Martin Heidegger Nella celebre “Lettera sull`umanismo” del 1947

Martin Heidegger
Nella celebre “Lettera sull'umanismo” del 1947 Heidegger in polemica con Sartre nega la
propria appartenenza all'esistenzialismo.
→ rivoluzione interpretativa: da filosofo dell'esistenza a filosofo dell'essere.
In realta' egli permane parte integrante dell'esistenzialismo perche' in “Essere e Tempo”
troviamo:
1. una analitica esistenziale
2. protagonista non e' l'essere ma l'esistenza
3. nei temi trattati (angoscia, essere-gettati, la morte, il nulla) subisce gli influssi della
coeva atmosfera esistenzialista
Martin Heidegger (1889-1976)
Nasce a Messkirch nel Baden da una famiglia cattolica di umili condizioni. A Friburgo si
laurea in filosofia (dopo aver studiato anche teologia e matematica) e nel 1913 ottiene il
dottorato.
Nel 1919 abbandona la Chiesa Cattolica inconciliabile con le sue convinzioni
gnoseologiche.
Diviene assistente e amico di Husserl giunto a Friburgo. Dal 1923 al 1`928 insegna
all'Universita' di marburgo dove incongtra Bultmann. Negli intervalli dall'insegnamento si
rifugia in una baita della Foresta Nera dove scrive “Essere e Tempo” che sergna il suo
distacco dalla fenomenologia.
Dal Neokantismo all'ontologia
Nella tesi di dottorato “La dottrina del giudizio nello psicologismo” contrappone alla
mutevolezza degli stati psichici la validita' atemporale degli enunciati logici.
Nella tesi per la libera docenza “La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto”
conclude connettendo il mondo sovrastorico della logica con il mondo storico dello “spirito
vivente” sia con la necessita' di una fondazione filosofico-metafisica della logica,
allontanandosi dai neokantiani.
L'avvicinamento alla fenomenologia gli fornisce un metodo per quella ermeneutica della
vita che gli sta a cuore. Lo sbocco di questa confluenza del problema dell'essere con il
problema della storicita' della vita costituisce il nucleo di “Essere e Tempo”
Essere e tempo, 1927
L’analisi dell’esistenza umana (analitica esistenziale) è il presupposto per la delineazione di una nuova
ontologia
L’uomo è l’unico ente che si pone il problema dell’essere. Nel problema dell'essere abbiamo:
 un cercato, cioe' l'essere;
 un interrogato, cioe' l'uomo
 un ricercato, cioe' il senso dell'essere
L’esistenza è “il modo di essere” dell’uomo (cioè dell’Esser-ci)
L’Esser-ci ha la possibilità di rapportarsi all’essere, nonché di comprendere l’essere, cioe'
di rapportarsi all'essere
L’ Esser-ci si fa in base alle sue scelte e alla sue decisioni (non è un ente precostituito);
ex-sistere significa ”stare fuori” di se' nella dimensione della possibilita', del progetto.
L’Esser-ci come progetto gettato
L’esistenza: “modo di essere” dell’Esser-ci
La “semplice-presenza”: “modo di essere” delle cose, degli enti
L’Esser-ci è trascendenza
L’Esser-ci è progetto
L’Esser-ci è gettato in una situazione, in un “ci”
H.-G. Gadamer: orizzonte
Categorie ed esistenziali
Dimensione concreta dell’esistenza
ontica, esistentiva (la mia, la tua, la sua esistenza)
Dimensione filosofica dell’esistenza
ontologica, esistenziale
Categorie: caratteristiche più generali delle cose
Aristotele: sostanza e accidenti
Esistenziali: strutture di fondo dell’Esser-ci
Il metodo fenomenologico
La fenomenologia come metodo (Husserl)
ritornare alle cose stesse
lasciare che le cose si manifestino di per se stesse per come sono in loro stesse
sospensione del giudizio (epoché)
“far vedere da se stesso cio' che si manifesta, cosi' come si manifesta da se' stesso”.
La filosofia = ontologia universale e fenomenologica. Descrizione obiettiva e imparziale
delle strutture essenziali (invarianti) dell'esistenza stessa.
La verità del discorso fenomenologico
vero = non-nascosto (aletheia = verita' nel senso di svelamento)
L’Esser-ci nella sua quotidianità e medietà
L’essere-nel mondo
L’Esser-ci come “essere-nel-mondo”
coimplicanza di uomo e mondo (contro Cartesio)
L’uomo costituisce la realtà secondo un totalità di significati facenti capo a lui
stesso
L’uomo progetta la realtà come un insieme di strumenti utilizzabili
rapporto pratico e rapporto teoretico
le cose come utilizzabili, come strumenti d’azione
L'uomo e' nel mondo in modo tale da progettare il mondo stesso, subordinando le cose ai
suoi bisogni e ai suoi scopi (la casa per abitare, la stella per orientarsi, ecc.)
