Luigi Pirandello Vita e opere • 28 giugno 1867 – Nasce a Girgenti (Agrigento) • Il padre amministra delle miniere di zolfo • Studia a Palermo • Rapporto conflittuale col padre • 1887 – si trasferisce alla facoltà di Lettere di Roma • 1889 – si trasferisce a Bonn, dove si laurea (1891) • 1891 – si stabilisce a Roma • 1894 – sposa Maria Antonietta Portulano, la cui dote è investita dal padre nelle miniere di zolfo • 1894 – è nominato professore di italiano al Magistero di Roma • 1901 – pubblica a puntate L’esclusa • 1903 – disastro economico del padre e malattia mentale della moglie • 1904 – pubblica (prima a puntate) Il fu Mattia Pascal • 1908 – esce il saggio L’umorismo • 1909 – esce a puntate sul “Corriere della Sera” la prima parte del romanzo I vecchi e i giovani (uscirà in volume nel 1913) • Comincia a scrivere Uno, nessuno e centomila • 1915 – pubblica a puntate il romanzo Si gira… (poi Quaderni di Serfino Gubbio operatore) • 1916 – inizia la fase più consapevole del teatro • 1916 – Pensaci Giacomino e Liolà • 1917 – Così è (se vi pare) • 1918 – primo volume delle Maschere nude • 1919 – la moglie viene ricoverata in una casa di cura • • • • 1921 – Sei personaggi in cerca d’autore 1922 – Enrico IV Inizia il successo internazionale 1922 – primi quattro volumi di Novelle per un anno • 1924 – dopo il delitto Matteotti si iscrive al partito fascista • 1925 – comincia la pubblicazione di Uno, nessuno e centomila • 1925 – assume la direzione della compagnia del Teatro d’arte di Roma e inizia una relazione con Marta Abba, prima attrice • 1929 – è chiamato all’Accademia d’Italia • 1934 – riceve il premio Nobel per la Letteratura • 1936 – muore a Roma il 10 dicembre La poetica dell’umorismo • 1908 – esce il saggio L’umorismo • 1904 – due Premesse del Fu Mattia Pascal • Lettura di studiosi di psicologia, come Binet e di maestri dell’umorismo europeo, come Cervantes e Sterne • Oscilla fra una visione eterna e una storica dell’umorismo Umorismo: la visione eterna • L’uomo vive da sempre in un mondo privo di senso • ⇒ si crea una serie di autoinganni e illusioni per dare significato alla sua esistenza • ⇒ l’umorismo è l’eterna tendenza dell’arte a svelare questa contraddizione Umorismo: la visione storica • Caduta dell’antropocentrismo con l’affermazione del pensiero copernicano e galileiano • ⇒ l’uomo è un’entità minima e trascurabile dell’universo • ⇒ percezione di relatività di ogni fede e di ogni valore che sono autoinganni • ⇒ disincanto e tendenziale nichilismo Il relativismo filosofico • Messa in discussione del Positivismo e del Romanticismo • Del Positivismo rifiuta il criterio della verità oggettiva, garantita dalla scienza • Del Romanticismo rifiuta l’idea della verità soggettiva, della capacità di dare senso al mondo • → è lo stesso concetto di verità che viene messo in discussione • → vengono a mancare le categorie di bene e male, di vero e falso L’umorismo non propone valori • Atteggiamento esclusivamente criticonegativo • Personaggi problematici • Mette in rilievo le contraddizioni della vita • Irride e compatisce allo stesso tempo Forma e La vita deve avere un senso Vita Forza profonda e oscura dei bisogni vitali Convenzioni, riti, istituzioni Ideali, leggi civili, vita associata Erompe solo saltuariamente nei momenti di sosta o di malattia (quando non siamo coinvolti nei meccanismi dell’esistenza) → La FORMA reprime la VITA → l’UMORISMO rivela gli autoinganni Persona Personaggio Persona integra Recita la parte che esige la società e che egli stesso si impone Impossibilità Maschera ⇒Tutti gli uomini sono maschere o personaggi, perché tutti recitano una parte La maschera nuda Il personaggio ha davanti a sé due possibilità: