Prof. Diego Manetti
Filosofia
L’IDEALISMO
Il Romanticismo è il movimento storico-culturale sorto a fine ‘700 in Germania e poi diffusosi in
tutta Europa nell’Ottocento, investendo arte, letteratura, filosofia, politica, etc…:
- Sturm und Drang (Impeto e assalto) con Goethe e Schiller; Sehnsucht (nostalgia) e Streben
(sforzo)
- insofferenza vs limiti del finito e aspirazione all’infinito
- reazione vs ragione illuministica e kantiana, rivaluta il sentimento, l’arte, lo spirito come
attività creatrice
L’Idealismo è la massima espressione del romanticismo filosofico.
Fondato da Fichte:
- metafisica dell’infinito (oltre la formalità dell’Io penso kantiano, afferma l’infinità dell’Io,
cui si deve la realtà stessa)
- filosofia come sistema e sapere perfetto e assoluto (oltre l’etimologia di “ricerca del sapere”)
- vs Schelling (che invece concepisce la natura come parte integrante dell’infinito e spirito
visibile; l’arte è organo privilegiato di rivelazione dell’assoluto)
Preparato dai seguaci di Kant: o il criticismo è vero e quindi il noumeno è ricondotto al soggetto,
o il criticismo è falso e il noumeno esiste fuori dal soggetto e si torna dunque al realismo.
Tra le due alternative, i seguaci di Kant privilegiano la prima, (1) volendo dare compimento al
criticismo del maestro e (2) risentendo del clima romantico che esalta l’infinito.
Se l’oggetto è concepibile solo in relazione a un soggetto che lo pensa, come è possibile la cosa in
sé - che Kant dice “pensabile ma non conoscibile”?
Kant aveva lasciato aperti alcuni problemi:
- aveva detto che il fenomeno coincide con l’oggetto e che il noumeno era semplice
Grenzbegriff (concetto limite) ma restano ancora punti equivoci (la cosa in sé è “pensabile
ma non conoscibile”…)
- aveva poi detto che il noumeno è causa delle ns sensazioni (intendeva dire che “rende
possibili…”, ma i seguaci notano l’uso equivoco della categoria di “causa” – valida solo per
i fenomeni - in relazione alla cosa in sé che è supposta non essere un fenomeno)
IDEALISMO
- in generale, la filosofia che privilegia la dimensione ideale e spirituale della realtà
(platonismo, crisatianesimo)
- nello specifico, è gnoseologico (l’oggetto coincide con l’idea o rappresentazione) e
romantico (corrente filosofica postkantiana tedesca dell’Ottocento)
- è quindi trascendentale (in rapporto a Kant), soggettivo (vs idealismo oggettivo della
Sostanza di Spinoza), assoluto (fuori dall’Io non c’è nulla: “tutto è spirito”)
- nasce quando Fichte porta l’Io dal piano gnoseologico a quello metafisico (dell’essere).
SPIRITO
- è il termine chiave dell’Idealismo
- coincide con la realtà umana come attività conoscitiva e pratica e libertà creatrice
- la spiegazione della realtà non è in Dio o nella natura ma nell’uomo, che è lo scopo
dell’universo, quindi l’uomo è Dio, infinito e assoluto: l’idealismo in tal modo è panteismo
spiritualistico (tutto è Dio, tutto è Spirito) e monismo dialettico (il principio è unico ma lo
Spirito ha bisogno della Natura per non essere un’entità vuota e astratta; la natura è solo un
momento dialettico della vita dello spirito)
Prof. Diego Manetti
Filosofia
JOHANN GOTTLIEB FICHTE (1762-1814)
Nasce a povera famiglia nel 1762 a Rammenau.
Nel 1792 pubblica anonimo il Saggio di una critica di ogni rivelazione: è così intriso di kantismo
che i lettori pensano sia di Kant, che deve intervenire a smentire l’attribuzione.
1794-1799 Insegna all’università di Jena, maturando il distacco dal kantismo fin dalla Dottrina
della Scienza (1794, è il suo capolavoro, che riscriverà a approfondirà negli anni a venire), cui
fanno seguito in quegli anni la Dottrina morale e la Dottrina del Diritto.
1799 – Polemica sull’ateismo – Fichte pubblica un articolo sul giornale dell’università in cui
sostiene che Dio coincide con l’ordine morale del mondo (idea kantiana…) e, rifiutando di
ritrattare, è costretto a dimettersi.
Trasferitosi a Berlino, matura l’esigenza etico-religiosa per una filosofia dell’infinito che è l’uomo
stesso. Discorsi alla nazione tedesca (1807) durante le invasioni napoleoniche: matura in lui il
pensiero nazionalista.
Va oltre Kant, affermando che l’IO è principio formale (della conoscenza) ma anche materiale
(della realtà), quindi è infinito in quanto fonte del tutto.
Il problema è chiarire l’origine della cosa in sé, della realtà: Fichte afferma che tutto viene dall’IO.
Si tratta non più di una deduzione trascendentale (come quella kantiana, nel senso di “possibilità di
conoscenza”) ma di una deduzione metafisica (dell’essere) che porta a un principio assoluto (l’IO)
che pone l’oggetto tramite un’intuizione intellettuale.
La Dottrina della Scienza (“Scienza della scienza”) deve dedurre l’intero mondo del sapere da
questo principio base.
Questo principio è l’IO inteso come autocoscienza: in tal senso, la coscienza è fondamento
dell’essere (l’oggetto esiste in rapporto a un soggetto che lo pensa) ma l’autocoscienza è
fondamento della coscienza stessa (l’IO pensa se stesso).
I 3 principi della dottrina della scienza
1. L’Io pone se stesso (TESI) come
o attività autocreatrice e infinita
o come condizione incondizionata di se stesso e della realtà
o come principio primo del sapere
- Solo successivamente si può affermare A=A
- Esse sequitur operari (e non viceversa): dall’agire dell’Io deriva la realtà
- Io = Tathandlung, cioè agente/agito, producente/prodotto
2. L’Io pone, nell’Io, il Non-Io (ANTITESI)
- è necessario affinché una coscienza reale sia possibile (non c’è sogg senza oggetto)
3. L’Io oppone, nell’Io, a un Io divisibile, cioè molteplice, un Non-Io divisibile (SINTESI)
FICHTE – schema generale
1^
Oltre Kant  Io; deduzione trascendentale; Io Puro
2^
3 Principi   Io pone se stesso
 All’Io è opposto un non-io
 Nell’Io Puro, l’Io finito si oppone al non-io finito
3^
vs Noumeno
4^
Primato dell’Io Pratico