STUDIO DI FUNZIONI 1) Determinare il dominio della funzione, eventuali peculiarità (parità), andamento del segno, limiti, eventuali asintoti e intersezioni con gli assi, eventuali discontinuità e loro classificazione, crescenza e decrescenza, eventuali massimi e minimi 1 y = e x−2 Osserviamo che l’unico punto in cui non è definita la funzione è x = 2, in cui si annulla il denominatore della frazione all’esponente. Dunque: D = R − {2} Risulta inoltre che la funzione non è né pari né dispari. Passiamo allo studio dei limiti: lim e 1 x−2 x → +∞ 1 ∞ + = e = e0 = 1 1 1 − lim e x − 2 = e −∞ = e 0 = 1 x → −∞ 1 1 lim+ e x − 2 = e 0 = e + ∞ = ∞ + x →2 lim− e 1 x−2 x →2 1 =e 0− = e −∞ = 0 Dunque la funzione presenta un asintoto verticale in x = 2 e un asintoto orizzontale y = 1. In x = 2 la funzione presenta una discontinuità di seconda specie in quanto il limite destro tende a +∞ Passiamo allo studio della derivata prima. Si ha: 1 y ' = −e x − 2 ⋅ 1 ( x − 2 )2 Da ciò risulta che la derivata prima è sempre negativa, in quanto entrambi i fattori presenti sono sempre positivi (per x ≠ 2), ma sono preceduti da un segno negativo. Ne concludiamo che la funzione è sempre decrescente e non vi sono massimi né minimi stazionari. In quanto al valore 0, cui tende il limite della funzione per x → 2 da sinistra, osserviamo che esso costituisce un estremo inferiore ma non un minimo per la funzione. 2) Determinare concavità e flessi e tracciare il grafico della precedente funzione. Passiamo al calcolo della derivata seconda. Risulta: −e 1 x−2 y' ' = ⎛ 1 ⋅ ⎜⎜ − 2 ⎝ (x − 2) 1 ⎞ ⎟ ⋅ ( x − 2 )2 + e x − 2 ⋅ 2 ⋅ ( x − 2 ) 1 ⎟ 2x − 3 ⎠ x−2 = ⋅ e 4 ( x − 2 )4 (x − 2) Notiamo che i termini: e 1 x−2 e ( x − 2 )4 sono sempre positivi (per x ≠ 2), quindi si ha: y' ' > 0 → 2x − 3 > 0 → x> 3 2 La funzione ha quindi concavità negativa per x < 3/2 e positiva per x > 3/2. In x = 3/2 si ha un flesso obliquo ascendente. A questo punto si può tracciare il grafico della funzione: 5) Studiare la funzione: y = x log x Iniziamo con l’individuazione del dominio; data la presenza di un logaritmo la funzione è definita solo per i valori positivi della x; inoltre non si deve annullare il denominatore della frazione. Si ha quindi: ⎧x > 0 ⎨ ⎩log x ≠ 0 ⎧x > 0 → ⎨ ⎩x ≠ 1 → D = R + − {1} Passiamo ora allo studio del segno: N:x>0 D : log x > 0 → x > 1 Passiamo ora allo studio dei limiti: Si ha: ∞ x = x → ∞ log x ∞ lim 1 x = lim = lim x = ∞ x →∞ log x x →∞ 1 x →∞ x → lim 1 x = =∞ x →1 log x 0 0 x lim = =0 x →0 log x −∞ lim Notiamo quindi che per x = 1 si ha un asintoto verticale. Non vi sono invece asintoti obliqui perché risulta: lim x →∞ f ( x) =0 x Possiamo quindi iniziare a tracciare alcuni elementi del grafico della funzione: Passiamo ora allo studio della derivata; si ha: y' = log x − 1 log 2 x Si nota che il denominatore è sempre positivo