’acquisto alle famiglie che, secondo Confcommercio, hanno visto ridursi di 570 euro all’anno il reddito destinato alla spesa dal 2007 a oggi. E suggerisce «la strada del taglio di inefficienze e sprechi presenti negli eccessi della burocrazia che potrebbe liberare risorse a vantaggio delle famiglie, consentendo da un lato l’aumento dei consumi, dall’altro la crescita del Pil, creando così nuova occupazione. Da non dimenticare, infine — conclude Pomarico — che solo con un adeguato sostegno alle giovani coppie si incentiva la natalità, indispensabile a sostenere in futuro il peso dei costi della politica pensionistica». © RIPRODUZIONE RISERVATA Proposta di legge Calabria e Sicilia puntano ad arrivare al 16% A Bologna Tredici delle 24 aziende sono del Mezzogiorno Arance oltre il 12% nelle bibite Coldiretti lancia la petizione Il salone della pasta parla meridionale P na pattuglia di aziende meri- no solo fresco come i pastificio dionali a Bologna, per la se- D’Amicis di Serracapriola o Al Mattaconda edizione di Pasta rello di San Vito dei Normanni; poi ci Trend, il primo e unico salone della sono le aziende campane già leader pasta in corso da sabato scorso 2 apri- per la pasta secca, ovvero Leonessa e le fino a mercoledì 5. Tra i 200 e pas- Gragnano in corsa. Ma Pasta Trend sa espositori, suddivisi tra varie tipo- è, evidentemente, una grande kerlogie di pasta, materie prime e im- messe in cui le aziende possono farsi pianti di lavorazione, la parte del leo- conoscere e imporre — semmai ce ne la fanno le aziende della pasta sec- ne fosse bisogno — il ruolo principe ca, settore in cui il Sud evidentemendella pasta nella dieta mediterranea, te è leader: delle 24 aziende che nell’anno in cui quest’ultima ha otteespongono a Bologna pasta secca nuto anche il riconoscimento di be(che sia di grano duro o di semola o ne immateriale dell’Unesco. all’uovo), 13 sono del Sud. Quasi tutNella giornata di domenica il pastite provengono da Puficio Granoro di Coglia e Campania, che rato ha messo su contano rispettivauno show cooking , mente su materie pri- Il pastificio Granoro una dimostrazione me di eccellenza (il protagonista di come preparare la grano duro del Tavopasta insiema alla liere delle Puglie) e di uno show cooking chef Manuela Manuna lunga tradizione gani del Ratatouillenella lavorazione art by Osteria Violi(con i pastifici di Gragnano in testa). no di Pisa. Ma sono 80, in tutto, gli Non a caso a esporre a Bologna Fiere eventi organizzati durante la quattro sono marchi storici quali Divella, giorni con dimostrazioni degli chef Granoro e Molini Tandoi per la Pu- più noti. E 35mila i piatti di pasta che glia e Gragnano in corsa, Fratelli Se- verranno preparati negli stand degli taro o Leonessa per la Campania. espositori e durante gli eventi di deMa ci sono anche pastifici sardi. Il gustazione. Trenta, infine, i convegni Sud cede lo scettro al Nord quando e i corsi organizzati, mentre i visitatosi passa però alla pasta fresca, com- ri attesi — sulla scia di quanto accapresa quella ripiena, o ai macchinari duto già lo scorso anno — dovrebbee alle tecnologie per la produzione di ro essere oltre 30mila, con la presenpaste e lavorazione di materie prime za di 21 nazioni diverse tra cui anche o finite. Dei 38 pastifici specializzati Cina, Turchi e Paesi arabi. in pasta fresca, solo sei sono meridioCARMEN CARBONARA nali: per la Puglia ci sono Divella e Granoro, insieme ad aziende che fan© RIPRODUZIONE RISERVATA er salvare le arance di Calabria e Sicilia sarà presentata, in Parlamento, una proposta di legge, sostenuta da una petizione popolare, per cambiare le regole della produzione d’aranciata. A scendere in campo, convinta a non mollare, è Coldiretti Calabria, seguita dalla collega siciliana, con tanto di gazebo distribuiti sul territorio regionale. La raccolta di firme coinvolge cittadini consumatori, imprenditori agricoli e agroalimentari. Chiedono l’approvazione della proposta legislativa n. 41/2011 dal titolo «Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta, nonché di etichettatura, promozione e salvaguardia dei prodotti italiani». Si punterà a modificare la legge 286/1961, attualmente in vigore, relativa alla produzione di bibite analcoliche: in base a tale disposizione possono essere definite aranciate tutte le bibite colorate che, al loro interno, hanno, per litro, solo il 12% di succo d’arancia. Ne consegue che il valore economico delle arance, in un litro di aranciata, non supera i tre centesimi di euro. «Abbiamo scelto di lottare in accordo con la Sicilia che, insieme alla nostra regione, rappresenta il territorio nazionale da cui provengono i 2/3 della produzione italiana — ha spiegato frutta. A suo sostegno è altresì prevista all’articolo 5 una «campagna annuale di promozione, predisposta dal ministero dello Sviluppo economico e dal ministero della Salute, diffusa sui principali mercati internazionali e nazionali». A completare la battaglia di tutela, la Coldiretti chiede l’emaSos aranciata Un gazebo per la petizione nazione dei decreti attuativi della legge Pietro Molinaro, presidente 4/2011. Si tratta della normatiColdiretti Calabria — per co- va che, per salvaguardare il struire, così, un ideale ponte di :ade in Italy, impone nell’etiagrumi che unisca le due regio- chetta l’indicazione dell’origini». All’articolo uno della pro- ne della materia prima utilizzaposta di legge si punta a supera- ta nei prodotti agroalimentari. re il 12% di succo per giungere In Calabria, per rilanciare l’inteall’obbligatorio 16%. «È chiaro ro settore, l’associazione ha — ha aggiunto Molinaro — che avanzato una serie di richieste guardiamo ai problemi irrisolti a livello regionale tra le quali dell’agrumicoltura regionale, spicca la predisposizione di un con i frutti che continuano a ri- piano agrumicolo per la riconmanere sugli alberi creando versione produttiva. Tra le alsacche di disagio sociale ed eco- tre la revisione dei premi per le nomico. Dati alla mano, in que- misure agro-ambientali, l’eseste condizioni si prevede la per- cutività della legge per il consudita, tra produzione e indotto, mo dei prodotti agricoli caladi 8mila posti di lavoro e bresi e i fondi di garanzia per 10mila ettari di agrumeti». A di- l’accesso al credito di gestione. fesa del prodotto italiano, nel Non ultimo il potenziamento dell’ufficio fitosanitario regiotesto della proposta legislativa, è indicata l’istituzione di un lo- nale nel porto di Gioia Tauro. CONCETTA SCHIARITI go nazionale per la produzione di bibite analcoliche a base di © RIPRODUZIONE RISERVATA U