Poliini e Cumuleni Corso di Materiali Nanostrutturati a Base Carbonio Francesco Boschi, STMI Anno Accademico 2010-2011 Indice Ibridizzazione sp Catene sp isolate • Fase gas • Matrici di gas inerti Carbini: stabilità Sintesi/stabilizzazione e caratterizzazione • Processi chimici • Supersonic Cluster Beam Deposition • Raman • NEXAFS • Impulsi laser al femtosecondo • XPS Proprietà • Trasporto elettrico • Effetti della torsione e delle terminazioni Applicazioni • Interruttori a base di grafene • Sintesi di fullereni Ibridizzazione sp Due possibilità: (a) poliini, alternanza legami tripli e doppi (b) cumuleni, catena di legami doppi Problema: i sistemi di carbonio sp sono instabili • reattività delle catene insature (es. O2); • tendenza a formare cross-links fra le catene, favorendo l’evoluzione verso la più stabile fase sp2. Catene sp isolate sono stati osservati solo in fase gassosa o in matrici di gas inerti a basse temperature. Catene sp isolate Osservazioni in fase gas (McCarthy) Studio di fasci supersonici con spettroscopia a microonde e CRDS (cavity ringdown absorption spectroscopy). Catene sp isolate Catene intrappolate in una matrice di Ar o Ne (Wakabayashi et al ) Vapori di atomi di carbonio vengono co-condensati con un eccesso del gas inerte su un substrato riflettente mantenuto a 3-6 K. Si forma una matrice solida che intrappola le specie di carbonio presenti. Dopo la preparazione la matrice viene riscaldata lentamente. Catene sp isolate (matrici di gas inerti) Meccanismo proposto per i flash: • sublimazione, le molecole di carbonio intrappolate (prevalentemente catene sp) si accumulano in superficie; • innesco della reazione esotermica, trasformazione delle catene in aggregati grafitici; • propagazione della reazione fra gli aggregati a contatto. Questi te passaggi generano un singolo flash, e si ripetono man mano che la matrice si assottiglia e si restringe. La trasformazione è realmente sp sp2 ? Equazione di Stephan-Boltzmann: ε = σ SBT 4 S ∆t Energia rilasciata: 0.2-0.4 eV/atomo VS Differenza in energia fra catene sp e grafite: 1.12-1.31 eV/atomo [calcolata dalle energie di formazione di legame di poliini (6.13 eV/atomo), cumuleni (6.32 eV/atomo) e grafite (7.44 eV/atomo)] In realtà il prodotto finale è un network amorfo di carbonio con un’energia di 0.8 eV/atomo più alta di quella della grafite. Carbini: stabilità Per quanto riguarda lo stato solido, negli anni è stata proposta una vera e propria forma allotropica del carbonio costituita da blocchi di catene sp: il carbino. Prima ipotesi Scoperta di carbone bianco (chaoite) nel cratere Ries, Baviera: • XRD di polveri fittata con cella esagonale, nessuna informazione sulla struttura cristallina; • Analisi Raman rivela contenuto di catene sp; Carbino come fase stabile del carbonio per temperature fra i 2600 K e i 4000 K, pressioni fino a 6 GPa. Critiche Smith e Buseck: diffraction pattern può essere dovuto a impurezze (strati di silicati); Blank et al: possibile struttura intermedia grafite/diamante; Rietmeijer: presenza di carboni C-(H-O-N) cristallini come residui metastabili di una pirolisi inibita cineticamente. Questo spiegherebbe anche i risultati Raman. Carbini: stabilità Vengono proposte strutture ad hoc di puro carbonio sulla base dei dati cristallografici. Studio della stabilità con simulazioni DFT e calcolando l’energia libera a differenti temperature e pressioni. Kasatockin Disposizione esagonale semplice di catene parallele. La stabilità dipende fortemente dalla distanza fra le catene: si ha solo nel caso in cui le interazioni fra le catene sono trascurabili (vapore). Kink model (Heimann et al) 7 forme possibili per i carbini (sia poliini che cumuleni) Introduzione dei kinks: spiegano perché le lunghezze di catena sperimentali non sono multipli dei legami (C–C≡C )né (C=C); la rottura del doppio o del triplo legame fornisce legami liberi, i quali impediscono alla struttura di collassare; Carbini: stabilità In realtà si nota che la distanza fra gli atomi che formano il kink e i loro primi vicini nella catena è la stessa rispetto alle catene vicine: cumuleni: graphite like; poliini: diamond like (lonsdaleite). Dalle simulazioni DFT: stabilità