L'uomo e' nel mondo secondo la conoscenza, ma secondo la modalita' del commercio con
gli enti, ovvero della manipolazione degli enti. Ma il commercio non e' cieco, in quanto
esiste un modo di vedere che guida la manipolazione che H. chiama “visione ambientale
preveggente”.
L'uomo ha da sempre una “pre-comprensione” del mondo che egli eredita insieme al
linguaggio dalla societa' in cui vive.
Il mondo come significato e come senso. Stare per qualcos'altro e' la caratteristica del
segno. La significativita' costituisce la struttura del mondo.
Circolo ermeneutico = processo conoscitivo come articolazione di una precomprensione
originaria.
Il prendersi-cura delle cose
La visione ambientale preveggente
le cose (gli strumenti) si richiamano a vicenda in virtù di una serie (più o meno lunga e
complessa) di rimandi o rinvii
Il mondo come totalità di rimandi e significati facenti capo all’uomo
Il rapporto con le cose è un “prendersi-cura delle cose”
L’ essere-con-gli-altri
L’Esser-ci è “essere-con-gli-altri” (“con-essere”)
Due modi di “essere-con-gli-altri”:
l’aver cura degli altri come “essere-insieme”
sottrarre agli altri le loro cure (e preoccupazioni) = forma inautentica in quanto e' un
puro stare insieme
l’aver cura degli altri come “coesistere”
aiutare gli altri ad assumersi le loro cure (e preoccupazioni)
Comprensione del mondo e
situazione emotiva
Coimplicanza di comprensione del mondo e situazione emotiva
La situazione emotiva (struttura ontologico-esistenziale)
Lo stato d’animo (condizione ontico-esistentiva): modo di declinarsi della “situazione
emotiva”
La comprensione del mondo come progetto
La situazione emotiva come esperienza della gettatezza
Autenticità e inautenticità
L’uomo può comprendersi:
a partire da se stesso
esistenza autentica (eigentlich = proprio): vivere in base alle “proprie” scelte
a partire dal mondo (dagli altri uomini):
esistenza inautentica (un-eigentlich = non-proprio): vivere in base alle scelte altrui
esistenza anonima: vivere sotto il dominio del “si”, dell’opinione pubblica
esistenza deietta: priva di personalità e originalità
Chiacchiera, curiosità, equivoco
Chiacchiera
ciò che conta è che qualcosa venga detto, ripetuto, diffuso, così da risultare ovvio
le cose stanno in un certo modo solo perché così “si dice”
Curiosità
incapacità di soffermarsi a riflettere su qualcosa
Irrequieta e continua ricerca di distrazioni e di novità
Equivoco
tutto sembra genuinamente compreso, afferrato ed espresso, ma in realtà non lo è. Finisce per non
sapere a cosa si riferisce il “si dice”.
Inautenticità: descrizione o valutazione? nb. non ce' condanna in H., ma riconosce che l'esistenza
anonima fa parte della struttura esistenziale dell'uomo
La deiezione
= la caduta dell'uomo al livello delle cose del mondo. L'uomo nei suoi commerci
quotidiani con le cose, scende al livello dei fatti, diventa anch'esso un fatto. La “fattualita'”
dell'uomo e' il suo essere gettato nel mondo in mezzo agli altri esistenti. L'uomo si sente
abbandonato ad essere cio' che e' di fatto. La situazione emotiva si differenzia dalla
comprezione esistenziale: quest'ultima e' un continuio progettare, quella fa perno sul fatto
che l'uomo c'e' ed e' un esistente fra gli altri. Le situazioni emotive fondamentali sono la
paura e l'angoscia.
La cura (la preoccupazione)
La cura: struttura fondamentale dell’esistenza, che riassume in sé la totalità degli
esistenziali
L’uomo è cura
non è prefissato o predeterminato
è un poter-essere, che progetta le sue possibilità
si prende cura delle cose e ha cura degli altri
comprende e interpreta il mondo
è chiamato a scegliere tra deiezione e autenticità
è strutturalmente in rapporto con la sua possibilità estrema (la morte)
L'esistenza umana e' inautentica, anche il conoscere scientifico e il conoscere mondano, le leggi morali e le
teorie che ne cercano il fondamento appartengono all'esistenza quotidiana anonima.
