Lo Stretching Origini La parola stretching proviene dall’inglese “to stretch”, che significa allungare e consiste nell’allungamento muscolare e nella mobilizzazione delle articolazioni attraverso l’esecuzione di esercizi di stiramento, semplici o complessi. Lo scopo finale è quello di mantenere il corpo in buono stato di forma. Le teorie circa l’origine dello stretching sono varie: la più conosciuta è quella codificata da Bob Anderson. Gli esercizi di stretching sollecitano le fibre muscolari e il tessuto connettivo (tendini, legamenti, fasce muscolari) presente nella struttura contrattile. Il tessuto connettivo è estensibile ma, se non viene regolarmente sollecitato con l’esercizio fisico, in breve tempo perde questa sua caratteristica. Bob Anderson è uno schermidore e attore britannico. Il suo libro “Stretching” fu pubblicato nel 1975. Parlando dello stretching è d’obbligo fare riferimento alla mobilità articolare, cioè la capacità di compiere movimenti ampi e al massimo della estensione fisiologica consentita dalle articolazioni. Questa capacità è condizionata da: Struttura ossea Componenti anatomiche e funzionali (grado di estensibilità di legamenti, tendini e muscoli) Temperatura dell’ambiente Livello di riscaldamento del corpo Si ricorda, inoltre, che le fibre muscolari si adattano rapidamente a qualsiasi situazione. Tipi di stretching -Stretching balisticoÈ il primo tipo di allungamento conosciuto e viene, in genere, utilizzato nei centri sportivi. È pericoloso perché fa attivare nel muscolo il riflesso di stiramento. Il metodo è molto semplice: si arriva in posizione di allungamento e poi si inizia a molleggiare. Si tratta comunque di un sistema obsoleto e ormai abbandonato a causa dell’alto tasso di rischio. -Stretching dinamicoSistema consigliato per programmi sportivi in cui sono previsti movimenti ad elevata velocità, poiché esso agisce sull’elasticità di muscoli e tendini. Il muscolo agonista, contraendosi rapidamente, tende ad allungare il muscolo antagonista. Si effettuano movimenti a rimbalzo con una certa rapidità. La tecnica consiste nello slanciare le gambe e le braccia in una determinata direzione senza molleggiare, rimbalzare o dondolare. -Stretching staticoÈ il sistema più conosciuto (Anderson). Con le sue posizioni e il suo modo di respirare, prende spunto dallo yoga e fonda la sua pratica su esercizi di stiramento muscolare allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma fisica. Si raggiunge l’allungamento muscolare tramite posizioni di massima flessione, estensione o torsione. Queste posizioni verranno raggiunte lentamente per non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso di stiramento. Una volta raggiunta, la posizione va mantenuta per un tempo che va dai 15 ai 30 secondi. Fondamentale è non superare la soglia del dolore. -Stretching statico attivo- Consiste in esercizi con movimenti ampi e sostenimento dell’arto o del segmento corporeo che permettono di contrarre isometricamente i muscoli antagonisti. PNF Proprioceptine neuromuscular facilitation. Facilitazione propriocettiva neuromuscolare. Questo sistema si divide in quattro tempi: Raggiungere il massimo allungamento del muscolo in modo graduale e lento Eseguire una contrazione isometrica per circa 15/20 secondi in posizione di massimo allungamento Rilassamento per 5 secondi Nuovo allungamento per almeno 30 secondi Tutto il procedimento va ripetuto per due volte. Questo sistema è molto usato per le terapie riabilitative. CRAC Contract relax antagonist contract Contrazione, rilassamento e contrazione dei muscoli antagonisti. Simile al PNF, si differenzia nella fase finale dell’allungamento. Prevede, infatti, l’intervento attivo (contrazione) dei muscoli antagonisti a quelli che si stanno allungando. È necessaria la presenza di un compagno che collabori nella contrazione isometrica iniziale dei muscoli che si vogliono allungare e che dia anche un aiuto nella fase finale di allungamento alla contrazione dei muscoli antagonisti. In questo caso vi è un rilassamento del muscolo agonista quando viene contratto con forza l’antagonista. CRS Consiste nel contrarre isometricamente il muscolo per 10/15 secondi, rilassarlo per 5/6 secondi ed effettuare l’allungamento. Stretching globale attivo Si basa sul principio che solo gli stiramenti globali sono veramente efficaci. Gli stiramenti vengono effettuati mediante posizioni che allungano tutta una catena muscolare, portando così ad una rieducazione della postura. Respirazione La respirazione deve essere normale e tranquilla. Non bisogna mai trattenere il fiato durante un esercizio di allungamento. Lo scopo di una corretta respirazione è una buona ossigenazione che attenua lo stato di tensione dell’atleta fino a condurlo all’equilibrio delle sue funzioni fisiologiche e, quindi, anche del tono muscolare. La posizione deve permettere sempre una corretta respirazione, poiché il corpo deve essere sempre il più rilassato possibile. In conclusione si può affermare che lo stretching, se effettuato nel modo corretto, porta dei benefici al sistema muscolare e tendineo, alle articolazioni, al sistema cardiocircolatorio e respiratorio e al sistema nervoso. Allievo istruttore Flavio Cugnasco