Fisica Facoltà di Ingegneria, Architettura e delle Scienze Motorie Lezione 3 maggio 2013 Architettura (corso magistrale a ciclo unico quinquennale) Prof. Lanzalone Gaetano • … dalla precedente lezione La misura del calore -il calorimetro • • • Per la misura del calore si può usare un strumento come quello illustrato in figura È costituito da una certa quantità di liquido, per es. acqua, in un recipiente il tutto circondato da pareti adiabatiche, per evitare scambi di calore con l’esterno. Completano lo strumento Termometro Agitatore – Un agitatore per far si che la temperatura diventi uniforme nel più breve lasso di tempo – E un termometro che misura la temperatura del liquido. • • • è necessario conoscere la capacità termica Ctotale del liquido, recipiente, agitatore e termometro Si misura la temperatura iniziale, Ti, e finale Tf (dopo il trasferimento di calore ) Il calore scambiato sarà dato da: ( Q = C totale T f − Ti ) Esercizio: Calcolate il calore specifico di un metallo dai seguenti dati. Un contenitore fatto di questo metallo ha una massa di 3.6kg e contiene 14 litri di acqua. Un pezzo di metallo m=1.8Kg inizialmente alla temperatura di 180°C viene immerso nell’acqua. Il contenitore e l’acqua inizialmente hanno una temperatura di 16 °C e la temperatura finale di tutto il sistema è 18°C. J c = 412 kgK Esercizio: Calcolate il calore specifico di un metallo dai seguenti dati. Un contenitore fatto di questo metallo ha una massa di 3.6kg e contiene 14 litri di acqua. Un pezzo di metallo m=1.8Kg inizialmente alla temperatura di 180°C viene immerso nell’acqua. Il contenitore e l’acqua inizialmente hanno una temperatura di 16 °C e la temperatura finale di tutto il sistema è 18°C. Dalla tabella dei calori specifici ricaviamo che quello dell’acqua vale : cacqua=4190 J/ kgK Osserviamo che il calore ceduto dal pezzo di metallo è stato tutto acquisito dall’acqua e dal contenitore. Il calore ceduto dal pezzo di metallo vale c metallo Q = cmΔT Il calore acquisito dall’acqua e dal contenitore vale: Qa = cacquamacquaΔTacqua + cmcontenitoreΔTacqua cacquamacquaΔTacqua + cmcontenitoreΔTacqua = −mcΔTmetallo c=− cacqua macqua ΔTacqua mΔTmetallo + mcontenitore ΔTacqua 4190 ×14 × 2 117320 J =− = = 412 1.8 × (− 162) + 3.6 × 2 284.4 kgK Il serbatoio di calore o termostato Con questo nome indicheremo un sistema termodinamico che può assorbire o cedere quantità anche rilevanti di calore senza che la sua temperatura vari apprezzabilmente. Dalla definizione di capacità termica appare che un tale sistema deve avere una capacità termica molto elevata o equivalentemente una massa molto grande Nota: Serbatoi di calore naturali sono gli oceani e l’atmosfera Trasformazioni con scambio di calore Trasformazioni con trasferimento di calore ma senza aumento di temperatura Cambiamenti di fase Somministrando calore al sistema La temperatura non varia Varia invece la quantità di sostanza che ha cambiato fase, Q=LFΔm fusione Q=LvΔm evaporazione Esercizio: Un thermos isolato contiene 130 g di caffè caldo, alla temperatura di 80° C. Per raffreddare il caffè aggiungete all’interno del thermos un cubetto di ghiaccio di massa 12g tolto da una cella frigorifera alla temperatura di -10°C. Di quanti gradi si sarà raffreddato il caffè dopo che il ghiaccio si è fuso e si sarà raggiunta la condizione di equilibrio finale? Trattate il caffè come se fosse acqua pura e trascurate gli scambi termici con l’ambiente circostante. Dalla tabella dei calori specifici e da quello dei calori latenti ricaviamo: cacqua=4190 J/ kgK, cghiaccio=2220J/kgK, Lf=333kJ/kg Il ghiaccio subirà le seguenti trasformazioni – Riscaldamento da -10°C a 0°C Q1=mghiacciocghiaccio (Tf=0°C-Ticghiaccio)=266.4J – Fusione a 0°C Q2=mghiaccioLf=3996J – Riscaldamento da 0°C alla temperatura finale Q3=mghiacciocacqua (Tf-T0°) Il caffè, invece, subirà la seguente trasformazione – Raffreddamento da 80°C alla temperatura finale Q4=mcaffècacqua (Tf-Ticaffè) (<0) Q1 + Q2 + Q3 + Q4 = 0 Tf = mcaffècacquaTicaffè + mghiaccio cacquaT0°C − Q1 − Q2 mcaffècacqua + mghiaccio cacqua 130 ×10 −3 × 4190 × 80 − 0 − 266.4J − 3996J = = 66°C −3 −3 130 ×10 × 4190 +12 ×10 × 4190 Problemi per casa. 1) I polmoni di una persona adulta possono contenere 6,0 litri d’aria alla temperatura del corpo (t=37°C) e alla pressione atmosferica (P=1,013 10+5 Pa). Dato che l’aria contiene il 21% di ossigeno, trova il numero di molecole di ossigeno contenute nei polmoni. 2) L’aula che occupiamo misura una base di 8mx12m ed altezza 7m. Se la temperatura è di 22°C e la pressione è 1atm, determinare il numero di moli di gas che si trovano all’interno dell’aula. Quanti respiri può fare uno studente ? Se mediamente fa 10 respiri al minuto, per quanto tempo sopravvivrà ? 3) Supponi che la pressione di una palla da basket sia di 171 kPa, ad una temperatura di 20 °C, e che il suo diametro sia di 30,0 cm. 1. Quante moli di aria contiene una palla da basket gonfia? 2. Qual è la pressione dell’aria contenuta, espressa in atm ? NOTA: Una mole di una sostanza è quella che contiene 6.022 x 1023 particelle di quella sostanza. Le particelle possono essere – atomi, molecole, mele o anche persone. Se avessi il numero di Avogadro di popcorn, potresti sotterrare gli Stati Uniti sotto uno strato di 15Km di popcorn. Il numero 6,022 x 10+23 è detto numero di Avogadro: NA= 6.022 x 1023 Trasferimento del calore: -Coduzione -Convezione -Irraggiamento Trasferimento del calore:conduzione • Calore trasmesso (in regime stazionario) dalla struttura cristallina Q ΔT P= • Δt = kA L k coefficiente di conducibilità termica T1 A T2 L • Flusso trasmesso (in regime stazionario) dalla struttura cristallina Φ= • Q k = ΔT = HΔT AΔt L H conduttanza unitaria Esercizio: Una barra cilindrica di rame lunga 1.2 m e con sezione di area 4.8 cm2 è isolata per impedire perdite di calore attraverso la sua superficie laterale. Le estremità vengono mantenute ad una differenza di temperatura di 100°C ponendo una estremità in una miscela di acqua e ghiaccio e l’altra in acqua bollente e vapore Trovate quanto calore viene trasmesso nell’unità di tempo lungo la sbarra. Quanto ghiaccio si fonde nell’unità di tempo all’estremità fredda. • Dalla tabella delle conducibilità termiche e dei calori latenti ricaviamo • krame=401W/ mK, Lf=333kJ/kg P= Q ΔT W 100| C = kA = 401 4.8 10−2 m 2 = 16.0W Δt L mK 1.2m Q J 16.0 Δm L f 1 Q 16.0 −3 kg −3 kg s = = = = 10 = 0.048 × 10 J Δt Δt L f Δt 333 × 103 333 s s kg Trasferimento del calore:conduzione (2) • Flusso trasmesso (in regime stazionario) dalla struttura cristallina Q k = ΔT = HΔT AΔt L Φ= • H conduttanza unitaria • Nel caso di n lastre, la prima a temperatura T1 e l’ultima a temperatura T2, ed in condizioni di stazionarietà, si ha : Φ1 = Φ 2 = Φ3 = ... = Φ Φ = H (T1 − T2 ) dove H= H1 H 2 ...H n H1 + H 2 + ... + H n Trasferimento del calore:conduzione (3) • La quantità di calore trasmesso (in regime stazionario) nell’unità di tempo (che è la POTENZA) è detta anche CORRENTE TERMICA dQ dT ΔT = −kA → I = −kA dt dx Δx Da cui si ricava: ΔT = I Δx = IR dove R è la Resistenza Termica. tot kA I= Se gli elementi in serie sono N : R = R1 + R2 + R3 + ... + RN Se gli elementi in parallelo sono N : 1 1 1 1 1 = + + + ... + R R1 R2 R3 RN Problema per casa. Uno studente sta aiutando la sua famiglia a disporre un doppio strato di tegole bituminose