Kant dalle riflessioni sulla storia alla fondazione dell’Etica Kant affronta il problema etico nella fase in cui produce considerazioni di filosofia della storia , della civiltà ,della natura. Nello scritto “Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico” ( presente nella rivista ufficiale degli illuministi berlinesi “Berlinische Monatsschrift”) Kant propone una filosofia della storia basta sull’idea di una progressiva e universale affermazione del diritto. La riflessione kantiana prende le mosse da una considerazione: l’uomo è creatura ragionevole,certamente, ma nel senso che se da un lato non si comporta secondo il puro istinto, dall’altro neppure segue un piano razionale prestabilito. Emerge da tutto ciò un’idea che avrà sviluppi decisivi nella filosofia dell’Idealismo, soprattutto a proposito della concezione dinamica della realtà: l’uomo si spinge oltre i limiti del puro istintuale e ,nel fare questo, deve procedere per tentativi in un continuo esercizio di progressiva elevazione. La natura dà dunque all’uomo la possibilità di migliorarsi e con essa anche i mezzi. Riprendento l’applicazione allo studio della condotta umana dei principi newtoniani di attrazione e repulsione, Kant parla del gioco (dialettico?) di socievolezza-insocievolezza. ( gli uomini tendono ad unirsi in società pur vivendo una generale avversione che minaccia l’unione della società stessa). Ricercando onori , potenza.. gli uomini sono chiamati a vincere la pigrizia e a promuovere il passaggio dalla barbarie alla cultura. Anche in questa considerazione è facilmente rintracciabile un’anticipazione della dialettica dell’idealismo che vede la realtà legata ad un processo di conquista attraverso il superamento di opposizioni Oltre al destino di progresso ed ai mezzi, la natura assegna all’uomo anche il fine. Scrive Kant:”Il più grande problema alla cui soluzione la natura costringe la specie umana è di pervenire ad attuare una società civile che faccia valere universalmente il diritto” La nascita dello Stato va collocata in un generale disegno che vede sorgere in futuro una federazione dei popoli capace di mettere fine alle guerre. E di istituire una situazione delle cose che come un meccanismo automatico sia in grado di conservarsi e perpetuarsi. Anche in quest’ultima considerazione possiamo notare un modo di pensare che anticipa la sensibilità dell’idealismo: il senso del particolare trova la sua illuminazione- realizzazione nel suo accedere all’universale ( e cioè, il senso dell’unità che lo stato produce trova senso nella prospettiva di un’unità più alta tra i popoli) . 1