Corso di laurea in Comunicazione Interculturale A. A. 2015 / 2016 Linguistica Generale Prof. Giorgio Francesco Arcodia ([email protected]) 1. La classificazione tipologica delle lingue La classificazione tipologica prevede il raggruppamento delle lingue in base a somiglianze (e divergenze) strutturali → analisi di livelli omogenei delle lingue: tipologia sintattica, tipologia morfologica... → due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o più caratteristiche comuni; la correlazione non è sempre sovrapponibile alla parentela genealogica, anche se non è raro che lingue della stessa famiglia siano tipologicamente affini “La ‘tipologia linguistica’ si occupa di individuare che cose c’è di uguale e che cosa c’è di differente nel modo in cui, a partire dai princìpi generali che governano le ‘lingue possibili’, le diverse lingue storico-naturali sono organizzate e strutturate” (Berruto, G. & Cerruti, M., 2011, La linguistica: un corso introduttivo, Torino, UTET) Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Compiti della tipologia linguistica: esplorare i limiti della variabilità interlinguistica; capire quale siano i limiti oltre il quale le lingue non possono spingersi spiegare perché, dato un insieme di strutture teoricamente possibili alcune sono attestate e altre non sono mai attestate spiegare perché, dato un insieme di strutture formali teoricamente possibili alcune sono molto più diffuse di altre es.: nel 97% circa delle lingue del mondo il soggetto viene prima dell’oggetto individuazione degli universali linguistici classificazione delle lingue in tipi linguistici 2 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] 2. Tipologia e universali Proprietà valide per tutte le lingue o per la stragrande maggioranza di esse (“with more than chance frequency”), oltre alle caratteristiche essenziali del linguaggio umano (ricorsività, doppia articolazione), non dipendenti da relazioni di parentela o da fenomeni di contatto → ‘leggi’ che limitano la variazione tra le lingue Universali assoluti: tutte le lingue presentano uno stesso fenomeno grammaticale ess.: tutte le lingue hanno vocali e consonanti tutte le lingue hanno vocali orali tutte le lingue hanno sillabe con struttura CV (consonante-vocale) tutte le lingue distinguono nomi e verbi tutte le lingue hanno una costruzione interrogativa 3 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Universali implicazionali (se A, allora B): tutte le lingue del mondo si comportano allo stesso modo in relazione alla combinazione di due o piu’ parametri, ovvero se una lingua presenta una determinata caratteristica, allora ne presenta anche altre es.: se una lingua ha il genere, ha anche il numero (non ci sono lingue che marcano la categoria del genere ma non quella del numero) Genere Numero Esempio Sì No No Sì Sì Sì No No italiano turco cinese Tipo impossibile e non attestato 4 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Gerarchie implicazionali (se A, allora B, se B, allora C...): catene di implicazioni es.: gerarchia dei valori di numero triale > duale > plurale > singolare → non esistono lingue che marcano, ad esempio, il triale, ma non il plurale es./2: gerarchia dei termini di colore bianco e nero > rosso > giallo o verde > giallo e verde > blu > marrone > viola, rosa, arancione e grigio 5 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] 2.1 La spiegazione degli universali Motivazioni funzionali “(…) se il fine ultimo di ogni lingua storico-naturale è la comunicazione, premessa indispensabile per ogni interazione tra le comunità umane, gli universali possono essere concepiti come strategie comunicative così efficaci da essere condivise da tutte le lingue storico-naturali. Un approccio di questo tipo è generalmente etichettato come “funzionale”.” (Grandi, Nicola, 2003, Fondamenti di tipologia lingustica, Roma, Carocci) “[L]’approccio tipologico-funzionalista ricerca la spiegazione ultima dei fenomeni linguistici su basi funzionali esterne al sistema linguistico stesso, e di natura semantica e/o pragmatica. Premessa essenziale di tale approccio è che la funzione primaria della lingua è la comunicazione, e che l’organizzazione della struttura linguistica è pertanto il frutto di un processo di adattamento alle esigenze comunicative dei parlanti. Il legame tra struttura linguistica e funzione comunicativa è stabilito in termini di motivazione: la funzione comunicativa motiva in diversi modi l’organizzazione della struttura linguistica.” (Ramat P., Cristofaro S., 