per un ampio range di pressioni, temperature e lunghezze di catena; parametri di cella minori di quelli sperimentali: probabilmente contengono impurezze organiche o ioni metallici. Carbini: stabilità Modello unificato (Kudryavtsev e Heimann) Due sottoreticoli esagonali di catene sp: le catene in un sottoreticolo e quelle dell’altro sono in piani diversi; i siti di uno dei due sottoreticoli possono essere interamente o parzialmente occupati: differenza di periodicità; i kinks delle catene rosse sono ibridizzati sp3 poliini; i kinks delle catene grigie sono ibridizzati sp2 cumuleni I parametri di cella rispecchiano i dati sperimentali solo in presenza di “supercelle” dovute all’occupazione parziale dei siti oppure di atomi esterni alla struttura. Carbini: stabilità Calcolo dell’energia libera F ( p, T ) = H ( p ) + hω ( p ) 1 dω − [ ( )] ( ) [ ( )] ln 1 exp g ω p h ω p d ω k T g ω p + − B ∫ 4π ∫ T 2 π k B Graphite-derived e Lonsdaelite-derived Carbini: stabilità Modello unificato Tutte le forme proposte per i carbini hanno un’energia libera maggiore di quella della grafite o del diamante per tutte le condizioni termodinamiche testate. Per esistere, queste strutture dovrebbero: formarsi in condizioni di non equilibrio e rimanere metastabili successivamente; contenere componenti aggiuntive che le stabilizzino (carbinoidi). Sintesi e stabilizzazione: processi chimici Specie metalliche e gruppi molecolari impediscono la formazione di cross-links e la decomposizione in ambiente reattivo. seconda metà del ‘900: derivati cappati con idrogeno, gruppi alchilici, gruppi arilici; studi recenti: terminazioni con iodio, elementi del gruppo 16, porfirina, gruppi dendrimerici, metalli, cianopoliini. Processi: reazioni di accoppiamento ossidativo, deidrogenazione di polimeri, policondensazione di alogenuri, carbonizzazione elettrochimica riduttiva, condensazione di catene cappate in fase gas. Carbonizzazione elettrochimica riduttiva Es: PTFE Sintesi e stabilizzazione: processi chimici Reazioni di accoppiamento ossidativo catalizzate da CuI/II Formazione di poliini estesi, ma difficoltà nel produrre e isolare quantità significative delle catene più lunghe. condizioni di accoppiamento di Hay Esempio: sintesi di poliini cappati con TIPS (Eisler et al.) 45% 70% 10% 10% TIPS (triisopropilsilile): - garantisce sia solubilità che stabilità - non altera in modo drammatico le caratteristiche elettroniche delle catene: comportamento simile a un sistema di puro carbonio sp. 1-3: sintetizzati con semplici reazioni di accoppiamento ossidativo; 4-7: la sintesi diventa più elaborata con l’accrescersi delle catene. Sintesi e stabilizzazione: processi chimici (Eisler et al.) Analisi DSC 1,2: endoterme (punti di fusione), stabilità in tutto il range di temperature (250 °C); 3-5: endoterma iniziale seguita da una transizione esotermica (251, 204, 177 °C); 6: esoterma piccata (132 °C): no punto di fusione, polimerizzazione topochimica; 7: esoterma molto ampia (123°C): no punto di fusione, polimerizzazione non regioselettiva. Analisi cristallografica 3-5: geometria lineare, centrosimmetriche, distanza intercatena minime troppo elevate per polimerizzazione stabilità a T ambiente, T di fusione definita; 6: forma ad arco, impacchettamento alternato possibile polimerizzazione Sintesi e stabilizzazione: processi chimici (Eisler et al.) C NMR Conferma della struttura molecolare. Regione 1: risonanza delle unità acetileniche esterne. Regione 2: risonanza dei carboni interni. Tendenze all’aumentare della lunghezza di catena: convergenza dei picchi C1 e C2; apparente convergenza dei picchi della regione 2 (caratteristica del carbino?). Proprietà ottiche trasparenza di 6,7 nella regione ad alta energia dello spettro UV; aumento dell’intensità di assorbimento verso il visibile; aumento del coefficiente di assorbimento molare con la lunghezza; redshift di λmax con la lunghezza: calo di Eg fra HOMO e LUMO: calcolo di λsat e lunghezza di coniugazione minima del carbino; seconda iperpolarizzabilità elettronica, aumento con la lunghezza. 