sul tetto della baita di montagna di loro proprietà. Il tetto, avente dimensioni di 20 m * 6 m, è in tavole di pino spesse 2.0 cm, ricoperto in tegole bituminose. C'è uno spazio di 20 cm per inserire del termoisolante per tetti, e la famiglia si chiede quale differenza apporterebbe al bilancio energetico della casa l'installazione di 5.0 cm di materiale isolante. Sapendo che lo studente studia fisica applicata in Architettura, chiedono il suo parere. Qual è il parere dello studente ? (20°C Tinterna et 5°C Testerna) Requivalent e = R1, pino + R2,tegole + R3,isolante Requivalent e = R1, pino + R2,tegole + R3,isolante R pino Δx 2 ⋅10 −2 = = = 0.182m 2 K / W k 0.11 R2,tegole = 2(0.077m2 K / W ) = 0.154m2 K / W R3,isolante = 5(0.194m2 K / W ) = 0.970m2 K / W Senza: Rsenza = Rpino + Rtegole = 0.336m2 K / W Con isolante: Rsenza Rcon _ isolante Rcon _ isolante = Rpino + Rtegole + Risolante = 1.31m2 K / W I senza = A = 0.26 ΔT = I Δx = IRtot kA ΔT = 5355W Rsenza I con _ isolante = A ΔI = 3963W ΔT = 1392W Rsenza Circa 8kg di propano al giorno. Poiché 2euro/Kg à 480euro/mese di risparmio !!! Trasferimento del calore: convezione Movimento di massa dovuto a temperature differenti Di conseguenza riguarda liquidi e gas • Si viene a stabilire un moto, detto convettivo, attraverso il quale le parti di fluido più calde vengono continuamente sostituite da parti di fluido più fredde. • Le parti di fluido riscaldate dalla sorgente di calore allontanandosi da essa trasportano il calore verso la sorgente fredda e quindi trasportano il calore dalla sorgente più calda a quella più fredda. Trasferimento del calore: convezione (2) Naturale: dovuta a gradienti di temperatura tra le varie parti del fluido Forzata: dovuta a pompe, ventilatori, vento, … • Studio molto complesso. Dipende da numerosi fattori: forma e dimensioni delle superfici di scambio dei fluidi, caratteristiche fisiche del fluido, movimento del fluido, etc. • Per convezione naturale, si ha una forma analoga al caso precedente: Φ conv = H c ΔT • Pareti verticali Hc (conduttanza convettiva) è complessa ed è funzione del materiale, della geometria e della temperatura. T2 T1 d Trasferimento del calore: irraggiamento • • Non è necessario che ci sia materia tra la sorgente calda e quella fredda. Il trasferimento di calore avviene attraverso l’emissione e l’assorbimento di onde elettromagnetiche P = σεAT 4 Τ2 • • • • • σ vale 5.6x10-8 Wm-2 k-4 ed è la costante di StefanBoltzmann, ε è il potere emissivo della sorgente ed è un numero compreso tra 0 e 1 che dipende dalla natura della sorgente, A è l’area della superficie che emette la radiazione T la sua temperatura (in kelvin). Il potere emissivo ε assume il valore limite 1 nel caso in cui la superficie emittente è assimilabile ad un “corpo nero”. 4 amb Pass = σεAT Τ1 Esercizio: Un atleta è seduto svestito in uno spogliatoio i cui muri scuri si trovano ad una temperatura di 15°C. stimate la rapidità con cui il calore viene ceduto per irraggiamento , assumendo una temperatura della pelle di 34°C e potere emissivo del corpo pari a 0.70. Superficie del corpo non a contatto con la sedia 1.5m2. [σ=5.6 10-8 Wm-2 k-4 ] Ambiente R.120W Termografia di un edificio La foto termica ritrae una casa di recente costruzione 2008. L'edificio in questione è stato progettato per essere energicamente efficiente ed offrire agli inquilini non solo un ottimo comfort estivo ed invernale ma anche bassissimi costi di conduzione. nonostante la rigidissima temperatura esterna di -10°C dalla termografia l'edificio risulta ottimamente isolato e con solo piccole dispersioni provenienti da deboli ponti termici stutturali, anche la struttura a sbalzo