494 Recenti Prog Med 2016; 107: 494-496 La forma della memoria GIUSEPPE R. GRISTINA1 Medico anestesista-rianimatore. 1 Pervenuto il 18 agosto 2016. Evento. Alle ore 10:25 del 2 agosto di 36 anni fa alla stazione di Bologna, fu fatta esplodere una bomba che causò la morte di 80 persone e il ferimento di oltre 200. Furono riconosciuti come autori materiali dell’attentato Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Andrea Ciavardini, tutti appartenenti alla formazione di destra Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Per depistaggio vennero condannati Licio Gelli e gli agenti segreti Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza. I mandanti non sono mai stati individuati1. Memoria. La funzione psichica di riprodurre nella mente stati di coscienza riferibili al passato, di poterli riconoscere come tali e di localizzarli nello spazio e nel tempo2. L’organizzazione della memoria risulta dall’attività di sistemi neuronali integrati tra loro, localizzati in differenti regioni dell’encefalo, la cui attività è centra- le nella cognizione che ogni essere umano ha di sé stesso (figura 1)3. La memoria favorisce la neoformazione di sinapsi e induce un aumento sia del numero sia dell’attività di alcuni recettori, sensibilizzandoli ai neurotrasmettitori. Il consolidamento della memoria che ne deriva modifica a sua volta l’espressione genica per la sintesi di nuove proteine che rafforzeranno l’attività sinaptica codificando la memoria in modo ancora più duraturo (memoria a lungo termine). Gli eventi che accadono dopo la memorizzazione di un’informazione possono contribuire al suo consolidamento o inibire questo processo creando un’interferenza retroattiva4. La qualità della conservazione di un ricordo dipende dal livello di integrazione del ricordo con l’insieme delle conoscenze preesistenti. Tra i fattori che facilitano il ricordo vi sono l’attenzione dedicata all’evento che lo ha generato, la forza della motivazione e dell’intenzione di memorizzarlo5 e la componente emozionale legata all’evento6. Memoria Memoria a breve termine Memoria sensoriale Memoria di lavoro Memoria a lungo termine Memoria dichiarativa (esplicita) Memoria episodica Eventi personali Memoria semantica conoscenze generali Memoria non dichiarativa (implicita) Memoria procedurale Apprendimento associativo Apprendimento non associativo Abilità motorie Facilitazione condizionamento Sensibilizzazione assuefazione Figura 1. La memoria si distingue in memoria dichiarativa o esplicita – ciò che ricordiamo in modo cosciente e descriviamo verbalmente (ippocampo, lobo temporale e amigdala per i ricordi con forte carica emotiva) – che può diversificarsi a sua volta in memoria episodica (esperienze sensoriali) e semantica (significato delle parole e degli oggetti, eventi di rilevanza pubblica o personale), e memoria implicita o non dichiarativa – le attività ripetitive che svolgiamo automaticamente – la cui forma più nota è la memoria procedurale (cervelletto). G.R. Gristina: La forma della memoria I ricordi richiamati di rado tendono a decadere nel tempo. Dimenticare implica processi attivi. Nuovi ricordi possono interferire con i vecchi per sopprimere emozioni negative. La cancellazione selettiva di parti di memoria è importante per un efficace funzionamento mentale. Quando un ricordo è richiamato diventa instabile finché non viene riconsolidato. Durante questa finestra, un contenuto mnesico negativo potrebbe essere riscritto in versione “non negativa” (estinzione) o eliminato tramite farmaci che bloccano il consolidamento7,8. Spirale logaritimica. La spirale logaritmica può essere distinta dalla spirale archimedea per il fatto che le distanze fra i bracci nella prima aumentano con una progressione geometrica, mentre nella seconda sono costanti (figura 2). Ogni linea retta passante per l’origine interseca la spirale logaritmica con lo stesso angolo α (figura 3). L’angolo β di inclinazione della spirale è l’angolo costante che la spirale forma con i cerchi centrati all’origine. Una spirale logaritmica