1/n Supersonic Cluster Beam Deposition (SCBD) (Ravagnan et al) Produzione di film nanostrutturati ricchi di specie sp: deposizione di cluster di puro carbonio in un fascio supersonico su un substrato di silicio a temperatura ambiente. Caratterizzazione: Raman. Generazione dei clusters: PMCS (Pulsed Microplasma Cluster Source) generazione di impulsi supersonici di gas inerte attraverso la valvola; applicazione di una tensione pulsata e formazione del plasma; ablazione del catodo (sputtering); termalizzazione con il gas inerte: nucleazione e coagulazione; formazione del fascio supersonico in camera di espansione. Vantaggi: minore energia agli atomi estratti rispetto alla vaporizzazione laser (0,3 eV/atomo): la deposizione avviene in regime di bassa energia, nessuna frammentazione dei clusters; confinamento aerodinamico del plasma nella zona di alta pressione: miglioramento nella resa dello sputtering; nessuna interazione con la piuma di plasma durante l’aggregazione; temperatura del gas prima dell’estrazione 100-300 K: nessun annealing durante la permanenza nella cavità, la conversione in sp2 è sfavorita. SCBD: aggregazione dei clusters (Ravagnan et al) Simulazioni TBMD in condizioni di temperature e pressione tipiche della PMCS. Aggregazione dei clusters simulata con trattamento termico a 2000-3500 K di gruppi di atomi di carbonio (60-240). Grande varietà di isomeri per clusters delle stesse dimensioni: strutture a gabbia difettate, con ibridizzazioni sia sp che sp2. 100 ps, 3500 K, 2.5 g cm-1 formazione di cluster sia pari che dispari; coesistenza sp-sp2; stabilità: i gusci sp2 attutiscono l’impatto e isolano le catene impedendo i crosslinks; accordo fra spettro Raman sperimentale e calcolato. SCBD: effetto di temperatura e densità (Yamaguchi et al) Simulazioni TBMD concentrate sull’evoluzione dei cluster al variare della temperatura del plasma e della densità. 8 ns di aging: completa saturazione SCBD: effetto di temperatura e densità (Yamaguchi et al) Ruolo dei triforcati nell’evoluzione sp sp2 2000 K, 0.119 atomi/nm3 Caratterizzazione: Raman È uno degli strumenti più accreditati per identificare la presenza di catene sp. Bande D e G: carbonio amorfo Picco C: catene e anelli sp Icrel = IC/IDG ≈ 45% : direttamente collegata alla quantità di carbini nel film MA è impossibile un’analisi quantitativa accurata: non si conosce la sezione d’urto del Raman Bande D e G (1300 – 1600 cm-1) Dipendenza diretta dalla frazione sp2. G mode: stretching di coppie di atomi sp2, non richiede anelli a 6 termini D mode: breathing degli anelli, attivo solo in presenza di disordine Caratterizzazione: Raman Decadimento picco C I Crel = R0 + R1e − t / τ UHV Catene sp metastabili: lento decadimento di C1 e C2; cambiamenti trascurabili per D e G. Caratterizzazione: Raman N2 Effetto dei gas: decadimento più rapido del picco C; cambiamenti trascurabili per D e G; Meccanismo il gas diffonde nel film mesoporoso e colpisce le catene riarrangiamento che dipende dalla massa del gas. O2 Effetto dell’ossigeno: reazione chimica scomparsa del picco a frequenza minore: maggiore instabilità dei cumuleni; blueshift del picco C: catene più corte; Caratterizzazione: Raman Stabilità termica Annealing in UHV. I Crel = R0 + R1e − t / τ 1 + R2 e − t / τ 2 Due tempi di decadimento: τ1: riarrangiamenti strutturali indotti dal gradiente di temperatura; τ 2: accelerazione dei processi di cross-linking . Caratterizzazione: Raman Influenza delle catene cumuleniche Film in cui le specie sp dominanti sono i cumuleni: alta T iniziale del substrato. Caratterizzazione in situ della conducibilità elettrica. Ea k T B σ = σ 0 exp − Andamento di I0 Modello: network sp2 disordinato in cui le catene sp sono specie droganti (semiconduttore estrinseco). Andamento di Ea Reazione esotermica con formazione di nanodomini grafitici. Caratterizzazione: Raman Zona delle basse frequenze Deposizione a varie temperature Due picchi: 450-720 cm-1. Caratterizzazione: Raman Zona delle basse frequenze Effetto di annealing e lunghezza d’onda di eccitazione. Picco 450 cm-1: modi di bending di catene sp (frequenza indipendente da lunghezza e disposizione) Picco 720 cm-1: disordine della struttura amorfa sp2. Caratterizzazione: NEXAFS (Ravagnan et al.) Transizioni appena sotto la soglia di ionizzazione: decadimento