dei balconi è stata isolata garantendo così l'eliminazione dell' effetto radiatore che hanno normalmente le parti in calcestruzzo esposte. La foto qui sopra riportata ritrae un edificio costruito nel 1930 la struttura interamente in muratura portante è costituita da muri a mattoni pieni posati a due teste per i piani rialzati e a tre teste per il seminterrato. L'edificio è completamente non isolato sono ben visibili le abbondanti dispersioni termiche dalle nicchie dei termosifoni, dagli impianti non isolati correttamente e dalle varie porzioni murarie. Riscaldamento di un sistema termodinamico Per portare un sistema termodinamico Τi – Nella figura è illustrato il caso di una certa quantità di gas contenuto in volume costante dalla temperatura Ti alla temperatura Tf, con Tf>Ti basterà far interagire il sistema termodinamico , il gas, attraverso una parete conduttrice, con un termostato a temperatura Tf e attendere un certo tempo perché il gas si porti nello stato di equilibrio finale. • Questa trasformazione non è reversibile, perché durante tutta la trasformazione non c’è equilibrio termico tra il sistema termodinamico, il gas, e l’ambiente esterno, il serbatoio di calore a temperatura Tf • Per realizzarla in maniera reversibile è necessario procurarsi un numero molto grande di serbatoi di calore con temperatura compresa tra Ti e Tf, in modo che la differenza di temperatura tra due serbatoi successivi sia molto bassa. Q Τf Riscaldamento reversibile di un sistema termodinamico Τi Τi • Τi Q Τi+dT • • • Partendo dalla temperatura Ti, si mette a contatto il serbatoio a temperatura Ti+dT, si aspetta che sia fluito il calore dQ=nCV dT così il gas si porta alla temperatura Ti+ dT Si mette in contatto il successivo termostato, si aspetta che il calore sia fluito dal serbatoio al gas che raggiunge la temperatura del secondo serbatoio E così via Il sistema si trova sempre in equilibrio o in stati molto prossimi ad uno stato di equilibrio Naturalmente si può ripercorre all’indietro. ……………. Il lavoro in termodinamica • • • • Il lavoro rappresenta uno dei modi con cui, durante una trasformazione il sistema e l’ambiente circostante si scambiano energia. In termodinamica viene considerato positivo L il lavoro fatto dal sistema sull’ambiente circostante Nel dare la definizione di lavoro fatto dal sistema dobbiamo far riferimento al lavoro fatto dall’ambiente sul sistema Il lavoro fatto dal sistema è l’opposto del lavoro fatto dall’ambiente sul sistema L=-Lest • Il motivo di questa scelta è semplice. – Quando il sistema subisce una trasformazione non reversibile (non si conoscono gli stati intermedi del sistema durante la trasformazione) non è possibile determinare le forze esercitate dal sistema sull’ambiente esterno e quindi il lavoro effettuato dal sistema – Viceversa è possibile determinare le forze esercitate dall’ambiente esterno sul sistema (quelle esercitate dal sistema risultano essere uguali in modulo ed opposte in segno). – In caso di trasformazioni reversibili converrà usare le coordinate termodinamiche del sistema Fe= PatmS + Mg (S superficie del pistone) Patm Δl M Fe Il lavoro in termodinamica Facendo riferimento alla figura, il lavoro esterno sarà dato da: Lest=-FeΔl – Fe= Pat mS + Mg il segno meno indica che forza e spostamento sono discordi. Il lavoro fatto dal sistema sarà allora L=-Lest= FeΔl La forza esercitata dall’ambiente esterno può essere derivata dalla esterna: Fe=PeS , (S superficie del pistone) Pat m pressione dove S è l’area del pistone. L= FeΔl= PeSΔl= PeΔV Si ottiene • • • • ΔV è la variazione di volume subita dal gas Se la trasformazione è reversibile, e quindi è quasi statica, la