Incoscienza o ipocrisia Adeguamento passivo alle forme È solo maschera Vive consapevolmente la scissione fra forma e vita È maschera nuda È intervenuta la riflessione Il personaggio si guarda vivere Comicità È assente la riflessione Avvertimento del contrario Riso Umorismo Nasce dalla riflessione Sentimento del contrario Pietà e compassione Le principali caratteristiche dell’arte umoristica di Pirandello • 1. Non tende alla coerenza, ma prevalgono la discordanza, la disarmonia, il grottesco e il dissonante • 2. Se la vita “non conclude”, non ha un ordine e un senso, l’arte punta a strutture aperte e non concluse • 3. Rifiuta il Sublime per adeguarsi alla riflessione spontanea con un linguaggio quotidiano • 4. L’ “io” viene scomposto: non esiste più una “identità”, ma c’è la compresenza di diverse personalità • 5. Se la realtà è contraddittoria, chi lo percepisce la studia da una posizione di estraneità: l’unica arma è la riflessione, amara e ironica • 6. Rifiuta la concezione classica dell’arte, come quella romantica e decadente • 7. Rifiuta il Simbolismo (non esiste un significato profondo da raggiungere); l’arte è un artificio → prevale quindi l’allegoria NOVELLE PER UN ANNO Il progetto • 1922 – Pirandello decide di riorganizzare tutti i racconti già pubblicati e che scriverà in un unico progetto • Progetto: 24 volumi con 15 novelle ciascuno • → totale 360: circa una novella per ogni giorno dell’anno • La morte impedisce di completare l’opera • → uscirono 15 volumi con 225 novelle • Altre 26 novelle sono rimaste esterne ai volumi editi • → totale: 251 La struttura • Struttura enigmatica • Le novelle non sono disposte in senso cronologico e neppure in modo tematico • → legge del caos e del caso • → allegoria della varietà e della frantumazione della vita Il linguaggio • Basso e quotidiano • → coerente con il progetto di desublimare la vita Il fu Mattia Pascal La pubblicazione • Scritto dopo la grave crisi familiare del 1903 • 1904 – pubblicato a puntate su “Nuova Antologia” • Nello stesso anno è pubblicato in volume Le parti • Tre parti • Corrispondono a tre diversi modelli di romanzo Prima parte • La storia comincia dalla fine • Nei primi due capitoli (I-II) e negli ultimi due (XVII-XVIII) protagonista è il “fu” Mattia Pascal • Egli vive in uno stato di assenza di tempo, di totale estraneazione rispetto all’esistenza (biblioteca) • → modulo narrativo dell’antiromanzo (non c’è possibilità di svolgimento) Seconda parte • • • • Capitoli III – VI Protagonista è il giovane Pascal Modello di romanzo idillico-familiare Luogo: Miragno, lontano dalla civiltà industriale moderna • Beffa della seduzione e matrimonio Il capitolo VII • • • • Cerniera fra seconda e terza parte Arricchimento alla roulette Falsa notizia della sua morte Decisione di cambiare identità Terza parte • • • • Capitoli VIII-XVI Modello di romanzo di formazione Luoghi: Milano e poi Roma Protagonista: Adriano Meis (nuova identità di Mattia Pascal) • Riconoscimento dell’impossibilità di una nuova vita senza “identità” • La formazione di sé è fallita • Finzione del suicidio I capitoli XVII-XVIII • • • • • Si rientra nel primo romanzo Protagonista: il “fu” Mattia Pascal Luogo: Miragno Mattia Pascal vive “fuori dalla vita” È diventato una maschera nuda I temi • 1. La famiglia: • È sentita come nido la famiglia originaria (madre) • È prigione il rapporto coniugale con Romilda e la suocera • → è possibile solo l’evasione • 2. Il gioco d’azzardo: • Importanza del caso e della sorte • → teoria della relatività della condizione umana • 3. Lo spiritismo: • Crisi del razionalismo positivista • Fenomeni non spiegabili scientificamente • 4. L’inettitudine: • Pascal è un inetto • Antieroe