Auger. È necessario un sincrotrone. Vantaggi determinazione della composizione chimica; identificazione del tipo di legame e dell’intorno; quantificazione dei legami. Carbonio Si può determinare la coordinazion e il legame con altri atomi. Elettroni dell’orbitale 1s (K-edge, 290 eV): legame singolo risonanza σ (stati σ di antilegame); legame doppio o triplo risonanza π (stati π vuoti). Caratterizzazione: NEXAFS (Ravagnan et al.) Spettri prima e dopo l’esposizione a O2. Primo picco: orbitale π* del C=C sp2. Secondo picco: orbitale π* del C≡C. Terzo picco: transizione 1s π* indotta dall’ossigeno. Analisi quantitativa (approccio building blocks) spettro totale = sovrapposizione pesata degli spettri dei costituenti diatomici sp ≈ 10% - 25% sp2 Da questo risultato è possibile ricavare il rapporto fra le sezioni d’urto del Raman per le specie sp e sp2. Sintesi alternativa: irradiazione laser al fs (Hu et al.) Irradiazione di grafite pirolitica altamente orientata (HOPG) con impulsi di 120 fs di un laser Ti:zaffiro (800 nm). Tempi di interazione elettrone-reticolo ≈ ps : meccanismo non termico. trattamento preciso della superficie; minimizzazione del danno laterale. XPS Shift a basse energie della coda del picco 1s: presenza di carbini. Dalla deconvoluzione del picco: 30% sp, 60% sp2, 10% sp3 Meccanismo Nel cratere: effetto termico, fusione, abbondanza di catene sp. Ai bordi: effetto termico trascurabile, rimozione dovuta a esplosione coulombiana o fotoframmentazione; formazione di nanodiamanti favorita dall’onda d’urto. Proprietà: trasporto elettrico Catene infinite: effetti di poliini e cumuleni sulle proprietà elettroniche e di conduzione dei carbini. Stati di Bloch non adatti a descrivere le il trasporto elettrico: funzioni di Wannier localizzate Quantum conductance Autovalori di T(E) (autocanali) caratterizzano la trasmissione e per ogni energia determinano i modi del trasporto elettrico. G(E) proporzionale al numero di canali (numero di bande alla stessa energia). All’energia di Fermi gli autocanali sono dati dalla combinazione lineare delle π-like WF. Proprietà: trasporto elettrico Catene finite fra due elettrodi: cumuleni Elettrodi descritti da un background semi-infinito e uniforme, pseudopotenziale per i nuclei di C (catene di 3-7 atomi) Dipendenza oscillatoria da N per la conduttanza (2G0: valore atteso per la catena infinita). Spiegazione Catena isolata: - N dispari: (N-1)/2 orbitali π pieni; - N pari: (N/2)-1 orbitali π pieni e due elettroni nel successivo. Effetto degli elettrodi: mixing dei livelli discreti della catena con il continuo degli stati metallici. Proprietà: trasporto elettrico (cumuleni) Correlazione fra il sistema M-CN-M e una catena di N+2 atomi: il metallo introduce 2 nuovi legami a simmetria π. L’occupazione degli orbitali π è però più alta in presenza degli elettrodi: trasferimento di carica metallo catena (differenza di elettronegatività). HOMO pieno nelle catene pari e parzialmente occupato in quelle dispari: maggiore DOS (EF), maggiore conduttanza. Aumento della conduttanza con la lunghezza di catena: effetto della distanza fra gli elettrodi, le catene più corte sono più perturbate. Un contato migliore non implica una migliore conduttanza. Proprietà: trasporto elettrico Catene finite fra due elettrodi: poliini Simmetria cilindrica della delocalizzazione elettronica lungo lo scheletro molecolare: indipendenza del trasporto elettrico dalla rotazione. Poliini fino all’ottaino collegati a elettrodi di Au tramite legami tiolo: stabilizzazione delle catene; chemiadsorbimento sul metallo Comportamento metallico VS catene isolate: ibridizzazione degli stati molecolari con quelli del metallo nuova struttura elettronica, il livello di Fermi entra nell’HOMO. Proprietà: effetti di torsione e gruppi terminali Calcoli DFT in approssimazione LSD per lo studio di nanostrutture cappate: frammenti grafitici planari: terminazioni sp2: cumuleni altri frammenti con terminazione sp3: poliini BLA: non permette di distinguere fra le due forme Origine degli effetti torsionali Cumuleni orientazione alternata degli orbitali π lungo la catena due geometrie per lo stato fondamentale D2h (planare): catene