1999, Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, Carocci, p.247) 6 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] (a)Fondamento cognitivo delle categorie linguistiche: tanto maggiore è il fondamento cognitivo di una categoria, tanto più ‘basica’ sarà questa categoria → esempio: genere e numero (b) iconicità: tendenza a riprodurre, sul piano della struttura linguistica, le sequenze in base a cui viene organizzata, a livello mentale, l’informazione da trasmettere. → esempi: nelle frasi dichiarative con soggetto e oggetto nominali, l’ordine dominante è quasi sempre quello in cui il soggetto precede l’oggetto; nelle enunciazioni condizionali, c’è una tendenza a collocare la proposizione condizionale prima della conclusione. 7 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] (c) economia: tendenza a snellire il più possibile l’apparato formale di un sistema linguistico, pur preservando intatte le sue potenzialità comunicative; massimo risultato comunicativo con il minimo sforzo da parte del parlante. → esempio: quando l’aggettivo segue il nome, esso esprime tutte le categorie flessive del nome e in tali casi il nome può lasciare inespressa una di queste categorie o tutte quante. Possibile spiegazione: l’eventuale omissione da parte del nome di alcune categorie flessive risponde al fatto che queste stesse categorie flessive vengono già espresse dall’aggettivo posposto. Essendo naturale il legame tra nome ed aggettivo, risulta automatico proiettare sul primo le informazioni grammaticali codificate sul secondo. In questo caso, dunque, una doppia marcatura delle stesse categorie flessive può configurarsi come un procedimento ridondante e perciò particolarmente “costoso”. → esempio/2: riduzione fonetica delle forme particolarmente frequenti (ingl. want to < wanna, going to > gonna) 8 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] (d) motivazione comunicativa: se la lingua ha come traguardo essenziale la comunicazione, è plausibile che la struttura complessiva della lingua abbia il fine ultimo di adeguare il sistema alle esigenze comunicative della comunità parlante. In linea di principio, infatti, nessuna lingua dovrebbe porre limiti alle proprie potenzialità comunicative privando determinate categorie di una efficace espressione formale (o ostacolandone l’espressione). →es.: tutte le lingue hanno categorie pronominali implicanti almeno tre persone e due numeri. 9 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Facilità di processazione e iconicità Ordine dei modificatori rispetto al nome: Num > Dem > Agg > Gen > Rel → se un elemento della gerarchia può essere anteposto al nome (e.g. l’aggettivo), allora tutti gli elementi a sinistra possono essere anteposti (e.g. numerali e dimostrativi) → principio della pesantezza (heaviness): tendenza di certi modificatori ad essere più “pesanti” (numero di sillabe, numero di parole, etc.) e si preferisce collocarli alla destra del nome per facilità di processazione (Hawkins 1983) → cfr. gli ordini dominanti DemN, NumN (modificatori più leggeri) e NA, NRel (più pesanti) → spiegazione della dominanza: l’ordine dominante è (in molti casi) quello che pone l’elemento più leggero davanti all’elemento più pesante. 10 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Due manifestazioni dell’iconicità: Isomorfismo: corrispondenza univoca tra struttura linguistica e concettuale; ad una forma corrisponde un significato e uno stesso significato è sempre veicolato dalla medesima forma. → isomorfismo sintagmatico: la corrispondenza tra forme e significati nella combinazione di parole e morfologia flessiva in una frase This car runs. this DEM SG car (0) run -s macchina SG correre 3P SG PRES 11 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → una forma a cui non è associato nessun significato non è né iconica né economica, così come un significato espresso da due (o più) forme: casi rari e diacronicamente instabili. Forme 1 0 0 1 1 significati 1 1 0 >1 0 iconico sì no no no no economico no sì sì sì no struttura iconica classica espressione zero categoria assente morfo cumulativo morfo “vuoto” (Croft, William, 2003, Typology and Universals, Cambridge, CUP) Esempio: negazione discontinua francese ne…pas → nel francese parlato, ne viene frequentemente omesso (antieconomico e non iconico) 12 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → isomorfismo paradigmatico: corrispondenza tra forma e significato nell’inventario di parole immagazzinate nella mente del parlante → sinonimia: non