L’originale filosofia di Lucio Anneo Seneca è inquadrabile, almeno inizialmente, nell’orizzonte dell’antica Stoa, lo Stoicismo ellenistico. Da tale corrente filosofica tuttavia Seneca si allontana, incamminandosi in un diverso percorso con altre strutture concettuali che privilegiano l’etica rispetto alla logica e alla fisica, strutture legate sia al platonismo sia al pragmatismo romano. L’originalità del filosofo di Cordova risiede non solo nella sua libertà di agire nell’ambito pubblico della politica, bensì soprattutto nella libertà di indagare e di perlustrare in profondità l’animo umano, la coscienza e la volontà, fenomeno quest’ultimo tipicamente romano. La libertà di indagare e l’originalità della sua Weltanschauung sono da riconnettersi all’innegabile inquietudine esistenziale che lo pervade. La filosofia di Seneca è volta all’incessante e inesauribile ricerca del sé autentico e della libertà sapienziale che dovrebbero poter condurre all’autarcheia orientata alla matura humanitas. Questa ricerca della propria ed altrui interiorità costituisce un cammino arduo, pieno di insidie, di errori dovuti alla fragilità e vulnerabilità umane, infatti l’uomo ha bisogno di tutta la vita per divenire un buon viator. L’antropologia sottesa all’etica tiene in gran conto le incognita della vita, il mistero dell’essermortale: il precipuo senso dell’esistenza (esse) non può essere separato dall’imparare a coabitare con la morte. Ammonisce ed esorta Seneca che solo la filosofia è capace di risvegliare l’animo alla consapevolezza di sé e dei propri errori e, per accostarvisi, occorrono umiltà e perseveranza. Tra le virtù più celebrate sono da considerarsi la tranquillità interiore e l’a- more scambievole nel consorzio umano, questi nell’ambito del diritto e nell’esercizio della giurisdizione si tramutano in clementia considerata una sorta di “giustizia superiore”. Non possono non destare meraviglia anche oggi l’elevatezza morale raggiunta e l’altissimo valore etico degli insegnamenti e delle aperture concernenti l’eguaglianza di tutti gli uomini, anche con quelli che, per sorte, sono stati ridotti in schiavitù. Quale rapporto di orizzonti si può intravedere tra Seneca e Paolo di Tarso Apostolo, vissuti a Roma negli stessi anni? In ultimo, che cosa può ancora dire e insegnare Seneca oggi a noi abitatori del “villaggio-globale tardomoderno”? Il porre in “dialogo” Seneca con filosofi a noi contemporanei mette in luce che il questionare e il domandare etico e filosofico odierni hanno origini antiche. Introduzione 119 Indice pag. Introduzione. Homo legalis e homo justus di Bruno Romano Considerazioni introduttive Capitolo I La filosofia platonica e neostoica di Lucio Anneo Seneca: la saggezza e la sapienza del vivere e del prepararsi al morire. Il suicidio moralmente lecito Capitolo II Il concetto di b e n e secondo Paolo di Tarso. La Legge, la Sapienza, la Giustizia e la Fede Capitolo III Il concetto di bene secondo Lucio Anneo 120La filosofia di Lucio Anneo Seneca tra etica, diritto e politica Seneca. L’impervio cammino per accedere alla libertà sapienziale tra fragilità, vulnerabilità e passioni umane. Gli orizzonti della individualità e della vita associata pag. Capitolo IV L a Politica e il potere tra etica, diritto e giustizia: Lucio Anneo Seneca a confronto con Niccolò Machiavelli Capitolo V Altre riflessioni sulla filosofia di Seneca nell’ambito storico dell’oggi. Linee conclusive e ulteriori aperture Introduzione Finito di stampare nel mese di giugno 2012 nella Stampatre s.r.l. di Torino Via Bologna, 220 121 122La filosofia di Lucio Anneo Seneca tra etica, diritto e politica