Le emoglobinopatie Le emoglobinopatie sono le alterazioni genetiche più diffuse al mondo: si stima che il 7-10% circa della popolazione mondiale sia affetto da un’alterazione di un gene emoglobinico, con figli malati, nati ogni anno in un numero compreso tra 300.000 e 500.000. Nell’ambito di queste patologie, circa il 70% di soggetti presenta alterazioni responsabili di anemia falciforme. I geni che causano disordini talassemici e falcemizzanti sono comuni nei soggetti di origine africana, mediterranea, mediorientale, indiana, caraibica, centro e sud-americana. Fenomeni quali l’immigrazione di popoli provenienti da zone ad alta incidenza di emoglobinopatie, la consuetudine del matrimonio tra consanguinei, il numero crescente di matrimoni misti tra soggetti di etnie diverse e di adozioni internazionali stanno rendendo sempre più diffuso anche nel nostro Paese questo tipo di disordini. L’emoglobina (Hb) è una molecola formata da due coppie di catene globiniche, distinte, a seconda delle loro caratteristiche, in α, β, γ, δ, ε, ζ. L’emoglobina normale adulta (HbA) è formata da due catene α e due β e rappresenta circa il 97% dell’emoglobina nell’adulto. La restante quota di Hb nell’adulto è rappresentata dall’Hb fetale (HbF, α2γ2) e dall’HbA2 (α2δ2). Le catene sono assemblate in combinazioni che caratterizzano sia le emoglobine “normali” sia quelle cosiddette patologiche, dove sono presenti assemblaggi non fisiologici (ad esempio, 4 catene β) o catene con anomalie. Le emoglobinopatie sono alterazioni delle catene globiniche dell’emoglobina; tra queste possiamo distinguere difetti di sintesi, che danno luogo alle talassemie o microcitemie e difetti di struttura, che danno luogo alle varianti emoglobiniche. Talassemie Le talassemie sono malattie caratterizzate dal difetto di sintesi delle catene globiniche. La catena deficitaria dà il nome al tipo di talassemia (β-talassemia e α–talassemia). Talassemie β I geni che codificano per la catena β si trovano in ciascun cromosoma 11 (materno e paterno). Gli eterozigoti (una catena β sana ed una catena β alterata) presentano una lieve anemia microcitica generalmente asintomatica (talassemia minor). La gravità dei quadri clinici (fino alle più gravi: talassemie intermedia o major) dipende dal grado di sbilanciamento della sintesi globinica e quindi dall’eccesso relativo di catene α che, precipitando nei precursori midollari degli eritrociti, determinano la loro morte prematura (eritropoiesi inefficace). La talassemia major diviene pienamente manifesta a partire dal secondo semestre di vita quando scompare l’emoglobina fetale. Le diverse forme di β talassemia sono caratterizzate dall’aumento compensatorio della produzione di catene globiniche δ e, quindi, di HbA2, circostanza che ne consente in genere l’identificazione. Talassemie α I geni che codificano per le catene α sono posizionati, in doppia coppia, in ciascun cromosoma 16 (materno e paterno). L’esistenza di due doppie coppie permette una maggiore quantità di espressioni di quadri α-talassemici. Nell’α-talassemia, come conseguenza della riduzione o assenza di catene α si può avere un accumulo di catene β (nell’adulto) e di catene γ (nel neonato) che portano alla formazione di emoglobine patologiche, rispettivamente HbH (β4) e Bart’s (γ4). Gli aspetti clinici dipendono dal numero dei geni colpiti. La maggior parte dei portatori carenti dell’espressione di uno o due geni è asintomatica o presenta una modesta anemia microcitica, mentre quando funziona un solo gene si ha la più grave malattia da HbH. Piccole quantità (1-3%) di HbH possono essere presenti alla nascita anche in caso di αtalassemia lieve, mentre valori più elevati (10-25%) si ritrovano nella malattia da HbH. L’HbBart (γ4) si trova nel cordone ombelicale in caso di idrope fetale (α0 thal omozigote) malattia che non