o nullo (in x = 1) quindi la derivata è positiva dove è positivo il numeratore, ossia per: log x > 1 → x>e L’andamento della funzione è quindi: quindi la funzione ha un minimo relativo in (e,e). Studiamo infine la concavità; la derivata seconda della funzione è: y' ' = 2 − log x x log 3 x l’andamento del segno della derivata seconda è: N : 2 − log x > 0 → x < e 2 D : x log 3 x > 0 → x > 1 ⎛ e2 Si ha quindi un flesso obliquo nel punto ⎜⎜ e 2 , 2 ⎝ ⎞ ⎟⎟ ⎠ Possiamo quindi tracciare uno schizzo della funzione: Per confronto riportiamo il grafico ottenuto con Derive: lim x →∞ 1 ⎛ ⎞ ⎜1 − e x ⎟ ⋅ x = lim x →∞ ⎝ ⎠ 1 ⎛ ⎞ ⎜1 − e x ⎟ ⎝ ⎠=0 1 0 x Applicando la formula de l’Hopital si ottiene: 1 1 ⎛ ⎞ ⎛ 1 ⎞ ⎜1 − e x ⎟ −e x ⋅ ⎜ − 2 ⎟ 1 ⎝ ⎠= ⎝ x ⎠ = −e ∞ = 0 lim lim 1 1 x →∞ x →∞ − 2 x x 2 −x 5) Studiare la funzione: y = x e Osserviamo per prima cosa che il dominio della funzione è tutto R; inoltre la funzione non è né pari né dispari, in quanto è presente il fattore esponenziale che, appunto, non è né pari né dispari. Passiamo allo studio del segno. Si vede subito che risulta: f ( x) = x 2 ⋅ e − x ≥ 0 ∀x ∈ R con f ( x) = 0 per x = 0 da cui si vede che la funzione passa per l’origine. Passiamo allo studio dei limiti. Si ha: lim x 2 ⋅ e − x = ∞ ⋅ 0 x → +∞ Per poter applicare la regola de L’Hôpital occorre riscrivere la funzione come segue: x2 ∞ = x → +∞ e x ∞ lim x 2 ⋅ e − x = lim x → +∞ Si ha quindi: x2 2x 2 2 = lim x = lim x = = 0 x x → +∞ e x → +∞ e x → +∞ e ∞ lim x 2 ⋅ e − x = lim x → +∞ Si ha poi: lim x 2 ⋅ e − x = ∞ ⋅ ∞ = ∞ x → −∞ Possiamo sintetizzare le informazioni fin qui raccolte per tracciare un primo abbozzo del grafico: Passiamo ora allo studio della derivata della funzione: ( ) y' = 2 x ⋅ e − x − x 2 e − x = 2 x − x 2 e − x y' > 0 → (2 x − x )⋅ e 2 −x >0 Il fattore esponenziale è sempre positivo, per cui è sufficiente studiare il segno del fattore quadratico. Risulta: 2x − x 2 > 0 → 0< x<2 L’andamento della funzione è quindi: ⎛ 4⎞ Si ha quindi un minimo relativo nell’origine e un massimo relativo in ⎜ 2, 2 ⎟ ⎝ e ⎠ Passiamo allo studio della derivata seconda: ( ) ( ) y ' ' = (2 − 2 x ) ⋅ e − x − 2 x − x 2 ⋅ e − x = x 2 − 4 x + 2 ⋅ e − x Nello studio del segno, ancora una volta possiamo limitarci al termine quadratico, in quanto il termine esponenziale è sempre positivo. y' ' > 0 → x 2 − 4x + 2 > 0 → x < 2− 2 ∨ x > 2+ 2 L’andamento della concavità è quindi: con flessi per x = 2 ± 2 A questo punto possiamo tracciare lo schizzo della funzione: Per confronto riportiamo di seguito il grafico della funzione ottenuto con DERIVE 6) Studiare la funzione: 1 y = ex Osserviamo preliminarmente che la funzione è definita per ogni x diverso da zero ed è sempre positiva. Da ciò deriva che la funzione è tutta contenuta nel primo e secondo quadrante. Passiamo al calcolo dei limiti: 1 x 1 +∞ 1 x 1 −∞ 