pressione esterna deve essere uguale a quella interna (equilibrio meccanico) Il lavoro diventa L= PΔV Se la trasformazione è reversibile allora possiamo suddividerla in tratti infinitesimi. Il lavoro in ciascun tratto sarà dato da: dL= PdV M Δl Fe Il lavoro in una trasformazione reversibile L W I = area sotto la trasformazione P • Per una trasformazione reversibile tra gli stati i ed f – Il lavoro infinitesimo dL=PdV (zona in verde) – Il lavoro complessivo: f i P f L = ∫ PdV i Corrisponde all’aria sotto la trasformazione – Nel caso di una espansione (Vf>Vi) il lavoro è positivo – Nel caso di una compressione (Vf<Vi) il lavoro è negativo – Percorrendo al contrario la trasformazione reversibile, P da f a i, il lavoro cambia di segno. • • Il lavoro dipende dalla trasformazione che connette lo stato iniziale e lo stato finale V V+dV V W I = area sotto la L trasformazione i f V Il lavoro dipende dalla trasformazione P i L = ∫ PdV = ∫ PdV + ∫ PdV = P ∫ dV = D P f 1 C i f i C f f C i = 0 isocora dV = 0 = Pf [V ]c = Pf (V f − Vi ) f Pf Vc =Vi f D L2 = ∫ PdV = ∫ PdV + i i f PdV ∫ D D = Pi ∫ dV = f Vi 1 2 3 = Pi [V ]i = Pi (V f − Vi ) D VD =V f L3 = Area sotto la trasformazione = L1 + Vf i =0 isocora dV = 0 • C iCf iDf if 1 (Pi − Pf )(V f − Vi ) 2 Il lavoro dL=PdV – Non è un differenziale esatto : à Non esiste una funzione delle coordinate tale che il lavoro può essere espresso come differenza dei valori assunti da questa funzione nello stato finale e in quello iniziale V Il lavoro adiabatico Se si effettua una trasformazione adiabatica : • In qualunque modo viene effettuata la trasformazione – più lentamente o più rapidamente, – per una parte del tempo azionando il mulinello, e per la restante il generatore – Invertendo i due processi M M Generatore senza perdite Mulinello • Il lavoro effettuato non dipende dalla particolare trasformazione ma solo dallo stato iniziale e da quello finale • • • Esiste una funzione dello stato del sistema, U , tale che: U i − U f = Ladiab • La funzione U(P,V) è detta energia Sistema termodinamico: – Acqua alla pressione atmosferica alla temperatura Ti Trasformazione: – Trasformazione adiabatica che porta il sistema sempre alla pressione atmosferica ma ad una temperatura più elevata, Tf. interna Esprime la conservazione dell’energia La funzione energia interna • L’osservazione fatta sul lavoro adiabatico ci dice che esiste una funzione di stato, l’energia interna: U(P,V) U(V,T) U(P,T) – Solo due coordinate sono sufficienti per individuare uno stato di equilibrio termodinamico • La variazione dell’energia interna non dipende dalla particolare trasformazione subita dal sistema termodinamico, reversibile, irreversibile, adiabatica, non adiabatica, senza scambi di lavoro ma solo dallo stato iniziale e dallo stato finale • • • Per una trasformazione infinitesima la variazione di energia interna sarà data da dU=-dLadiab dU è un differenziale esatto – Esiste la funzione U tale che la variazione dell’energia interna è data dalla differenza di valori assunti dalla funzione nel punto finale meno quello del punto iniziale Anche il lavoro adiabatico, dLadiab, è un differenziale esatto. Il IO principio della termodinamica E’ possibile realizzare la stessa trasformazione – l’innalzamento di temperatura di una certa quantità d’acqua alla pressione atmosferica senza compiere lavoro adiabatico, o addirittura senza compiere lavoro Per esempio, posso utilizzare un serbatoio di calore • La variazione di energia interna è la stessa che avevo prima – Lo stato iniziale e finale (delle due trasf.) coincidono – Non è stato compiuto alcun lavoro – Ma è stato trasferito del calore a causa delle differenze