con angolo β=90° è una semiretta che parte dall’origine; una spirale logaritmica con angolo β=0° è una circonferenza (figura 4)9. Mentre scrivo sono le 23:58 del 2 agosto 2016. Tra due minuti la data di oggi tornerà a essere un ricordo fino a quando, tra 365 giorni, la rivoluzione terrestre non ce la riproporrà. Sono le cosiddette “ricorrenze”. Gli eventi che caratterizzano la storia degli uomini sono dunque trasformati in ricordi, che possono a loro volta avere differenti evoluzioni. Essi possono ritornare ciclicamente inalterati con il loro carico emozionale o essere rielaborati razionalmente in forma di pensiero organizzato, oppure affievolirsi fino a scomparire. Ciascun tipo di evoluzione che la traccia mnesica potrà avere sarà a sua volta il frutto dell’interazione tra le caratteristiche dell’evento che ha generato il ricordo, il profilo emozionale, intellettuale e culturale del soggetto (del popolo se l’evento riguarda un’intera nazione), le peculiarità degli eventi successivi che contribuiranno a costruire la storia del soggetto stes- 5 4 3 2 1 5 4 3 2 1 Figura 2. Spirale di Archimede e spirale logaritmica. so (o del popolo) dopo che avrà integrato la memoria come vissuto, e su di essa avrà plasmato la consapevolezza di sé e organizzato il proprio futuro. Se volessimo rappresentare queste diverse evoluzioni della memoria con forme geometriche potremmo dire che il ciclico, inalterato ritorno del ricordo, con il suo carico emozionale, è assimilabile a una circonferenza; l’elaborazione intellettuale della memoria come consapevolezza di sé in una visione allo stesso tempo retrospettiva e prospettica può rappresentarsi come una semiretta di cui l’evento è l’origine, mentre l’affievolirsi del ricordo, fino alla sua scomparsa, può essere raffigurato come una spirale logaritmica involuta (che si avvolge su sé stessa), in cui la riduzione del raggio di curvatura si sviluppa secondo una regressione geometrica. In quest’ultimo caso l’evento viene ricordato, ma ogni volta con una intensità inferiore fino a ridursi a un piccolissimo punto, tendente asintoticamente all’annullamento. Gli psicologi e i neurofisiologi sostengono che la riduzione della forza di impatto mnemonico, in termini sia di intensità delle emozioni suscitate sia di potenza delle riflessioni indotte a ogni ricorrenza dell’evento (lo stesso punto scelto su una semiretta avente origine nel centro della spirale logaritmica e passante per ogni suo braccio), aiuta a dimenticare le tracce mnesiche di esperienze negative e, in ultima analisi, a sopravvivere3. a a b Figura 3. Angolo α della spirale logaritmica b b Figura 4. Angolo β della spirale logaritmica 495 496 Recenti Progressi in Medicina, 107 (9), settembre 2016 Primo Levi ammonisce però che in alcuni tragici casi della storia degli uomini questa ciclicità degli eventi di forma spirale è pericolosa proprio per la tendenza a esaurirsi che la memoria assume. Levi sostiene che se la memoria tende a scomparire, quando quella tragedia si ripresenterà – e si ripresenterà essendo le sue cause intrinseche alla natura umana – non avremo armi per affrontarla perché sarà come se si presentasse per la prima volta. «[…] Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo […]», egli dice, e poi: «meditate che questo è stato»10. Seguendo l’insegnamento di Levi, la forma ideale che la memoria – sia dei singoli che dei popoli – dovrebbe allora assumere è quella di una semiretta: elaborare la consapevolezza di sé tramite la memoria degli eventi per decidere responsabilmente del proprio futuro (angolo di inclinazione della spirale logaritmica =90°). La forma della memoria degli eventi che hanno fatto la storia postbellica d’Italia ha assunto, almeno inizialmente, questa forma, ma qualcosa l’ha poi rapidamente trasformata in quella di una circonferenza (angolo di inclinazione della spirale logaritmica =0°). Il raggio di curvatura in questo caso è stato sempre lo stesso, e a ogni ciclo di rivoluzione la memoria ha riproposto con esattezza le caratteristiche di quell’evento: come e perché è accaduto, il tempo impiegato a svolgersi, tutte le storie singole che in quel momento si conclusero o si avviarono, si avvicinarono fino a incontrarsi o si allontanarono per sempre, contribuendo collettivamente, con la loro tragicità, a generare la forza stessa della rivoluzione. Giudicando a posteriori, però, nel nostro Paese anche dare una forma circolare alla memoria non sembra sia stato durevole. Qualche altra cosa nella nostra storia ha quindi trasformato l’angolo di inclinazione della spirale logaritmica della memoria permettendogli di assumere tutti i valori compresi tra 0° e 90° ma impedendogli di assumere valori =0° o =90°. Ora sono le 0:25 del 3 agosto. La rivoluzione è di nuovo al suo inizio e ciò che è accaduto ieri (o che accadde in tutti gli “ieri” a cominciare da oggi e andando a ritroso al 2 agosto del 1980) dovrà attendere altri 365 giorni per riemergere. Maurizio Ferraris nel suo libro Emergenza11 afferma: «La verità, e la realtà a cui si riferisce, emerge per forza propria, e non viene costruita con le deboli facoltà degli esseri umani, come hanno immodestamente preteso tanti filosofi». Eugenio Borgna, per lo stesso editore e nella stessa collana12, asserisce poi, a proposito di responsabilità e Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Giuseppe R. Gristina E-mail: [email protected] speranza, che «conoscere sé stessi e gli altri è il modo più intenso di essere responsabili. Ma la vita è insieme proiezione di speranza: obbligandoci a valutare le conseguenze di parole, sguardi o silenzi che la fanno nascere o morire». In questo tempo, non più malsano di altri che pure hanno caratterizzato la storia degli umani e in particolare la nostra, il senso delle tre parole verità, responsabilità, speranza, che danno anche significato profondo alla politica, si è smarrito e non sembra che noi si sia in grado di ritrovarlo. A sua volta, una politica derubata della verità, della responsabilità, della speranza non sarà in grado di attribuire alla memoria la dimensione dinamica che serve a conservare, ma anche a ricreare e ricostruire, a custodire il passato e, allo stesso tempo, a garantire e far crescere il futuro. Così, come nel caso della spirale logaritmica involuta, dopo un’innumerevole serie di commemorazioni scompariremo. Se ciò accadrà sarà perché questa semplice verità emergerà per forza propria, a dispetto di ogni teoria interpretativa, di ogni filosofia, non essendo più noi in grado né di essere responsabili né di sperare13. Bibliografia 1. La strage di Bologna, Cinquantamila giorni, Corriere della Sera – http://bit.ly/2b1fPFS (ultimo accesso agosto 2016) 2. Enciclopedia Treccani online. http://bit.ly/2b83QCs (ultimo accesso 9 settembre 2016). 3. Sherman C. Memory. A primer. http://bit.ly/2bbV3l2 (ultimo accesso 9 settembre 2016). 4. Squire LR, Wixted JT. The cognitive neuroscience of human memory. Annu Rev Neurosci 2011; 34: 259-88. 5. Swanson SA. Memory and forgetting: piecing together the molecular puzzle of memory storage. The 2010 progress report on brain science. Dana Foundation website, January 2010. http://bit.ly/2b45Lbl (ultimo accesso 9 settembre 2016). 6. Squire LD. Memory and memory enhancement. Dana Foundation website, June 2012. http://bit.ly/2bxywNM (ultimo accesso 9 settembre 2016). 7. Schiller D, Monfils MH, Raio CM, Johnson DC, Ledoux JE, Phelps EA. Preventing the return of fear in humans using reconsolidation update mechanisms. Nature 2010; 463: 49-53. 8. Pitman RK. Will reconsolidation blockade offer a novel treatment for posttraumatic stress disorder? Front Behav Neurosci 2011; 5: 11. 9. Hemenway P. Divine Proportion: Φ Phi in Art, Nature, and Science. New York: Sterling Publishing, 2005; pp. 127-9. 10. Levi P. Se questo è un uomo. Torino: Einaudi, 1971. 11. Ferraris M. Emergenza. Torino: Einaudi, 2016. 12. Borgna E. Responsabilità e speranza. Torino: Einaudi, 2016. 13. Camilleri A. Alla ricerca dell’impegno perduto. Micromega-online, 6 novembre 2013. http://bit.ly/2aBkk42 (ultimo accesso 9 settembre 2016).