Analisi istomorfologica delle morti cocaina-correlate. La cocaina è una sostanza stupefacente che non dà alcuna sindrome d’astinenza caratteristica in quanto non genera dipendenza fisica (come l’eroina), ma solo una forte dipendenza psichica (1); infatti, i soggetti che ne interrompono l’uso mostrano, in genere, depressione, insonnia, paranoia, agitazione, patema d’animo, salivazione, nausea e vomito. La cocaina rappresenta il classico esempio di sostanza che, senza provocare né tolleranza (diminuzione degli effetti dopo somministrazione ripetuta di uno stesso farmaco) né dipendenza fisica, può determinare un profondo e pericoloso tipo di abuso dovuto al raggiungimento di uno stato di eccitazione, euforia, irritabilità e impulsività tali, da rendere il tossicomane capace di reazioni inconsulte e antisociali. Dal punto di vista farmacologico la cocaina ha essenzialmente tre tipi di azione: stimolante sul sistema nervoso centrale, anestetica (mediante il blocco dei canali del sodio che agiscono nella produzione dell’impulso nervoso), e vasocostrittrice. A seguito di una somministrazione acuta a basse dosi di cocaina, l’eccessiva stimolazione dopaminergica indotta produce un effetto euforizzante e gratificante, se la cocaina è somministrata ad alte dosi, si può avere insorgenza di quadri psicotici. L’effetto sistemico della cocaina si realizza attraverso una stimolazione del Sistema Nervoso Centrale aumentando il tono adrenergico, che si manifesta con eccitazione, potenziamento delle capacità mentali, diminuzione del senso di fatica, ma certamente la maggior parte degli eventi mortali sono dovuti alla sua tossicità cardiaca (1). La cocaina induce l’apoptosi (2) e allo stesso tempo aumenta la produzione di calmadulina chinasi II, sia nel cuore che nell’encefalo (3). Il risultato finale è che il consumatore cronico di cocaina va incontro ad un processo di rimodellamento miocardico con conseguente incremento del collagene miocardico e della comparsa di una fibrosi ventricolare (4-5). Tali alterazioni cardiache favoriscono l’insorgenza delle aritmie, frequentemente causa di morte improvvisa. A tal proposito l’azione cardiotossica della cocaina è ben nota, legata in sintesi, ad un effetto simpatico mimetico che si traduce nel blocco del re-uptake delle catecolamine a livello delle terminazioni nervose adrenergiche (6-7). Tale azione di stimolazione del rilascio di catecolammine avviene anche a livello del sistema nervoso centrale provocando la tipica sensazione euforica da cocaina. A livello molecolare la cocaina blocca i canali di Ca++ provocando l'aumento del contenuto di dopamina negli spazi sinaptici. Anche se l'effetto principale è su dopamina, sono interessati anche l'adrenalina e la noradrenalina. Dal punto di vista neurologico l'effetto principale della cocaina si esplica a livello dell'area del tegumento ventrale (VTA) che interviene nell'elaborazione degli stimoli del piacere e indirizza il comportamento verso le strategie che portano al piacere. La maggior parte degli eventi mortali sono dovuti alla sua tossicità cardiaca (1). La cocaina induce l’apoptosi (2) e allo stesso tempo aumenta la produzione di calmadulina chinasi II, sia nel cuore che nell’encefalo (3). Il risultato finale è che il consumatore cronico di cocaina va incontro ad un processo di rimodellamento miocardico con conseguente incremento del collagene miocardico e della comparsa di una fibrosi ventricolare (4-5). Tali alterazioni cardiache favoriscono l’insorgenza delle aritmie, frequentemente causa di morte improvvisa. Svariati sono gli effetti patologici che generalmente si riscontrano in soggetti dediti all’uso di cocaina, in particolare a livello del sistema cardiovascolare: aterosclerosi coronarica e dei grossi vasi arteriosi, iperplasia intimale coronarica, trombosi coronarica con o senza lesioni aterosclerotiche, spasmo delle coronarie, con o senza lesioni endoteliali con conseguente ischemia miocardica acuta, miocardite, lesioni endocardiche, dissecazione acuta dell’aorta. L’infarto acuto del miocardio (IMA) è causato da: erosione di placca, ostruzione dinamica o meccanica delle coronarie ed è la più importante tra le cardiopatie ischemiche (8). A seguito dell’infarto si può avere il coinvolgimento di un’area interessata dal passaggio dei fasci di conduzione con conseguente morte improvvisa aritmica oppure l’interessamento di una regione miocardica di dimensioni variabili nella quale si assiste alla morte cellulare dei cardiomiociti (8-9). Quest’ultimo evento conduce all’insorgenza di flogosi con conseguente formazione di un infiltrato cellulare nell’interstizio principalmente formato da neutrofili, visibili unicamente in IMA con sopravvivenza superiore a 6 ore (10). La cocaina ha l’abilità di interferire con i canali sodio-potassio delle miocellule e la comparsa di alterazioni strutturali che richiedono, mesi o forse anni, è necessaria per l’insorgenza di aritmie. La cocaina, oltre a determinare numerose alterazioni cardiache, che possono condurre a morte improvvisa, può provocare danni anche a carico del tessuto polmonare, riportate in letteratura in specie per l’assunzione di crack, ma presenti anche quando l’assunzione è per via inalatoria o endovenosa, inoltre può determinare alterazioni epatiche, encefaliche, ecc… La frequenza delle alterazioni a carico del tessuto polmonare rimangono spesso misconosciute in