di temperatura tra il sistema e l’ambiente esterno • Per continuare a conservare l’energia : ΔU=Q • La variazione di energia interna è uguale al calore scambiato con l’ambiente esterno – I segni del calore sono opposti a quelli del lavoro • In generale se nella trasformazione viene – Eseguito lavoro – Scambiato calore ΔU=Q-L I principio della termodinamica Il IO principio della termodinamica ΔU=Q-L Esprime l’esistenza della funzione energia interna del sistema che è una funzione dello stato del sistema; • Esprime la conservazione dell’energia • Stabilisce che il calore è una forma di energia, – è l'energia scambiata tra il sistema e l'ambiente circostante a causa di una differenza di temperatura. – In altri termini è l'energia che transita attraverso i confini del sistema a causa di una differenza di temperatura tra il sistema e l'ambiente circostante. – Essendo il calore un’energia, nel Sistema Internazionale di Unità di Misura si misura in Joule. • Il primo principio si applica a tutte le trasformazioni, sia a quelle reversibili che a quelle irreversibili L’equivalente meccanico del calore • • • Abbiamo definito la caloria come la quantità di calore necessaria per innalzare la temperatura di un grammo di acqua da 14.5°C a 15.5°C alla pressione atmosferica. Lo stesso cambiamento di stato si ottiene anche effettuando solo del lavoro adiabatico Joule esegui una serie di esperimenti come quello mostrato in figura con cui determinò l’equivalente meccanico del calore, ossia la relazione tra la caloria e l’unità di misura del lavoro, J. 1 caloria = 4.1858 J M Mulinello Il calore dipende dalla trasformazione • ΔU=Q-L Il primo principio stabilisce che (che in parole può enunciarsi : la variazione di energia interna di un sistema, corrisponde alla differenza tra il calore scambiato dal sistema con l’ambiente e il lavoro effettuato/ricevuto dal sistema). ΔU non dipende dalla trasformazione • L dipende dalla trasformazione (dL non è un differenziale esatto, δL ) Anche Q dipende dalla trasformazione (dQ non è un differenziale esatto, δQ) Per una trasformazione infinitesima : dU= δQ – δL (che in parole può enunciarsi : la variazione infinitesima di energia interna di un sistema, corrisponde alla differenza tra la variazione infinitesima del calore scambiato dal sistema con l’ambiente e il lavoro infinitesimo effettuato/ricevuto dal sistema). • Esistono due eccezioni – Le trasformazioni a lavoro nullo (a volume costante) – Le trasformazioni a pressione costante per queste trasformazioni il calore è una funzione di stato, dipende solo dallo stato iniziale e da quello finale. Il calore nelle trasformazioni a volume costante • Il lavoro può essere valutato utilizzando i parametri dell’ambiente esterno sia per una trasformazione reversibile che per una non reversibile (irreversibile). L=Pe(Vf-Vi) ma se Vf=Vi (volume costante) • à L=0 (lavoro nullo) Allora ΔU=Q (per una trasformazione infinitesima dQ= dU) – il calore scambiato nella trasformazione a volume costante è uguale alla variazione di energia interna – Poiché l’energia interna è una funzione di stato, • Anche il calore in questo caso è una funzione di stato Conseguenza importante: – Il calore scambiato in una trasformazione a volume costante (lavoro nullo) dipende solo dallo stato iniziale e da quello finale e non dipende dalla particolare trasformazione – Il calore scambiato sulla trasformazione irreversibile è uguale a quello scambiato sulla trasformazione reversibile. Il calore nelle trasformazioni a pressione costante Anche in questo caso il lavoro può essere valutato utilizzando i parametri dell’ambiente esterno sia per una trasformazione reversibile