motivata da economia o iconicità e pertanto molto rara (più frequenti i quasi-sinonimi; es. allegria / contentezza) → monosemia: corrispondenza 1:1 tra parola e significato, piuttosto antieconomica, limitata perlopiù al linguaggio tecnico (es.: babordo) → omonimia: diversi significati non correlati espressi con una sola forma; economica ma non iconica, comune soprattutto per parole molto frequenti (es.: ingl. bank) → polisemia: diversi significati correlati espressi con un’unica forma; il fenomeno più comune nelle lingue del mondo (es.: ingl. to) Forme >1 1 1 1 significati 1 1 >1 (irrelati) >1 (correlati) iconico no sì no sì economico no no sì sì sinonimia monosemia omonimia polisemia (Croft, William, 2003, Typology and Universals, Cambridge, CUP) (Croft, William, 2003, Typology and Universals, Cambridge, CUP, p. 106) 13 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Iconicità diagrammatica: “linguistic distance between constituents implies conceptual distance between the concepts signified by those constituents” (Croft, William, 2003, Typology and Universals, Cambridge, CUP) → universale: se una lingua ha due costruzioni quasi-sinonime che si differenziano strutturalmente per distanza linguistica, queste avranno una differenza analoga nella distanza concettuale (Haiman 1985) Esempio: l’espressione del possesso in cinese mandarino wǒ gēge io fratello maggiore ‘mio fratello maggiore’ wǒ tóufa io capelli ‘i miei capelli’ wǒmen bān io-PL classe ‘la nostra classe’ wǒmen de bān io-PL POSS classe ‘la nostra classe’ 14 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] wǒ péngyou io amico ‘il mio amico’ wǒ de péngyou io POSS amico ‘il mio amico’ wǒ de qìchē io POSS auto ‘la mia auto’ *?wǒ qìchē io auto ‘la mia auto’ wǒ de diànnǎo io POSS computer ‘il mio computer’ *?wǒ diànnǎo io computer ‘il mio computer’ 15 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → referenti come ‘fratello maggiore’ e ‘capelli’ rientrano a pieno titolo nella categoria del “possesso inalienabile”, mentre referenti come ‘auto’ e ‘computer’ sono di possesso alienabile; la struttura utilizzata per il possesso inalienabile può non avere una marca esplicita di possesso, mentre nel caso del possesso alienabile tale marca è obbligatoria → maggiore vicinanza concettuale, minore distanza linguistica 16 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → Universali: se sia derivazione che flessione precedono o seguono la radice, la derivazione si colloca sempre tra la radice e la flessione; se le marche di caso e di numero entrambe precedono o seguono la radice, la marca di numero si colloca sempre tra la radice e la marca di caso → Bybee (1985): la distanza dalla radice degli affissi corrisponde iconicamente all’importanza del valore veicolato dall’affisso per la parola: valenza > diatesi > aspetto (azione) > tempo > modo > persona → ciò che influisce maggiormente sul significato si colloca più vicino alla radice del verbo → il numero interessa la semantica del nome (il numero delle entità coinvolte), mentre il caso è meno importante in quanto codifica la relazione tra il referente e l’evento (rilevante per l’enunciato, ma non per il referente) (Bybee, Joan, 1985, Morphology. A study of the relation between meaning and form, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) 17 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] I sistemi di caso: gli universali 38 e 41 Universale 38: in presenza di un sistema di casi, l’unico caso che può essere espresso mediante un affisso zero (cioè che può essere privo di una desinenza specifica) è quello che include tra le sue funzioni quella di soggetto del verbo intransitivo. Universale 41: se in una lingua l’ordine non marcato dei costituenti è SOV, tale lingua avrà quasi certamente un sistema di casi. I sistemi di caso: nominativo-accusativo vs. ergativo-assolutivo Universale 38: in presenza di un sistema di casi, l’unico caso che può (attenzione: può, non deve) essere espresso mediante un affisso zero (cioè che può essere privo di una desinenza specifica) è quello che include tra le sue funzioni quella di soggetto del verbo intransitivo. In altri termini, l'unico caso che può prevedere una marca zero è quello che include tra le sue funzioni quella di Sintrans 18 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → Nota: l’espressione 'tra le sue funzioni' significa che lo stesso caso, a marca zero, può svolgere anche altre funzioni (vale a dire anche STRANS in un sistema nominativoaccusativo o ODIR in un sistema