1 x 0+ 1 x 0− lim e = e x → +∞ lim e = e x → −∞ lim e = e x →0 = e0 = 1 1 x →0 + lim− e = e = e0 = 1 = e ∞ = +∞ 1 = e −∞ = 0 Possiamo quindi tracciare i primi elementi del grafico: Passiamo ora allo studio del segno della derivata: 1 ⎛ 1 ⎞ y' = e x ⋅ ⎜ − 2 ⎟ > 0 ⎝ x ⎠ Osserviamo che, per x diverso da zero, il primo fattore è sempre positivo, mentre il secondo è sempre negativo. Pertanto il segno della derivata è sempre negativo, ossia la funzione è sempre decrescente e non presenta punti stazionari. Passiamo allo studio del segno della derivata seconda: 1 ⎛ 1 ⎞ ⎛ 1 y' ' = e x ⋅ ⎜ − 2 ⎟ ⋅ ⎜ − 2 ⎝ x ⎠ ⎝ x 1 ⎞ ⎟+ ex ⎠ ⎛ 2 ⎞ ⋅⎜ 3 ⎟ > 0 ⎝x ⎠ 1 x 2 ⎞ ⎛ 1 → e ⎜ 4 + 3⎟>0 x ⎠ ⎝x → 1 x e ⋅ (1 + 2 x ) > 0 x4 Osserviamo che il primo fattore è sempre positivo per x ≠ 0, pertanto si ottiene: 1 + 2x > 0 → x>− 1 2 Ne deduciamo che la funzione presenta un flesso ascendente in x = -1/2 Possiamo a questo punto tracciare uno schizzo del grafico della funzione: 3) Determinare il dominio della funzione, eventuali peculiarità (parità), andamento del segno, limiti, eventuali asintoti e intersezioni con gli assi, eventuali discontinuità e loro classificazione. y = x ⋅ e−x Il dominio della funzione è tutto R. La funzione non è pari, perché f (− x) = − x ⋅ e x ≠ f ( x) e non è neppure dispari, come si verifica subito. La funzione è ovunque non negativa, perché è il prodotto di due fattori entrambi non negativi; si ha f(x) = 0 solo per x = 0. Per lo studio dei limiti conviene riscrivere la funzione come segue: ⎧⎪ x ⋅ e − x per x ≥ 0 f ( x) = ⎨ −x ⎪⎩− x ⋅ e per x < 0 In altre parole dovremo è come se dovessimo studiare DUE funzioni: una valida per x ≥ 0 e l’altra valida per x < 0. Per x ≥ 0 si ha: lim+ x ⋅ e − x = 0 ⋅ e 0 = 0 x →0 lim x ⋅ e − x = ∞ ⋅ e −∞ = 0 x → +∞ il secondo limite può essere dedotto osservando che l’esponenziale prevale rispetto a qualunque potenza, oppure utilizzando la regola de L’Hôpital: x x → +∞ e x lim x ⋅ e − x = lim x → +∞ H → 1 =0 x → +∞ e x lim La funzione ha quindi, a destra, un asintoto orizzontale corrispondente all’asse x. per x < 0 si ha invece: lim− − x ⋅ e − x = 0 ⋅ e 0 = 0 x →0 lim − x ⋅ e − x = ∞ ⋅ e + ∞ = +∞ x → −∞ Osserviamo che a sinistra la funzione non presenta asintoti obliqui a sinistra. Infatti si ha: m = lim x → −∞ f ( x) = lim − e x = −∞ x → −∞ x La funzione non presenta discontinuità. Data la presenza del valore assoluto, possiamo però prevedere la presenza di un punto angoloso nell’origine. Possiamo quindi tracciare un primo schizzo della funzione: 4) Determinare crescenza e decrescenza, eventuali massimi e minimi, concavità e flessi e tracciare il grafico della precedente funzione. Passiamo allo studio delle derivate. Nel primo quadrante (x ≥ 0) si ha: ⎧x ⋅ e − x f ( x) = ⎨ ⎩x ≥ 0 → f ' ( x) = e − x − x ⋅ e − x = (1 − x ) ⋅ e −x considerando che il termine