che per una irreversibile. L=Pe(Vf-Vi)= PfVf-PiV i • Essendo Pf=Pi=Pe • Per il I principio della termodinamica ΔU=Q-L Q= ΔU+L= ΔU+ PfVf-PiVi=Uf-Ui + PfVf-PiVi=(Uf + PfVf)-(Ui + PiVi) • La grandezza H= U + PV è una funzione di stato (ENTALPIA) Q= ΔH Anche in questo caso il calore scambiato è una funzione di stato. È lo stesso sia per una trasformazione reversibile che per una irreversibile Per una trasformazione infinitesima dQ= dH Il gas perfetto I gas • Monoatomici (i gas nobili: He,Ne, Ar, Kr, Xe) • Biatomici (H2, O2, N2) • Poliatomici (C O2, H2O,…) Si comportano come gas perfetto in condizione di bassa densità Un gas perfetto è un gas che in ogni condizioni soddisfa l’equazione di stato di un gas perfetto PV=nRT Legge di Avogadro: volumi uguali di gas nelle stesse condizioni di pressione e temperatura contengono lo stesso numero di molecole. S.I. litri ⋅ atm joule cal R = 0.08205 = 8.314 = 1.986 mole ⋅ K mole ⋅ K mole ⋅ K Il gas perfetto Legge di Charles: V1=Vo(1+αt) à V/T=cost α coefficiente di dilatazione = 1/273.15 [T-1]per tutti i gas (in condizioni di gas perfetto) • • Legge di Gay-Lussac : P1=Po(1+αt) à P/T=cost α coefficiente di dilatazione = 1/273.15 [T-1]per tutti i gas (in condizioni di gas perfetto) • Legge di Boyle PV=cost a T=cost L’energia interna del gas perfetto Si consideri una Espansione libera La trasformazione è irreversibile [Infatti: Non c’è equilibrio meccanico et la pressione è diversa nei due contenitori] Vuoto Gas Pe fig. A • Per calcolare il lavoro dobbiamo usare i parametri dell’ambiente: L=PeΔV ΔV è la variazione del volume su cui agisce la pressione esterna (=0 contenitore con pareti rigide) • Temperat ura iniziale =Τ • Facendo avvenire l’espansione in un calorimetro – Se il gas si comporta come un gas perfetto à Ti=Tf • Il calore scambiato con il calorimetro è nullo (Q=Cap_terΔT) e quindi : ΔU=Q-L=0 • U(T,V1)=U(T,V2) U non dipende da V ma solo da T. Temperat ura finale =Τ Determinazione della variazione di energia interna del gas perfetto tra due stati qualsiasi • Supponiamo di voler calcolare la variazione di energia interna tra i due stati i ed f • P L’energia interna è una funzione di stato: possiamo usare una • qualsiasi trasformazione che connetta lo stato i con f Pf Scegliamo una trasformazione costituita da una isocora, tratto ic, e Pi da una isoterma, tratto cf. ΔUcf=0 perché l’energia interna del gas perfetto dipende solo dalla temperatura e la temperatura non varia tra • c ed f. ΔUic=Qic - Lic ( Lic =0, volume costante) Qic =nCVΔT= nCV(Tf-Ti) (numero di moli per il calore specifico molare a volume costante per la variazione di temperatura) ΔUif=nCV(Tf-Ti) i P Vf V c Pf Pi Τf Τi Vi ΔUif=ΔUic+ ΔUcf • f f i Vi Τf Τi Vf V La relazione di Mayer • Si dimostra che: CP = CV + R • • Gas monoatomici Gas biatomici 3 5 CV = R ⇒ CP = R 2 2 5 7 CV = R ⇒ CP = R 2 2 γ = CP C V + R 5 = = = 1.6 CV CV 3 CP C V + R 7 γ = = = = 1.4 CV CV 5 Esercizio: Una quantità di gas ideale monoatomico alla temperatura di 10.0°C e a una pressione di 100 kPa occupa un volume di 2.50 m3. Il gas viene riscaldato a volume costante fino a quando la pressione diventa 300 kPa . • Determinare il calore assorbito dal gas e la variazione di energia interna. P V T T+dT 3 J (849.4 − 283.15)K = 733.7kJ Q = nCV ΔT = 106.2mol × × 8.134 2 mol × K ΔU = 733.7kJ ! Esercizio: Una quantità di gas ideale monoatomico alla temperatura di 10.0°C e a una pressione di 100 kPa occupa un volume di 2.50 m3. Il gas viene riscaldato a volume costante fino a quando la pressione diventa 300 kPa . • Determinare il calore assorbito dal gas e la variazione di energia interna. L V =cost = 0 → Q = ΔU = nCV ΔT = nCV (T2 − T1 ) n=? P1V1 = nRT1 P2V2 = nRT2 oppure T2 = T1 n= T2 = ? 