LA DOTTRINA MORALE IN SENECA Le basi teoretiche della filosofia stoica e senecana Necessità di indagare il fondamento teoretico per comprendere la morale Anteporre il «il che cosa al come» Seneca come stoico non ortodosso Impegno politico Residenza a Roma ed in esilio, mai affiancato ad una struttura fisica come la scuola Rivendicazione di essere libero pensatore Il Fato come causalità necessaria, e l’eternità del Tutto Natura=tutto Gli eventi e i fatti del mondo reale, le vicende proprie, personali, e quelle della sfera pubblica, sociale, si costruiscono, vengono alla luce, mediante il movimento cardine dell’effetto che segue necessariamente ad una causa. Ideo, Lucili, tenenda nobis via est quam natura praescripsit, nec ab illa declinandum: illam sequentibus omnia facilia, expedita sunt, contra illam nitentibus non alia vita est quam contra aquam remigantibus. Vale. Ep.ad Lucilium 122,19 Ogni destino personale ha senso in quanto attore protagonista della causalità stessa, ed è incluso in quell’orizzonte di senso. Prope est a timente qui fatum segnis exspectat, sicut ille ultra modum deditus vino est qui amphoram exsiccat et faecem quoque exsorbet. Ep.ad Lucillium 58,32 Identità di Natura e Ragione. ciò che accade necessariamente all’interno dell’universo accade secondo una legge , e che questa legge è una Ragione in atto Si hoc est bonum, et intellegibile est. 'Dixisti' inquit 'aliquod bonum esse arboris, aliquod herbae;potest ergo aliquod esse et infantis. ' Verum bonum nec in arboribus necin mutis animalibus: hoc quod in illis bonum est precario bonum dicitur. 'Quod est? ' inquis. Hoc quod secundum cuiusque naturam est. Ep.ad Lucillium 124, 13 Che cos’è la saggezza, e chi è il saggio Bisogna partire da una definizione molto generale di uomo, e di essere umano, per poter poi spiegare cosa sia un uomo saggio e cosa sia la saggezza alla quale egli tende. L’uomo allo stato di natura è un animale come gli altri animali La differenza da questi ultimi è il fatto che l’uomo è dotato di ragione Sic aliud est sapientia, aliud sapere. Puto, concedes duo esse haec, id quod habetur et eum qui habet: habetur sapientia, habet qui sapit. Ep.ad Lucillium, 117,12 Le Epistulae morales ad Lucilium sono una raccolta di 124 lettere (suddivise in 20 libri) scritte da Seneca al termine della sua vita Le lettere di Seneca vogliono essere uno strumento di crescita morale. Seneca sostiene che lo scambio epistolare permette di istituire un colloquium con l'amico, fornendo un esempio di vita che è più efficace dell'insegnamento dottrinale Ci sono numerosi esempi di vita che hanno un profondo insegnamento. Oltre a esempi di comportamento positivi che ispirano una crescita interiore ne troviamo altri negativi. Nel libro 20 si racconta di chi dedito ad abbondanti banchetti, al vino e ai profumi invece che pranzare stia celebrando il proprio funerale Viene fornito inoltre un esempio di chi vive di notte invece che di giorno. Con questo esempio Seneca fa notare alcuni comportamenti che impoveriscono sia il corpo che lo spirito. Fra questi vi sono anche quelli che: Godono del vino puro e trovano piacere nell'ubriachezza a digiuno Indossano abiti da donna Cercano di apparire giovani quando ormai sono vecchi Non diventano uomini perché devono sottostare ad un altro uomo Hos tu existimas scire quemadmodum vivendum sit, qui nesciunt quando? 122, 3 Et hi mortem timent, in quam se vivi condiderunt? 122,3 Quis umquam oculos tenebrarum causa habuit? 122,4