estraneo alla vita e a se stesso • 5. La crisi di identità: • Pascal ha difficoltà a identificarsi con se stesso • Predisposizione allo sdoppiamento • 6. La città e il progresso: • Milano: città del progresso tecnico • Negazione che la scienza e le macchine possano produrre la felicità • Roma: città morta • È l’acquasantiera che la modernità ha trasformato in portacenere L’ideologia • Relativismo filosofico: • L’idea del mondo varia da individuo a individuo e nella stessa persona a seconda del momento • L’uomo ha bisogno di verità assolute, ma non sono che soggettive • È un autoinganno ritenere che il “lanternino” sia la vera luce • Anche i “lanternoni” (le grandi ideologie collettive) sono relativi QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE • 1915 – Si gira… esce a puntate sulla “Nuova Antologia” • 1916 – esce in volume • 1925 – rielaborato e pubblicato col titolo Quaderni di Serafino Gubbio operatore • Scrive in prima persona l’operatore Serafino Gubbio • Egli è muto per lo shock di un’esperienza collegata al suo lavoro • Il protagonista è totalmente impassibile e estraneo • → dequalificazione della professione intellettuale nell’era della massificazione e delle macchine • → rifiuto dei miti della macchina e del progresso • → il mutismo è il riconoscimento dell’alienazione da cui è impossibile uscire UNO, NESSUNO E CENTOMILA • Iniziato nel 1909, è pubblicato solo nel 1925-26 • Protagonista e voce narrante è Vitangelo Moscarda • Si ribella all’identità che gli è stata attribuita • Si ribella alla figura del padre • Da uno, maschera sociale che ne fa il riflesso dei centomila, diventa nessuno • L’essere nessuno è la “guarigione”, perché permette di immergersi, senza nome e identità (forma) nella vita • → la conclusione del romanzo è paradossalmente positiva • Si esce dalla forma (la società) per entrare nella vita (la natura) • La natura si trasforma in mito • → svolta nell’arte pirandelliana: dalla poetica dell’umorismo si passa i “miti” e al surrealismo IL TEATRO NEL TEATRO • Sei personaggi in cerca d’autore • Ciascuno a suo modo • Questa sera si recita a soggetto SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE Sei personaggi in cerca d’autore • Scritta e portata in scena nel 1921 • Vengono raggiunti gli obiettivi della ricerca pirandelliana sul teatro: • 1. Autonomia dei personaggi dall’autore • 2. Dissacrazione del momento artistico 1. Autonomia dei personaggi dall’autore • I personaggi sono portati in scena in cerca d’autore • Ognuno con la propria verità diversa dagli altri • L’autore (non c’è) non dà unità di senso alla loro vicenda 2. Dissacrazione del momento artistico • Esibizione e messa a nudo degli artifici teatrali • Negazione della materialità del palcoscenico • Negazione della barriera fra scena e spettatori Teatro e metateatro • Durante le prove della recita di un dramma, si mette in scena un altro dramma • → pretesto per la discussione sul teatro stesso • → impossibilità dell’arte di conoscere e riprodurre la vita I personaggi Gli attori Autore Con la loro storia Rinuncia al compito di darle unità e significato Incapaci di darle un senso Vorrebbero che significasse qualcosa È cosciente che sarebbe finzione Non possono riprodurre la “loro” verità I diversi piani di senso 1 Il passato: quanto in effetti è accaduto È reso incerto 2 Le interpretazioni che ne danno i personaggi al presente Irriducibili ad un’unica verità 3 Equivalente scenico tentato dal Capocomico Risultato: messa in scena di situazioni diverse da come le hanno “vissute” i personaggi 4 Rapporto fra i personaggi e un autore assente Non vuole svolgere la funzione di mediatore ideologico I personaggi sono diventati autonomi da lui