ARCHEOLOGIA SESSO E MORTE NELL’ANTICO EGITTO Com’è bello Far l’amore Da menfi in giù Recenti scoperte mostrano che nell’Antico Egitto esisteva una vera e propria «stagione degli amori». Le piene del Nilo nei mesi estivi favorivano l’erotismo per i richiami simbolici e religiosi alla fertilità. In più le acque che inondavano i campi costringevano tutti a lunghi periodi di ozio. E in assenza di televisione o altri svaghi ci si dedicata più facilmente ai piaceri della carne… Una pittura parietale in una tomba del XV secolo di Tebe, in Egitto, con le sue famose ballerine nude. In basso, una statuina egizia in terracotta dal soggetto inequivocabile... Q uali i mesi migliori per fare l’amore? Per gli antichi Egizi erano luglio e agosto, quelli della piena del Nilo. Lo suggerisce uno studio dell’Università della Florida Centrale, coordinato dalla professoressa Lana Williams, attraverso l’analisi di quasi mille tombe, perfettamente conservate, di individui della città di Kellis (nell’oasi di Dakhla, circa 700 km a sud del Cairo), tra le quali oltre un centinaio sono di bambini morti poco dopo la nascita (fra le 18 e 45 settimane di vita). Ma com’è possibile capire dalle sepolture anche STORIA IN RETE | 70 il mese di concepimento? Gli antichi Egizi orientavano le sepolture verso il sole nascente, direzione che cambia nei diversi periodi dell’anno. E’ grazie a questa tradizione che gli studiosi hanno potuto riscontrare, ad esempio, che fra marzo e aprile numerose erano le sepolture di donne incinte: esattamente otto o nove mesi dopo l’estate. Alta appare infatti la percentuale dei decessi durante le ultime settimane di gravidanza. La morte è una costante nella cultura dell’antico Egitto, fin dal mito fondante della religione ancestrale egizia: Iside, moglie di Osiride, era considerata colei che forniva cibo ai vivi e ai morti. Ma la sua vicenda è ben più intricata. Geb e Nut, la Terra e il Cielo, erano stati procreati da Shut (Aria) e Tefnet (Umidità) e a loro volta avevano generato le due coppie Iside/Osiride, Seth/Nefthi. Queste quattro coppie di divinità, insieme al Dio primigenio Atum, formano la grande Enneade (dal greco «ennea», nove) che trova il centro del suo culto a Eliopoli. Si tratta di coppie consanguinee considerate le più perfette. Ma non tutti i legami fraterni sono d’amore. Seth era assai invidioso di Osiride e cercò di ucciderlo costruendo una bara in cui rinchiuderlo in attesa della sua morte. In seguito Seth, per essere certo della fine del fratello, ne tagliò il corpo in diverse parti con un terribile gesto d’ira, tentando di sparpagliare le membra inerti affinché Iside non le ritrasse. Ma la Dea del focolare coniugale non solo riuscirà a recuperarle ma, unendosi al suo compagno, arriverà a procreare. Il potere novembre-dicembre 2013 di generare supera la morte: l’umanità deriva da quello che solo per noi è un incesto. Per gli Egizi la vita ultraterrena aveva una valenza fondamentale anche perché evocava un’esistenza rinnovata per mezzo della fertilità e quindi della sessualità. D’altro canto anche la necrofilia non veniva valutata negativamente: Iside riesce a concepire anche da Osiride che, oramai impossibilitato a tornare nel mondo dei viventi, diverrà ad un tempo Dio dei morti e del grano (e non può sfuggire, come vedremo più avanti, il parallelo fra l’evangelico chicco di frumento che per dar frutto deve prima morire). Proprio per suffragare il fondamentale valore della sessualità oltre la morte, gli Egizi depositavano nelle novembre-dicembre 2013 tombe statuine femminili a simboleggiare le concubine del defunto. Tuttavia per godere di una sana vita erotica ultraterrena, era necessario averla avuta anche in vita. Erodoto ci ha lasciato testimonianze relative alle varie pratiche di sepoltura che alludono all’incessante ciclo della riproduzione. Peraltro alcune fonti affermano che gli addetti all’imbalsamazione si servivano delle defunte più avvenenti per dare sfogo ai loro desideri sessuali; per questi motivi i familiari aspettavano alcuni giorni prima di consegnare loro i cadaveri. Si tratta, analogamente a quanto accade nei poemi omerici, di un «doppio umano» di ciò che avviene nel mondo divino: anche per Iside e Osiride il potere di generare, come abbiamo visto, trascendeva la morte. Gli egiziani tuttavia ci hanno lasciato poche immagini relative alla sessualità. Fa eccezione, come noto, il papiro risalente al XII secolo e ritrovato nei primi dell’Ottocento a Deirel-Medina e che è con- | 71 STORIA IN RETE CC 3.0 SA BY sinabeet di Veronica Arpaia