pari; rigidità torsionale D2d (θ=90°): catene dispari. Poliini • catene pari: libertà rotazionale; • catene dispari: effetti di frustrazione (l’alternanza dei legami si inverte al centro, BLA ridotta). Clusters: disposizione 3D di frammenti grafitici e catene sp che non possono rilassare sforzo torsionale Proprietà: effetti di torsione e gruppi terminali Effetti delle deformazioni torsionali (BLA, energy gap, frequenze di stretching, magnetizzazione di spin) Estensione dello studio a catene saturati con leganti semplici (CH2 e DPE): le strutture di solo carbonio permettono di studiare un numero limitato di orientazioni. Barriera torsionale Minima con terminazioni sp2. Electronic gap θ≈79°: chiusura della gap, causata dalla quasi-degenerazione di due livelli π-legame/antilegame al livello di Fermi instabilità magnetica: le catene assumono una polarizzazione di spin. BLA crescita al variare delle terminazioni: CH2 DPE sp2 sp3. Proprietà: effetti di torsione e gruppi terminali Frequenze di stretching Modo α: localizzato al centro delle catene, massima intensità Raman. Dipendenza da: - tipo di terminazione; - numero di atomi per catena (solo pari); - angolo di torsione. Interpretazione alternativa dello spettro Raman: blueshift dovuto al decadimento delle catene cumuleniche sottoposte a torsione (hanno frequenze Raman più basse ed energia totale più elevata) Applicazioni: interruttori basati sul grafene Vantaggi rispetto al silicio: mobilità superiore; trasporto balistico a temperatura ambiente; geometria planare, ideale per architetture multilayer. Svantaggio: assenza di un band gap basso rapporto ON/OFF dei dispositivi digitali. Standley et al: creazione di interruttori al grafene attraverso un breakdown elettrico Applicazioni: interruttori basati sul grafene Applicando tensioni opportune è possibile passare da stati di conduttanza ON a stati OFF. 105 cicli senza degrado; mantenimento dello stato ON o OFF per più di 24h; integrabilità nell’elettronica al grafene; rapporto ON/OFF ≈ 50-100; velocità di scrittura ≈ 100 ms (aumenta con la temperatura). Meccanismo Il cambio di conduttanza è dovuto alla formazione di catene lineari di carbonio che colmano la gap sotto l’azione di un forte campo elettrico. steps di 2e2/h nella conduttanza; mancanza di una forte dipendenza fra tensione di gate e conduttanza; dipendenza della distribuzione in t dalla tensione: processo in 2 fasi (unzipping e formazione della catena). Applicazioni: sintesi di fullereni Si sfrutta la reattività di gabbie poliiniche: Possibile stato di transizione: (Tobe et al.) Applicazioni: sintesi di fullereni (Tobe et al.) Desorbimento laser e spettri di massa: Nessuna certezza sulla struttura icosaedrica ma tecnica selettiva per la formazione di clusters C60: Bibliografia J. R. Heath et al., J . Am. Chem. Soc. 109, 359 (1987) M. C. McCarthy, P. Thaddeus, Chem .Soc. Rev. 30, 177 (2001) T. Wakabayashi et al., J. Phys. Chem. B 108, 3686 (2004) J.P. Maier, J. Phys. Chem. A 102, 3462 (1998) J. Szczepanski et al., Spectrochimica Acta Part A 57, 775 (2001) W. Luo, W. 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Reazione più probabile: catene lineari C radicaliche poliini e cianopoliini stabili. ∙(C ≡ C)n∙ R1 R1 – (C ≡ C) ∙ R2 R1 – (C ≡ C) – R2 Catene sp isolate (matrici di gas inerti) Studio degli spettri elettronici (Maier) Le catene di carbonio, i loro derivati con sostituenti H, e alcune specie correlate contenenti atomi di O e N nello scheletro molecolare hanno caratteristiche spettrali simili. Le transizioni più interessanti coinvolgono l’eccitazione degli elettroni π: Obiettivo: individuare le transizioni elettroniche nella matrice di gas inerte per poi identificare le specie in fase gas. Stima dello shift in frequenza della transizione π - π da fase gas a matrice di Ne: • generalmente redshift; • aumento dello shift con le dimensioni; • livellamento per le specie più lunghe. Base di partenza per lo studio dello spazio interstellare. Sintesi alternativa: scarica ad arco Si introduce un forte gradiente di temperatura fra il plasma e la zona di deposizione: condensazione su un substrato a temperatura ambiente; scarica in solventi organici/azoto liquido.