LUIGI PIRANDELLO Poeta considerato decadente e non, secondo la concezione di Decadentismo a cui si fa riferimento (crisi delle certezze, di una verità oggettiva, sfiducia nella ragione). IDEA DI FONDO: Pirandello esprime bene la crisi della realtà e quel relativismo della visione del mondo tipico di quest’epoca. RELATIVISMO = Si parte dall’idea che la ragione e la scienza non possono spiegare tutto; non esiste il concetto di verità assoluta, ma tutto è relativo (“io sono tante maschere quante vogliono gli altri e se me le tolgo scopro che non sono nessuno”) → ESISTONO TANTE REALTA’ QUANTE UNO VUOLE FARCI CREDERE. 1. MOLTEPLICITA’ DEL REALE (VITALISMO) La visione della realtà per Pascoli è soggettiva, non è unica, ma molteplice, ha varie forme; il reale varia continuamente e quindi l’uomo si deve adattare alle realtà diverse. a) La realtà è molteplice e in continua trasformazione (VITALISMO). b) L’uomo per vivere deve adattarsi alle tante realtà che gli si presentano (l’uomo cambia a seconda del contesto, si da una maschera che la realtà lo costringe a indossare). c) A seconda del contesto l’uomo si da una FORMA indossa una MASCHERA che la realtà gli impone (le forme o maschere sono false quindi l’uomo non ha una sua identità). d) Le maschere sono costruzioni fittizie, sotto non c’è NESSUNO (negazione dell’individualità). e) La frantumazione dell’io comporta lo smarrimento dell’uomo e la perdita delle certezze (la società è una trappola da cui non posso uscire perché altrimenti scopro che sono una maschera). f) La società è una trappola che m’impone una forma entro cui vivere. Trappole famiglia. situaz. economica. g) Da tutto questo si può uscire in due modi: Costruisco un mondo fittizio che mi prometta di evadere la realtà: mi porta all’esasperazione (SOGNO o FOLLIA). Il modo più autentico è la FILOSOFIA DEL LONTANO: chi ha la capacità di staccarsi, di guardare la vita dal di fuori con una disperata lucidità (guardare le proprie maschere). 2. RELATIVISMO COGNITIVO La conoscenza del reale è relativa, non è assoluta, ma varia a seconda del soggetto e/o dal punto di vista. a) Si oppone al concetto di determinismo, ad una conoscenza certa del reale (non ho una verità assoluta, ma una verità espressa dal soggetto). b) Non esiste una verità oggettiva, ma anche il concetto di verità è relativo (dipende dal soggetto). c) Incomunicabilità fra individui. d) Crisi della realtà e della conoscenza; va oltre il Decadentismo: il reale manca di coerenza, di senso, è ASSURDO. 3. LA POETICA DELL’ UMORISMO a) L’umorismo è in Pirandello il SENTIMENTO DEL CONTRARIO. b) Tutti i testi sono di per sé sia seri che comici. c) Pirandello descrive la realtà con ironia amara di chi ha colto l’assurdità del reale (comico + sentimento del contrario = sorriso amaro). LE NOVELLE: Pirandello ingloba tutte le sue novelle in: “NOVELLE PER UN ANNO” in 14 volumi da lui pubblicati. La novella è un racconto breve con un ritmo incalzante che doveva insegnare qualcosa e alla fine stupire il lettore con un finale a sorpresa. In Pirandello le novelle sono poste in ordine casuale per rispecchiare la sua visione del mondo dove tutto è puramente casuale. NOVELLE SICILIANE rappresentano l’ambiente popolare siciliano (contadini, minatori, lavoratori…) → richiamo alle novelle di Verga per il tema (descrive crudelmente la realtà) es. “Ciarla scopre la luna”. A raccontare questa storia è un NARRATORE ESTERNO ONNISCENTE cioè il narratore racconta, commenta, descrive ma non in modo realistico. NOVELLE ROMANE hanno come personaggi e ambiente quello della media borghesia romana. Qui Pascoli tende a sottolineare come la società intrappoli