100 ×10 3 P1Vo = RT1 8.314 P P2 N × 2.50 m 3 2 m J (273.15 + 10.0)K mol × K P1 = 106.2mol N × 2.50 m 3 2 PV m T2 = 2 o = = 850K J nR 8.314 106.2mol mol × K 300 ×10 3 P2 300kPa = 284K = 850K P1 100kPa 3 J (849.4 − 283.15)K = 733.7kJ Q = nCV ΔT = 106.2mol × × 8.134 2 mol × K Vo V T T+dT ΔU = 733.7kJ Esercizio: Una quantità di gas ideale biatomico alla temperatura di 0.0°C e a una pressione di 100 kPa occupa un volume di .50 m3. Il gas viene riscaldato a pressione costante fino a quando il volume raddoppia. • Determinare il lavoro effettuato, la variazione di energia interna e il calore assorbito dal gas. PV = nRT L = P(V f − Vi ) = 100 ×103 Pa × (1.00 − .50) = 50kJ ΔU = nCV ΔT n=? P P Tf = ? N 3 × .50m 2 PVi m n= = = 22.0mol J RTi 8.314 (273.15)K mol × K 100 × 103 N 3 × 1.00m 2 PVf m Tf = = = 546.7K J nR 8.314 22.0mol mol × K Vi Vf 100 × 103 5 J (546.7 − 273.1)K = 122.4kJ ΔU = nCV ΔT = 22.0mol × × 8.134 2 mol × K Q = nCP ΔT = 22.0mol × 7 J × 8.134 (546.7 − 273.15)K = 171.4kJ 2 mol × K Τ Τ+dΤ Q = 171.4kJ V Esercizio: Calcolate il lavoro svolto da un agente esterno durante una compressione isoterma di una certa quantità di ossigeno da un volume di 22.4 L alla temperatura di 0.00°C e 1 bar di pressione a un volume di 16.8L. f dV nRT dL = PdV → L = ∫ PdV = ∫ dV = = nRT ∫ i i i V V Vf f = nRT [log V ]i = nRT (log V f − log Vi ) = nRT log Vi f f N 10 2 × 22.4 ×10 −3 m 3 PV m n= i i = = 0.99 mol RTi 8.314 J (273.15)K mol × K 5 n=? ΔU = 0 L = nRT log P Pf Isoterma Pi Τ Vf Q = L + ΔU → Q=L Vf J 16.8 273.15 K log = −639.17 J molK 22.4 Vi = 1mol × 8.314 Lest = − L = 639.17 J Vi V Le trasformazioni del gas perfetto: adiabatica reversibile Si dimostra che per l’adiabatica reversibile vale: PV γ = cost Oppure una equazione che deriva da questa utilizzando l’equazione di stato nRT γ γ −1 PV = V = cos t ⇒ TV = cos t V γ 1 1 TV γ −1 = cost 1 −1 γ γ nRT γ P V =P = cos t ⇒ TP = cos t P 1 TP γ −1 = cost Esercizio: Una certa massa di gas occupa un volume di 4.3 L a una pressione di 1.2 bar e una temperatura di 310 K. Essa viene compressa adiabaticamente fino a un volume di 0.76 L. Determinare la pressione finale e la temperatura finale supponendo che si tratti di un gas ideale per il quale γ=1.4. Pf = ? SOLUZIONE. L’ adiabatica reversibile vale Pf Vfγ = Pi Viγ PV = cost γ ⎛ Vi Pf = Pi ⎜ ⎜ V ⎝ f Tf Vfγ −1 Oppure: Tf = ? γ 1.4 ⎞ 4 . 3 ⎞ ⎟ = 1.2 ×10 5 ⎛⎜ ⎟ = 13.56bar ⎟ ⎝ 0.76 ⎠ ⎠ = Ti Viγ −1 ⎛ Vi ⎞ Tf = Ti ⎜ ⎟ ⎝ Vf ⎠ γ−1 0.4 ⎛ 4.3 ⎞ = 310K⎝ = 620K ⎠ 0.76 Esercizio: Un gas monoatomico ideale, a una temperatura iniziale T0 (in Kelvin) si espande da un volume V0 ad un volume 2V0 per mezzo di uno dei cinque processi indicati nel grafico delle temperature in funzione del volume mostrato in figura. – In quale processo l'espansione è • isoterma • isobara (pressione costante) • Adiabatica. Date una spiegazione alle vostre risposte. P0Vo = nRTo V0 = nRT0 P0 → P1 2Vo = nRT1 ⇓ nRT0 P T P1 2 = nRT1 → 2 1 = 1 P0 P0 T0 • Isoterma T1=T0 trasformazione AE 2 P1 = T1 = 1 → P = 1 P 1 0 P0 T0 2 • Isobara trasformazione AC • Adiabatica trasformazione AF γ −1 T1 (2Vo ) 2 P1 T1 = = 2 → T1 = 2T0 P0 T0 γ −1 = ToVo To To ⇒ T1 = γ −1 = 1.66−1 = 0.63To 2 2 Esercizio: Un gas ideale subisce una compressione adiabatica reversibile da P=1.0 bar, V=1.0 106 litri, T=0.0 °C a P= 1.0 105 bar, V=1.0 103 litri. • Si tratta di un gas monoatomico, biatomico o poliatomico? • Quante moli del gas sono presenti? • Qual è la temperatura finale? • Qual è l’energia cinetica traslazionale per ogni mole prima e dopo la compressione? Il gas è monoatomico PV Tf = f f nR 1010 Pa × 1m 3 ⇒ Tf = = 27349K J 8.31 44000mol molK