L’essere-per-la-morte
L’Esser-ci è “essere-per-la-morte”
è già sempre in rapporto alla sua “fine” (quale sua possibilità estrema)
La morte non e' per l'h. Una conclusione, non e' un fatto, perche' non si avra' mai
esperienza di quel fatto, ma e' la possibilita' assolutamente propria dell'Esser-ci.
Possibilita' insormontabile e assolutamente certa.
L’angoscia della morte
possibilità che riguarda gli altri
possibilità che sopraggiungerà in un futuro non meglio precisato
La rimozione della morte nella deiezione
L’anticipazione della morte
L’anticipazione della morte
l’attimo: dalla deiezione all’autenticità
possibilità più propria
al momento della morte, nessuno può prendere il mio posto
possibilità più irrelata
al momento della morte, io resto irrimediabilmente solo
possibilità più insuperabile
è l’ultima possibilità
possibilità più certa: mors certa
possibilità più indeterminata: hora incerta
Assumendola come scelta anticipatrice, l'uomo ritrova il proprio essere autentico e
comprende se stesso.
Distingue la paura (la quale riguarda un oggetto determinato) dall'angoscia = situazione
capace di tenere aperta la costante e radicale minaccia che proviene dalla morte.
L'angoscia pone l'uomo davanti al nulla e la totalita' dell'esistenza diventa qualcosa di
labile, di accidentale, di sfuggente.
L'angoscia rivela il significato autentico dell'uomo nel mondo che consiste nel tenersi fermi
nell'interno del nulla.
L'esistenza quotidiana anonima e' una fuga di fronte alla morte.
La decisione anticipatrice progetta l'esistena autentica come un essere-per-la-morte =
accettare la possibilita' del proprio destino
La voce della coscienza
La voce della coscienza
non è la voce di Dio (come nella teologia cristiana)
non è il comando imperativo di una legge morale insita nella ragione e valida universalmente (come in
Kant)
non è il portato psichico dell’introiezione di norme sociali imposte con violenza all’individuo (come in
Nietzsche e Freud)
è la voce dell’Esser-ci che chiama lo stesso Esser-ci al suo più proprio se-stesso, cioè ad
affrancarsi dal dominio del “si” e a scegliersi autenticamente
L'uomo, essendo un progetto gettato, non risulta il fondamento del proprio fondamento. Da
cioa' la nulligta;' di base che lo costituisce.
Anche nel concreto l'Esserci incontra il nulla: ogni scelta implica l'esclusione cioe' il non,
(nicht, da cui deriva Nichtigkeit).
= Esserci attraversato dalla negativita'.
Tale nullita' non ha il carattere della privazione, della manchevolezza rispetto a un ideale
conclamato, ma coincide con quanto di negativo l'Esserci porta con se' nella sua
esistenza.
L'esistenza autentica e' quella che comprende chiaramente e realizza emotivamente
(tramite l'angoscia) la radicale nullita' dell'esistenza. In tal modo l'Esserci entra inm
possesso della prop[ria finitudine e si trova al cospetto della sua nudita' e del suo
destino.
La morte ha il compito di farci assumere la negativita' strutturale dell'esistenza attestata
dala voce della coscienza.
Equazioni fondamentali di Esser e Tempo
Cura = nulla
Esserci = nullo fondamento di una nullita'
Secondo H. ha cercato di procedere oltre tale negativita'
La temporalità dell’esistenza
Futuro (progetto)
l’uomo progetta il futuro (e quindi “è avanti-a-sé”)
Passato (gettatezza)
l’uomo si ritrova gettato in una situazione data (e quindi “è già-in”)
Presente (deiezione)
l’uomo è deietto e sperduto nel mondo (e quindi “è presso”)
L’Esser-ci è temporalità
il tempo quindi non si aggiunge all’esistenza, cioè all’essere dell’uomo, dall’esterno. La temporalita' e'
cio' che rende possibile l'Esserci nella totalita' strutturale delle sue determinazioni
La nullita' essenziale rende liberi di accettare l'esistena cosi come essa e'. L'esistenza e' coesistere con altri
e tra le cose del mondo, l'esistena autentica conferisce all'uomo la possibilita' di rimanere fedele al destino
della comunita' cui appartiene. Questa e' la storicita' autentica; l'assunzione della eredita'; del passato, sena
che cio' significhi una restaurazione semplicemente del passato. Tale rirpesa coincide con il destino ovvero
l'atto con cui l'uomo si tramanda in una possibilita' ereditata e tuttavia scelta.
La storicita' originaria e costituiva dell'Esserci fonda la possibilita' della storiografia e non la storiografia che
fonda la storicita'
Tempo rappresenta l'orizzonte di ogni comprensione e di ogni interpertazione dell'Essere, ma questa
costruzione viene interrotta.