consente la nascita del soggetto colpito. Varianti emoglobiniche Le varianti emoglobiniche possono essere distinte in comuni e rare. Le varianti comuni riguardano milioni di persone; sono state per lo più selezionate dalla malaria per il vantaggio selettivo del portatore in ambiente malarico (HbS e C). Sono generalmente silenti, ma possono interagire con altri difetti molecolari più severi (doppie eterozigosi, spesso clinicamente evidenti). Le varianti rare risultano da mutazioni individuali o familiari e sono generalmente asintomatiche; talora sono associate a condizioni cliniche come emolisi (emoglobine instabili) o, nel caso di emoglobine con alterata affinità per l’ossigeno, a policitemia (aumentata affinità) o cianosi (ridotta affinità). Il numero di varianti osservate e caratterizzate è in continuo aumento (attualmente circa 1000). La prevalenza varia considerevolmente in rapporto alla posizione geografica ed al gruppo etnico. Questo spiega i motivi per i quali in questo periodo di grandi e continue migrazioni, ha assunto grande importanza lo studio dei difetti emoglobinici. I Paesi di diffusione sono, per tipo di Hb: HbS: Africa centrale e occidentale, Penisola arabica, India; in Italia è frequente nella Sicilia orientale; HbC: Africa (in particolare Africa occidentale); HbE: Sud-est asiatico; si è diffuso attraverso la via della seta; HbDPunjab India del nord; diffusa per la via della seta. In queste varianti i difetti di struttura riguardano tutti la catena β. I portatori (eterozigoti) di HbS, C e D sono asintomatici, mentre i portatori di HbE presentano una lieve microcitosi e ipocromia. La doppia eterozigosi HbE/β-talassemia dà luogo ad un fenotipo talassemico da medio a severo. I portatori di HbS sono spesso anche portatori di α-talassemia e questa combinazione può essere associata ad anemia microcitica ipocromica. I portatori di HbS hanno circa il 40% di HbS e il 60% di HbA. La quantità di HbA è sufficiente per avere un fenotipo normale, tuttavia in particolari condizioni (ipossia, disidratazione, sforzi fisici importanti) si possono verificare crisi anche nei soggetti eterozigoti. Identificare precocemente la presenza di una talassemia o di una variante emoglobinica può consentire migliori possibilità di cura di questi pazienti, con una migliore qualità di vita. E’ importante, per qualunque coppia di genitori, conoscere la propria condizione rispetto a tali alterazioni genetiche prima di mettere al mondo dei figli; questo perché: ogni carattere ereditario è trasmesso da due geni: uno paterno e l’altro materno; nel caso in cui entrambi i genitori siano portatori sani del gene della talassemia o della drepanocitosi c’è una probabilità del 25% a concepimento di mettere al mondo un figlio malato; anche nel caso in cui uno dei genitori sia portatore sano del gene della talassemia e l’altro portatore sano del gene della drepanocitosi vi è una probabilità del 25% di mettere al mondo un figlio malato. In base a queste considerazioni, presso il Servizio Immunotrasfusionale di Pordenone è stato introdotto uno screening su tutti i neonati da genitori provenienti da aree “a rischio”. Il logico completamento di questa attività è rappresentato dalla diagnosi molecolare dei difetti globinici a conferma, ove richiesto, dei risultati positivi o dubbi allo screening , eseguita presso la SSD di Citogenetica e Biologia Molecolare di Pordenone . La diagnosi molecolare, oltre a fornire l’unica diagnosi di certezza possibile in questo campo, potrà permettere nuove strategie preventive, essenzialmente basate sulla divulgazione di informazioni esaurienti alla comunità e sulla possibilità di accesso alla diagnosi prenatale per le gravidanze a rischio, al fine di evitare la nascita incontrollata di bambini affetti da gravi patologie in popolazioni ignare del rischio genetico.