l’uomo in una forma (in un lavoro monotono, ripetitivo, in un’esistenza che non lascia spazio alla fantasia e portare tutto ciò all’esasperazione per suscitarne umorismo). I ROMANZI: Pubblicato sulla “Tribuna” nel 1901: L’ESCLUSA. Suscitò scalpore e costituì una novità fondamentale. Richiama i romanzi di Verga: parte dall’analisi delle classi povere. Qui Pirandello demolisce l’idea di DETERMINISMO (concezione secondo cui il reale è spiegabile attraverso leggi fisse; idea secondo cui tutto ha una causa conoscibile e spiegabile per arrivare alla realtà) per affermare quella di RELATIVISMO (la realtà non è interamente conoscibile e spiegabile, ma diventa ipotesi, cambia a seconda dell’individuo (= soggettivismo)). AMBIENTAZIONE: donna cacciata dal marito perché accusata d’adulterio; esistono le lettere e i testimoni. In realtà la donna non ha fatto niente. Il marito viene a sapere che è innocente, la richiama in casa, ma nel frattempo la donna aveva veramente commesso l’adulterio: cosa che il marito non scoprirà. IDEA DI FATALITA’: qui è ancora in un momento in cui deve smantellare l’idea di determinismo che verrà poi abbandonata. Narratore esterno; focalizzazione interna (della donna); discorso indiretto libero → VERISTA PER SMANTELLARE IL DETERMINISMO; accenno all’umorismo → sentimento del contrario: comico + tragico. Pubblicato su un giornale dal 1904: IL FU MATTIA PASCAL. Presenta nei temi e nella struttura degli elementi innovativi: sperimentazione linguistica e strumentale. Il punto di partenza è il relativismo e l’idea della trappola: anche Mattia Pascal è intrappolato in una famiglia che soffoca le sue aspirazioni (moglie e suocera) e in una difficoltà economica. Mattia Pascal non ha capito il gioco: si crea un’altra identità creandosi così nuove trappole → scopre la falsità dell’identità di Adriano Meis, ma non capisce la falsità di Mattia Pascal. FILOSOFIA DEL LONTANO → Mattia Pascal non ci arriva, non capisce l’assurdità del reale, della vera identità (è colui che guarda l’assurdità del reale dal di fuori → l’unica via d’uscita è la FOLLIA). Pirandello ha smantellato due generi: il romanzo e il dramma teatrale. IL ROMANZO: Il fu Mattia Pascal mantiene un intreccio; gestisce il tempo del racconto (ritorno al passato per poi ritornare al presente); narratore è interno (protagonista) che ci racconta i fatti dal suo punto di vista (focalizzazione interna). QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE [1925] È come un diario del protagonista (narratore e focalizzazione interna); si dissolve l’elemento temporale. Serafino Gubbio è un operatore cinematografico; è simbolo dell’eroe estraniato dalla vita che dal di fuori guarda la realtà e la riprende cogliendone la casualità, l’assurdità che determina gli eventi. La vicenda narrata è vista solo attraverso la macchina da presa: c’interessa di guardare la storia sapendo che è finzione; passa in secondo piano la storia raccontata. CRITICA ALLA MODERNITA’: quella di Serafino Gubbio è la metafora di chi ha capito il gioco e dell’uomo messo in secondo piano dalla macchina bloccando la sua creatività e rendendolo “schiavo” della macchina. Colpevolizza l’industrializzazione per aver portato all’alienazione dell’uomo → conseguenza di una realtà alienata. UNO-NESSUNO-CENTOMILA Colui che davvero capisce il gioco: Mostarda il quale capisce che la realtà è diversa a seconda delle persone che la guardano e quindi è centomila persone; vuole essere uno perché vuole che tutti lo vedano allo stesso modo e infine decide di essere nessuno e si ritira in una casa di cura. Non c’è intreccio, tempo del racconto e ordine logico dei fatti.