esponenziale è sempre positivo, si ricava f ' ( x) > 0 → 1− x > 0 → x <1 ⎛ 1⎞ si vede quindi che per x = 1 la funzione presenta un massimo relativo: M ⎜1; ⎟ ⎝ e⎠ Concludiamo lo studio della derivata prima osservando che: lim+ (1 − x) ⋅ e − x = 1 x →0 quindi avvicinandosi a 0 da destra la tangente della funzione ha coefficiente angolare + 1 Passiamo allo studio della derivata seconda. Sempre per x ≥ 0, si ha: y ' ' = e − x (x − 2) che risulta positiva per x > 2. La concavità della funzione ha quindi il seguente andamento: Notiamo che in x = 2 vi è un flesso obliquo discendente Passiamo ora allo studio delle derivate per x < 0. Per la derivata prima si ha: ⎧− x ⋅ e − x f ( x) = ⎨ ⎩x < 0 → f ' ( x) = −e − x + x ⋅ e − x = ( x − 1) ⋅ e −x da cui: f ' ( x) > 0 per x >1 ma poiché deve essere x < 0, ne deduciamo che per x < 0 la funzione è sempre decrescente. Osserviamo che risulta: lim ( x − 1) ⋅ e − x = −1 x →0 − Questo conferma che nell’origine la funzione non è derivabile, in quanto la derivata sinistra tende a –1 e quella destra a + 1. Poiché la funzione è continua nell’origine, abbiamo quindi un punto angoloso, che è anche il minimo assoluto. Passiamo allo studio della derivata seconda: f ' ' ( x) = e − x (2 − x ) → f ' ' ( x) > 0 per x<2 Ne deduciamo che per x < 0 la funzione ha sempre concavità positiva. Possiamo ora tracciare il grafico della funzione: PROBLEMI DI MASSIMO E DI MINIMO Inscrivere nel quadrato di lato L il quadrato di area minima Il problema può essere schematizzato nella figura seguente: Rendere minima l’area del quadrato inscritto nel quadrato di lato L, equivale a rendere massima la somma delle aree dei quattro triangoli rettangoli di cateti rispettivamente x ed L-x , ossia rendere massima l’espressione: 1 A( x) = 4 ⋅ ⋅ x ⋅ (L − x ) = 2 x ⋅ ( L − x) 2 con le condizioni: 0 < x < L Passiamo allo studio del segno della derivata: A' ( x) = 2 L − 4 x > 0 → x< L 2 Pertanto la funzione presenta l’andamento raffigurato nello schema seguente: Ne deduciamo che per x = L/2 la funzione presenta un massimo e quindi il quadrato inscritto ha l’area minima pari a: L2 L2 ⎛L⎞ L2 − A⎜ ⎟ = L2 − = 2 2 ⎝2⎠ 7) Di tutti i triangoli rettangoli aventi assegnata ipotenusa, trovare quello di area massima. Consideriamo la figura seguente: L’area del triangolo è: A= 1 xy 2 Per il teorema di Pitagora possiamo scrivere: y = a2 − x2 Sostituendo nella relazione precedente otteniamo un’espressione per l’area come funzione di x: A( x) = 1 x a2 − x2 2 In base al significato geometrico della misura x della lunghezza del cateto, dobbiamo porre le condizioni: x>0 ∧ x<a → 0< x<a Passiamo ora allo studio della derivata della funzione: A' ( x) = ⎤ 1⎡ 2 1 a 2 − 2x 2 2 ( ) a − x + x ⋅ ⋅ − 2 x = ⎢ ⎥ 2 2 2⎣ 2 a2 − x2 ⎦ 2 a −x Osserviamo che il denominatore della frazione dove è definito è sempre non negativo, quindi possiamo limitarci a studiare il segno del numeratore: A' ( x) > 0 → a 2 − 2x > 0 → − a 2 < x<+ a 2 L’andamento della funzione può essere dedotto dallo schema seguente: Osserviamo che la funzione presenta un massimo per x = a 2 che è un valore compreso nell’intervallo 0 < x < a. In corrispondenza di questo valore della x otteniamo per la y: y = a2 − a2 a = 2 2 da ciò deduciamo che il triangolo deve essere isoscele. 