REGOLAMENTAZIONE DEL SISTEMA FINANZIARIO

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REGOLAMENTAZIONE
DEL SISTEMA
FINANZIARIO
Economia degli Intermediari
Finanziari
MOTIVAZIONI DELLA REGOLAMENTAZIONE
Il fatto che il settore finanziario è, rispetto ad altri settori,
fortemente regolamentato si spiega per alcune fondamentali
motivazioni:
CENTRALITA’ DEL SISTEMA FINANZIARIO NELLE
ECONOMIE MODERNE
Il sistema finanziario viene in contatto con tutti gli operatori
economici la cui ricchezza finanziaria determina le decisioni di
spesa e di investimento del sistema stesso.
RISCHIO SISTEMICO O EFFETTO DOMINO
La crisi di un intermediario finanziario può essere
velocemente trasmessa agli altri intermediari e causare una
crisi del sistema nel suo complesso, con conseguente perdita
della ricchezza finanziaria, crollo dei consumi e recessione
economica.
OBIETTIVI DELLA REGOLAMENTAZIONE
Obiettivo della regolamentazione è garantire
STABILITA’, EFFICIENZA, TRASPARENZA del sistema
finanziario nel suo complesso (livello macro) e del
singolo intermediario (livello micro)
STABILITA’
LIVELLO MACRO
sistema finanziario in grado di
prevenire e/o limitare il rischio
sistemico.
LIVELLO MICRO
sulla
limitazioni
equilibrata gestione dell’intermediario
finanziario con conseguenti controlli
liquidità e solvibilità, nonché
all’assunzione di rischi.
Segue:
EFFICIENZA
LIVELLO
MACRO
efficienza allocativa in base alla quale il
sistema
deve essere in grado di dirottare le risorse verso progetti
imprenditoriali più redditizi, a parità di rischi.
LIVELLO
MICRO
efficienza tecnica del singolo intermediario che produce
la quantità in corrispondenza della quale è minimizzato il
costo unitario.
Segue:
TRASPARENZA
LIVELLO MACRO
efficienza informativa in relazione alla
quale il sistema dei prezzi ha valenza
segnaletica.
LIVELLO MICRO
obbligo informativo del singolo
intermediario nei confronti del cliente.
più, obbligo di diffusione al pubblico di
dati contabili ed extracontabili in modo
che le unità in surplus possano
consapevolmente scegliere il prodotto
finanziario e l’intermediario.
In
STRUMENTI DELLA REGOLAMENTAZIONE
STRUMENTI
DESCRIZIONE
Strutturali
1.
Incidono sulla struttura del sistema
finanziario
2.
Prudenziali
1.
Mirano a limitare i rischi
2.
Protettivi
1.
2.
Condizioni per l’esercizio dell’attività;
Vincoli alle attività che l’intermediario può
svolgere.
Stabilità
Patrimonio di vigilanza;
Coefficiente minimo obbligatorio Accordo di
Basilea 1988.
Stabilità
Efficienza
Organi preposti a dirimere conflitti cliente –
intermediario;
Crisi dell’intermediario e credito di ultima
istanza.
Stabilità
Informativi/ispettivi
1.
Obbligo dell’intermediario di fornire alle autorità
competenti informazioni sulla propria situazione
economica, patrimoniale e finanziaria.
Di trasparenza
1.
3.
Obbligo di informazioni alla clientela;
Prospetti informativi;
Osservanza dei doveri fiduciari.
1.
Misure antiriciclaggio
2.
Lotta evasione fiscale
e criminalità organizz.
OBIETTIVI
Stabilità
Efficienza
Trasparenza
Trasparenza
Trasparenza
AUTORITA’ E MODELLI DI VIGILANZA
E’ possibile individuare quattro modelli di vigilanza;
MODELLO ISTITUZIONALE
La vigilanza viene esercitata per segmenti di mercato: bancario,
mobiliare, assicurativo. Nei mercati finanziari evoluti, però, i tre
segmenti si integrano e lo schema istituzionale crea problemi di
arbitraggio regolamentare.
MODELLO FUNZIONALE
Le regole da applicare al singolo intermediario corrispondono alle
funzioni esercitate. Difficoltà di individuare gli organi di vigilanza.
MODELLO ACCENTRATO
Un’unica autorità di vigilanza ha competenza su tutte le istituzioni
finanziarie indipendentemente dall’attività svolta e dalle finalità
della regolamentazione. Possibili conflitti di interesse tra obiettivi
della regolamentazione.
MODELLO PER FINALITA’
La vigilanza viene esercitata per finalità da perseguire. Ciascuna
agenzia della Banca Centrale si occupa di un determinato
obiettivo della regolamentazione (microstabiltà, efficienza,
trasparenza). Della macrostabilità si occupa la Banca Centrale.
MODELLO DI VIGILANZA ADOTTATO IN IATALIA
SEGMENTO
ORGANI E COMPETENZA
MODELLO ADOTTATO
Bancario
Banca
d’Italia
ISTITUZIONALE
Mobiliare
Banca d’Italia
Consob
Antitrust
stabilità
trasparenza
PER FINALITA’
effic./concorr.
Isvap
stabilità
trasparenza
SEMI - ISTITUZIONALE
effic./concorr.
Assicurativo
Antitrust
Covip
Fondi
pensione
stabilità
trasparenza
effic./concorr.
Antitrust
stabilità
trasparenza
SEMI - ISTITUZIONALE
effic./concorr.
RIDEFINIZIONE MODELLO DI VIGILANZA – CASO CIRIO
Il sistema di vigilanza descritto è in corso di ridefinizione a
seguito di gravi episodi di insolvenza di società emittenti a
danno dei risparmiatori, verificatisi con le seguenti modalità:
Emissione di bond senza prospetto informativo e
conseguente alienazione alle banche investitori istituzionali;
I bond senza rating non possono essere offerti ai clienti, ma
possono essere esplicitamente richiesti. I bond Cirio sono
passati quasi totalmente dalle banche ai risparmiatori;
I risparmiatori acquirenti non hanno ricevuto informazioni
adeguate ai fini di una corretta valutazione del rischio;
La Consob non ha adeguatamente vigilato e garantito il
rispetto delle regole di trasparenza e correttezza.
POSSIBILI SOLUZIONI
Maggiori poteri alla Consob;
Obbligo per gli intermediari mobiliari di non vendere per un
anno bond acquistati senza rating.
MERCATO UNICO EUROPEO DEI SERVIZI FINANZIARI
I principi caratterizzanti il mercato unico sono:
LIBERTA’ DI ACCESSO
L’intermediario finanziario può:
1.
2.
Offrire, direttamente dalla sede di origine, prestazioni di servizi in
tutti i paesi della Comunità;
Creare succursali in tutti i paesi della Comunità.
MUTUO RICONOSCIMENTO
L’intermediario finanziario, autorizzato nel paese di origine
ad esplicare una certa attività finanziaria, si vede
riconosciuta tale autorizzazione in tutti i paesi dell’Unione.
HOME COUNTRY CONTROL
L’intermediario è sottoposto al controllo delle autorità del
paese di origine anche quando esplica l’attività finanziaria in
altri paesi dell’ Unione.
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