ergativo-assolutivo). Tre funzioni sintattiche. Soggetto di verbo intransitivo (SINTRANS) → S Soggetto di verbo transitivo (STRANS) → A Oggetto diretto (ODIR) → O → Tipi di marcatura logicamente possibili: (1) tre marche distinte, una per ogni caso (2) nessuna marcatura (3) unica marca per STRANS e ODIR e marca specifica per SINTRANS (4) unica marca per STRANS e SINTRANS e marca specifica per ODIR (5) unica marca per SINTRANS e ODIR e marca specifica per STRANS 19 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Sistemi attestati: Nominativo-accusativo: SINTRANS e STRANS > Nominativo ODIR > Accusativo Ergativo-assolutivo: SINTRANS e ODIR > Assolutivo STRANS > Ergativo (Lingue stativo-attive: lingue “miste” tra i due allineamenti) Ergativo A O S Accusativo A O S 20 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Esempi Latino: sistema nominativo-accusativo (a) puer puellam amat (‘il ragazzo ama la ragazza’) (b) puer currit (‘il ragazzo corre’) puer è al caso nominativo (a marca zero) e svolge le funzioni di STRANS in (a) e di SINTRANS in (b); puellam è al caso accusativo (desinenza -am) e svolge la funzione di Odir Basco: sistema ergativo-assolutivo (a) emakumeak gizona ikusten du (‘la donna vede l’uomo’) (b) gizona ethorri da (‘l'uomo è arrivato’) gizona è al caso assolutivo (a marca zero: la -a finale è l'articolo definito posposto) e svolge le funzioni di SINTRANS in (b) e di ODIR in (a); emakumeak è al caso ergativo (desinenza -k; -a- che la precede è l'articolo definito) e svolge la funzione di STRANS in (a) 21 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Perchè i sistemi (1), (2) e (3) non sono attestati nelle lingue del mondo? → Assenza del sistema (3): - Due tipi di sovrapposizione: SINTRANS e ODIR e SINTRANS e STRANS: l'unica sovrapposizione che non si registra è tra STRANS e ODIR (cfr. tabella sopra) Spiegazione: STRANS e ODIR si trovano sempre nella stessa frase e dunque è necessario distinguerli: se avessero la stessa desinenza, come potremmo farlo? Al contrario, sia SINTRANS e ODIR sia SINTRANS e STRANS non si trovano mai nella stessa frase, quindi non è indispensabile distinguerli Quindi, il sistema (3) è lacunoso: non marca formalmente l'unica distinzione indispensabile, quella tra STRANS e ODIR → Assenza del sistema (2): - Un sistema di casi che fosse sprovvisto di desinenze specifiche per STRANS, SINTRANS e ODIR sarebbe lacunoso, in quanto privo dell'unica distinzione indispensabile, quella tra STRANS e ODIR 22 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] → Assenza del sistema (1): - Un sistema di casi che fosse dotato di tre desinenze specifiche per STRANS, SINTRANS e ODIR sarebbe eccessivamente dispendioso e ridondante, in quanto procederebbe anche a distinzionia superflue L'universale viene rispettato dai due sistemi di caso analizzati (quello nominativoaccusativo e uello ergativo-assolutivo): cfr. le forme puer (senza desinenza) e gizona (in cui -a è l'articolo posposto; la forma gizon è dunque senza desinenza) negli esempi affrontati in precedenza. Spiegazione: è assolutamente logico attendersi che l’unico caso che possa realizzarsi a marca zero sia quello che corrisponde (anche) a SINTRANS: esso è infatti l’unico argomento possibile di un verbo intransitivo e perciò non è necessario che sia formalmente distinto da altri argomenti. Dunque, esso non richiede una desinenza particolare proprio perché non può avere rivali. 23 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Universale 41: se in una lingua l’ordine non marcato dei costituenti è SOV, tale lingua avrà quasi certamente un sistema di casi. Esempi Basco SOV e sistema di casi ergativo-assolutivo; turco SOV e sistema di casi nominativo-accusativo vs italiano, francese, inglese SVO senza sistema di casi. Spiegazione: mentre in una lingua SVO come l’italiano i due gruppi nominali S e O (cioè STRANS e ODIR) sono reciprocamente ben distanziati e la presenza del verbo in posizione intermedia ne agevola l’identificazione, in una lingua con ordine dominante SOV, lo “scheletro” della frase prevede che essi si collochino in due “caselle” adiacenti. Questa loro contiguità può ovviamente ostacolare l’individuazione dell’uno e dell’altro o l’identificazione del confine tra essi. Conseguentemente, per non pregiudicare il buon funzionamento delle frasi a livello comunicativo, il ricorso ad un sistema di desinenze casuali per marcare formalmente S e/o O, appare una scelta pressoché obbligata. Solo in questo modo, infatti, è possibile prevenire i problemi