quanto si manifestano con emofte, tosse, dispnea, ma il rilievo di emorragie polmonari con evidenza istopatologica di emosiderina alveolare (dimostrativa di pregressi eventi) è riportata in letteratura con una frequenza dal 25 al 58% in soggetti consumatori di cocaina deceduti (11) e nel 30% di casi di soggetti deceduti per overdose. Il rimodellamento dei tessuti, sia in risposta a una lesione acuta o cronica o come parte di invecchiamento, gioca un ruolo di primo piano nella fisiologia e patologia del sistema cardiovascolare, soprattutto nel cuore e nelle arterie. Le cellule dendritiche possono svolgere un ruolo fondamentale nell'insorgenza e nella regolazione del rimodellamento tissutale. Le cellule dendritiche sono state a lungo conosciute come cellule presentanti l'antigene ai linfociti T (12), ma possono anche stimolare i linfociti B (13), le cellule NK (14), i granulociti (15) le cellule endoteliali dei vasi, sanguigni e linfatici (16). La presenza di cellule dendritiche nel cuore è nota da tempo (17) e queste cellule sono state considerate fondamentali in processi di rigetto e di tolleranza (18), per malattie cardiache autoimmune (19) e anche per la fibrosi legata all'età (20), mentre il loro possibile ruolo nella risposta precoce al danno, come ad esempio durante un processo ischemico, è ancora da affrontare nonostante le prove derivanti dalla parete arteriosa (21-23) suggeriscano che le cellule dendritiche potrebbero essere i perni della risposta infiammatoria precoce anche in modo indipendente (o almeno così sembra) dalla stimolazione immunitaria. Infine è noto dalla letteratura che le cellule dendritiche, implicate in genere nel reclutamento e nella stimolazione di altri leucociti e di cellule autoctone, si modificano rapidamente dopo un insulto, per cui interessante sarà valutare la loro presenza, la posizione e le relazioni reciproche con gli altri tipi cellulari negli interstizi tra le fibre miocardiche, aspetti ancora in gran parte da chiarire. Dall’analisi sui campioni autoptici di soggetti cardiopatici deceduti improvvisamente (gruppo 1) e di soggetti deceduti con anamnesi positiva per uso di cocaina (gruppo 2), importante quindi sarà valutare le modificazioni delle cellule dendritiche al danno cardiaco acuto come tappa per capire il loro possibile ruolo in tale condizione, e verificare se dall’analisi istochimiche e immunoistochimiche possano esserci differenze tra i due gruppi presi in esame. Oltre alle cellule dendritiche importante sarà valutare anche l’espressione immunoistochimica da parte di cellule del tessuto connettivo di metallo proteasi MMP che sono una famiglia di enzimi che svolgono un ruolo chiave nel regolare la degradazione della matrice extracellulare e risultano coinvolte in numerosi processi di rimodellamento tissutale associati alla crescita ed allo sviluppo e in varie patologie come dovrebbe essere nella patologia cardiaca (24). Infine interessante sarà analizzare l’espressione dei canali ionici nelle cellule cardiache dei due gruppi in esame, espressione di sicuro modificata se c’è stato uso/Abuso di cocaina (25). Materiali e Metodi: le analisi verranno effettuate su frammenti di muscolo cardiaco macroscopicamente indenni (gruppo controllo) e su altri con aspetto alterato, provenienti sia da soggetti cardiopatici deceduti improvvisamente (gruppo 1), sia da soggetti deceduti con anamnesi positiva per uso di cocaina (gruppo 2). Il tessuto sarà fissato con formaldeide ed incluso in paraffina; le sezioni saranno colorate con ematossilina eosina per un’analisi dell’infiltrato cellulare, e con colorazioni immunoistochimiche per la rivelazione e tipizzazione della popolazione dendritica. In particolare per l’immunoistochimica verranno utilizzati frammenti di tessuto cardiaco direttamente congelati a -80°C; successivamente verranno effettuate le sezioni mediante un criostato, fissate in acetone freddo per circa 20 minuti e immunomarcate con i seguenti anticorpi: CD1a (per cellule dendritiche immature tipo cellule di Langerhans), CD54, CD80, CD86 (per cellule dendritiche mature): Infine poiché è noto che cellule in risposta ad un danno devono essere dotate di appropriate molecole per adattarsi al microambiente potenzialmente lesivo, andremo a valutare anche l’espressione di Hsp47, una chaperonina coinvolta nella secrezione del collagene. Infine verranno eseguite ulteriori analisi immunoistochimiche utilizzando sia anticorpi per MMP che per i canali ionici, come quelli L-Type Ca2+. Referenze 1. Bertol E, Lodi F, Mari F, Marozzi E. Trattato di Tossicologia Forense. Cedam Padova, 2000. 2. Zhang L, Xiao Y, He J. Cocaine and apoptosis in myocardial cells. Anat Rec. 257:208-16, 1999. 3. Sun LS, Quamina A. Extracellular receptor kinase and cAMP response element binding protein activation in the neonatal rat heart after perinatal cocaine exposure. Pediatr Res. 56:947-52, 2004. 4. Tazelaar HD, Karch SB, Stephens BG, Billingham ME. Cocaine and the heart. Hum Pathol. 18: 195-9, 1987. 5. Brickner ME, Willard JE, Eichhorn EJ, Black J, Grayburn PA. Left ventricular hypertrophy associated with chronic cocaine abuse. Circulation 84:1130-5, 1991. 6. Fineschi V, Wetli CV, Di Paolo M, Baroldi G. Myocardial necrosis and cocaine. A quantitative morphologic study in 26 cocaine-associated deaths. Int J Legal Med. 110:1938, 1997. 7. 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