I disturbi specifici dell’apprendimento dr.ssa Fernanda Bernabei 1 IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO Il disturbo specifico si presenta in genere come una difficoltà specifica isolata, in contrasto con il livello scolastico globale, in un quadro di sviluppo intellettivo normale e in assenza di deficit sensoriali. 2 CRITERI PER LA DIAGNOSI DEI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE Quadro clinicamente significativo in base a: • • • • la gravità del disturbo in termini scolastici (-2 deviazione standard)); standard i precedenti disturbi dello sviluppo; sviluppo; i problemi associati (distraibilità, disturbi della condotta, iperattività)); iperattività la risposta all’intervento all’intervento;; Compromissione specifica non attribuibile solo a ritardo mentale o compromissioni minori del livello intellettivo generale 3 La compromissione deve riguardare lo sviluppo deve essere stata presente durante i primi anni di scolarizzazione e non acquisita più tardi Nessun fattore esterno che giustifichi il disturbo Il disturbo non è dovuto a difetti non corretti della vista e dell’udito 4 5 Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento si ha in presenza di: di: Adeguate possibilità di istruzione; Ambiente socioculturale sufficientemente idoneo; E in assenza di: deficit neurologici; deficit sensoriali; disturbi relazionali primari; deficit cognitivi. 6 L’aggettivo specifico si riferisce all’aspetto settoriale del funzionamento deficitario in un contesto globale indenne.. Diversi studi hanno rilevato una disfunzionalità nell’organizzazione dell’attività fra le varie aree cerebrali 7 I Disturbi Specifici di Apprendimento DISLESSIA EVOLUTIVA DISGRAFIA DISORTOGRAFIA DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DISCALCULIA 8 DISLESSIA EVOLUTIVA La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alle garanzie di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale. 9 E’ un disturbo di automatizzazione delle procedure di transcodifica dei segni scritti in corrispondenti fonologici; Comporta difficoltà a carico della correttezza e velocità di lettura 10 I processi automatizzati sono svolti stabilmente con un alto grado di velocità e accuratezza;; sono realizzati inconsciamente accuratezza e richiedono un minimo impegno attentivo attentivo.. I processi non automatizzati sono, invece, svolti lentamente in maniera non accurata e richiedono un grande impegno attentivo attentivo.. 11 La dislessia, quindi, è una disabilità specifica dell’apprendimento e da una prospettiva epidemiologica essa rappresenta almeno l’80% della popolazione con Disturbo dell’Apprendimento (D. A.) quindi costituisce il tipo più prevalente di D. A. 12 COMORBIDITA’ Molti soggetti con dislessia presentano deficit in comorbidità in altre aree cognitive e scolastiche come l’attenzione, la matematica e/o la scrittura. 13 Soggetti che recuperano (Diagnosticati con dislessia lieve); Soggetti compensati (Diagnosticati con dislessia di grado medio); Soggetti con disabilità (Diagnosticati con dislessia severa). 14 LA DISGRAFIA La disgrafia è un disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda le abilità esecutive della scrittura. Esso si concretizza in una prestazione scadente dal punto di vista della grafia di bambini con intelligenza normale, privi di danni neurologici o di handicap percettivo o motorio. 15 Compromette la forma del messaggio scritto, rendendo di difficile interpretazione ad un lettore i segni prodotti, quindi riguarda esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche. 16 La capacità di riproduzione grafica si realizza agevolmente solo quando è stato raggiunto un sufficiente grado di maturazione delle tre funzioni implicate: • • Percezione visiva; Rappresentazione; • Motricità fine. Il gesto grafico non potrà dunque essere correttamente eseguito quando si riscontrino deficit in una o più di queste funzioni e non vi sia tra queste una stretta integrazione. 17 Caratteristiche del disgrafico Posizione e prensione Orientamento nello spazio grafico Pressione sul foglio Direzione del gesto grafico Produzioni--Riproduzioni grafiche Produzioni Esecuzione di copie Dimensione dei grafemi Unione dei grafemi Ritmo grafico 18 LA DISORTOGRAFIA Quando un bambino o un adulto commettono errori eccessivi rispetto a quelli che ci si dovrebbe aspettare per età o cultura, e questi errori non sono imputabili a handicap, a condizioni di svantaggio culturale e sociale o a difficoltà emotive, allora è possibile ricorrere, per spiegarli, all’etichetta diagnostica di disortografia. 19 Tale difficoltà influenza il contenuto stesso del messaggio poiché si è in presenza di un deficit nell’attivazione di processi complessi che includono operazioni semantiche, sintattiche e fonologiche. 