derivanti dalla stretta vicinanza di S e O. 24 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Motivazioni in competizione (competing motivations) nessun tipo linguistico (configurazione di parametri) è pienamente motivata; la variazione si spiega con l’azione di motivazioni in competizione, incompatibili tra di loro; ogni tipo potrà soddisfare alcune motivazioni ma non altre. “Proprio l’esistenza di diversi tipi di motivazione determina la variazione linguistica: diversi tipi linguistici rispondono a diverse motivazioni, e possono di volta in volta essere selezionati dai parlanti e cristallizzati nella grammatica.” (Ramat P., Cristofaro S., 1999, Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, Carocci, p.247) → N.B.: si rammenti che prevedere diverse motivazioni funzionali non corrisponde a giustificare qualunque tipo linguistico; il modello prevede che i tipi che non soddisfano nessuna motivazione siano esclusi. → iconicità ed economia sono motivazioni in competizione; la motivazione comunicativa (una lingua deve essere potenzialmente in grado di esprimere qualsiasi concetto) agisce in concomitanza (e non in competizione) con le altre motivazioni (convergenza verso un unico risultato. 25 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] “(…) certi fenomeni possono essere al tempo stesso immotivati dal punto di vista generativo sincronico e motivati da un punto di vista metagrammaticale che considera le grammatiche come sistemi di adattamento, vale a dire al tempo stesso parzialmente autonomi (e, in quanto tali, sistemi) e parzialmente influenzati da pressioni esterne al sistema (e, in quanto tali, di adattamento).” (Du Bois, John, 1999 [1985], Motivazioni in competizione, in Ramat P., Cristofaro S., 1999, Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, Carocci) Sacapulteco, lingua maya del Guatemala: Sistema di caso ergativo-assolutivo, ordine basico VOS (VOA) → tendenza ad avere un solo argomento espresso con un sintagma nominale completo per frase; il sintagma nominale “unico” nella maggior parte dei casi è S o O (ma non A) → “organizzazione preferenziale degli argomenti” (≠ ordine basico dei costituenti) = organizzazione grammaticale degli argomenti statisticamente preferita all’interno del discorso: V SNS/O 26 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Flusso preferenziale dell’informazione nel discorso narrativo (sacapulteco): gli elementi “nuovi” sono associati tipicamente a S o ad O (o a ruoli obliqui), ma quasi mai ad A → preferenza per sintagmi nominali completi motivata dalla necessità di introdurre efficacemente un nuovo referente → A non corrisponde quasi mai ad informazione nuova, non sono nceessari sintagmi nominali completi → concatenazione del topic: nel discorso narrativo, si tende a mantenere un referente come topic, dato e definito, che viene indicato anche solo con l’accordo verbale → spesso gli agenti sono topicali, frequentemente coincidono con i soggetti transitivi (A) → i pazienti (tipicamente, O) su cui agisce un protagonista tematico tendono a cambiare, necessità di codificarli con un SN completo → i soggetti intransitivi (S) espliciti tendono a corrispondere ai soggetti di verbi di movimento → l’ingresso o l’uscita dalla “scena” sono spesso correlati all’introduzione di un nuovo protagonista → necessità di un SN esplicito 27 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2012 / 2013 – [email protected] Grammaticalizzazione dell’ergatività (in sacapulteco) come cristallizzazione di schemi discorsivi: l’assolutivo è la categoria non marcata (clitico verbale zero) e corrisponde tendenzialmente ai SN espliciti che introducono informazione nuova; l’ergativo ha una marca esplicita (clitico verbale); ciascun referente tende a non avere più di una marca esplicita (o SN pieno o clitico verbale). Motivazione dei diversi sistemi di caso: Sistema ergativo-assolutivo: esigenza di marcare l’informazione nuova (tipicamente S od O) Sistema nominativo-accusativo: esigenza di marcare l’agente-topic (S o A) “La risposta alla domanda sul perché tutte le lingue non siano ergative è perciò semplicemente che, pur essendoci una forte pressione a livello di discorso che giustifica l’esistenza di una categoria dell’assolutivo, c’è una pressione altrettanto forte – ed eventualmente più forte – che giustifica l’esistenza di una categoria del nominativo.” (Du Bois, John, 1999 [1985], Motivazioni in competizione, in Ramat P., Cristofaro S., 1999, Introduzione alla tipologia linguistica, Roma, Carocci) 28