8) Determinare un punto sull’asse delle scisse per il quale è minima la somma del quadrato della sua distanza dalla retta y = x + 1 con il quadrato della sua distanza dalla retta x = 4. Tracciamo innanzitutto uno schizzo della costruzione geometrica: La funzione da minimizzare rappresenta la somma dei quadrati delle distanze del punto P dalla retta x = 4 e dalla retta y = x + 1. Assumiamo come incognita la coordinata x del punto. La distanza dalla retta x = 4 sarà semplicemente: d1 = 4 − x Per determinare la distanza dalla retta y = x + 1 riscriviamo l’equazione in forma implicita: x − y +1 = 0 e ricordiamo la formula che dà la distanza di un punto da una retta: ax 0 + by 0 + c d= a2 + b2 Nel nostro caso la distanza del punto P, che ha coordinate (x,0), dalla retta data è quindi: d2 = 1⋅ x + 1⋅ 0 + 1 1+1 = x +1 2 La funzione da minimizzare è quindi: 2 ( x + 1) y = (4 − x ) + 2 2 → y= ( ) 1 3x 2 − 14 x + 33 2 La derivata della funzione è: y' = 6 x − 14 = 3x − 7 2 che si annulla per x = 7/3 La derivata seconda è ovunque positiva, quindi la funzione presenta un minimo in x = 7/3 5) E’ dato un quadrato ABCD di lato di misura a. Trovare sul prolungamento del lato CD, dalla parte di C, un punto P per cui sia massimo il rapporto AP/BP Costruiamo per prima cosa la figura: Assumeremo come incognita l’ascissa del punto P; sono possibili però altre scelte, ad essa equivalenti. Con la scelta fatta si ha: AP = a 2 + x 2 BP = a 2 + ( x − a ) 2 La funzione da massimizzare è il rapporto tra i due segmenti, cioè: y= a2 + x2 a 2 + (x − a ) 2 Calcoliamo la derivata prima: [ ] 1 a 2 + ( x − a ) 2 2 x ⋅ a 2 + ( x − a) 2 − (a 2 + x 2 ) ⋅ 2( x − a) y' = ⋅ = 2 2 a2 + x2 a 2 + ( x − a) 2 [ [ ] ] = a 2 + ( x − a) 2 x ⋅ 2a 2 + x 2 − 2ax − (a 2 + x 2 ) ⋅ ( x − a ) ⋅ = 2 a2 + x2 a 2 + ( x − a) 2 = a 2 + ( x − a) 2 2a 2 x + x 3 − 2ax 2 − a 2 x + a 3 − x 3 + ax 2 ⋅ = 2 a2 + x2 a 2 + ( x − a) 2 = a 2 + ( x − a ) 2 a ⋅ (− x 2 + ax + a 2 ) ⋅ 2 a2 + x2 a 2 + ( x − a) 2 [ [ [ ] ] ] osserviamo ora, ai fini dello studio del segno, che il radicale quadratico è sempre positivo, come pure il denominatore del secondo fattore. In definitiva c’è da studiare solo il segno del fattore: − x 2 + ax + a 2 Si ha quindi: − x 2 + ax + a 2 > 0 → x 2 − ax − a 2 < 0 → ( ) ( a 1− 5 a 1+ 5 <x< 2 2 L’andamento della funzione è rappresentato dallo schema seguente: Ne deduciamo che la funzione ammette un massimo per x = ( a 1+ 5 2 ) )