20 Nell’analisi della scrittura è necessario valutare le diverse componenti: Calligrafia, velocità di produzione. Ortografia, sintassi, rispetto delle regole di punteggiatura, scelta del lessico, organizzazione del contenuto. Ognuna di queste componenti contribuisce in maniera indipendente e al contempo in interazione reciproca, al processo di scrittura 21 Le prime due dipendono dall’efficienza prassica, fino--motoria e oculofino oculo-motoria L’ortografia dipende dall’efficienza dei meccanismi di trasformazione fonemafonema-grafema. La sintassi e la scelta del lessico derivano dallo sviluppo delle funzioni sintattiche e lessicali collegate al linguaggio verbale (in particolare quello espressivo) 22 Il rispetto delle regole di punteggiatura deriva dalla comprensione del rapporto tra le pause del linguaggio parlato e la loro rappresentazione grafica, altresì dalla conoscenza di alcune convenzioni (uso del punto, virgola, lettera maiuscola …) L’organizzazione del contenuto dipende sia dall’efficienza dei processi di ragionamento che dallo sviluppo delle diverse fasi del processo di produzione, ideazione, programmazione, trasformazione e revisione. 23 Analisi delle difficoltà ortografiche Disturbo discriminazione fonemica Disturbo memoria e analisi fonemica Disturbo associazione fonemifonemi-grafemi Disturbo fonologico di decodifica Disturbo lessico di parole Disturbo prassie della scrittura 24 LA COMPRENSIONE DEL TESTO SCRITTO COMPRENSIONE: processo che consente di arrivare al significato di quanto leggiamo (interpretazione (interpretazione del linguaggio linguaggio)) 25 LA COMPRENSIONE DEL TESTO RICHIEDE:: RICHIEDE • l’elaborazione dell’informazione visiva (testo scritto) a più livelli: percettivo, lessicale, sintattico, semantico • processi cognitivi in larga parte inconsapevoli e svolti in parallelo le informazioni provenienti dai diversi livelli di elaborazione collaborano contemporaneamente alla costruzione del significato 26 IL DISTURBO DI COMPRENSIONE DEL TESTO Per molto tempo si è pensato che il disturbo della comprensione del testo scritto fosse correlato a deficit cognitivo o del linguaggio. In realtà può accadere che un soggetto abbia buone competenze ma presenti comunque delle difficoltà a comprendere il significato di ciò che legge. 27 La difficoltà riguarderebbe la capacità di selezionare le informazioni significative, evidenziandole rispetto alle informazioni accessorie, presenti nel testo ma non rilevanti Tale difficoltà si spiegherebbe con un deficit a livello della memoria di lavoro, che comporterebbe il sovraffollamento di informazioni e quindi tale incapacità di selezione. 28 LA DISCALCULIA EVOLUTIVA La discalculia evolutiva è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici. Essa può presentarsi associata a dislessia, ma è possibile che ne sia dissociata 29 Bassa autostima e rischio psicopatologico Le frustrazioni conseguenti alle difficoltà di apprendimento possono ridurre il livello di autostima del bambino e aumentare il rischio di disturbi emotivi emotivi--psicologici psicologici:: ansia, enuresi, disturbi del comportamento, instabilità psicomotoria, depressione … 30 L’obiettivo dell’intervento riabilitativo non deve essere quello di guarire il bambino dalla sua disabilità, ma piuttosto quello di aiutare a ridurre gli effetti negativi intervenuti sull’acquisizione di abilità importanti come la lettura, la scrittura e il calcolo. 31 Fattori di rischio per l’insorgenza dei Disturbi d’Apprendimento Disturbo del linguaggio; Familiarità; Assenza di prerequisiti specifici per gli apprendimenti di base. 32 prerequisiti abilità di base che si sviluppano ben prima dell’età media nella quale si inizia la scuola primaria 33 L’individuazione di difficoltà in una o più aree di tali prerequisiti spesso, se non riconosciute e stimolate in maniera adeguata e tempestiva, sono predittive di difficoltà future. Diventa doveroso più che auspicabile l’intervento precoce nella scuola dell’infanzia e l’insegnante ha un ruolo prezioso e determinante 34 Indicatori di dislessia evolutiva in bambini di scuola dell’infanzia Indicatori verbali verbali:: Uso di parole sostitutive sostitutive;; Incapacità di ricordare le definizioni di oggetti noti; noti; Confusione di parole direzionali direzionali;; Difficoltà nell’imparare filastrocche e parole in rima rima;; Difficoltà nelle sequenze (di palline colorate, in seguito con i giorni della settimana o i numeri); numeri); Sviluppo del linguaggio in ritardo 35 Indicatori non verbali verbali:: Può aver camminato presto, ma non ha girato carponi (si trascinava sul sedere o si dimenava sulla pancia); pancia); Persistenti difficoltà nel vestirsi efficientemente e nel mettere le scarpe ai piedi giusti; giusti; Gli piace che gli si legga, ma non mostra interesse per letture o parole parole.. E’ spesso accusato di non ascoltare o di non fare attenzione attenzione;; Eccessivo inciampare, urtare cose e cadere; cadere; Difficoltà nell’afferrare, calciare o lanciare una palla con balzi e/o salti salti;; Difficoltà nel battere le mani a tempo su un semplice ritmo. ritmo. 36 Disturbo del linguaggio Presenza di un lessico inferiore alle 50 parole all’età di 2 anni; Assenza di linguaggio combinatorio all’età di 3 anni; Difficoltà nell’elaborazione uditiva dei messaggi. messaggi. 37